09. Lo sai che sei strana?
Sdraiata sull'erba in riva ad un ruscello, un braccio dietro la testa e lo sguardo puntato verso l'alto.
Un soffio di vento, delicato quasi come il tocco di una piuma, accarezza il mio viso, spostando a malapena una ciocca di capelli, che si posa in modo ribelle sul mio viso. Alcuni fili rimangono intrappolati quasi tra le ciglia, facendomi lacrimare l'occhio; odio quando i capelli mi entrano negli occhi. Li sposto pacatamente dal viso e continuo ad ammirare il cielo azzurro, ricoperto da alcune nuvole bianche, che assomigliano a piccoli batuffoli di cotone.
Non so esattamente per quale motivo Hunter mi abbia portata qui, ma mi sento bene.
L'aria a casa sua stava diventando sempre più tesa; forse è per questo che ha deciso di inventarsi una scusa per svignarcela subito.
Pensavo che mi avrebbe portata a casa. Insomma, dopo il fallimento del pranzo insieme, con il mio umore a terra e zero voglia di vivere, forse ha voluto portarmi in questo posto per schiarirmi le idee e stare meglio.
Devo dire, comunque, che funziona.
Nonostante lui mi abbia portata qui, non siamo seduti vicini. È come se fossimo venuti per conto proprio; come due sconosciuti.
Passo le dita tra i fili d'erba, che mi solleticano il palmo della mano, e sorrido. Mi metto a sedere, incrocio le gambe e guardo il ruscello. Il rumore dell'acqua che scorre è rilassante, e adoro la piccola cascata che si è formata.
Mi tolgo le scarpe e i calzini, poi mi alzo in piedi e mi tolgo la maglietta, restando in reggiseno.
Non mi vergogno del mio corpo; so di non essere perfetta e so di non avere l'addome piatto. Ho le smagliature e la cellulite, ma mi sento a mio agio con il mio corpo. E se a qualcuno non piace, è libero di non guardare. Mi sbottono i jeans e li abbasso lentamente, fino a toglierli del tutto.
Non mi giro verso Hunter. So che probabilmente mi ha notato, ma non voglio sentire il suo sguardo su di me. Mi siedo e immergo i piedi nell'acqua, che scorre impetuosa e abbondante.
Poi, trovo il coraggio e mi immergo del tutto. Per un secondo mi sembra che i miei polmoni non siano più in grado di riempirsi di ossigeno.
Riemergo e mi sposto i capelli all'indietro, dato che si erano appiccicati al viso.
« Com'è l'acqua? » la voce roca di Hunter mi fa girare verso di lui, quasi alla velocità della luce.
Abbozzo mezzo sorriso. « Niente male. Un po' fredda. »
Si alza e si incammina verso il punto dov'ero seduta prima. Dà un'occhiata ai miei vestiti, ma non si azzarda a toccarli. Spero non faccia lo stronzo proprio adesso.
« Ti verrà il raffreddore. » dice, allungando una gamba, mentre l'altra la tiene piegata.
Scrollo le spalle con indifferenza. « Sopporto il freddo. Mi piace. » rispondo, mettendo su un sorriso convincente.
Lui scuote la testa, ma dall'ombra del sorriso che intravedo sulle sue labbra, capisco che lui trovi questo un po' divertente.
Alzo lo sguardo verso il cielo e lascio che i raggi del sole sfiorino il mio viso, che facciano brillare la mia pelle bagnata.
« Lo sai che sei strana? » dice Hunter e giro la testa verso di lui. Nuoto nella sua direzione e mi aggrappo ad una pietra enorme, coperta da muschio.
« Quello strano sei tu, che te ne stai lì fermo a guardarmi. » gli dico, trattenendo un sorriso.
« Non ho voglia di farmi il bagno. » mormora con aria scocciata. « Però mi piace la vista. » aggiunge.
Mi guardo intorno, ammirando il paesaggio. « Sì, in effetti è un bel posto. » gli do ragione.
Sento la sua risata accarezzarmi le orecchie e sorrido spontaneamente, senza motivo.
« Strana e ingenua. » commenta, alzando gli occhi al cielo.
« Ah, come no! A proposito, mi devi fare i compiti per un mese. » gli ricordo, ghignando.
Lui alza le spalle e si lecca le labbra. « No, mi sa proprio di no. Ops. » risponde assumendo un'aria innocente.
Divento seria di colpo e lo guardo male. « Mi hai preso in giro? »
Lui si alza in piedi e infila le dita nei passanti della cintura. « L'ho fatto? »
Esco dall'acqua e stringo i denti, cercando di ignorare il suo gioco di battute, intento soltanto a farmi uscire pazza.
Gli passo davanti, mentre vado a prendere i miei vestiti.
« Bagnerai anche gli indumenti. » mi fa presente, indicandomi con un cenno del mento il mio corpo.
« Fa niente. Ne ero consapevole, sai, prima di spogliarmi e farmi il bagno. » borbotto. Cerco di infilarmi la maglietta, ma lui mi blocca il braccio. Sembra rifletterci un po', poi lascia la presa. Mi vesto velocemente e, quando stiamo per andare via, lo sento ridacchiare dietro di me.
« Hai un bel culo bagnato. » mi prende in giro, senza smettere di ridere.
Mi giro verso di lui e gli mostro il dito medio.
« Tieni, Masy, legati questa. » mi passa la sua felpa leggera e l'afferro subito, legandola intorno alla vita per non mostrare anche agli altri la forma delle mutandine bagnate stampate sui jeans.
« Grazie per avermi portata qui. Lo apprezzo, ma spero che questa cosa... qualsiasi cosa sia, finisca qui. » gli dico, mettendo le mani sui fianchi.
« Un accordo è un accordo, Mason. Te l'ho già detto che non sei il mio tipo. » risponde indifferente, passandomi accanto.
« La delicatezza. » dico sottovoce.
« Mi piace essere diretto. Vuoi che ti dica una bugia? » si ferma e si gira verso di me. I raggi del sole filtrano tra gli alberi, illuminando il suo viso. « Non sei il mio tipo. » ripete, serio.
« Va bene, smettila di ripeterlo. Ho capito. » rispondo, spazientita. « Non ci tengo ad essere il tuo tipo. Non ti volevo nemmeno conoscere o avere qualcosa a che fare con te. »
« E invece... » dice in tono cantilenante.
« Fottiti. » asserisco, imbronciata. Andiamo verso la sua macchina e cerco di raccogliere i capelli in uno chignon, dato che sono ancora bagnati.
« Ho la tua parola, giusto? Niente più fidanzamento per finta... » alzo un sopracciglio, sperando che capisca ciò che intendo.
Entriamo in macchina e, dopo esserci messi la cintura di sicurezza, accendere il motore e dice: « Sì, è finita, tranquilla. »
Mi aspettavo che si scusasse per il casino successo oggi, ma a quanto pare non gli dispiace. Non ha detto nulla a riguardo.
« Vanessa? » dico, sgranando gli occhi. Lei ci ha visti insieme.
« Non dirà niente. » dice con tranquilla. Qualcosa mi dice che non sarà proprio così.
« Ascolta, Black, non so nulla su di te, mi ci sono ficcata da sola in questo casino e tu mi ci hai trascinata ancora di più, ma spero di non sentire cose in giro su di me. Tipo che stiamo insieme o cose del genere. Sono stata chiara? » penso di non essere stata mai così seria in vita mia.
« Perché? » chiede, aggrottando la fronte.
« Non voglio che la gente parli di me. » replico, guardando fuori dal finestrino.
« Perché? » ripete.
« Perché fatti i cazzi tuoi. » rispondo leggermente incazzata.
« Hai già avuto problemi di questo tipo? » domanda, come se volesse sul serio farmi l'interrogatorio. Non rispondo, resto in silenzio.
« L'ho detto io che sei strana. Chissà cosa diavolo hai combinato a Nashville. » afferma con mezzo sorriso.
Quello che mi è successo, non sono affari suoi.
« Mica sono stato il tuo primo bacio? » nel sentire la sua domanda, alzo automaticamente gli occhi al cielo.
« No. » taglio corto.
« L'avevo capito. Ma non hai molta esperienza in fatto di baci, eh? » chiede, alzando l'angolo destro della bocca in un sorriso malizioso.
« No, spesso ho fatto pratica con il vetro della finestra, lo specchio e il dorso della mano. » rispondo in modo sarcastico e lui scoppia a ridere.
« Mi stai dicendo di aver baciato anche lo specchio con la lingua? »
« Oh sì, mi sono fatta certe pomiciate con me stessa davanti allo specchio. Un'emozione unica, senza dubbio! » esclamo con finto entusiasma.
Hunter ferma la macchina, senza smettere di ridere. Appoggia la fronte contro il volante, cercando di calmarsi. Non intendevo essere divertente. Per me non c'è nulla da ridere.
« Ecco perché non sei il mio tipo. » afferma, mettendo nuovamente la macchina in moto.
La prossima volta che mi dirà questa frase probabilmente finirò per aprire lo sportello e lanciarmi davanti ad un'altra macchina.
« Sei simpatico come un dito nel culo, lasciatelo dire. » gli dico, il più seria possibile.
« E tu parli come uno scaricatore di porto. » risponde, senza guardarmi. Restiamo in silenzio per tutto il tragitto.
Quando arriviamo davanti a casa mia, sospiro di sollievo. Mi tolgo la sua felpa e la lancio sul sedile posteriore, poi sto per aprire lo sportello, ma le sue dita si stringono intorno al mio braccio.
« Ehi, Masy, non ti ho ringraziata per quello che hai fatto oggi, anche se ti hanno messa a disagio. » dice e lo guardo in modo confuso. Mi ringrazia dopo ore?
« Beh, mi hai appena ringraziato. Ora mi lasci andare? Non ti sopporto. » dico tra i denti, stringo i pugni. Forse sono soltanto offesa per la sua affermazione del cavolo.
« Non ti ho detto in che modo, però. » mi fa l'occhiolino e quasi in un batter d'occhio si fionda sulla mia bocca, in una maniera che è tutto tranne che delicata.
La sua mano raggiunge la mia nuca, spingendo di più la mia bocca contro la sua. Vorrei spingerlo via, ma in realtà bacia bene e mi piace. Schiudo automaticamente le labbra non appena sento la sua lingua voler entrare nella mia bocca. Hunter mi afferra una mano e se la posa sul collo, incitandomi, forse, a sentirmi più coinvolta in questo bacio. La verità è che sto sentendo così tanto caldo, che tra poco gli scoppierò davanti come una bomba.
Ogni volta che le nostre lingue si ritrovano, sento una vampata di calore in tutto il corpo. Nonostante il bacio sia piacevole, e dannatamente eccitante, Hunter lo interrompe.
« Questo » dice, sorridendomi maliziosamente « è un vero bacio con la lingua. Non quella merda contro lo specchio. » penso di essere diventata rossa come un pomodoro.
« Tu sei pazzo. E il bacio mi ha fatto schifo. » mi pulisco la bocca con il dorso della mano. Che cazzata colossale! Bacia fin troppo bene! Ma non lo conosco, non voglio avere niente a che fare con lui.
So che sta cercando soltanto di manipolarmi e farmi cadere ai suoi piedi.
Scendo dalla macchina e lo sento andare via subito.
Cazzo. Maledetto stronzo, approfittatore!
Vado verso casa mia, ma oltre lo steccato vedo la signora Thompson parlare da sola. Oh, che bello!
« Ciao, Hayra! Io e Gerard sentivamo la tua mancanza. » dice indicando il nulla accanto a sé.
« Anche a me mancava parlare con il nulla. » borbotto sottovoce.
« Su, Gerard, esci da dietro l'albero! »
« Sì, Gerard, basta giocare a nascondino! I fantasmi si nascondono sotto il letto, mica dietro agli alberi. » la mia ironia fa schifo, quindi decido di non dire più niente, perché la signora Thompson mi sta fulminando con lo sguardo.
« Hayra, perché stai parlando con un albero? » chiede mia madre, sul pianerottolo.
Alzo gli occhi al cielo. Mai una gioia. « Parlavo con Gerard! » rispondo, poi arriccio il naso. Oddio, sto impazzendo sul serio.
« L'idraulico? » chiede e mi avvicino a lei.
« Sì, proprio l'idraulico. »
« Ma è in bagno... » dice, confusa.
« Il fantasma del marito della signora Thompson è in bagno? » chiedo, fermandomi di colpo.
« C'è un fantasma? » domanda, di rimando.
« Mamma, lascia stare. C'è qualcosa da mangiare? Sto morendo di fame. » piagnucolo, entrando in casa.
« Non hai mangiato a pranzo? »
« Certo che sì! » rispondo, dirigendomi in cucina.
« Cosa? » mia madre mi segue e va ad aprire il frigo.
« Le lumache... con qualcosa. » dico,
« Tesoro, mi ricordi Ron Weasley. » ride a bassa voce, mentre mette a riscaldare il cibo.
« Ah, pensavo di ricordarti Voldemort. Ho il suo stesso umore al momento. Cosa c'è da mangiare? »
« Oh, ho preparato il fegato. » annuncia, contenta.
« Uh, buono...» questa giornata non poteva andare peggio.
Ho baciato Hunter due volte oggi. E spero che un bacio non attiri un altro, e un altro ancora. Finirò per cambiare città, di nuovo.
Scusate l'attesa, per ora non riesco ad aggiornare spesso, ho impegni, è estate anche per me e purtroppo questo mese dovrò ospitare mia cugina da me, quindi forse non sarò sempre libera 😂 spero comunque di essere costante ❤️
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