Quando i suoi compagni lo volevano prendere in giro, dicevano che Cristian nella squadra era la mente, ma dopo che si è fatta tre o quattro canne, perchè non alzava la voce, parlava poco, giocava senza frenesia, a volte sembrava che galleggiasse.
Io avevo sempre adorato questo suo galleggiare sulle cose che mi sembravano complicate, sbagliate, difficili.
Ci eravamo dati appuntamento dopo la scuola in un orrendo pomeriggio a tre giorni da natale.
Arrivando lo avevo guardato: era imperturbabile con le mani in tasca, ed era un sacco bello, era buono, era sorridente, era tranquillo, era gentile.
E non era più il mio moroso.
"So che mi odi, e hai ragione"
"Un po' poco, non trovi?" e come sempre, quando focalizzavo uno di loro due, usciva la parte più acida e scontrosa di me.
"Lo so, ma dammi il tempo, non mi sono preparato un discorsino, voglio dirti le cose come mi vengono in mente. Quando l'altro giorno ti ho scritto che ti voglio ancora bene è vero, ed è il centro di tutto"
"Non sono io il centro di tutto ora, siete voi"
"Ti sbagli, il centro è che ti voglio bene, ma mi sono comportato male, ho avuto paura di me stesso, e ce l'ho ancora, ed ho fatto un guaio. Ma quello che provo per te non è cambiato, fidati"
"Ma come puoi dire che non è cambiato?! Hai baciato mio fratello! E dio sa cosa sarebbe successo dopo!"
"No, non è cambiato, è maturato, l'ho capito, ma l'ho capito due ore troppo tardi, e non me lo perdonerò"
"Cristian questo discorso non va da nessuna parte, mi avete preso in giro e adesso tutti a dire scusa scusa, non volevamo, abbiamo sbagliato. Ehi, cocchibelli, che dovrei fare secondo voi, darvi una pacca sulla schiena e dirvi buon fidanzamento? E' assurdo. A-s-s-u-r-d-o"
"Ma ti ho detto come prima cosa che lo so che mi odi e che hai ragione! Quello che volevo dirti è che sai che non avevo mai avuto ragazze, e stare con te mi ha fatto vivere un periodo bellissimo in cui mi sono sentito tranquillo, al sicuro"
"Anche io lo pensavo"
"Basta con le frecciatine. Vuoi altre bugie? O vuoi che ti dica onestamente cioè che mi è successo? Se vuoi le bugie eccoti servita: mi volevo liberare di te perchè mi stai sulle palle e ho fatto una bella messa in scena con tuo fratello. Sfreccia su questo e buone vacanze. Ciao Sve"
Aveva cambiato strada tenendosi le mani in tasca e mi aveva lasciato li, come una che aspetta un tram che probabilmente non passerà. Lo avevo rincorso.
Io, tradita e presa in giro, che rincorro lui che mi ha tradita e presa in giro.
"Giuro, sto zitta. Te lo giuro" e si era fermato, sospirando.
"Se io adesso credo a te che dici che starai zitta, tu devi cercare di credere a me. Io adoro il tuo carattere, il modo in cui ti poni, l'entusiasmo. Abbiamo fatto mille cose insieme e sei una figura splendida della mia vita. Quando ti dico che ti voglio bene è perchè non ti cambierei con nessuno al mondo, e fino a poche settimane fa pensavo che in fondo questo fosse una cosa molto simile all'amore perfetto. Ma lo sai anche tu che l'amore vero ha... tanti aspetti"
Iniziavo a capire, probabilmente si riferiva all'intimità, che per noi era embrionale, ancora in gran parte fatta di carezze, di baci, e non molto altro. Un po' ero io che non rincorrevo il mito della perdita della verginità, ed un po' era lui che era sempre stato uno che rispettava le mie scelte e non "pressava" come facevano quasi tutti i maschi, a quanto dicevano le mie amiche.
"Ho iniziato a chiedermi questa estate perchè non nascesse in me la voglia di spingere oltre la nostra intimità, i maschi li conosci, parlano continuamente di sesso e con chi farlo. Io no, pensavo che magari potessi rovinare il rapporto non essendo esperto, chi lo sa, magari ero inadeguato a te che avevi avuto tutte quelle visite lì. Mi è venuto di chiedere qualche consiglio con tuo fratello perche sapevo che eravate molto legati e lui magari poteva darmi un aiuto. E parlando ho trovato una persona molto simile a te, una sintonia con le tue idee, il tuo modo di fare"
Si era fermato, si era guardato intorno, mi aveva chiesto di sederci in una panchina, e poi si era messo a piangere, piano.
"Mi è precipitato addosso tutto: il guardare negli spogliatoi, il fare la lotta in mare, lo sbirciare i cartelloni della pubblicità per le mutande. La parte fisica per me era quella dei maschi, e l'ho capito mentre parlavo con tuo fratello, era quel senso fantastico che provavo con te ma in più... ecco"
Non sapevo cosa dire, guardavo lui che aveva il volto rigato da piccole lacrime, era bello pure in quel momento. Mi sentivo un po' triste.
"Per questo ti dico che per te il mio sentimento ti giuro che rimarrà intatto, so che non mi potrai mai più vedere con gli stessi occhi e questo mi dispiace non sai quanto, ma raccontarmi da solo la bugia dell'amore non era giusto, e ti giuro che nel momento in cui ho capito questa cosa ho pensato che tu dovevi saperla per prima e ero convinto che avresti capito perchè sei una tipa straordinaria, aperta, intelligente, empatica. Te lo giuro, puoi non credermi, è legittimo, ma lo avresti saputo di lì a mezzora. Non volevo tirarti via da un pomeriggio in cui ti stavi divertendo per una cosa che probabilmente ti avrebbe lasciato triste, almeno all'inizio. Invece è successo quello che è successo"
A chi non volevi spezzare il divertimento? A me o a te? Anche tu in quanto a divertimento non scherzavi. Improvvisamente mi era esplosa questa frase in testa, il bruciore del ripensare alla scena del bacio aveva offuscato il Cristian che stava piangendo dicendomi che mi voleva ancora bene.
Ma per la prima volta in quel casino, le esplosioni nella mia testa non erano immediatamente uscite dalla bocca. Non sapevo bene cosa dirgli, ero stata comunque molto vaga.
"E' una fase in cui sono molto confusa, sento tante cose dentro, e non so bene metterle in fila. Ho bisogno di altro tempo per pensare a questa enorme cosa. L'unica cosa di cui sono sicura è che vorrei non fosse mai successa"
"Lo so, ma era impossibile che non succedesse, prima o poi. Io ho promesso che aspetterò te, non riesco a pensare che mi vedi come un nemico"
Ci eravamo salutati in maniera un po' imbarazzata, io ero tornata a casa molto triste: non vedevo la soluzione di quel malessere, l'essere lontana da loro mi aveva fatto risalire la rabbia.
Non succedesse cosa, Cri?!
Avevo preso il telefono, digitando in fretta, con il battito accelerato.
Non sei nemmeno capace di dire cosa sei
Cosa sei?
Dimmelo!
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