Capitolo 17
My heart can't forget you again.
- The Day (Baekhyun & K.Will)
Alex's point of view
- Pronto?
- Alex, tesoro. Come stai?
Come sto? Non meglio del giorno in cui ho visto Chi-hoon. Sto cercando di prendermi cura di me, almeno fisicamente. Ma la ferita nel mio cuore continua a sanguinare dolorosamente e ogni giorno che passa, senza Chi-hoon, è uno strazio.
Mi manca così tanto e il ricordo di noi mi riempie di nostalgia.
- Ciao, mamma. Sto bene - mento, senza esitare. L'esitazione è fatale. Spero che papà non le abbia detto nulla. Perché dovrebbe?
- Lo sai che giorno è oggi, vero?
- Sì, mamma.
- E non passi neanche a mangiare una fetta di torta con la mamma, il giorno del suo compleanno?
Trattengo un sospiro. Speravo di poter evitare questo momento il più possibile e passare in serata a farle un saluto.
- Ma certo che passerò, mamma. Stavo proprio per uscire.
E come no.
- Fantastico, tesoro. Ti aspetto.
Chiudo la chiamata e vado a prendere il portafogli. Un mazzo di fiori sarà un regalo sufficiente.
Cerco di vestirmi decentemente ed esco dall'appartamento. Fa caldo, ma io non sento niente. Mi chiedo quando ricomincerò a sentire la brezza tra i capelli, il sole sul viso, il tepore dei raggi sul mio corpo... quando ricomincerò a sentirmi vivo.
Entro dal primo fioraio che trovo lungo la strada e compro un colorato mazzo di fiori, lasciandomi consigliare dal fiorista. Un po' mi vergogno di non sapere qual è il fiore preferito di mia madre.
Proseguo il viaggio fino alla mia vecchia casa. L'unico posto che abbia mai chiamato casa. Mi assale la nostalgia, nostalgia della mia infanzia, così allegra, così spensierata, quando ancora i miei genitori stavano insieme.
Sospiro, mi pettino i capelli con le dita e suono il campanello.
- È aperto! - sento gridare dall'interno. Entro.
C'è profumo di torta... e di casa, quel profumo inconfondibile di cui ci si accorge solo quando si torna a casa dopo esser stati via per tanto tempo.
Inspiro a fondo a occhi chiusi e chiudo la porta.
- Mamma?
Vado a cercarla, seguendo il profumo della torta. È in cucina e con lei c'è... mio padre, il quale la sta abbracciando da dietro.
- Papà...? - dico, sgranando gli occhi. Per poco non mi cadono i fiori dalla sorpresa.
La mamma ridacchia e arrossisce un poco, papà mi sorride.
- Ciao, Alexander.
- Ciao, tesoro!
- Cosa... cosa ci fai qui? - domando, attonito.
- È il compleanno della mamma, no? - risponde, sciogliendo l'abbraccio.
'Della mamma', non 'di tua madre'. Sono davvero confuso.
- Sì, ma...
- Siediti - bisbiglia la mamma a papà, dandogli un bacio sulla guancia. So che sono sempre stati in buoni rapporti, ma mai in così buoni rapporti. - Alex, vieni, mettiamo quei fiori in un vaso.
La seguo, ancora stupito. Prende un vaso grande, ci mette un po' d'acqua e mi aiuta a mettere i fiori nel vaso.
- Grazie, tesoro - dice, dandomi un bacio sulla guancia.
- Mamma, ma cosa sta succedendo?
Ridacchia, di nuovo.
- Vieni di là, così te lo spiego.
Torniamo in cucina. La torta sul tavolo è ancora intera, perfetta, quasi finta, e tuttavia il suo profumo irresistibile è reale e mi fa venire l'acquolina in bocca.
Ci sediamo.
- Be'? - dico, curioso e perplesso.
- Abbiamo ricominciato a vederci - asserisce semplicemente papà, stringendosi nelle spalle. - Abbiamo deciso di riprovarci.
- Oh. È da tanto che avete ripreso a vedervi?
- Un po'.
Adesso il discorso che mio padre mi ha fatto ha ancor più senso.
- Quando pensavate di dirmelo?
- Alla prima occasione - risponde la mamma, sorridendo gentilmente. - Non ti vediamo mai, tesoro.
Touché.
- Pensate... che vi risposerete?
- Non ci abbiamo ancora pensato. Sarai il primo a saperlo, comunque.
Giocherello col bordo della maglietta, abbassando lo sguardo.
- Okay.
Wow. I miei genitori stanno di nuovo insieme dopo... anni.
- Allora, tagliamo questa torta? - domanda allegramente papà, prima di affondarvi il coltello e tagliare una fetta per la mamma, per me e poi per sé.
Mangio in silenzio, facendo saettare lo sguardo tra i miei genitori. Loro non hanno occhi che l'uno per l'altra e chiacchierano amabilmente tra di loro, senza realmente cercare di includermi nella conversazione.
Dunque... il compleanno della mamma era solo un pretesto.
Li ascolto per un po', contribuendo a ciò che dicono con qualche risposta alle loro domande. La torta, dopo le prime fette, resta intoccata. La fisso. A Chi-hoon piacerebbe. Gli piaceva la cucina della mamma.
- Puoi prenderne un'altra fetta, Alex - dice la mamma, notando che guardo la torta.
- No, grazie. Sono a posto così - mormoro, sperando di non apparire troppo corrucciato. - Credo che andrò, adesso.
- Va bene, tesoro - replica, osservandomi per un istante con apprensione. - Vuoi portar via la torta? Non penso che la mangeremo.
- Dovete mangiarla. È deliziosa - ribatto, forzando un sorriso poco convincente. È davvero buona, ma non voglio che diventi la mia colazione, pranzo e cena dei prossimi giorni. - Va bene così, mamma. Ancora tanti auguri. Passate un buon pomeriggio, tu e papà.
Mi alzo.
- Prenditi cura di te, tesoro.
- Lo farò - borbotto. Non c'è altro che possa fare, per tenermi vivo.
- Ciao, Alexander - dice semplicemente papà.
- Ciao - replico, facendo loro un cenno di saluto. Esco di casa. È stato così strano.
Non posso fare a meno di continuare a pensarci e ripensarci, mentre torno all'appartamento.
I miei genitori stanno di nuovo insieme. E io, alla mia età, ho deciso di rinunciare all'amore...
Perché è così. Ci rinuncio.
Rinunciare?
Sono arrivato all'appartamento. Entro, mi tolgo le scarpe e mi siedo sul divano. Apro il calendario sul cellulare: c'è una data, segnata in rosso. Domani. La partenza di Chi-hoon.
Dovrei cancellarla.
Ma non lo faccio. La fisso e basta, fisso il numerino e la striscia rossa, e quell'unica parola, 'fine'. Non ci ho mai dato una possibilità, a 'noi', intendo. Era già stato tutto deciso.
Vorrei solo non amarti ancora così tanto...
Sorrido amaramente.
Eh già.
- Fine - sussurro, e mi si spezza il cuore. Vorrei avere il tempo di darci davvero una possibilità, ma è troppo tardi. Domani lui tornerà in Corea, con Sehun, e io diventerò, nella sua mente, un pallido e brutto ricordo.
Troppo tardi?
Penso ai miei genitori e al fatto che, dopo anni, si stiano frequentando di nuovo. Penso a mio padre che crede ancora nell'amore. E penso a Chi-hoon e al suo perdono per ciò che ho fatto a Ryuu.
Ryuu...
Se chiudo gli occhi, le sue iridi dorate sono ancora lì, impresse a fuoco nella mia mente. Gli occhi del drago.
Chissà se è andato avanti, se ha trovato qualcuno. Chissà cosa direbbe, se ci parlassimo ancora. Ma se ci parlassimo, adesso sarebbe tutto diverso.
Forse... non è troppo tardi...?
Rifletto. Ha detto 'torna da me quando sarai sicuro di ciò che provi... magari prima che io parta'... quindi, tecnicamente, sarei ancora in tempo. Tuttavia, non credo che mi voglia più.
Ma come fai a saperlo, se non provi! Provaci! Forse ti darà la risposta che meriti, però almeno ci avrai provato e non vivrai col rimorso! Hai una vita sola! Vivila!
Voglio provarci... ma ho paura. Ho paura di farlo soffrire di nuovo... e di soffrire.
E dunque ciò che faccio è sdraiarmi sul divano e pensare che, dopotutto, una fetta di torta avrei potuto prenderla.
-
Note dell'autrice:
buonasera, pasticcini. Spero di avervi strappato una risata col finale di questo capitolo... e di strapparvi un sorriso col prossimo... l'epilogo! Siete pronti? Emozionati? Fisicamente io son messa maluccio, ma mentalmente sono pronta a scrivere un finale coi fiocchi... un atteso happy ending... forse. Muahahah. A presto! Un abbraccio
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