14. Tu riesci a sentire il silenzio, Hayra?

« Venerdì avremo una verifica di storia. Tu hai studiato, Hayra? » chiede Stacy, prendendo una forchettata di insalata.

« Sì. Ho imparato che alcuni vincono, altri muoiono. » rispondo guardando un punto indefinito della mensa.

Rachel finge un colpo di tosse. « Non sei seria, vero? » mi chiede con un sorriso, come se stesse parlando con una ritardata. La gente qui coglie l'ironia?

« Sì, che sono seria. Non è così? » la guardo negli occhi e sorrido. Rachel corruccia la fronte, fa spallucce e continua a mangiare i suoi piselli.

« Beh, che tristezza, comunque », riprende il discorso Stacy « Già ai sedici anni ad Alessandro Magno gli venne affidata la reggenza in Macedonia, e io a sedici anni, neanche fossero passati dieci, a malapena sapevo cucinarmi qualcosa senza bruciare l'intera casa. » sospira, appoggiando il gomito sul tavolo.

« Una volta l'hai fatto. E avevi lo stesso sedici anni. » si intromette Scott con un sorriso furbo.

Stacy diventa leggermente paonazza. « È successo per sbaglio. » tenta di difendersi.

« Stavi scrivendo messaggi ad un tizio. Ti eri completamente dimenticata del cibo. » questa volta il tono di Scott sembra ammonente.

« Cosa possiamo farci? A volte i ragazzi ci fanno dimenticare tutto... » dice Bella con aria trasognata, mentre il suo sguardo vaga per la mensa.
Abbasso lo sguardo sul mio piatto e assottiglio le labbra.
A me non basterebbe un ragazzo per farmi dimenticare tutto.
Non mi basterebbe niente. Al massimo qualcuno mi incoraggerà, che essere grigio scuro non significa essere sbagliata.

Mando giù il groppo che ho in gola e con la coda dell'occhio fisso il tavolo dove sono seduto i "popolari".
Sono stanca di questa classifica del cavolo, dove gli altri ti guardano come se fossi una nullità, quando il tuo stesso fratello ora fa parte di quella gente.
Di solito nel film la sorella di un ragazzo popolare viene accolta nel loro gruppo, ma a quanto pare, anche qui, succede la stessa cosa, di nuovo.

Probabilmente essere emarginati non ha davvero soltanto i suoi lati negativi. Significa, forse, che sono diversa, ma questo, in fondo, l'ho sempre saputo.
E a volte non è sbagliato essere diversi. Meglio stare soli che in loro compagnia.
Però si tratta di mio fratello... non voglio saperlo come loro.

Accanto ad Ethan, Hunter ascolta attentamente probabilmente una battuta di un loro compagno, che fino ad ora non ho visto. Hunter ride di gusto, Vanessa gli sorride in modo dolce, poi allunga la mano sul tavolo per afferrare la sua.

Distolgo per un attimo lo sguardo e mi mordo il labbro.
Forse ora capisco ancora di più Kayden. È così strano il vedere i nostri fratelli così indifferenti e pieni di vita, mentre noi siamo circondati da colori tristi. E mi chiedo se vedremo mai l'arcobaleno.

« Hay », Stacy mi dà una gomitata. « Tutto bene? Ti eri persa nei tuoi pensieri. » mi fa presente.

« Lo so. Mi perdo sempre. » sorrrido rassicurante, con la speranza che non faccia altre domande. Anche perché, sono diventata così brava a fingere che la gente non capisce mai niente. Puoi ridere a crepapelle mentre dentro di te stai morendo e non se ne accorgono di nulla.

« Quanto la odio. » afferma ad un tratto Bella. Si è attorcigliata una ciocca rossa intorno al dito, ma visto il suo fastidio, si sta quasi tirando i capelli da sola.
Il suo lipgloss rosa rende le sue labbra molto più piene e il suo trucco, in generale, la rende più grande di circa due anni.

« Ancora... » borbotta Rachel, sbuffando. È così tenera. Le persone asiatiche mi fanno tenerezza. E lei in questo caso sembra una bambina, visto le sue due treccine, il blush accentuato sulle sue guance chiare, e i suoi occhioni neri.

« Sempre la solita storia. Ci sarà mai un giorno in cui non la odierai? » chiede Scott, ridacchiando.

« Odio Vanessa. È sempre in mezzo ad ogni cosa. Sempre. Perché le più popolari, la maggior parte delle volte, devono essere così stronze? Questa sta soffiando il ragazzo ad ogni ragazza che potrebbe essere una sua rivale, anche se lei stessa fosse fidanzata. » dice Bella in tono irritato.

« Perché è bella, ha tutto ciò che vuole, i soldi non le sono mai mancati, è sempre stata viziata. Quindi, dacci un taglio, Bella. Vanessa non cambierà mai e smettila di volere essere nei suoi panni. » dopo la breve spiegazione e il rimprovero finale, Stacy le punta la forchetta contro.

« Senza offesa, Hayra, ma tuo fratello è cretino se passa il tempo con quelli. Tu sei così strana, e lui è così, non so, come loro. » continua a dire Bella, senza smettere di guardarli.

« Chi è il ragazzo accanto a Hunter? » chiedo, ignorando le parole di Bella.

« Garrett Swift, figlio del preside, capitano della squadra di basket. » dice brevemente Scott.

« Ah... Lui... » dico, pensosa. Quindi se avessi bisogno di aiuto per ambientarmi qui, dovrei chiedere aiuto a... quello? È questo ciò che pensa mia madre?
Mi scappa una risata nervosa.

« Tutto bene? » chiede Stacy e annuisco.

« Hayra, ma tu ci vai mai dall'estetista? » chiede all'improvviso Bella. Scuoto la testa. No, preferisco prendermi cura da sola di me stessa.

« Dovresti. » si limita a dire, guardando la mia faccia.

« Bella! » tuona Rachel.

« Non era un'offesa, era un consiglio. » afferma Bella, alzando gli occhi al cielo.

Faccio finta di non aver sentito, ma è difficile. Guardo Ethan. Vorrei che capisse che sua sorella non è mai stata felice, ma non glielo voglio urlare in faccia. Chissà se un giorno lo capirà. In passato l'ha capito solo una volta.
Al posto dello sguardo di Ethan incontro quello di Hunter. Perché ogni volta che mi guarda smette di ridere? Mi guarda in un modo che non mi piace. Perché a volte nel suo sguardo leggo odio e altre volte comprensione. E mi porta a odiarlo.

Mancano cinque minuti all'inizio della prossima lezione. Odio educazione fisica. La odio con tutto il mio cuore.
Approfitto del tempo restante per prendere le cuffiette e il cellulare e andare fuori. Ne ho bisogno.
In momenti del genere soltanto la musica mi fa stare bene; solo lei mi capisce e mi sta vicino.

Mi appoggio con le spalle al muro mentre nelle mie orecchie risuona a tutto volume la canzone Can you feel my heart, dei BMTH.

Chiudo gli occhi e sorrido, perché questa musica mi fa così bene all'anima che non riesco a farne a meno.
La ascolto quando mi faccio la doccia, quando cerco di studiare, quando cammino, quando vado a dormire.

Qualcuno mi strappa una cuffietta dall'orecchio. Giro lo sguardo e trovo Hunter accanto a me. Se la infila nell'orecchio e sento il mio cuore battere come impazzito. Non per la sua vicinanza, bensì perché sta ascoltando una delle mie canzoni preferite. E non voglio. Non voglio che uno come lui ascolti ciò che piace a me.

Deglutisco, ma non dico niente.

« E tu? », dice all'improvviso. « Tu riesci a sentire il silenzio, Hayra? »

Sgrano gli occhi poco a poco, lui continua a parlare. « Riesci a vedere il buio? »

« Sì. » rispondo, riprendendomi la cuffietta.

« Anche mio fratello. » afferma, contraendo la mascella. Giro di scatto lo sguardo verso di lui. Cosa vorrebbe dire?

Restiamo a guardarci per un paio di secondi. Probabilmente mi sta venendo da piangere. Forse ho frainteso ciò che intende lui, o forse è così. Vorrei che anche Ethan capisse.

« Andiamo, Hunter! Da quando passi il tempo con le sfigate che stanno per frignare? » dice un suo compagno di squadra.
Non faccio nemmeno in tempo a portarmi le mani sulle orecchie e scappare via, perché il pugno di Hunter è scattato così velocemente verso il viso del ragazzo, che lo ha buttato direttamente a terra.

« Hunter! Che diavolo ti è preso? » sento la voce di Vanessa e penso sia meglio per me eclissarmi.

Hunter sembra così fuori di sé; non so per quale motivo, ma sono troppo spaventata per muovermi.

« Sei impazzito per caso? » chiede l'altro ragazzo, cercando di alzarsi da terra.

« Amico, che diavolo succede? » sento in lontananza la voce di  Garrett. È la prima volta che lo sento parlare così vicino.

Hunter ignora le loro domande e si gira verso di me. I suoi occhi sembrano così vuoti, ma così arrabbiati.

« Vai. » mi dice, facendomi un cenno del mento.

« E tu chi sei? » chiede Garrett, alzando le sopracciglia.

« Nessuno. » rispondo, poi giro sui tacchi e vado via. Mi dirigo verso l'aula di educazione fisica e sospiro, ripensando a ciò che è appena successo.

Mando un messaggio a Kayden, che capirà sicuramente, non soltanto come mi sento, ma anche i miei pensieri.

Io: So take a deep breath, let's disappear.

Quindi facciamo un respiro profondo, scompariamo.

Dopo un circa un minuto mi arriva la sua risposta.

Kayden: No one will listen so why are we still here?

Nessuno sentirà, allora perché siamo ancora qui?

Sapevo che avrebbe saputo rispondermi con il verso della stessa canzone. È questo ciò che ho sempre desiderato. Essere capita senza dare spiegazioni su come mi sento. Senza avere paura di essere giudicata.

Vado a sedermi al mio posto, con un piccolo sorriso sulle labbra. È incredibile come una semplice frase, o una canzone, faccia così bene all'anima.

Il cellulare vibra di nuovo, ma non è Kayden.

Hunter: Anche Nessuno alla fine era qualcuno, sai?
Piacere, Nessuno. Sarò felice quando diventerai qualcuno.

Resto immobile a fissare il messaggio. Non capisco mai se è ciò che davvero lui vuole farmi intendere o sono soltanto i miei film mentali.
Significa che... Vuole vedermi uscire dal buio? È per questo che è protettivo con suo fratello? Perché, in fondo, capisce?

Rimetto il cellulare dentro la tasca e dopo un paio di minuti la classe si riempie e vedo anche Hunter andare a sedersi al suo posto, senza guardarmi.

« Buongiorno, mio branco preferito di suricati pigri », inizia a dire il professore. Qualcuno si lamenta. « Vi avviso già da ora che verso la metà di ottobre si andrà in campeggio. » dice, svogliatamente.

« In campeggio? » chiede qualcuno.

« Sì. Ho pensato che possa farvi bene stare in contatto con la natura. » dice forzando un sorriso.

« Sto bene anche a casa mia. » dice Hunter, facendo ridere alcuni dei nostri compagni.

« E va bene. Ammetto, provo un certo senso di godimento nel vedervi disperati, nella natura, senza il vostro letto di due mila dollari e il vostro Chanel n° 5 che spruzzate dopo che andate in bagno. » dice, guardando Vanessa. Mi mordo il labbro per non scoppiare a ridere.

« Ma che diavolo- » Vanessa cerca di ribattere.

« Controllerò le vostre borse prima di andare via. Non porterete niente di troppo personale e potete dire addio alle vostre cose preziose. Si va in natura, mica a passare del tempo in compagnia di Paris Hilton. » continua a dire. Sembra sadico.

A me sta bene. Non ho nulla da portare con me. Non ho niente di così prezioso e la natura mi fa stare bene.

« Ha-qualcosa » dice e trattengo la voglia di alzare gli occhi al cielo. « Immagino che tu abbia vissuto per molto circondata dal verde. Quindi, immagino che al momento tu sia l'unica felice, qui. »

« Probabilmente immagina bene. » dico.

« Sorridi un po', ragazza. Sempre con quel muso lungo. »

« Si faccia gli affari suoi. » si intromette Hunter, spazientito.

« Black, vuoi finire in presidenza? » gli chiede il prof in tono di sfida.

« Per il suo bene, non inizi questo gioco. » mormora Hunter. Garrett posa una mano sulla sua spalla, cercando di tranquillizzarlo.

« Ecco perché vi serve andare in campeggio. Magari vi sbarazzarete anche di questo caratteraccio. Brutti viziati, ricchi e nullafacenti. » il prof stringe i denti e poi si schiarisce la gola.

Perché Hunter deve confondermi così tanto?

Spero abbiate capito il perché della reazione di Hunter, anche se più in là capirete meglio.
Mi dispiace per le persone che nello scorso capitolo non hanno capito bene la facenda dei colori. Evidentemente non hanno provato niente del genere, per riuscire a comprendere a fondo Kayden e Hayra. Però tranquilli, verrà spiegato tutto.
Spero vi sia piaciuto, alla prossima ❤️🌺

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