CaPiToLo 7

ROBIN

"Non sto capendo." dissi, confuso.

"In effetti non è molto facile da spiegare." osservò Amalia, seduta ai piedi del letto.

Niall aveva un aspetto orribile, sembrava ancora un fantasma, uno spirito che sostava in un mondo che non era questo.
Mi guardava incerto a gambe incrociate, appoggiato con la schiena alla parete e con la testa a ciondoloni, come se faticasse a tenere sollevata persino quella.
Soraya non gli si era allontanata di un centimetro da quando ero entrato nella stanza, come se fosse convinta che così lo avrebbe aiutato a rimanere con lei.

"In sintesi il mio piano ha funzionato, alla fine, sono riuscito a sopravvivere mentre il parassita è stato distrutto. Avrei voluto che Bruce non avesse preso il controllo del mio pianeta e dei miei alleati, ma ormai il danno è fatto." riassunse il ragazzo, massaggiandosi la fronte.

"E... Rose lo sa?" chiesi.

Niall annuì e mi guardò con gli occhi accesi di un nuovo interesse.

"Perché lo vuoi sapere?" domandò.

Scrollai le spalle, senza sapere bene cosa dire.

"Perché si vede che tiene a te e quando ha capito che eri morto ho avuto paura che perdesse la testa." risposi.

"Ha pianto?" chiese inarcando un sopracciglio.

Scossi la testa. "No, ha imprecato ed ha picchiato una colonna di marmo finché non è venuta giù."

Rise forte, la sua era una risata profonda, grave e maschile, seppur con un sollievo ed una spensieratezza fuori dal comune.

"Tipico di Rose." commentò.

Sorrisi anch'io, involontariamente.
<<Grazie al cielo ha avuto lui, per tutti questi anni.>>pensai.

"Beh, a questo punto potremmo riportarti nel tuo regno, dove potresti convincere i tuoi alleati che non siamo noi i nemici." feci notare, sollevato.

Amalia si esibì in un chiaro segno di dissenso in cui esprimeva tutta la sua frustrazione e tutta la sua stanchezza.

"Non possiamo rischiare di peggiorare la situazione con un gesto tanto avventato, nessuno di loro crederebbe facilmente alla magica resurrezione del loro prezioso amico." replicò.

"E per convincerli servirebbe molto tempo, tempo che noi non abbiamo." aggiunse Niall, scendendo dal letto supportato dalla sorella. "Sarò molto più utile qui, dove ci sono cose più urgenti da fare."

"Cosa c'è di più urgente che proteggere Tamaran da un'invasione di svitati?" domandai.

Lui aprì il cassetto del comodino accanto al letto, tirando fuori il medaglione che ci aveva tenuti prigionieri tempo prima, ovvero la copia esatta di quello che aveva Raven. Lo sollevò in modo che potessi osservarlo bene, come se quella fosse la risposta alla mia domanda.

"Trigon sta tornando." disse. "E possiamo fermarlo, ma avrò bisogno del vostro aiuto, come voi avete bisogno del mio. Raven è la prima risorsa che ci occorre, sia per Tamaran che per la missione, ma nulla andrà a buon fine senza tutti gli altri."

Guardai Amalia in attesa di un segnale che mi facesse capire cosa pensare. Mi stavo allenando per combattere una guerra, lei aveva detto chiaramente che aveva bisogno di me e che non poteva fare tutto da sola. Non potevo abbandonarla, anche se capivamo benissimo entrambi che ciò di cui parlava Niall non era qualcosa da prendere alla leggera. Oltre ad essere una nuova amica di tutta la squadra era anche la sorella della mia ragazza. Erano le basi della correttezza di coppia.

"Se ci sarà la necessità di combattere voglio che voi ci siate, Robin." sospirò. "Ma questa missione potrebbe evitare inutili spargimenti di sangue. Anche se Stella dovesse riuscire nel suo intento e farci avere al nostro fianco due degli eserciti più potenti della galassia saremmo almeno due o tre volte inferiori di numero all'esercito di Bruce."

"I numeri non fanno vincere le battaglie." ribattei.

"Ma di sicuro aiutano." commentò Soraya.

(Lettore: NARNIA CONFIRMED! Ci stava troppo, non potevo non mettere questa frase.)

Annuii, concordando.

"Verremo con te, Niall." acconsentii. "Ovunque sia questo posto."

"A proposito di questo," aggiunse il ragazzo. "il viaggio che affronteremo sarà lungo, pericoloso e molto, molto complicato."

"Quando non lo è stato?" sbuffai.

"Ci sarà un'alta probabilità che qualcuno crepi, ci saranno perite considerevoli a livello di sanità mentale e il vostro spirito sarà messo a dura prova. Ed il tutto sarà incredibilmente doloroso." concluse.

Amalia mi diede un pugno sul braccio, sorridendo con quel brio che caratterizzava la vecchia lei.

"Visto? Sarà divertente!" esclamò.

STELLA

Mi metteva una certa inquietudine essere accompagnata nei sotterranei dalle guardie Psion, soprattutto dopo gli ultimi avvenimenti.
In più faticavo a non guardarmi intorno, dopo tutto il tempo che avevo passato in quel luogo.
Permisi al mio sguardo di vagare sulle pareti di pietra grigia e levigata, sulle lanterne elettriche e sulle porte di metallo spesso delle celle.
Mi irrigidii quando riconobbi quella di mia sorella e tornai a guardare davanti a me.
La guardia alla mia sinistra digitò un codice sulla tastiera accanto a una delle porte e l'aprì, fecendo silenziosamente segno di entrare.
Deglutendo inquieta avanzai verso l'ombra rannicchiata in un angolo della cella, titubante.

"Il re di Psion ha convenuto che sei importante per il mio pianeta e per mia sorella, quindi come segno di alleanza ha concesso a dimenticare il tuo affronto. Puoi venire con me." dissi.

La sagoma sputò sul pavento, lontano da me, sbuffando.

"Avrebbe potuto evitare di farmi picchiare se aveva intenzione di sciogliersi davanti al tuo sorriso." mugugnò, scontenta.

Sollevata sospirai, precipitandomi dalla mia amica e porgendole una mano per aiutarla ad alzarsi.
Tara si aggrappò a me e le passai il fazzoletto che tenevo sempre con me.
Si appoggiò il pezzo di stoffa sotto il naso, dove rivoli di sangue le raggiungevano le labbra.

"Sembrava che volessi aggredirlo." replicai.

"Non è che sembrava, io ci ho provato. Ti stava studiando come se avesse voluto vivisezionarti davanti a tutti." osservò. "Ed ha parlato di te ed Amy come se foste dei topi da laboratorio."

Scossi la testa, sorridendo.

"Torniamo alla nave, la prossima tappa sarà ancora peggio." la avvisai. "E là non potrai permetterti di assalire l'imperatore. Ti uccideranno all'istante."

Lei fece spallucce.

"Se me lo ordina la mia principessa starò buona." acconsentì.

Sentirla chiamare mia sorella per soprannome mi faceva rabbrividire ogni volta. Non riuscivo a credere che fosse così in intimità con lei, dopo che io per anni non ero riuscita a farmi volere bene mai come ora.
Il suo cambiamento dopo l'ultimo arresto era talmente evidente che mi era parso inverosimile.
Ero stata avventata nel proporle di far parte della nostra squadra, soprattutto dopo che mi aveva tradito ed ingannato l'ultima volta che le avevo dato una chance.
Avevo ventidue anni, ormai, lei invece quasi trenta. Era cambiata proprio quando pensavo che non l'avrebbe mai fatto e forse era stato quello a spingermi a credere che nulla fosse perduto.
Non sapevo cosa provasse lei nei miei confronti, ma finalmente io avevo ritrovato Amalia, l'unica parente che mi fosse rimasta, e tanto bastava.
Eppure, pensare di dover condividere il suo affetto con Tara mi infastidiva.
La bionda tirò fuori il comunicatore e schiacciò l'icona di Robin, sempre tenendosi il naso con il fazzoletto.
Cercai di nascondere il mio stupore ringraziando una guardia con un cenno del capo, prima di seguire la mia amica sulla nave.
Avrei tanto voluto che ci fosse almeno Jopre lì con me, a rassicurarmi ed a tenermi impegnata, ma agendo per il mio bene aveva deciso di precederci alla tappa finale, per preparare l'imperatore del pianeta al mio arrivo.

"Sì Robin, ho capito. Okay, va bene. Non essere nevrotico." borbottò Tara al comunicatore.

Non volevo origliare la loro conversazione, quindi feci un bel respiro e feci cenno al pilota di partire, dirigendomi nella cabina che dividevamo io e la bionda.
Ovviamente lei non percepì il mio desiderio di evitarla, quindi mi seguì fino a che non chiusi la porta lasciandomi sul mio giaciglio, mentre lei si sedeva sul suo.
Dopo qualche secondo mi voltai dalla parte opposta, per impedire che vedessi lo sguardo della mia amica.
Io avevo quasi rinunciato a Robin per non farla soffrire, avevo accettato a partire con lei per dimostrarle che non le riservavo rancore e come mi ripagava? Sorridendo in quel modo mentre parlava con il mio ragazzo, non nascondendo nemmeno il piacere che provava nel sentire la sua voce.
Strinsi gli occhi.
Non avrei mai pensato che sarei stata gelosa di Tara.
Mi picchiettò sulla spalla.

"Robin ti vuole." mi avvisò.

Non parve minimamente infastidita dalla cosa e sinceramente sembrava molto più di buon umore di qualche ora prima.
Contenendo la felicità ed il sollievo afferrai il comunicatore che mi porgeva.

"Sì?"

"Come stai splendore?" mi domandò. "Posso confessarti che mi manchi da morire?"

Avvampai, ringraziando gli dei che Tara non mi stesse guardando.

"Ci siamo parlati appena due ore fa." gli feci notare.

"Il tempo scorre più lentamente quando non ci sei." sospirò.

Sorrisi come una stupida.
Forse all'amica Raven dava fastidio quando BB faceva così con lei, ma io mi stavo letteralmente sciogliendo.

"Tara ti ha aggiornato sulla situazione?" chiesi, alludendo ai cinquantamila soldati che si sarebbero aggiunti al nostro esercito.

"Sì, ma non volevo parlarti di questo. Ho una notizia molto importante da darti, che forse farai bene ad assimilare prima di tornare a Tamaran." rispose.

Mi irrigidii, stranita.

"Che cosa riguarda?"

"Qualcuno che dovrebbe essere morto, ma che invece è ancora tra noi." disse.

Rabbrividii.

"Voldemort?" domandai, timorosa, sussurrando perché la bionda non sentisse.

"No, qualcosa di meglio." fece. "Niall mi ha appena fatto il mazzo perché ho permesso a Rose di rubargli il mantello."

Per un attimo temetti di aver sentito male. Controllai di essere veramente in linea con Robin e di non essermi immaginata tutta la conversazione.
Interpretai il suo silenzio come un'attesa della mia risposta, ma realizzai anche che sorrideva, suo malgrado.
Se ce l'avessi avuto davanti gli avrei tirato un pugno in faccia.

"Come è possibile?" chiesi, allibita e frastornata.

"Ci spiegherà tutto nei dettagli non appena sarete tornati tutti, per ora ti basti sapere che sta bene. Ora vado, devo convincere Soraya a mangiare qualcosa." disse.

All'udire il nome di Soraya mi si strinse il cuore. Mi mancava quella ragazzina.
Erano anni che mi mancava.

"Va bene, ci sentiamo quando arriviamo a destinazione." conclusi.

"Sicuro." esclamò. "Ti amo principessa."
Arrossii vistosamente prima di salutarlo.
Aveva detto quelle parole in tamariano. Che carino.
Tuttavia il ricordo di lui non riuscì a distrarmi dai brutti pensieri.
Ero nella stessa stanza di una ragazza innamorata del tipo che stava con me, una guerra incombeva fatale su Tamaran, il ragazzo che mi odiava era tornato in vita e stavo per tornare nel luogo in cui avevo sofferto di più, dove da principessa ero passata a schiava in men che non si dica, subendo le peggiori torture dell'universo.
Affondai la faccia nel cuscino mentre partivamo per raggiungere i Citadel.

BEASTBOY

"BOOYAH!" esclamò Cyborg gettando il controller ed esibendosi in un balletto della vittoria.

"Non è giusto! Sono fuori allenamento mentre i circuiti fanno parte di te." sbuffai sprofondando nel poof.

"Ti battevo sempre anche prima, broccolo." si gongolò, facendo qualche passo di salsa.

"Oh, ma sta' zitto." replicai. "Voglio la rivincita."

Il cyborg tornò a sedersi accanto a me, preparandosi a giocare.
Scelsi come avatar Superman, mentre a lui toccò Wonder Woman. Nessuno se la sentiva di scegliere Batman.
Avviammo il gioco e cominciai a battere furiosamente sui tasti, dirigendo il mio omino verso la rampa più vicina.

"Come va con Raven?" chiese.

Che brutto infido traditore. Fortunatamente ero pronto a ricevere le sue distrazioni.

"La vicinanza a Iella ti ha reso ancora più subdolo." riconobbi, tirandogli una gomitata. "No che non va bene, me la sogno persino di notte. Ho mandato la tua ragazza a fare una commissione per me, intanto che usciva."

"Che cosa le hai chiesto?" domandò.

"Di comprare uno specchio per Raven e tanta vernice viola. Mentre siamo qui vorrà rimettere a posto la sua stanza, e le farebbe bene avere di nuovo un portale per confrontarsi con Sunny." risposi.

Volai sopra a Wonder Woman scagliando occhiate laser.

"Speri che questo la convinca a tornare con te?"

"Almeno io devo pensare solo a una ragazza." replicai. "Non fare finta di non sapere che Iella è uscita per evitare Bee e la ragazzina strana. A proposito, com'è che avete reagito così male quando l'avete vista?"

Wonder Woman avrebbe schiacciato Superman sotto un macigno se Cyborg non si fosse irrigidito.
Eh, se l'era cercata.

"Perché... Insomma, hai visto lo squarcio che aveva? Ho temuto che morisse macchiando il divano e che ci fosse un branco di lupi mannari qua vicino." disse, facendo una smorfia. "Poi lei avrà pensato che dove ci sono lupi ci sono anche cacciatori iper forniti di aconito."

"Non mentirmi Cy, non ne sei capace." lo stuzzicai. "Non appena vi siete visti avete esclamato Tu?!, come se vi conosceste già."

Si innervosì, facendomi guadagnare un certo vantaggio grazie alla sua distrazione.

"Ti assicuro che non è vero... Accidenti!" sbottò, quando lo distrussi.

Mi alzai di scatto esultando e tendendo un orecchio.

"Lo senti questo rumore? È Bumble Bee che esce dall'ascensore pronta a vedere il mio balletto della vittoria!" esclamai.

"TORNA QUI BROCCOLO!"

Scappai fuori dalla porta, inseguito da un imbarazzato, confuso ed arrabbiato Cyborg, sgusciando dietro il leader dei Titans East, che stava stringendo la mano a Rose.
Gli feci una pernacchia da dietro le spalle di Bee.

"Vedo che non siete cambiati molto in questi due mesi." riconobbe la ragazza, sorridendo. "Ci è mancata la vostra presenza."

Il suo sguardo penetrante infierì sul contegno di Cy.
Diedi una pacca ad Aqualad, che ne frattempo si era avvicinato.
Non ero mai andato particolarmente d'accordo con l'Uomo-Pesce, ma dovevo riconoscere che la sua faccia non mi irritava più come prima.

"E a noi la vostra. Rose ha preso momentaneamente il posto di Robin, attenti a non prenderla dalla parte sbagliata. Ha un caratteraccio." dissi, allegro.

La lupa mi lanciò uno sguardo assassino, ma sorrise divertita.

"Il bello di essere un leader è che posso farti dormire sul tetto se ne ho voglia." disse.

Bumble Bee la squadrò benevola, mentre Aqualad si schiarì la voce.

"Scusate, ma... dov'è Raven?" chiese.

Il sorriso che avevo sulla faccia si congelò, assumendo l'aspetto di una dentatura famelica.
Mi ricomposi, felice che non mi avesse notato.
Mi corressi mentalmente, odiavo comunque la sua avvenente brutta faccia.

"Probabilmente starà meditando, la chiamo subito." rispose Cyborg, facendo per togliersi dalla traiettoria degli occhi di Bee.

"Già, forse dovremmo chiederle scusa per le condizioni della sua stanza." osservò quest'ultima.

Telepaticamente chiesi scusa al mio amico ed allargai il sorriso lanciando un'occhiata eloquente ad Aqualad.

"Non preoccuparti Cy, ci vado io. Dopotutto è nella mia camera." dissi.

Un'ombra cupa passò sul volto del Ragazzo Pesce e me ne andai vittorioso, preoccupato però che Raven mi avrebbe lanciato fuori dalla stanza con un incantesimo per aver interrotto le sue riflessioni.
Camminai a balzi fino alla porta e bussai educatamente, per preservare la mia salute.
Nell'udire il silenzio assoluto mi affacciai guardingo e sospettoso.
Sbuffando giusto un po', forse. Ero stanco delle trappole che mi tendevano i silenzi sospetti.
Una figura mi balzò addosso, atterrandomi.
Spalancai gli occhi, incredulo.

"Sunny?" domandai.

"Ehi BB!" sorrise lei.

Mi mollò un bacio su ogni guancia, allegra.
Da dietro avanzò la figura imbarazzata di Raven.

"Dobbiamo parlare." sussurrò.













I CAME IN LIKE A WREAKING BALL!

Lettore appare stupito nell'udire quella voce familiare.

"Elena?" domanda.

La musica è sostituita da il suono di qualcuno che piange, presumibilmente un ragazza.
Lettore esce dalla stanza avviandosi per il corridoio e seguendo il rumore, con la pelle d'oca.
<<È impossibile,>> pensa tra . <<che sia qui.>>
Arriva davanti alla porta chiusa della stanza dei genitori di Elena, i quali sono ancora al lavoro.
Il pianto cresce incessantemente, così chiaro in quell'atmosfera grigia che inquieta parecchio il giovane commentatore.
Apre la porta con un cigolio, preparandosi a distribuire calci ninja ed a darsela a gambe
Elena è rannicchiata contro l'armadio con la testa tra le mani.
Il cuore di Lettore ha un sussulto, dovuto principalmente allo spavento ed al sollievo, ma anche a causa di motivi decisamente poco chiari per il popolo maschile medio.

"Elena? Sei veramente qui?" chiede, sorpreso.

La ragazza alza la testa, le guance rigate di lacrime.
Si alza e si appoggia all'alta dell'armadio.

"Fa male." commenta.

Lettore si accorge di esserle corso in contro e di averla abbracciata solo quando ormai lei ha affondato la testa nella sua spalla.
Il ragazzo ringrazia silenziosamente Dio che Peter non sia nei paraggi.

"Ti sei fatta aggredire da un branco di lupi mannari, posso crederci." dice, con il fiato sospeso.

"La mia forza non viene solo da me." sussurra l'altra. "I lettori mi danno l'energia. E dato che ultimamente stanno abbandonando la storia..."

"Ma che dici?" sbotta Lettore.

Controlla sul cellulare e fa un confronto.

"Ah." fa, un tantino sconcertato.

"Provaci, con tutto te stesso. Scrivi meglio che puoi, fai un po' di fanservice se è necessario, ma devi aiutarmi. Io e tutti i personaggi ci stiamo consumando." mormora, stringendo ancora di più il ragazzo.

*Lettore si sveglia di colpo*

*sconvolto si guarda attorno, notando che Peter è comodamente appollaiato sulla sua amaca di ragnatele a dormire*

*si massaggia gli occhi, stanco*

*si alza e prende il telefono*

Lettore: Fanservice, eh? *rivolto ai lettori* Chiedete qualcosa (ship, sviluppi, interventi, tagli o maggiori descrizioni) ed alla richiesta con più voti sarà concessa la realizzazione.

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