Paul Aron

13,31

"Melania!" mi fermo girandomi verso una delle voci più familiari della mia vita. "Paul" corro verso di lui per poi abbracciarlo e respirare il suo buonissimo profumo. Ha solo due anni più di me ma è terribilmente perfetto, è gentile, intelligente, simpatico, ha un fisico fantastico, la mia stessa passione, dei capelli stupendi..pensavo queste cose anche prima, ma lo vedo in modo diverso da quando l'ho sentito parlare di me a suo fratello lo scorso anno. "sei stato favoloso, dopo l'orribile qualifica di ieri" dico staccandomi e sorridendo. "farò finta di non aver sentito il commento sulla mia qualifica" dice ridendo. Sorrido mentre ci guardiamo negli occhi, poi abbasso la testa per l'imbarazzo mentre lui ridacchia imbarazzato. "scusa Paul, sarei voluta venire da te subito ma sto veramente scappando, tra pochi giorni ho un esame per passare in secondo superiore e se non lo supero oltre a dover ripetere il primo dovrò smettere di lavorare qui" dico facendo per andare via, ma Paul mi ferma "Melania aspetta" lo guardo in attesa di altre parole. "ti va di uscire a mangiare qualcosa questo weekend?" mi blocco un attimo ma poi annuisco. "sabato alle 4?" chiede e annuisco sorridendo di nuovo prima di scappare via.

Ho appena finito il mio esame online, visto che studio da privatista e sto aspettando che mi inviino i risultati via email mentre ascolto della musica. Sul desktop del mio pc appare una notifica di una nuova email. Respiro e mi sbrigo ad aprirla per svelare che ho superato l'esame con il massimo dei voti come sempre. "si cazzo si!" dico mentre nelle mie orecchie risuona 'Drive By' di Train. "Melania?" tolgo le cuffiette e mi alzo lentamente dalla mia sedia spegnendo il pc e guardando mio padre. "cosa c'è?" chiedo mentre lui sbuffa. Io e mio padre avevamo uno dei rapporti migliori tra padre e figlia che avessi mai visto. Non so dire con esattezza quello che accadde dopo. Forse era stato per via di quel ragazzo, ma a mio padre non era mai importato molto dei ragazzi che ho avuto, si assicurava che fossero brave persone e che non rimanessi incinta molto giovane, ma del resto non si preoccupava. Molto più probabilmente il nostro rapporto è andato diminuendo quando, circa un anno fa, ho rifiutato il posto di lavoro nella sua scuderia, la Mercedes. Si, mio padre è Toto Wolff.

*flashback*

"che vuol dire 'no grazie'?" chiese furioso. "pensavo che conoscessi il tedesco, vuol dire che rifiuto" dissi tornando a sedere. "chi è che rifiuta un lavoro in Mercedes?" risi scuotendo la testa. "non crederti in capo al mondo solo perché ultimamente la tua scuderia sta dominando il mondo dell'autosport, ho ottenuto un lavoro nella Prema in formula 4 e sono più che bene li, sono tutti simpaticissimi e c'è molta meno pressione che in formula uno, sono troppo giovane per un lavoro così serio, poi mentre sto ancora studiando credo che sia meglio così" dissi sedendomi e incrociando le braccia al petto mentre mio padre mi fissava in un misto tra confuso e arrabbiato. "te ne pentirai" disse prima di andarsene. Mi alzai di botto furiosa. "ti sei proprio montato la testa! Spero che Mattia Binotto si svegli e vi dia quello che meritate" gli urlai dietro. "vienimi a trovare al cimitero quel giorno" rispose lui dall'altra parte della casa. Non ci vedevo più dalla rabbia, o forse era per le lacrime che appannavano la mia vista. Presi la mia borsa, il mio telefono ed uscii sotto la pioggia senza neanche un giacchetto, correndo via, senza sapere neanche dove.

*fine flashback*

"allora?" chiedo a mio padre. "sei passata?" mi chiede in modo quasi timido, non gli si addice proprio. "mmh mmh" dico annuendo. "congratulazioni" mi dice sorridendo, rimango impassibile guardandolo. "ho studiato" dico sedendomi di nuovo. "ti serviva qualcos'altro?" chiedo e lui fa un passo avanti come se si vergognasse. "volevo presentarti il nuovo pilota della Mercedes Junior" dice abbassando la voce mentre io sbuffo alzando gli occhi al cielo. "va bene.." chiedo confusa. Mio padre fa cenno a qualcuno di avvicinarsi ed entrare nella mia visuale. Il ragazzo entra sorridendo impaurito facendomi scattare in piedi. "Paul?" dico spostando lo sguardo da lui a mio padre in continuazione. "proprio tu?"

*flashback*

stavo correndo da forse 10 minuti quando mi fermai davanti ad un palazzo con un murales che rappresentava una coppia che si abbracciava sotto la pioggia, una mano mi bloccò facendomi girare verso il ragazzo. "Melania, che ci fai sotto la pioggia da sola?" mi chiese Paul guardando il mascara colato sulle mie guance. Scossi la testa mentre cercavo di dire qualcosa, fallendo, così mi buttai tra le sue braccia senza dire nulla. Lui mi strinse a se facendomi sentire bene. "non voglio farti ammalare però" disse staccandosi da me e togliendosi il cappotto. "tieni" disse tendendomelo "Paul morirai di freddo" dissi rifiutando il cappotto. "meglio io che te, muoviti, vieni da me" mi infilai il cappotto leggermente contrariata e mi accompagnò fino all'appartamento che condivideva con il fratello durante i mesi fuori dall'Estonia. Mi diede un asciugamano e dei suoi vestiti mentre io gli raccontavo tutto quello che era successo. "mi dispiace Melania" disse sdraiandosi accanto a me. "tranquillo" guardai fuori dalla finestra ed il tempo era solo che peggiorato. "Paul pensi che possa rimanere qui questa notte?" gli chiesi facendolo sorridere. "pensavo fosse scontato, non ti faccio uscire con questo tempo" sorrisi. "tuo padre ti ucciderà?" mi chiese facendomi annuire sorridendo. "se gli importasse sarebbe gia qui" lui annuì. "tuo fratello ti prenderà per il culo per anni?" chiesi io ridendo. "oh questo è certo, ma per te ne vale la pena" risi cercando di fermare le farfalle nello stomaco mentre lui circondava i miei fianchi con le braccia. Passai tutto il giorno seguente all'appartamento di Paul con lui e suo fratello, poi mia madre mi chiamò supplicandomi di tornare e così feci. Salutai i fratelli Aron e uscii dall'appartamento. Cogliona come sono dimenticai il telefono, tornai indietro pronta a bussare ma la voce dei due ragazzi mi fece fermare. "cazzo Paul te la sei scelta bene, è veramente la ragazza perfetta" disse Ralf. "smettila di fare il coglione Ralf, non 'scelgo' le ragazze, e poi credo di non piacergli come mi piace lei" il respiro mi si spezzò e senza pensarci bussai, Paul mi aprì imbarazzato mentre Ralf rideva e io facevo finta di non aver sentito, riprendendomi il telefono e andando via.

*fine flashback*

"Melania, mi dispiace, ma come potevo rifiutare?" "sbaglio o parli sia tedesco che inglese?" chiedo sarcastica incrociando le braccia al petto "Melania, la Mercedes è la scuderia migliore, potrei costruirmi un futuro fantastico entrando nel programma" scuoto la testa. "non metterla come se ti stessi rovinando il futuro, la Prema ti ha accolto quando nessuno voleva fidarsi di te, potresti entrare nella Ferrari Driver Academy" "la tirannia Mercedes finirà presto ve lo assicuro, datemi il tempo di laurearmi e rimpiangerete entrambi" dico puntando un dito ad entrambi. "Melania-" lo interrompo subito. "perché rinunciare a tutto? perché rinunciare ad entrare nella FDA? Perché rinunciare...a passare tanto tempo con me?" chiedo ormai in preda alle lacrime. Lui si blocca guardandomi. "beh potresti lavorare con lui" dice mio padre facendomi girare furiosa verso di lui. "giuro sulla mia vita che non accetterò mai nessun fottutissimo lavoro nella Mercedes" dico prendendo le mie cose. "Melania aspetta" non faccio caso alle voci di nessuno, apro la porta ed esco sbattendola alle mie spalle, correndo per la seconda volta senza destinazione, con la piccola differenza che sta volta non piove. Mi siedo sulla panchina davanti al palazzo con il murales dell'altra volta rimanendo a fissarlo.

"dobbiamo smetterla di incontrarci in questo modo" Paul si siede accanto a me facendomi alzare di scatto sbuffando per andare via. Mi ferma per un braccio alzandosi e costringendomi a fermarmi. "Paul, lasciami andare per favore" dico con le lacrime agli occhi. Lui scuote la testa facendomi sbuffare di nuovo. "hai accettato il posto, vuoi un futuro da pilota di successo e la Mercedes è più forte, mio padre probabilmente ti vuole nella squadra, perché chi non lo vorrebbe? sei un pilota fantastico, ne ha approfittato anche per farmi lavorare con lui,cos'altro vuoi? che lo traduca in estone? mi dispiace ma non l'ho ancora imparato" dico mentre lui lascia il mio braccio e abbassa la testa. "scusa Paul, ho già detto tutto quello che pensavo" dico allontanandomi mentre lui alza la testa. "io no" mi giro verso di lui confusa. "non ho mai detto quello che pensavo perché sono un coglione" dice sospirando mentre mi avvicino a lui. "so che l'anno scorso hai sentito cosa ho detto a Ralf nell'appartamento, li lo pensavo davvero, sei la cosa migliore che mi sia capitata nella vita." arrossisco guardandolo sconcertata. "poi lo sai che sono Ferrarista da sempre, che senso avrebbe entrare nella Mercedes se non per il fatto che il capo della scuderia è il padre della ragazza che mi piace? So che non ti piaccio e che se uno di noi dovesse cambiare scuderia non ci sarebbe motivo di incontrarci ancora, e quando hai detto che rischiavi di andare via ho preferito essere sicuro di rimanerti accanto" non ho la forza ne il coraggio di dire nulla e rimango a guardarlo mentre i suoi occhi si fanno sempre più lucidi. "scusa Melania, ho rovinato tutto, ora le cose tra noi sono peggio di prima ma.." lo interrompo appoggiando le mani sulle sue guance e le mie labbra sulle sue in un breve bacio a stampo. Appena mi stacco lui mi guarda confuso e gli sorrido. In uno scatto veloce lui riunisce le nostre labbra in un bacio più lento ed appassionato. "sono ancora in tempo per tornare alla Prema" dice quando ci stacchiamo. Scuoto la testa. "so che per te è veramente il meglio ora, ed è l'unica cosa che voglio per te" dico facendolo sorridere.

"vale ancora l'invito per sabato?" mi chiede poco dopo. "ora sono la figlia del boss, cambia qualcosa?" chiedo ridendo. "non per me" risponde lui sorridendo. Lo bacio di nuovo. "a sabato" dico prima di correre via.

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