Was it right or wrong? | George Russell
Dedicata a nettvno
Spero ti piaccia💞
📍Nürburgring, Germania
-E finalmente anche l'ultima intervista è fatta. Sono sfinito.-
Vedo Lando buttarsi letteralmente a peso morto sul divanetto nella sua stanza della hospitality, lasciando me, la sua nuova PR, a sorreggergli cose come il cellulare, la borraccia con l'acqua...
Lo guardo alzando le sopracciglia e facendogli intendere di alzarsi e recuperare tutte le sue cose dalle mie mani.
Amo il mio lavoro, non vorrei essere fraintesa, e sono anche molto fortunata ad essere così giovane e ad avere un ruolo importante nel team, ma la cosa che più odio è fare l'assistente porta cose di Lando.
So che PR di un pilota significa automaticamente essere la sua "ombrellina", ma a tutto c'è un limite e a Lando ho messo bene in chiaro questa cosa sin dal primo giorno che ci siamo conosciuti.
-Sì, scusa...davvero non capisco come faccia a piacerti questo lavoro. A malapena reggo io le interviste.-
Lo guardo con fare ovvio e accomodandomi su una sedia davanti a lui.
-Lando...non puoi paragonare il mio lavoro al tuo.-
Ovvio, no? Io sono solo una ragazzina che si è talmente tanto affezionata al proprio pilota che spera di vederlo tornare tutto intero.
-Avrei bisogno di un massaggio al collo...che ne dici? Ti presti anche a questo?-
Lando mi fissa con occhi imploranti e si massaggia il collo. Tutto, ma non fisioterapista.
Per un istante c'è addirittura silenzio nella stanza. Assurdo pensando che passo le mie giornate a parlare con Lando e lui non sta mai zitto un secondo.
-Non mi hai più raccontato della tua uscita con George...-
Sorpresa dalle sue parole, sgranò gli occhi nella sua direzione e lo trovo a fissarmi con le sopracciglia in movimento.
-Non siamo usciti. Ci siamo trovati in discoteca e ci siamo riconosciuti.-
-E avete limonato.-
Divento rossissima sulle guance immediatamente. Questo genere di conversazione mi imbarazza parecchio e solitamente evito di parlarne con chiunque.
Ma come diavolo ha fatto a cogliere al volo il succo del discorso?
-È inutile che mi guardi così. Si vede lontano 60 giri al Nürburgring che ti piace, da quella volta che si è fermato con me a fare due chiacchiere. Immagino tu non abbia resistito.-
Fa un sorrisetto e mima dei baci con le labbra. Che idiota. Chissà come la prenderà quando gli dirò che è stato lui a sedurmi principalmente.
-Ok Lando, vado a chiamare il tuo massaggiatore...-
Evito in tutti i modi di parlare ancora di quella serata alzandomi dalla sedia e andando verso la porta.
-Non è finita qui Alice!-
Gli faccio un gesto con la mano per dirgli di scordarsi che io parlerò ancora di questo argomento e mi chiudo la porta alle spalle.
Pensandoci bene, quella serata in discoteca è stata davvero strana. Mai mi sarei aspettata che nel mezzo di tutta quella gente, George, quel bellissimo ragazzo inglese, riconoscesse proprio me.
Ancora meno avrei pensato che davvero volesse ballare con me e a dirla tutta ne ho approfittato un pochino. Lui era ubriaco, molto, e si vedeva, tanto, ma in quel momento ho solo visto il ragazzo che mi piace darmi delle attenzioni. E così è successo. Ci siamo baciati e non ci siamo più staccati per tutta la serata.
Da quella sera però George non si è mai fatto vivo e mai neanche mi ha cercata nei paddock dei circuiti che abbiamo girato nei weekend successivi.
Quindi non sbaglierei se dicessi che lui non si ricorda di me.
Improvvisamente sento l'aria pungente tedesca che si infilza nelle mie ossa e ritorno alla realtà è come un tuffo violento.
Avrei dovuto cercare il fisioterapista di Lando e invece mi ritrovo fuori dalla hospitality.
Sbuffo, girando i tacchi e rientrando nella struttura per avvisare Lando che non ho trovato chi cercavo...una piccola bugia non farà male a nessuno.
Attraverso il corridoio nel quale sono collocate le stanze di Carlos e Lando e quando sto per bussare alla porta di quest'ultimo, mi blocco.
Sento la voce acuta del mio pilota parlare con qualcuno. E questo qualcuno è proprio George. Il pensiero di incontrarlo dopo ciò che è successo mi destabilizza un momento. Ho paura, davvero, che lui non si ricordi nulla e che io come mio solito sia un'illusa.
Le pareti sono talmente sottili che posso sentire entrambi i piloti conversare. E forse avrei fatto bene a cercare seriamente il fisioterapista di Lando.
-È uno scherzo, vero?-
Lando alza ancora la voce, mentre in risposta ottiene solo un no mimato dalla testa di George.
-Vero?-
Lando ripete l'ultima parola, quasi non volesse crederci.
Cosa, Lando? Cosa vuoi che fosse uno scherzo?
-Lando, finiscila. Ti ho già detto che quella serata non è stata nulla. Ho visto Alice, l'ho salutata e ho ballato con lei. Ho capito che ci stava e ne ho approfittato.-
Lando guarda George con la bocca spalancata e ancora più incredulo di prima.
-Spero per te che non sia dietro quella porta e abbia sentito tutto quello che hai detto.-
Mi dispiace Lando, ho sentito tutto.
Ora ho le lacrime agli occhi, ma da essi non esce niente. Ho come un blocco, un tappo che mi impedisce di esprimere la mia delusione.
Quando Lando spalanca la porta, mi trova ancora con il braccio alzato e la mano chiusa in un pugno, ancora decisa a bussare a quella porta.
-Non...non avrei dovuto sentire...-
Non riesco a guardare in volto nessuno, né Lando, né George. Fisso un punto davanti a me, casuale e sconfitta abbasso il braccio.
Riesco finalmente a spostare il mio sguardo, ma nella direzione sbagliata. Incontro gli occhi di George e in quel momento sento di non avere più quel blocco che mi impediva di piangere.
Le lacrime rigano mie guance, ma nessuno dei tre osa fare o dire qualcosa.
Sto solo cercando di capire come imporre alle mie gambe di andarsene di lì.
-Ali...-
Lando cerca di capire se sono definitivamente andata in blackout, ma lo fermo alzando leggermente una mano e facendo un passo indietro.
Questo è il segnale, il momento giusto per capire che le mie gambe sono ancora in grado di muoversi e così faccio.
Mi volto e faccio quei tre metri che bastano per rinchiudermi nella stanza di Carlos, che grazie a Dio è vuota.
Mi appoggio alla porta e scivolo lentamente a terra mentre sento i due piloti gridare ancora l'uno contro l'altro.
-Sei un idiota, George. Te lo dico sempre. Le pareti fanno schifo e tu cosa fai? Urli. Bel casino che hai fatto.-
-Eddai non l'ho fatto apposta! Cosa ne sapevo io!-
Sento un paio di nocche battere contro la porta per richiamare la mi attenzione. Ma io non ce la faccio, sono troppo delusa e sommersa dal mio dolore.
-Alice, sono Lando...fammi entrare dai.-
La sua voce è così dolce, che quasi mi dispiace deluderlo, ma non voglio vedere nessuno ora.
-Ali...parlami, ti prego...-
Non ce la faccio Lando, scusa.
-Tu hai fatto questo casino e ora lo risolvi.-
Sento ancora Lando inveire contro l'amico e poi non sento più del tutto.
Forse se ne è andato e lo capirei anche. L'ho costretto a farlo.
C'è silenzio ora. Amo il silenzio quando non voglio parlare con nessuno, semplicemente percepisco dei movimenti contro la porta.
-Alice...sono George.-
Bene, ci mancava solo che lui sistemasse ciò che ha detto.
-Non serve che mi parli, semplicemente ascolta.-
La sua voce è tranquilla e bassa. Non che davvero serva urlare con queste pareti.
-Mi dispiace aver detto quelle cose, davvero. Sai come siamo fatto noi ragazzi: non connettiamo il cervello alla bocca. Ma quella sera...io quella sera non capivo niente. Ho solo visto che tu ci stavi e...sono un uomo cazzo, sai con cosa pensiamo il più delle volte. Non pensavo che ti avrei ferita così tanto. Spero tu possa perdonarmi, perché non voglio perderti.-
Fa una pausa, sospirando profondamente quasi cercasse il coraggio di continuare.
-Giusto perché tu lo sappia... è l'ultima cosa davvero, poi ti lascio in pace...nonostante io lo abbia fatto senza sentimento, non mi pento di nulla. Perché alla fine forse qualcosa per te lo provo, sotto sotto. Non me lo so spiegare, è difficile lo sai, ma non so se sarei venuto da te quella sera se non ti vedessi sotto una luce diversa da quella di una amica. Mi dispiace.-
Le parole di George mi confortano leggermente. Almeno ho quasi la certezza che sia stato sincero.
C'è silenzio ora, nuovamente, ed essendomi calmata leggermente decido anche di aprire questa porta e di guardarlo in volto. Per capire. Per capire ancora una volta perché, nonostante me lo abbia già detto.
Apro la porta, finalmente, ma guardandomi intorno non trovo nessuno.
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Ecco un'altra one shot sul caro George!! Sapete cosa? Mi piace troppo scrivere di lui, davvero non lo avrei mai pensato. Con questa one shot ti do il men tornata tesoro nettvno
-C❤️
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