Capitolo .1.


"Why you always in a mood?
Fuckin' 'round, actin' brand new
I ain't tryna tell you what to do
But try to play it cool
Baby, I ain't playing by your rules
Everything look better with a view"
suona il telefono svegliandomi.

«MI SPIEGHI CHI È CHE TI CHIAMA A QUEST'ORA?!» Grida Maggie innervosita.

«Ciao amore» Rispondo cliccando sul tasto verde della schermata.

«Heyyy, come stai?» Mi saluta Charles, riesco a sentire che sta sorridendo anche attraverso lo schermo.

«Io bene e tu? Come va ad Harvard? Sei in stanza con della brava gente?» Gli domando alzandomi per andare a prepararmi.

«Ora che sento il suono della tua voce, mi sento super carico! Pronto a fare colpo su tutti!» Indossa gli occhiali da sole in modo teatrale.

«Non ti sei messo gli occhiali da sole mentre lo dicevi vero?» Gli domando ridacchiando, conoscendolo palesemente l'ha fatto.

«Noo, ma che dici» Se li toglie facendo finta di niente.

Rido.

«PUOI DIRE A CHARLES DI FARSI UNA VITA E DI CHIAMARTI PIÙ TARDI LA PROSSIMA VOLTA!?» Mi chiede assonnata Maggie, mettendosi il cuscino in faccia.

«Anch'io ti voglio bene Margareth» Le risponde il mio ragazzo ridacchiando avendola sentita.

«Ciao anche a te brutto bastardo» Rotea gli occhi «ecco, ora non riesco più a dormire, va in classe Charles!» Si lamenta sbuffando alzandosi.

Lui sembra starsi sbellicando dalle risate.

«Sai che ti amo, però ora devo chiudere, buon primo giorno cuore» Gli dico mandandogli un bacio.

«Lo so, buon primo giorno anche a te amore» Mi manda un bacio chiudendo la chiamata.

«Buongiorno!» Ci saluta la nostra compagna di stanza appena rientrata.

«Giorno Eileen» Rispondo osservando i suoi bellissimi capelli dorati.

«Buongiornoooo» Le risponde Maggie uscendo dal bagno spalancando le braccia pronta per andare a lezione.

«Pronte?» Domanda la bionda sorridendo prendo lo zaino con l'occorrente.

«Si!» Rispondo euforica.

«Andiamo a fare colazione prima?» Propone la mia migliore amica.

«Certo!»

Andiamo nel bar poco fuori dal campo e prendiamo tre cappuccini con la panna montata.

«Allora Eileen, racconta di dove sei?» Le chiedo per fare conversazione.

«Gold Coast, Australia» Risponde sorridendo, le è rimasta della panna sulle labbra.

«Bella!» Esclamo ricordando quel posto «Hai...» Dico facendo un gesto per farle capire riguardo alla panna, poi prendo un fazzoletto e gliela tolgo io.

Lei mi guarda negli occhi con le meravigliose perle blu che ha per iridi, poi mi sorride «Grazie» mi prende lentamente di mano il fazzoletto.

La guardo ancora un attimo negli occhi poi arrossendo leggermente per l'imbarazzo sposto gli occhi alla tazza «Scusami» ridacchio «sono abituata a farlo sempre con i bambini»

«Tranquilla» continua a sorridermi, poi aggrotta un attimo la fronte continuando a sorridere «mi hai appena dato della bambina?» Rise.

«No, cioè, non-non volontariamente!» Balbetto un po' in difficoltà.

Mi volto verso Maggie per un aiuto, ma poi la vedo lì ferma a fissarci, basita, e con un'espressione che mi parla "Cosa sta succedendo qui!?" dice.

«Ok... ehm, oh, avete visto? È tardi! Dobbiamo andare a lezione!» Esclama alzandosi e praticamente trascinandomi via.

«Devo passare in un posto ci vediamo dopo» Si separa da noi Occhi blu.

Oh miei dei... perché ho una sensazione di deja vu? Forse è più un cliché.

«Certo, a dopo» La saluto stranita cercando di non darci peso.

«Mi dici che cosa è appena successo!?!?!» Mi sclera in faccia Maggie.

«Qualcosa di molto strano» Rispondo incerta.

«Su questo non c'è dubbio» Conviene, ancora basita.

«Comunque è tardi davvero, meglio che vada, in bocca a lupo» Fuggo dalla conversazione, si, esatto, FUGGO.

Era troppo strana e non andavamo avanti, meglio andare a lezione.

Sto quasi per raggiungere la classe quando mi squilla il telefono.

Continuo a camminare con i libri in mano cercandolo nella borsa.

Quando lo trovo, nella distrazione vado addosso ad un ragazzo e mi cadono i libri.

«Scusa!» Gli dico piegandomi a raccoglierli senza ancora nemmeno averlo visto in faccia.

«Non fa niente, rispondi pure, te li prendo io questi» Mi accenna un sorriso aiutandomi a raccogliere i libri.

«No davvero non ti preoccupare, grazie! Sei davvero gentile!» Lo ringrazio riprendendo i libri e ignorando la chiamata.

«Figurati» Noto ora i suoi bellissimi capelli biondo scuro che sembrano rossi alla luce, le sue labbra color cremisi, e la pelle bianca come la neve.

«Hey» Mi richiama alla realtà muovendomi una mano davanti alla faccia.

«Ehm, scusa ancora, devo andare» Mi congedo dispiaciuta quasi correndo per la fretta.

«Dimmi almeno il tuo nome» Sono le sue ultime parole che sento prima di girare l'angolo.

Alla fine dell'ora sono abbastanza stanca, ho solo questa lezione oggi, perciò me ne torno in camera.

Appoggio i libri sulla scrivania e mi lascio cadere sul letto.

Osservo un attimo il soffitto poi prendo il telefono «Oh no, Charles mi aveva chiamato prima! Speriamo non fosse nulla di importante» Parlo tra me e me facendo partire la chiamata.

Non risponde, magari ha una lezione, vabbè, nulla di importante allora.

Maggie è a lezione, Eileen pure, suppongo anche Charles, i miei genitori lavorano, le gemelle sono a scuola, Nico starà dormendo... cosa faccio ora?

Non avevo mai pensato che al di fuori di loro la mia vita sociale non esiste...

Pazienza, andrò a farmi un giro!

Passeggio per il verde del campo: vedo dalle finestre le aule con gli studenti, persone che passano per i corridoi, ragazzi che fanno jogging, uno che dorme con un libro in faccia... tutto molto silenzioso comunque.

Sto osservando uno scoiattolino grigio su un albero quando vado a sbattere contro qualcuno.

«Oddei perdonami!» Mi scuso immediatamente tornando alla realtà.

«Sei la ragazza dei libri!? Non ci posso credere! Due volte in poche ore! Direi che o siamo due calamite l'uno per l'altra, o tu devi imparare a guardare dove vai» Risponde il ragazzo divertito, contro cui sono andata a sbattere stamattina.

«Giusto, farò più attenzione» Cerco di passargli oltre leggermente offesa, ma sinceramente non mi importa.

Mi si para davanti tenendo le mani dietro la schiena come fosse un cantante di un coro «Mi è almeno concesso sapere come ti hanno battezzata?»

Lo guardò qualche secondo dubbiosa, dalla testa ai piedi «Evelyn»

«Evelyn, che bel nome!» Commenta con tono calmo senza troppa enfasi.

«Grazie?» Rispondo incerta.

«Posso chiamarti Lily?» Mi chiede deciso a continuare la conversazione.

«No» Mi irrigidisco, non mi piace essere chiamata così.

«Eve?» Riprova in attesa di un sì.

«Se proprio non puoi farne a meno» Guardo il verde alle sue spalle, molto indifferente.

«Sei sempre così socievole?» Mi domanda indispettito.

«E tu sei sempre così chiacchierone?» Ribatto guardandolo negli occhi corrugando la fronte, ma che mi succede!? Da quando rispondo così alle persone? O forse la vera domanda è da quanto non rispondo così...

Lui gira gli occhi.

«Senti non è il giorno giusto, mi sono appena resa conto che non ho una vita sociale, lasciami deprimere» Gli chiedo molto gentilmente abbastanza stanca.

«Se la metti così nemmeno io la ho. Com'è possibile che una ragazza interessante come te non abbia una vita sociale?» Mi domanda poi non capendo inclinando la testa a sinistra.

«Potrei farti la stessa domanda» Muovo le sopracciglia sospirando «tu come ti chiami?»

«Nicholaus» Mi sorride leggermente.

«Che ne pensi se ci andassimo a fare un giro? Conosco un locale qua vicino, fanno da magiare e ci sono vari passatempi, quali biliardino, bowling, karaoke, pista da ballo, sala relax, fanno da magiare e da bere» Conclude con un sorriso innocente.

Sorrido pensando che magari tutto questo è solo un lungo piano di rimorchio... ma chi se ne frega!

Voglio dire, non ho nulla da fare, e poi passeremo solo del tempo insieme, inoltre al primo segno che ha frainteso la situazione me ne vado.

Sto per accettare quando gli arriva una chiamata.

«Elyan?» Chiede mettendosi il telefono all'orecchio.

Questo qui gli dice qualcosa, non capisco esattamente quello che dice.

«E nostro fratello Rick come sta? Becky è con lui?» Continua a domandagli, ha uno sguardo preoccupato.

Dice delle altre cose ma distinguo chiaramente l'ultima frase.

«Com-come sarebbe che...» Nicholaus sembra distrutto.

Poverino.

«Ok... arrivo» Chiude trattenendo le lacrime.

«Santo cielo mi dispiace tanto» Gli dico piano accarezzandogli la guancia.

Lui fa un respiro profondo.

Se c'è una cosa che non voglio conoscere, è il dolore che si prova a prendere un fratello.

Non riesce a muoversi per lo shock, lo abbraccio e dopo qualche secondo ricambia l'abbraccio.

C'è qualche minuto di silenzio, poi si stacca «Grazie, e, scusa non-» Inizia a dire, vedere le persone così demoralizzate mi uccide dentro.

«Tranquillo è tutto apposto, se vuoi parlare ci sono» Lo interrompo compassionevole.

«Grazie ancora» Se ne va.

«Wow, tante emozioni oggi eh?» Mi guardo intorno notando che parlo al vento «Devo trovarmi un hobby» Concludo i miei discorsi solitari sospirando.

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