Domenica 14 dicembre 2014

La mia compagna e migliore amica si chiamava Melissa, Mely per tutti. Era una ragazza con il viso tondo e dolce, adornato da un nasino che a mala pena reggeva degli occhiali tondi dalla montatura dorata, come i capelli che portava perennemente sciolti, lamentandosi di quando si increspavano per l'umidità.

Era una ragazza entusiasta e sempre pronta a perdersi nella fantasia, aveva una passione per il disegno ed io adoravo guardarla tratteggiare i volti, i corpi, i particolari delle creature che disegnava.

Faceva un sacco di angeli, tutti maschi, nudi, ma senza disegnare... ecco dai avete capito. Erano come dicevano le suore: asessuati.

Da lei avevo preso la passione per la lettura degli shōjo manga a tema sentimentale. Mi aveva 'infettato' già alle medie quando aveva iniziato a parlarmi entusiasticamente dei fumetti da cui derivavano le principali serie animate che guardavamo in quel periodo ed a cui lei si ispirava per i primi timidi disegni. Con il passare del tempo avevamo iniziato ad affinare i nostri gusti passando molto tempo a parlare dei personaggi che popolavano i volumetti di carta di bassa qualità, lei ci scriveva persino i temi e, puntualmente, quando c'erano composizioni libere, le riempiva di storie tipo fanfiction del nostro manga preferito in quel momento.

Si, forse a volte sembravamo delle disadattate chiuse nel loro mondo tutto strano, agli occhi dei nostri compagni che passavano il tempo a guardare Teen Wolf o Glee o cose del genere. Certo, pure io le guardavo ma la foga che certe mie compagne mettevano a parlare di serie, io la mettevo a parlare di manga.

Quando Melissa mi aveva consigliato di leggere «Asterisk» di Shuu Morimoto passandomelo in un file zip, le avevo chiesto perchè ci tenesse tanto, lei aveva ridacchiato e detto semplicemente «lo vedrai» ed aveva avuto ragione: i suoi angeli avevano preso vita nei tratti da professionista e la storia era fluita via in un attimo, lasciandomi desiderosa di qualcosa di simile, ecco come avevo scoperto i Boy's Love o BL, e come, con lei avevo iniziato a divorarli, tra i sospiri di mia madre che diceva «beh, per lo meno è positivo che legga così tanto», e gli sberleffi del mio ragazzo Cristian che mi diceva «te e la Mely nascondete una relazione, ve lo leggo nei manga».

In realtà non leggeva niente, ogni tanto mi diceva di metterli via, e come ogni ragazzo, specialmente quando era in compagnia di suoi amici, trattava quel mio hobby come una «roba per frocettini» salvo poi esaltarsi tanto per undici tizi in shortini.

A me non fregava, tanto ci ero assieme dalle medie e avevamo imparato a sopportarci quando c'era qualcosa che non era perfetto.

Nessun maschio che avevo nei paraggi capiva veramente quella passione, perchè nessuno riusciva a capire il livello di incertezza e complessità che si poteva raggiungere in un manga di questo tipo. I BL sono dei manga che tratteggiano storie d'amore, con tutte le vicissitudini del caso e l'abilità dei mangaka giapponesi di farti stare male per le peripezie a cui sottopongono la coppia, la grossa differenza tra un BL ed un shōjo a sfondo sentimentale è che nel primo i protagonisti sono ragazzi omosessuali, e sono carinissimi ad un livello che non potete immaginare.

Il tema dell'omosessualità e in generale i temi LGBTQ+ per i ragazzi erano scomodi, quasi fastidiosi, e se ne parlavano, era per farci qualche battutina sopra, era così per il mio ragazzo, ma anche per i suoi amici che giocavano a calcio con lui, era così per la maggior parte dei miei compagni e se qualcuno parlava di omosessualità in termini positivi, partiva sempre, anonima e vigliacca, qualche battuta come a mettere in chiaro che se parli positivamente di gay, sei gay.

In classe i peggiori erano Filippo, che era apertamente "contro i froci" come diceva orribilmente, ed i due ragazzi di origine tunisina, Yassine e Fouad, che si spalleggiavano di continuo sul tema, e che non riuscivano mai a prendere quel tema sul serio, riducendo l'omosessualità a un incrocio tra effeminati e pedofili.

A casa forse andava un po' meglio perchè per lo meno mio padre diceva "se vogliono essere gay, che lo facciano, basta che non facciano carnevale" riferendosi probabilmente al Gay Pride, mio fratello sorrideva, scuoteva un po' la testa e, quando parlavamo a quattr'occhi, diceva che nostro padre era un uomo di altri tempi, bastava vedere i nomi che ci aveva dato.

Mio fratello era molto tollerante, era uno di quelli che semplicemente non considerava di dover "dibattere" sui temi LGBTQ+ perchè era ovvio che tutti gli uomini sono liberi di esprimersi come credono, di sentirsi come credono, di amarsi come credono. Ma nello stesso tempo mi prendeva in giro ferocemente per come mi facevo prendere dalle storie, per come le commentavo, per come mi infervoravo per il comportamento dei personaggi, ricordandomi continuamente che chi scriveva quelle storie era abilissimo nel creare situazioni empatiche con i lettori, anzi le lettrici, e che veniva appositamente utilizzato lo schema dell'amore omosessuale solo per poter aggiungere un maggior numero di variabili al racconto, in buona sostanza per poterla tirare lunga ancora di più.

Volevo bene a mio fratello, era la persona che più mi era vicina, ma quando faceva il cazzo di maestrino avevo voglia di picchiarlo, soprattutto perchè sapevo che aveva ragione.


Ma noi, prontamente, anche se segretamente, ci vendicavamo. Con la Mely, dopo la lettura di ogni manga BL che ci era piaciuto, adattavamo la storia a qualche nostro conoscente etero, ne avevamo tanti tra compagni, amici, conoscenti. Riassumevamo il manga, cambiavamo i nomi, schizzavamo i personaggi di solito abbracciati o in fase di bacio, cercando di miscelare il tratto del mangaka con i tratti dei ragazzi che avevamo scelto di «accoppiare». Uso il plurale ma in realtà il lavoro era tutto appoggiato su di lei: la Mely era fantastica nell'adattare le capigliature, nel cogliere i dettagli di cappellini o magliette, orecchini, piercing o nei ragazzi più grandi magari tatuaggi.

Da Yaoi Italia prendevamo idee di lettura e alternavamo scelte personali a letture di manga consigliati dall'altra, avevamo un certo sincronismo se non la preferenza della Mely per gli Uke, mentre io preferivo le figure più determinate dei Seme, ci piacevano tratti più androgini, e tutto quello che calpestava i canoni della relazione eterosessuale era benvenuto.

Che fossero angeli o ragazzi normali, demoni, mezze bestie, androidi, ragazzi del passato o del futuro, la Mely le ali provava sempre a metterle, diceva che la rappresentazione del bacio tra angeli era per lei l'amore puro per eccellenza, io ci vedevo una vena provocatoria che adoravo, quindi la guardavo affascinata dalla mano rapidissima nel tratteggiare le piume che si univano alle scapole, le spalle, la linea del petto e dell'addome che si mischiava all'altro personaggio.

Mi perdevo nella sua matita.


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