Alan 5 - Diritto di omissione
"Insomma, è andata a finire così. In fin dei conti va bene, ci sono cose peggiori nella vita. Potrebbe cadere un meteorite, potrebbe venirmi l'orticaria o la quinta malattia. Potrebbero piovere rane e serpenti, e poi ancora, potrei perdere il treno di rientro mentre un vaso di terracotta, caduto da chissà dove, si schianta sulla mia testa. Sono tantissime. Ci sono tantissime cose peggiori di aver aiutato Cora a rubare qualcosa. Sì, è sicuramente così."
Cercai di strizzare ancora una volta l'estremità dei pantaloni ma era inutile. Anche senza il mio aiuto, il sole li stava asciugando egregiamente. Potevo lamentarmi di tutto, ma non del tempo.
Cora, seduta accanto a me, affondò le mani nei capelli. Intenta a districare la massa di ciocche intrecciate dall'acqua e dalla sabbia, sembrò non accorgersi del mio sguardo su di lei.
La sua distrazione era la mia salvezza. Al momento, ero troppo scombussolato per reagire in maniera razionale. Come potevo dire o fare qualcosa, se ero così singolarmente tranquillo e rilassato? Forse rassegnato, era il termine giusto.
"Come onde, sempre diverse, ognuno di noi viaggia a frequenze diverse." Su quale frequenza viaggiava Cora? Una frequenza marziana forse? Tra le nostre, vi era indubbiamente interferenza.
A volte, quando osserviamo i comportamenti altrui, ci dimentichiamo di una cosa fondamentale. Per quanto simili e vicine due persone possano essere, se provengono da famiglie diverse saranno sempre e per sempre aliene tra di loro. I due nuclei, esattamente come due pianeti diversi, avranno leggi, regole di comportamento e stili di vita tanto differenti da far rabbrividire l'uno e l'altro. È banale. Ma è talmente banale che ce ne dimentichiamo. Cora, era davvero diversa da me.
In quel momento, avrei voluto che la mia perfetta e garbata madre mi avesse visto scendere da un treno, correre come un fuggiasco e buttarmi in mare.
"Ci sono cose peggiori dell'aver aiutato Cora a rubare una borsa. Per esempio, diventare come i miei genitori."
La madre di Cora invece, cosa avrebbe detto? Come aveva vissuto lei in questi ultimi anni? I suoi genitori erano stati severi? Troppo accondiscendenti? Completi menefreghisti?
Una parte di me era pronta a scappare. Lasciare i soldi a Cora, salire sul primo treno e non pensare più. L'altra metà avrebbe piantato un picchetto nella sabbia e sarebbe rimasta lì, a contare le conchiglie e i loro frammenti lungo tutto il litorale. Buttati sulla sabbia, impanati come cotolette e sferzati dal vento.
In un certo senso era il momento perfetto.
Ok, forse non era perfetto.. anzi, non lo era per niente. Però era piacevole stare sdraiati così, come stelle marine sul pan grattato.
-Alan?-
-Che c'è?-
-Mi serviranno delle nuove stampelle-
Beh, per l'appunto, era quasi piacevole.
***
Dopo una doccia e un'ora di tv spazzatura, mi sentivo un uomo nuovo. Portare in spalla Cora era stato molto più faticoso di quanto avessi immaginato. Qualunque cosa ingerisse per sopravvivere, doveva avere la stessa densità del piombo.
Mi sentivo così stanco che avrei potuto buttarmi per terra e fare da straccio per il pavimento. Per lo meno ero pulito e asciutto. Considerati gli standard giornalieri, non era niente male. Avevo fatto proprio bene a dimenticare il cellulare in camera.. Luca mi aveva tormentato tutto il giorno mandandomi tonnellate di messaggi via internet. Per lo più chiedeva a proposito di Cora. La citava in ogni frase possibile, ponendomi le domande più disparate. Sembrava stesse facendo apposta per farmi innervosire ancora di più.
Allontanai da me il telefono, come fosse una sostanza altamente radioattiva, fino a nasconderlo sotto il cuscino. Avevo chiuso Milano e i suoi abitanti in una bolla di sapone e per ora non ero intenzionato a farla scoppiare.
Con i capelli ancora umidi, rotolai tra le coperte. In quel frangente, le lenzuola pulite e profumante sembravano un'invenzione prodigiosa. Ero proprio messo male.
Quando dopo ore, bussarono alla porta, il mio corpo scattò come una molla. Al di là del legno chiaro, fiutavo già odore di problemi.
Intuito? Nient'affatto. Banale istinto di autoconservazione. I normali esseri umani lo sviluppano con il tempo, dopo ripetute esperienze, come protezione dai guai e dalle persone malvage.
Con Cora invece, bastavano ventiquattrore.
Girai la maniglia con addosso un'espressione marmorea e con un semplice:
-Si?-, che racchiudeva tutto il sarcasmo del globo terracqueo.
Cora alzò la testa per guardare oltre la mia spalla. Chissà cosa pensava di trovarci in una stanza identica alla sua.
-Ti ho disturbato? Stavi dormendo? Sono venuta a riscuotere-, disse inclinando la testa di lato. Alcuni ciuffi bruni le ricaddero sul volto fino al bordo delle labbra rosse. Per qualche istante mi incantai come un idiota.
-Ris-riscuotere...? Ehi, e quello, quando l'hai preso?-
Cora indossava un vestito azzurro che non avevo comprato. Aveva un taglio classico e pulito, perfetto per le sue forme longilinee.
Lei abbassò lo sguardo e aprì la gonna ampia tra le mani, come due ali di farfalla.
-Ah, questo... Prima di cena sono andata in un negozio qua accanto e l'ho comprato con i soldi che mi avevi lasciato.-
-Ah si? Hai fatto bene...-
Era struccata, aveva ancora le punte dei capelli umidi che si arricciavano leggermente verso l'alto, gli occhi arrossati dall'acqua e dal vento, e la faccia stanca di chi non dorme bene da giorni, ma era comunque incantevole. In quel momento, l'avrei almeno presa per mano, anche solo per scoprire se era reale. Cora non era semplicemente bella. Lo erano le sue espressioni e i suoi gesti. Lo era nel modo in cui sorrideva e insieme socchiudeva gli occhi. Quando inclinava leggermente la testa e alzava la punta del piede per tamburellare l'asfalto. L'avevo ignorata per tutto il giorno o almeno, ci avevo provato. Avevo distolto lo sguardo più e più volte. Lo avevo fatto per non pensare troppo. In quel momento però ero così stanco che non riuscivo più ad evitarla. Come poteva disarmarmi così facilmente?
Era maledettamente pericolosa e le veniva naturale.
Cora, ignara delle mie elucubrazioni, alzò un pollice e lo direzionò alle sue spalle.
-Allora... usciamo?-
Quelle due parole esplosero come bombe nelle orecchie. Uscir... Uscire??
Ero stanco ma ero anche annoiato, e forse, in realtà non volevo mandarla via... ma non ero mica diventato matto. La risposta mi uscì così velocemente e senza filtri che sembrò l'imprecazione di un ubriaco.
-Col cavolo!-
-Col cavolo?? Ehi, guarda che devi ancora ripagarmi per aver riso!-
-Se pensi che stasera io metta piede fuori da questo hotel, anzi! Da questa stanza, sei completamente pazza. Oggi mi hai ucciso così tante volte con le tue cavolate che salvare la nazione dalla guerra sarebbe stato più facile!-
-Salvare la nazione... Certo che dici proprio delle cose uniche tu...-
-Senti chi parla!-
Cora si appoggiò il palmo della mano dietro il collo, vagamente costernata.
-Touché...-
-Bene, se hai finito...- cercai di chiudere la porta ma Cora la bloccò con l'unico piede buono che le era rimasto.
-Ma tu guarda... e se avessi tirato la maniglia con forza? Vuoi tornare a Milano strisciando sui gomiti?-
-Oh, Alan! Ti prego, andiamo... Devo solo fare una cosa qui vicino. Cinque minuti! Cinque minuti e torniamo in Hotel. Solo cinque... eh? Lo prometto!-.
Nel silenzio reciproco, incorniciati dal taglio della porta, ci guardammo negli occhi abbastanza a lungo da poter percepire i rumori lontani. Era strano stare lì in piedi a fissarci. Senza fare nulla. Senza dire nulla. Era come una sensazione nostalgica.
Con un sospiro, cedetti ancora una volta.
-Cinque. Cinque minuti e non di più. Se diventano sei ti lego a un albero e prendo il primo treno per andare lontanissimo da qui. Lontanissimo. Hai capito?-.
-Evviva! Andiamo, andiamo, così facciamo presto!- disse trascinandomi fuori dalla mia stanza.
-Tzs! Certo che sei proprio qualcosa di incredibile.. non mi ringrazi neppure. Sai cosa dovresti fare? L'avvocato dei criminali. Saresti perfetta. Non hai proprio vergogna o peli sulla lingua...-
Cora, che mi stava ancora trascinando per il braccio, si bloccò davanti all'ascensore.
Ancora non potevo saperlo, ma in futuro quell'espressione incredula sul suo volto mi tornò più e più volte nella mente.
-Alan è pazzesco... Devi essere una specie di veggente...-
-Veggente?-
-Io, dalla prossima settimana inizierò davvero giurisprudenza.-
Quelle semplici parole furono come un improvviso temporale estivo. Come un grosso libro che cade nel cuore della notte.
Un fulmine in pieno giorno.
-Cosa??-
-Voglio sul serio diventare un avvocato... Ma tu, come lo sapevi? Hai solo tirato a indovinare?-
-Farai giurisprudenza... a Milano?-
-Sì, alla Bocconi... Oh, le porte sono aperte, entriamo?-
Cora salì sull'ascensore. Incapace di intendere e volere la seguii come un robot. -Perché quella faccia? Pensi anche tu che mollerò a metà? Guarda che sono diventata abbastanza brava nello studio! Non dormo più sui banchi di scuola. E tu invece, che farai? Ti sei già iscritto da qualche parte?-
-Alan?-
-Mi senti?-
Credevo che quella assurda vacanza sarebbe stata la fine. Ne ero così convinto, che nella mia testa, mi ero anche già preparato le parole da dirle il giorno seguente.
"Stai attenta. Mandami i soldi con calma, non c'è fretta. Non andare più in giro da sola. Stammi bene."
Ancora non potevo saperlo, ma il treno di coincidenze su cui eravamo saliti non era al capolinea. Quello strano incontro avvenuto all'ospedale dopo tanti anni, era solo l'inizio.
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"BAM BAM BAM BAM BABABAM BAM BABABAM!!!!" sarebbe la musica di Star Wars, è il mio personalissimo modo di annunciarvi che questo riquadro è lo "spazio autrice".
Dunque, dunque, la parte di Alan a Rimini si conclude qui (ora tocca a Cora), cosa pensate che gli succederà una volta toranto a Milano? Presto, finalmente, conoscerete anche l'identità del terzo protagonista (Sebastiano <3).
A tutti quelli che commenteranno vorrei chiedere un parere riguardo a due cose principalmente:
Se la storia vi diverte e se la trama vi incuriosisce. Sono le due cose a cui sto puntando! :D
NB: Preferisco 100 000 volte un commento sincero ma critico rispetto a una falsa verità! (non sono permalosa lo giuro *-*)
Grazie per aver letto fino a qui, SARANGHEEOOOO
SWAAAAAAG!!!!
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