Il Ritardo


«Salve! Scusate il ritardo»

Varcando la soglia della porta del centro di polizia, Eiden, ragazzo moro, dai tratti semplici, un corpo magro e occhi svegli, si ritrovava a svolgere un incarico minore, come assistente in tirocinio di un agente di polizia investigativa.

Quello era il suo primo giorno, e camminando in modo frettoloso e poco attento, si trovò davanti all'ufficiale, già seccato dalla sua presenza.

«Piacere, Eiden, sono il ragazzo del tirocinio»

«Si, lo avevo capito»

L'uomo aveva una corporatura piuttosto robusta, uno sguardo malinconico, ma severo, aveva le mani non curate, sporche, di sembianze poco umane, ma aveva il suo fascino.

«Senti, qui abbiamo poco tempo, se dobbiamo aspettare te, il lavoro non termina mai» disse il grosso uomo.

La sua voce era piena, dal tono basso e calmo, ma le sue parole esprimevano asprezza.

Il suo concetto di lavoro era chiaro: mansione che ti procura una ricompensa monetaria, niente di più, niente passione, gioia, curiosità, solo un compito da svolgere.

Entrò gioiosamente nella stanza un altro uomo, dalla corporatura più esile, dal viso simpatico e poco attento, i suoi occhi erano vispi, i ciuffi di capelli gli cadevano delicatamente sulla faccia, in maniera disordinata. Aveva una camminata stramba, che lo rendeva un personaggio interessante agli occhi di chi lo guardava.

E disse:
«Gasper, ti cercano nell'altra sala»

Poi rivolse uno sguardo al giovane ragazzo sorridendogli.

«Tu devi essere Eiden, piacere! Io sono Tan»

Prima che il giovane potesse ricambiare i saluti, il piccolo uomo continuò:

«Sei il tirocinante, mi hanno parlato di te, sai le voci scorrono veloci come un fiume in piena»

sorrise, ma non vide Eiden ridere, allora iniziò di nuovo:

«Si, lo so, Gasper ti avrà accolto in maniera gioiosa, ma stai sereno, lavorerai con me»

sorrise di nuovo.

Qui il ragazzo rispose, il suo sorriso esprimeva, più che gioia, sollievo, di non dover lavorare con il grosso uomo, che nel frattempo osservava la conversazione e, sentite quelle parole, fulminò con gli occhi Tan.

Allora, capendo di non essere di buona compagnia, Gasper si alzò e uscì dalla sala, lasciando Eiden e Tan soli.

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