CAPITOLO SESTO - parte 2
Jack giaceva a terra, immobile. I capelli color castagna pendevano sulla fronte sudata, dalla pelle grigia. Quell'orribile sostanza nera continuava a colare ininterrottamente dalle cavità oculari ormai vuote.
La stanza era avvolta nel silenzio totale, rotto soltanto dal rumore del fiato corto del ragazzo.
Respirava velocemente, e nonostante questo aveva l'impressione che l'ossigeno non gli bastasse. Il suo petto si alzava ed abbassava scattosamente.
Il dolore non sembrava cessare più; era forte, troppo forte. Jack aveva l'impressione che il suo corpo si stesse autodistruggendo. Annaspava, stringeva i pugni e premeva i gomiti a terra, nel tentativo di alleviare quella sofferenza insopportabile.
Dal profondo, sapeva che cosa stava accadendo. Quel demone, mostro o qualunque cosa fosse stava lentamente mangiando la sua anima. Presto se ne sarebbe impossessato, rendendo sua ogni singola cellula del corpo di Jack. Nervi, ossa, sangue, mente.
Avrebbe preso tutto.
Tutto.
Ma Jack non avrebbe potuto permettere questo; era pronto a lottare, a sopportare le pene dell'inferno per impedire a quell'entità maledetta di fare di lui ciò che voleva.
Strinse i denti e si rannicchiò su se stesso, emettendo flebili lamenti soffocati. Sopportò quel dolore per ore intere, fino a che, d'un tratto, non cessò.
Scomparve di colpo, senza un motivo apparente, come era stato per le volte precedenti.
Jack sollevò la schiena, e ciò che accadde lo fece sobbalzare.
Lui... Ci vedeva.
Vedeva di nuovo la stanza attorno a sé, i quattro muri scrostati, le candele consumate...
Ci vedeva di nuovo.
Com'era possibile? Come poteva vedere senza occhi?
Il ragazzo rabbrividì, ed ebbe l'impulso di piangere.
Ma non lo fece affatto.
Anzi, all'improvviso sul suo volto apparve un lieve sorriso.
....
I membri della setta scesero la scala uno alla volta. Adesso Jack poteva vedere di nuovo i loro abiti lunghi e neri e le loro maschere raccapriccianti, ma non provava più alcuna paura.
Gli uomini si disposero in fila davanti a lui, silenziosi. Erano in sei, e nonostante i loro sguardi fossero nascosti sotto alle maschere, Jack era certo che lo stessero fissando.
Questo fece allargare ancora di più il sorriso sulla sua bocca.
-È lui?- chiese poi uno dei membri della setta, rivolgendosi agli altri.
-La trasformazione è completata- rispose quello accanto, avanzando di un passo. Infilò poi una mano sotto all'abito nero, e ne estrasse una maschera.
Era blu, di forma ovoidale, con due buchi per gli occhi.
Avanzò lentamente, seguito dagli altri solo un passo più indietro, finché non si inchinò davanti a Jack.
Il ragazzo si fece all'improvviso serio, e osservò tutti gli altri individui i quali, uno ad uno, si stavano inchinando a lui.
-Benvenuto, Grande Signore- disse poi l'uomo che reggeva la maschera. Allungò la mano lentamente, ed avvicinò l'oggetto al volto di Jack.
Il ragazzo rimase immobile, e lasciò che la maschera venisse posata sul suo viso. Combaciava perfettamente con i suoi lineamenti; sembrava essere stata fatta apposta per lui.
Non appena il suo volto fu coperto, l'uomo indietreggiò tornando in fila con gli altri, per poi poggiare ancora le ginocchia a terra e chinare la testa.
Jack sorrise.
-Non sono il vostro Grande Signore- disse.
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