Capitolo 13
STELLA
Tirai un po' la ciocca di capelli pettinandola e poi la feci passare sotto le altre due, finendo la prima treccia.
Tara si toccò la metà sinistra della testa come se ci fosse dell'oro colato, guardandosi allo specchio.
"Non so se tutto questo significa che siamo di nuovo amiche o se hai cercato di strapparmi i capelli con scarso successo." osservò.
"Ma certo che siamo ancora amiche!" esclamai, incredula.
Avevo rinunciato al mio ragazzo per farle un piacere, non vedevo come altro potevo dimostrarle la mia amicizia.
Mi guardò attraverso la superficie riflettente.
"Quindi non ce l'hai più con me?" domandò.
"Non ce l'avevo con te, amica Tara." risposi, esausta.
"Sì, ma non ne eri convinta." replicò, sorridendomi.
Mi arresi e lasciai che si guardasse la treccia ancora per qualche momento ed aspettai che fosse pronta per l'altra.
Una volta che mi ebbe dato il segnale cominciai a farle anche la seconda.
"Vedo che non ti fa piacere parlarne, ma voglio dirti che non sono innamorata di Robin." disse.
Le tirai i capelli senza riuscire a controllarmi ma lei non fece una piega.
"Cioè, trovo che sia molto carino. E sì, forse prima mi piaceva molto più di adesso. Forse non era necessario confessarlo apertamente, ma andiamo, potevo morire. Meglio non aver nessun tipo di conti in sospeso." continuò, imperterrita. "Quindi sappi che non si tratta di nessun tipo di sentimento serio, ovvero ti sto dicendo per l'ultima volta di fare finta di niente."
"Va bene." acconsentii.
"E non lo ripeterò più." precisò.
"Okay, d'accordo!" esclamai, fermando una ciocca ribelle con una forcina. "Cambiamo argomento."
Lei sorrise, trionfante.
Non ne potevo più sinceramente di sentirla insistere con quella storia, ormai ero davvero disposta a dimenticare tutto.
Utilizzai un'altra forcina.
"Un po' mi manca la vecchia Stella." commentò dopo qualche secondo di silenzio.
"Che intendi dire?" domandai.
"Sei sempre fantastica, per inciso, ma volevo solo farti sapere... Che anche prima, quando ti sentivi inadeguata e strana per la scarsa conoscenza della nostra lingua e della nostra cultura, eri l'unica persona che mi facesse sentire a mio agio." sibilò a denti stretti, mentre con un elastico legavo la mia opera d'arte.
All'improvviso mi resi conto di quanto fosse cambiato il mio modo di parlare negli ultimi mesi.
Non mi ero nemmeno accorta della confidenza che avevo preso con le usanze terrestri e con quanta facilità ormai usassi la loro lingua.
Tutto a partire da Robin.
Già, i Tamariani potevano imparare qualsiasi linguaggio attraverso il contatto fisico, ed io ne avevo avuto parecchio nell'ultimo periodo.
Certo, imprecavo ancora in Tamariano e non ricordavo sempre tutte le parole, ma era stato un cambiamento quasi radicale.
Mi sedetti sul letto, spaesata.
"Non mi ero resa conto di essere cambiata tanto." ammisi.
Tara diede un ultimo sguardo soddisfatto al riflesso della sua acconciatura e poi si alzò, mettendosi davanti a me.
"Sei sempre tu questa, sai?" mi chiese. "Hai solo imparato un sacco di cose nuove."
Le sorrisi, grata.
Non era Raven, ovviamente, ma anche Tara era una delle mie amiche più care, nonostante i suoi errori.
D'un tratto mi ricordai di una cosa e mi misi più comoda, facendole spazio.
"Soraya mi ha detto che avete legato molto da quando sei a Tamaran." le dissi.
Lei si mise accanto a me, a gambe incrociate.
"Soraya è una santa. Mi ha fatto un corso accelerato su Tamaran, sulla guerra, sulla politica..." rispose. "È stata fantastica."
"Immagino." sorrisi.
Volevo chiederle come era stata la ragazzina nel periodo in cui le era stata accanto. Avevo sempre avuto paura che si sentisse abbandonata da me, che avevo dovuto sostituire Niall durante quasi tutta la vita della bambina.
Mi aveva confessato che lui la andava a trovare nei sogni quasi sempre, ma questa consapevolezza non aveva aiutato me ed il ragazzo ad andare d'accordo.
A conti fatti nessuno dei due aveva fatto qualcosa di brutto senza l'aiuto dell'altro. Ma ci detestavamo. E non sarebbe cambiata la situazione.
Volevo chiederle di come è stato stare con Amalia, con la nuova Amalia, che era comparsa così improvvisamente nella mia vita e nella sua.
"Non prendertela Stella," mi aveva detto Raven qualche settimana prima. "è più facile per lei ricominciare con una sconosciuta che con la sorella che ha fatto soffrire per tutta la vita."
Sapevo che aveva ragione, ma che volete farci.
Volevo chiederle un sacco di cose, ma non lo feci, interrotta dall'ingresso di un nervoso Jopre.
"Principessa, la regina di Huma'na può ricevervi." ci avvisò.
Mi alzai sospirando e gli rivolsi un sorriso.
"Grazie Jopre, puoi rimanere sulla nave se vuoi." lo rassicurai.
Lui, punto sul vivo, si fece paonazzo.
"Ah no, questa volta gliene dirò quattro a quella altezzosa impertinente calcolatrice sporca lurida..." cominciò, perdendosi in un mare di appellativi che non starò qui a riportare.
Imbronciato e determinato uscì dalla stanza.
Tara si alzò con le sopracciglia inarcate per lo stupore.
Mentre si metteva i guanti che aveva preso dal comodino mi guardò in cerca di una spiegazione.
Raccolsi il pugnale e me lo infilai nello stivale.
"La regina Gunilla è la donna più potente della galassia, nessuno sano di mente sfiderebbe il suo potere o il suo esercito di guerriere." spiegai facendole segno di precedermi fuori dalla porta.
"Gunilla? Guerriere?" domandò, eseguendo ciò che avevo fatto intendere, uscendo dalla stanza.
"Gunilla è la traduzione nella lingua terrestre del suo nome. Ti assicuro che non riusciresti a pronunciarlo." risposi, prendendo il copricapo che mi porgeva una guardia mentre passavamo per il corridoio. "In più è conosciuta per la sua convinzione che il genere femminile sia nettamente superiore a quello maschile. Tutti i suoi consiglieri, i guerrieri, i cittadini liberi... Sono donne. Gli uomini li usano come schiavi."
"Un po' come le Amazzoni." commentò fra sé e sé la ragazza.
Non sapevo a cosa si riferisse, ma diedi per scontato che avesse capito.
Ordinai ad una decina di guardie donne (ovvero le uniche sulla nave) di seguirmi, mentre due uomini avrebbero chiuso la fila.
Adocchiammo Jopre, che picchiettava il piede destro sul pavimento.
"Non ho mai visto Jopre così nervoso, e sì che lui è burbero e polemico praticamente sempre." osservò Tara, aiutandomi ad allacciare il mantello di stoffa leggera.
Amalia mi aveva fatto due scatole così pregandomi di indossarlo, quindi se non volevo che la mia sorellona si sentisse oltraggiata davanti al suo idolo dovevo metterlo.
"Anni fa, quando il nostro pianeta fu assediato dai Citadel, Huma'na venne in nostro soccorso, aiutandoci a respingere gli invasori. E diciamo che, tra una battaglia e l'altra, tra Gunilla e Jopre ci fu un flirt." raccontai, aggiustandomi la fibbia reale sul davanti.
"Se non dessi per scontato che è finita malissimo mi metterei a ridere." commentò.
"Hai spiegato a Tara in quale infida creatura stiamo per imbatterci?" mi chiese Jopre, mentre il portellone si apriva.
Feci finta di non notare che si era pettinato i baffi rossi e risposi affermativamente.
Due guardie vennero ad accoglierci sulla pista di atterraggio e ci condussero all'entrata principale del castello.
"Per tutto il magma dell'universo." commentò Tara a bocca aperta, una volta buttato gli occhi sul palazzo.
Non potevo darle torto, poiché il castello di Gunilla era semplicemente magnifico.
Mentre il cielo ed il terreno erano sulle tonalità del grigio, le pareti dell'edificio erano di vetro arancione opaco.
Era stato costruito in modo che sembrasse un'esplosione di spuntoni infuocati ed ammettere che aveva raggiunto lo scopo non era difficile.
All'interno poi, era tutto talmente sfarzoso che mi sentii una stracciona entrando.
Il mobilio e gli apparecchi d'illuminazione erano sulle tonalità del rosso, mentre gli arazzi ed i dipinti erano in bianco e nero.
Mentre sapevo che gli abiti usuali della popolazione andavano dal giallo all'oro, le guardie erano coperte con mantelli blu, drappeggiati sopra le armature argentate che facevano risaltare la loro pelle verde.
Una volta arrivati nella sala del trono sentii Jopre accanto a me essere scosso da un brivido.
"Venite avanti miei ospiti." ci invitò la regina. "Lasciate che le vostre guardie si riposino."
Era il suo modo di dire che non ci avrebbe uccisi, dato che le sembravamo simpatici.
Ci avvicinammo al trono e poi ci esibemmo tutti in un inchino, prima che le guardie andassero a posizionarsi accanto al muro.
"È un onore conoscervi, signora." dissi, alzandomi.
"Ti assicuro che il piacere è tutto mio. Quando ho saputo che Tamaran, già pieno anni fa di donne emancipate, era governato dalla figlia maggiore del mio vecchio alleato sono stata piacevolmente sorpresa." rispose.
Scese dal trono e vidi con la coda dell'occhio Tara e Jopre che avvampavano.
La regina era coperta da un abito di veli azzurri praticamente trasparenti, per sottolineare la sua concezione del corpo femminile.
Non aveva una corona sul capo, ma una collana di complessi intrecci in oro puro, che scendeva fino all'ombelico.
Ci studiò con le sue iridi castane.
"Avevo molto sentito parlare della tua bellezza, principessa Stella. E posso confermare tali voci sul tuo conto." mi confessò, sorridendomi. "Ma ciò che mi è sembrato ti cottraddistinguesse è la tua famosa gentilezza. I miei informatori mi hanno parlato di te come una donna dal grande cuore."
Sorrisi a mia volta, imbarazzata da quei complimenti e leggermente inquietata dal fatto che lei sapesse quelle cose.
"Sono lusingata dalle voci sul mio conto e dalla vostra opinione di me, signora." replicai. "Ma credo che vi abbiano riferito certe cose con eccessiva esagerazione."
"Mi trovo in disaccordo con te." disse.
Passò a Tara, prendendole il mento con le sottili e forti dita, facendola sussultare.
"Mmm. Anche tu sei molto carina." commentò, lasciandola andare. "E nei tuoi occhi brilla la luce di una guerriera."
"G-Grazie signora." balbettò, abbassando lo sguardo e diventando ancora più rossa.
Fu allora che Gunilla vide finalmente Jopre.
Un largo sorriso divertito si dipinse sul suo viso.
"Guarda guarda, è da un bel po' che non ci vede, Mirmykos!" esclamò, raggiante. "La mezza età ti dona."
"Non abbiamo tempo per i tuoi giochetti, Gunkaixjndknla." replicò duro. "E non chiamarmi Mirmykos."
Gli mollai un calcio per ordinargli di stare zitto.
Gunilla sembrò apprezzare.
"Immagino vogliate il mio aiuto per l'imminente guerra galattica." disse, rivolgendosi di nuovo a me.
"Come fate a saperlo?" chiese Tara, colpita.
"Come ho già detto, ho parecchi informatori." rispose, voltandosi e raggiungendo il suo scranno dorato. "Avrete l'appoggio delle mie truppe, a patto che possa scegliere tra i prigionieri di guerra un centinaio di nuovi schiavi."
"E cosa farai loro? Li tratterai come bestie, esattamente come fai con tutti gli altri?" domandò Jopre, indicando con un gesto tre uomini accanto al trono, che tenevano in mano vassoi pieni di cibo e lunghi ventagli bianchi ed indossavano gonnellini dello stesso colore.
Avrei tanto voluto che il Klapsiek smettesse di essere così astioso nei confronti della nostra alleata, ma comprendevo il senso di ingiustizia che lo attanagliava.
L'aspetto di quegli schiavi era di chi lavorava tanto e non dormiva affatto.
"Sbagli a criticarmi, poiché nonostante io sia molto esigente consento di prendersi dei prolungati periodi di vacanza dopo aver svolto bene il proprio lavoro. Naturalmente faccio anch'io delle preferenze." ribattè, battendo le mani. "A questo proposito, Yma, fallo entrare."
Una guardia aprì una porta laterale ed un ragazzo dai capelli viola, la parte sinistra del volto sfigurata e gli abiti porpora fece il suo ingresso.
Il mio cuore perse un battito e mi mancò il respiro.
Gli occhi di quel ragazzo erano i miei.
"Kory?" domandò lui, dipingendo sul suo volto un'espressione di pura gioia.
"Takother*?" chiesi io, con il cuore in gola.
Ci corremmo in contro e gli buttai le braccia al collo, stringendolo e respirandolo.
"Pensavo fossi morto." singhiozzai.
"Lo sai che sono un duro, sorellona." replicò, e sentii le sue lacrime bagnarmi la guancia.
CYBORG
"Quello che sto dicendo è che ci pesterà, ci strapperà il cuore e poi ci darà fuoco." sbottai, agitato.
"Smettila di fare il melodrammatico." mi rimproverò Iella. "Non è così grave."
"Se tu avessi specificato che per 'H.I.V.E.' intendevi anche Red X, Kid Flash ed i Titans East non rischieremmo la morte!" esclamò Beast Boy.
"Robin ci ucciderà." concordò Raven, appoggiandoci.
Vidi BB e la mia sorellina scambiarsi un'occhiata furtiva, di rancore.
Non potevo crederci che dopo tutto quello che stava succedendo loro trovassero persino il tempo di litigare.
<<Pronto?>> pensai. <<Potremmo morire prima di arrivare a Tamaran, datevi una sbaciucchiata!>>
"Non lo farà, dirò che è stata una mia idea." propose Rose.
"Lo faresti?" domandò BB.
"Non credo abbia voglia di mettersi contro di me." rispose facendo spallucce.
Io e Beast Boy l'abbracciammo da entrambi i lati, per poi staccarci prima che ci uccidesse.
"Booyah! Ci hai appena regalato qualche ora di vita in più, Rose." esultai, sollevato.
Lei sospirò scuotendo la testa.
"Sarà meglio che torni ai comandi, c'è una pioggia di meteore in avvicinamento." disse, dirigendosi verso la cabina pilota.
Intanto, nella stanza in cui ci trovavamo noi regnava una pace euforica.
Gli H.I.V.E. stavano confabulano tra loro, mentre Kid Flash chiacchierava con Mas e Menos, Aqualad con Bee e Red X osservava estasiato una freccia fumogena di Speedy.
Beast Boy si fregò le mani con la faccia di chi stava per combinarne una.
"Bene bene, toglierò finalmente la maschera a Red X." disse, trasformandosi in una scimmia. "Scommetto che è Jason Todd."
"Chi? L'ultima spalla di Batman?" domandò Iella.
Raven alzò gli occhi al cielo mentre BB tornava nella sua forma umana e scrutava il ragazzo mascherato.
"Sì, è fissato con questa storia da quando l'abbiamo incontrato." spiegò.
Notai che aveva il cappuccio, cosa che mi sorprese.
Negli ultimi tempi lo tirava su sempre più raramente, ma quel giorno era ben calcato sulla testa.
"Impossibile, o Rose non l'avrebbe nemmeno lasciato salire." replicò la mia ragazza, scettica.
"E perché mai?" domandai.
"Perché sono stati insieme." rispose, con un sorrisino malizioso. "E sai com'è, quando molli un ragazzo non muori dalla voglia di dovercelo avere di fianco."
"Co-osa?" domandò BB.
Mentre Iella informava gli altri due del nuovo pettegolezzo, io cercavo con lo sguardo la ragazzina.
Vidi Neve che dormiva su di una poltroncina, tanto per cambiare.
Quella ragazzina non faceva altro che dormire: quel giorno, quando era svenuta, era rimasta KO per un'oretta, poi si era svegliata, era andata a fare la spesa ed aveva dormito; dopo aver cucinato e servito la cena aveva dormito; dopo che siamo arrivati alla rampa di lancio si era fiondata dentro la navicella ed eccola lì a dormire.
Capivo, soprattutto con Beast Boy come migliore amico, che dormire era la cosa più bella del mondo, ma non sembrava aver alcun effetto su di lei.
Le occhiaie non sparivano, non si faceva meno pallida, non sembrava meno stanca.
Vidi Iella tirare fuori il comunicatore H.I.V.E. e smanettarci su.
"Selfie time." disse. "Vieni Cyborg, forza."
"Perché dovremmo farci un selfie in un momento come questo?" chiese Raven.
"Perché stiamo andando in contro alla morte, che rimanga qualcosa di noi, almeno. Vieni Cy." rispose, chiamandomi.
"No grazie, io passo." feci.
Iella mi lanciò un'occhiataccia e sbuffò.
"Come vuoi."
Il cik del comunicatore risvegliò Beast Boy dall'ammirazione di Red X.
"Ma è così... JasonToddesco!" esclamò, indicandolo con entrambe le braccia.
Bee venne verso di noi, sbadigliando.
Mi resi conto che, dato che non gliel'avevamo chiesto noi, doveva essere stata Iella a chiamarla per invitarla al nostro party suicida.
Uh-u, questa gliel'avrei rinfacciata a vita.
"Ehi ragazzi, non c'è per caso qualcosa di più comodo in cui dormire di quelle poltroncine?" domandò la ragazza.
Raven fece un passo avanti, precedendo una rispostaccia di Iella.
"Dividerai la cabina con me e Rose." rispose. "È okay?"
"Forte." commentò la ragazza, sorridendole.
Le due se ne andarono dopo averci dato la buonanotte, dirette verso il portello laterale.
"Ci sono cinque cabine, io e Tris ci prendiamo quella di Stella mentre voi maschietti vi dividete le altre." disse Iella, schioccandomi un bacio sulla guancia. "'Notte."
Un lampo rosso e giallo si insinuò in mezzo a me e BB, passandoci le braccia intorno alle spalle.
"Dividiamo la cabina, ragazzi?" domandò Kid Flash.
"Ovvio, bello." rispose Beast Boy.
"Videogiochi tutta la notte?" chiesi io.
"Videogiochi tutta la notte!" esclamarono in coro.
* Takother➡ non mi ricordo come si chiama il fratello di Stella ed Amalia, quindi si rivolgeranno a lui con questo soprannome, che in tamariano letteralmente significherebbe 'l'ultimo amato'.
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