CAPITOLO SECONDO - parte 1
Jack seguì con lo sguardo la figura lontana dell'uomo che lentamente scendeva la scala, e sentiva i suoi muscoli rilassarsi uno ad uno. Era salvo.
L'uomo scese pian piano avvicinandosi a lui, senza dire nulla. Nonostante fosse posizionato di schiena, il ragazzo poteva notare che era vestito con una lunga tunica nera, simile a quelle indossate dai preti, e che portava una strana maschera a coprirgli il volto. Questo dettaglio lo inquietò parecchio, ma la sua vita adesso dipendeva unicamente da quell'individuo, e non poteva permettersi di dubitare di lui.
La maschera era anch'essa nera, ma a differenza del vestito era molto lucente, ed era allungata in avanti e piegata all'ingiù; proprio come le maschere che venivano usate in passato contro la peste.
L'individuo giunse alla fine della scala e poggiò i piedi a terra, poi si voltò verso il ragazzo.
-Aiutami ti prego- ripeté ancora Jack -Non so come sono finito qui ma..-.
Non fece in tempo a finire la frase, perché l'uomo scattò verso di lui e lo colpì fortemente alla nuca, con una mazza che teneva nascosta sotto l'abito largo.
Il ragazzo cadde a terra intontito, poi un secondo colpo nello stesso punto lo fece svenire.
...
Jack riaprì gli occhi. Si rese subito conto di trovarsi ancora nella stessa stanza quadrata, ma l'uomo che lo aveva colpito non c'era più, e nemmeno la scala.
Si tirò a sedere con un gemito di dolore; la testa gli pulsava, ed il collo faceva malissimo.
Riordinò i pensieri con una certa fatica, e realizzò presto cosa fosse appena accaduto: quel tipo non era sceso per aiutarlo. Anzi, in tutta probabilità era stato proprio lui a rapirlo e portarlo in quel posto.
Si massaggiò il collo dolente, e sollevò lo sguardo. Lui era lassù, e lo stava fissando immobile dall'alto.
-Hei!- gridò Jack con la voce tremante di rabbia e paura -Cosa vuoi da me?-.
Il tipo non rispose, e continuò a guardarlo, come se stesse aspettando di vedere qualcosa.
Jack abbassò lo sguardo, e capì.
Quatto candele spente erano poste negli angoli della stanza.
Il ragazzo le fissò confuso. Che cosa ci facevano lì?
Si alzò in piedi aiutandosi con le mani, e barcollante ne raggiunse una. Era una normale candela; rossa, piuttosto grande, con il filo lungo e candido, che evidentemente non era mai stato acceso.
Il ragazzo la afferrò con rabbia, e gridando la sbattè con violenza contro al muro, spezzandola in due parti. Continuò a gridare, con il viso stretto tra i due palmi, poi iniziò a tirare calci e pugni contro alle pareti.
Si sfogò più che poté, e quando finalmente riuscì a calmarsi, le sue nocche sanguinavano abbondantemente. Esausto e distrutto mentalmente riprese a piangere, e si accasciò in un angolo.
Singhiozzando, volse ancora una volta lo sguardo in alto: l'uomo con la maschera non c'era più.
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