Arthur Leclerc
Torno dalla farmacia in macchina e non ho mai guidato così veloce, Arthur ne sarebbe fiero. Parcheggio l'auto nel vialetto e scendo di corsa suonando al campanello ripetute volte. La porta scatta dopo pochi secondi e entro correndo, quasi cadendo per le scale. « hey, hey » Arthur mi vede entrare e mi invita a calmarmi. « positivo » dico allontanandomi da lui e cercando di respirare. « Martina, calmati » « non ti avvicinare »
« martina, se sei positiva tu lo sono anche io senza alcun dubbio » non so se questa informazione mi tranquillizza o mi rende più nervosa ma mi lascio abbracciare e appoggio la testa sull'incavo della sua spalla scoppiando a piangere. « hey hey » prende il mio viso tra le sue mani e mi guarda fisso negli occhi. « andrà tutto bene, tranquilla » mi lascia un bacio sulla guancia e mi fa mettere seduta sul divano. Il covid fa parte delle nostre vite ormai da quasi un anno, non lo avevo mai preso, come neanche arthur, ma mia nonna ha perso la vita nei primi due mesi di allarme. È stato un brutto colpo, non poterla vedere, non poter fare un vero funerale, ho una paura immane di questo maledettissimo virus. Sembra una cosa stupida superficialmente, non ho neanche un sintomo, ma sono dovuta andare a fare il tampone prima di partire con Arthur per Maranello, ma è andata così. « vado in farmacia, faccio il tampone e torno, mi sbrigo »
sorrido cercando di non farmi prendere di nuovo dal panico me tre Arthur mi tende un bicchiere d'acqua fresca. Mentre Arthur è via riesco ad alzarmi dal divano e ad arrivare in camera per cambiarmi i vestiti e mettere qualcosa di più comodo. Opto per dei pantaloni della tuta felpati e una canottiera nera, da abbinare con una vestaglietta che mi da almeno una decina di anni di più. Sciolgo i capelli, infilo le ciabatte e guardo l'ora. È quasi l'una. Vado in cucina e metto su l'acqua per due piatti di pasta. Mentre aspetto che inizi a bollire chiamo mia madre, a bologna, e la avverto. Mentre la saluto, l'acqua inizia a bollire e qualcuno suona al campanello, qualcuno, ovvero arthur. Corro ad aprire e torno velocemente alla cucina, metto la pasta nell'acqua e imposto il timer prima che Arthur salga le scale. « allora? » chiedo appena chiude la porta. « vedo che hai ripreso vita » annuisco. Se Arthur dovesse essere risultato negativo potrei morire, non posso sopportare una quarantena da sola. Arthur sorride e si avvicina. Dopo aver lasciato un leggero bacio sulla mia guancia su avvicina al cassetto con le posate ed inizia ad apparecchiare « pare che dovrai sopportare solo me per ben due settimane » tiro un respiro di sollievo e gli passo i bicchieri da mettere a tavola. « come fai ad essere così tranquillo? » chiedo qualche minuto dopo mentre butto giù la pasta e la metto nei rispettivi piatti. « sono con te e con te supererò la quarantena, ma siamo entrambi asintomatici babe, prendila come un'opportunità per tagliarti fuori dalla vita di tutti i giorni » prende i due piatti e li mette a tavola, riempie i bicchieri con del vino bianco preso dal frigo e mi sposta la sedia per farmi sedere. Scoppio in una risata sonora, è buffissimo quando si comporta così. Pranziamo discutendo dei piani della giornata, e della settimana, e di quella dopo, in effetti non avremo molto da fare. « Dovremmo fare la spesa, glovo porta anche quella giusto? » chiedo mentre poso i piatti nella lavastoviglie. Arthur annuisce mentre mi passa l'ultima forchetta. « che devo comprare? » chiede prendendo in mano il telefono. Ci sediamo sul divano e decidiamo la spesa, poi inviamo e aspettiamo che il fattorino di Glovo ce la porti. Appena suonano al campanello Arthur scende e ringrazia tornando su velocemente. « faccio una live su twich okay cherie? » annuisco. « vado in camera a studiare un'oretta almeno » Arthur annuisce e si ririge verso la stanzetta delle live. « penso che tra un'ora e mezza potrai darmi un minimo di attenzioni? » Arthur sorride prima di chiudersi la porta alle spalle.
Due ore dopo sono sul letto matrimoniale, sdraiata, con la testa appoggiata sul petto di Arthur con il televisore acceso su Netflix, stiamo guardando Drive To Survive, la nuova stagione è uscita appena in tempo per non farmi annoiare in tutta la quarantena. Purtroppo però riesco ad addormentarmi anche guardando la formula uno, che mi ha sempre appassionata da quando sono piccola. « Martina » Sento la voce di Arthur chiamarmi e le sue mani scuotermi per svegliarmi. « si? » apro gli occhi lentamente e la luce della nostra camera non mi ha mai infastidita tanto. « puoi spegnere la luce? » chiedo cercando di mettermi a sedere con gli occhi ancora socchiusi. « è gia spenta cherie, vieni è ora di cena, ho ordinato la pizza e sta arrivando » cerco di alzarmi dal letto con le mani sugli occhi. « fa caldissimo » mi gira la testa. « tutto bene? » chiede Arthur guardandomi confuso mentre mi alzo. « non lo so » suonano al campanello e Arthur corre a prendere le pizze mentre io mi dirigo relativamente veloce verso il bagno, mi sciacquo la faccia e tolgo la felpa che avevo messo prima di dormire e mi lego i capelli. « arthur, dove abbiamo il termometro? » chiedo avendo sentito la porta richiudersi. Arthur non risponde ma meno di un minuto più tardi è di fronte a me con il termometro in mano. Mi risiedo a letto e metto il termometro sotto l'ascella. Arthur mi guarda e appena sento il ticchettio, prendo di nuovo il termometro in mano e lo guardo. Scoppio a piangere. « 39.2 »
« cherie tranquilla, è normale, hai avuto febbre più alta, ti sei appena svegliata e portavi una felpa pesante, rilassati, porto qui le pizze e continuiamo a guardare DTS qui » inizio a respirare velocemente e Arthur non si allontana. Mi bacia, sulle labbra questa volta. « cherie, andrà tutto bene, stai tranquilla »annuisco e il respiro torna normale. Arthur riappare subito con due bottigliette di coca cola e due pizze, mi porge la mia e iniziamo a mangiare mentre il televisore ci mostra la prima vittoria di gasly.
Non avrei mai voluto imbattermi in questa situazione, ma non avrei neanche potuto chiedere un fidanzato meglio di Arthur, che mi facesse sentire così bene, sempre.
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