03. Pericolo coglione, abbandonare la base

« Tu, ti comporterai bene! Nuova città, nuovo anno. Posso confidare in te, vero? » chiede mia madre, piantando le mani sui fianchi, come se fosse un soldato pronto a farmi fuori.

« Perché non dici le stesse cose a tuo figlio? » chiedo, guardando per la millesima volta l'ora.

« Beh, Ethan è più... più...» incespica nelle sue stesse parole. Ha sempre fatto questa assurda differenza tra me e mio fratello, come se lui fosse migliore, o qualcosa del genere. Questo perché non lo conosce come pensa.

« Più idiota di me? Sì, lo penso anche io, mamma » dico, con aria innocente. Il sorriso le si spegne sulle labbra.

« Hayra, potresti, non so, fare uno sforzo quest'anno? Finirò per farti cambiare scuola di nuovo? » chiede, il suo sopracciglio schizza verso l'alto, avvertendomi di stare zitta.

« Non è colpa mia! Non faccio mai niente di male, mamma! Ho sempre risposto alle persone che mi hanno presa in giro, penso sia una cosa lecita difendersi » mi lamento, emettendo un suono simile a quello di un gorilla affamato. Parlare con mia madre, alle sette e mezza del mattino, sembra quasi un suicidio. Potrei sul serio sbattere la testa contro il muro e fingermi morta per i prossimi, non so, mille anni?

« Sto cercando di fare la brava madre, Hayra. Pensi che a me faccia piacere essere chiamata a scuola, ogni dannata volta? » oh no, so dove sta andando a parare.

« E tu pensi che a me faccia piacere conoscere, ehm, i tuoi corteggiatori? È umiliante, hai più fortuna di me. E sei mia madre, per amor di Dio, devo andare a scuola, altrimenti mi getto davanti all'autobus e mi ammazzo » rispondo, sventolando una mano in aria per salutarla, poi esco fuori, dove trovo mio fratello che sta cercando di soffocare una risata.

« Che hai da ridere? » chiedo, passandogli accanto, dandogli una spallata.

« È buffo quando ora, a diciassette anni, nostra madre continui a farti la predica come ai bambini di sei anni » mi prende in giro, mostrandomi il suo sorriso strafottente.

« Almeno io non le lecco il culo come fai tu » rispondo, irritata.

« Non l'ho mai fatto, mi adora » fa spallucce e ci dirigiamo verso la fermata dell'autobus.

« Non l'hai mai fatto? Ti ricordi di Wesley? O Welly? O come diavolo si chiama! Quello con la schiena pelosa come una scimmia, che tua madre si è portata a letto. Gli hai detto che ti piacevano i suoi addominali » dico, scoppiando a ridere.

« E quindi? » chiede lui, confuso.

« Aveva la ciccia che penzolava, idiota! Smettila di cercare di andarle incontro e conquistare la loro simpatia. Rimarrai per sempre un coglione, Ethan. » scuoto la testa e mi siedo sulla panchina.

« Non lo faccio per qualche motivo in particolare, lo faccio per la mamma. Contenta lei, contenti noi. »

« Ma che cazzo ti sei fumato? Forse volevi dire " Contenta lei, al settimo cielo tu". Perché sai che guadagneresti qualcosa, piccolo stronzo » ringhio nella sua direzione e lui ghigna, poi si siede accanto a me.

« Potresti avere ragione... O forse no. Cosa te ne frega, Hayra? È la sua vita, pazienza. Dovevi restare con papà, no? » dice, prendendo dalla tasca dei jeans il pacchetto di sigarette. Ne prende una e se l'accende.

« Con papà... Come se fosse meglio con lui. » borbotto, poi sospiro.

« Ti lamenti un po' troppo, non pensi? »

« Sei maschio, è ovvio che non te ne freghi un cazzo se nostra madre si scopasse pure l'intera città o se papà stesse insieme ad una più giovane di lui di...fammi pensare, vent'anni? » sbotto, ma lui mi soffia il fumo in faccia, facendomi tossire.

« Nostra madre non è una troia, Hayra. E papà... Beh, attira la figa, puoi fargliene una colpa? » le sue parole per poco non mi fanno vomitare. Ovviamente, i genitori più fantastici dovevo averli io. Sono sarcastica, in ogni caso.

« A momenti ne attira più di te » dico, alzandomi non appena arriva l'autobus.

« Vedrai, te la caverai anche qui. Soltanto, fammi il favore di non fare battute di merda con i ragazzi. La prossima volta finirò per appenderti io al canestro » mi dà una pacca sulla schiena, con un sorriso innocente.

Brutto bastardo di un fratello.

Appena saliamo dentro, mi manca l'aria. Perché davvero, qui l'aria è assente.

« Puzza di sudore » dico, pizzicandomi il naso.

« Su, non fare la schizzinosa.  Puzza esattamente come quando torno a casa dopo aver giocato per ore a basket » mormora mio fratello, dandomi una spinta in avanti.

« Con l'unica differenza che qui sono il triplo... E puzza di merda » gli do una gomitata, poi vado a sedermi accanto ad una ragazza, con degli occhiali più grandi della faccia, le lentiggini e vestita in modo hippie.

Le rivolgo un sorriso finto e mi siedo, pregando di non soffocare finché arrivo a scuola.

***

Odio il primo giorno di scuola. Odio anche il secondo, e anche il terzo, e anche i prossimi nove mesi.

Perché è così imbarazzante quando non conosci nessuno e tutti ti guardano come se fossi un alieno e fossi venuta qui a rubargli il territorio.

Per sentirmi più sicura di me, canticchio nella mia mente la canzone Confident, di Demi Lovato. Okay, magari questa canzone mi fa venire voglia di spaccare i culi, ma trattengo il mio lato da psicopatica, esperta in karate.

A rovinare i miei film mentali è mio fratello, che grida il nome di Hunter.

Il suo nome è come un campanello d'allarme che suona nella mia mente e immagino una voce robotica dirmi di continuo "Pericolo coglione, abbandonare la base. Ripeto, pericolo coglione a ore dodici". Che poi se ci penso, devo immaginarmi sempre un maledetto orologio, e a volte sbaglio anche direzione.

« Ehi, amico! » Hunter saluta Ethan, come il bravo amico qual è.

« Ehi, che si dice? » chiede mio fratello, guardandosi un po' in giro. Che razza di domanda è?

« Niente, vieni, ti presento un po' di gente. » gli fa segno di seguirlo e la povera sfigata, ovvero me, rimane da sola. Sì, col cavolo! Seguo mio fratello.

Hunter si gira verso di me, confuso. « Oh, ciao Aria, non ti avevo vista. » dice, con un sorriso sfacciato.

« E ci credo, sembri pure strabico. E mi chiamo Hayra. » rispondo innocentemente, ma mio fratello mi fulmina con lo sguardo. Non è neanche vero, quel ragazzo è tutto tranne che strabico. Ed è anche un bel pezzo di manzo.

Qualcuno schiocca le dita davanti al mio viso.

« Intendi seguire tuo fratello ovunque? Anche in bagno? » chiede Hunter, alzando le sopracciglia.

« Oh no, figurati! Lascio a te il piacere di vederlo nudo, non ingelosirti ora. » dico teneramente, accarezzandogli il braccio. Oh, lo sto toccando.

Abbassa lo sguardo sulla mia mano, perplesso, poi sento la bestia di mio fratello tirarmi per le spalle, indietro.

« Scusala, lei e il suo sarcasmo di merda. » borbotta Ethan, strattonandomi il braccio. Vedo una mano pallida, così pallida da sembrare una mozzarella, posarsi sul braccio di Hunter.

« Ehi, tesoro! » dice la ragazza con voce squillante e esageratamente smielata. Gli stampa un bacio sulla guancia, senza mollare il suo braccio. E dal suo aspetto e sguardo, deduco che stia marcando il territorio.

« Fai prima ad alzare una gamba e pisciargli intorno » do voce ai miei pensieri, attirando l'attenzione di tutti. Il mondo si ferma.

La ragazza in questione è davvero bella, ovviamente. Capelli lunghi, castani, e sembrano così lucenti e morbidi che fanno venire voglia perfino a me di toccarli. Occhi grandi, marroni, ma intensi. Ciglia lunghe di natura immagino, non come le mie che devo metterci due quintali di mascara per farle allungare un po'.

Mi scappa un sospiro affranto.

« E tu chi saresti? » chiede la ragazza, guardandomi come se fossi esattamente nelle vesti di un verme.

« La ragazza che ti starà sulle palle per il resto dell'anno » rispondo, con aria scocciata.

« Mia sorella sta scherzando. » si intromette Ethan, appoggiando una mano sulle mie spalle.
Hunter guarda la scena e mi sembra di aver visto l'ombra di un sorriso divertito sulle sue labbra.

« È un dato di fatto » borbotto, scrollandomi di dosso il braccio di mio fratello.

« Io sono Vanessa Peterson, tu chi sei? » chiede, allungando la mano verso di me, ma probabilmente vorrebbe spararmi un colpo di fucile in testa. Faccio quest'effetto alle persone.

« Hayra Mason, è davvero un piacere conoscerti » dico, facendo la leccaculo. Stringo la sua mano delicata e lei fa una smorfia, anche se cerca di non dar a vedere il suo disgusto.

« Sì... Anche per me » mormora, quasi tra i denti.

« Oh, si vede! Diventeremo ottime amiche, vero? » chiedo, ironica.

« È fantastico! » grida Ethan, totalmente ignaro di ciò che intendo io.

« Beh... Si vedrà. Sono molto amichevole con le persone che stanno... Come si suol dire, al loro posto. » abbozza un sorriso, mentre accarezza il braccio di Hunter.

« Sto cercando di socializzare qui, non rendermi il lavoro ancora più difficile » dico, guardando altrove. Ecco, è questo ciò che mia madre non capisce. Non lo faccio apposta, semplicemente vedo come la gente mi guarda e mi dà fastidio. Il mio cervello non aspetta mica il mio permesso per fargli elaborare una frase sarcastica. Fa tutto da solo, non è colpa mia.

« Mmh... Hayra, posso dirti una cosa? » appena sento la voce di Hunter, lo guardo con curiosità, pronta ad ascoltare la sua prossima cazzata.

« No, ma so che la dirai lo stesso » dico, incrociando le braccia al petto.

Lui sembra sorpreso. Vanessa, invece, è irritata.

« Benvenuta alla Portland High School » mi fa l'occhiolino, poi prende la mano di Vanessa e gliela bacia.

« Non prenderla come una sfida, altrimenti ti ammazzo » sussurra mio fratello al mio orecchio.

« Non preoccuparti, starò lontana da lui » dico, convinta.

« Oh, così mi piaci! » dice Vanessa, ridacchiando.

Le rispondo con uno di quei sorrisi che farebbero venire la nausea perfino a me, poi le dico: « Che carina la borsa, dove l'hai presa? » in realtà mi fa schifo.

« Oh, me l'ha regalata mia zia. È Prada » dice, dandone un colpetto per attirare di più la mia attenzione. « Carina la maglietta, che marca è? »  chiede.

« Walmart... » rispondo « Cinque dollari, era pure scontata.» dico, ma lei sembra sconvolta. Giusto un po'.

« Mi stai mettendo in ridicolo, stai zitta. » sibila mio fratello. Va bene, starò zitta.
Stringo la cinghia del mio zaino e proseguo verso l'entrata della scuola e mi sembra che la gente si sposti di lato, come Mosè spartì le acque. Ho davvero questo potere?

« Ti vuoi muovere? » sento la voce di Hunter alle mie spalle. Ah, ecco. È lui il Mosè della situazione, avrei dovuto immaginarlo.

« Fino a prova contraria, io sto camminando » rispondo, continuando a camminare dritto.

« Non mi piacciono le tue risposte del cazzo. Farei attenzione, se fossi in te. » dice, piegandosi verso di me. Sento il suo respiro al mio orecchio. Oh.

« Anche io farei attenzione, se fossi in te. La gente che sta intorno a me rischia di morire, ogni giorno » dico, facendo l'errore di girarmi verso di lui. Dove cazzo è Vanessa quando serve?

« Cambia modo di rapportarti con le persone. Lo dico per il tuo bene. »

« Che vuoi dire? » domando, guardandolo negli occhi.

« La tua lingua lunga ti farà finire nei guai. Iniziare la scuola facendoti dei nemici, non è la cosa migliore del mondo, Mason » mi passa accanto, salendo le scale, ignorandomi completamente. Sì, forse prenderò in considerazione il suo consiglio.

Mi giro e vedo Vanessa con il suo gruppo di amiche. Mi guarda dritto negli occhi, giurandomi silenziosamente che mi ucciderà. Oh, perché io so che devo stare lontana dal suo Hunter. 

Ma chi diavolo lo vorrebbe tra i piedi, quello lì?

Vi amo, ciao ❤️🌺😂

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