CAPITOLO QUINTO - parte 2

La mente di Jack era bloccata, affogata in un mare di dolore, angoscia, confusione e paura. Non poteva vedere più nulla, soltanto nero. Il dolore era soffocante, ed il sangue non aveva ancora smesso di uscire dalle cavità oculari.
Sarebbe rimasto cieco per sempre. Anche se in qualche modo fosse riuscito ad uscire da lì, non avrebbe mai più potuto vedere i volti dei suoi genitori, il cielo, il mare.
Ma adesso non aveva più importanza neanche questo.
Jack desiderava soltanto di morire.
Morire per porre fine a quel dolore insopportabile.
Morire per non sentire più quella paura immensa.
Morire per non essere mai ciò che ormai era destinato a diventare.
Eppure era lì, solo in quella stanza, raggomitolato su sé stesso e piangente. La stanza era di nuovo illuminata, ma lui non poteva vederlo.
Vedeva solo nero.
Nero.
Nero.
Dopo diverse ore, smise anche di lamentarsi. Piangere non sarebbe servito a niente.
Muovendosi lentamente, tentò di avvolgere la catena attorno al suo collo, sperando di riuscire almeno a strozzarsi; ma era troppo corta.
Ormai del tutto arreso, si lasciò nuovamente cadere a terra.
Sperava che sarebbe morto dissanguato, ma non sapeva quanto tempo sarebbe servito per questo.
Tuttavia, ignorava un fatto importante: la trasformazione non era finita. Il diavolo, demone o qualunque altra entità fosse, avrebbe presto preso possesso anche della sua mente.
Mentre il ragazzo giaceva a terra immobile nella straziante attesa di morire e porre finalmente fine a quel dolore, il mostro cresceva lentamente in lui. Si faceva spazio nei suoi muscoli, scorreva nelle sue vene, si impadroniva di ogni suo pensiero e sopprimeva ogni suo piccolo desiderio.
Il sangue cessò progressivamente di fuoriuscire dalle sue cavità oculari vuote, e venne sostituito da una strana sostanza nera che colava lentamente sulle guance del ragazzo, incessantemente.
Era solo questione di tempo. Jack sarebbe diventato l'impersonificazione di un demone, o addirittura del Diavolo stesso. Si sarebbe annullato, avrebbe ceduto il suo corpo a quello di quello spregevole demone.

...

Passarono diverse ore, ma Jack non mosse un solo muscolo. Si era lasciato portar via dell'immaginazione, pensava alla sua casa ed immaginava di essere lì. Nella sua testa la sua vita era ancora normale, e tutto questo non era che un brutto sogno.
Pensò ancora una volta al volto magro e sorridente di sua madre, e si soffermò nei suoi occhi. Erano così scuri..
Poi, ad un tratto, l'immagine si distorse. Il volto della donna si sciolse, la sua pelle scivolò verso il basso come fosse cera calda, scoprendo le vene, i muscoli e le ossa. La sua espressione cambiò, e divenne terrorizzata. La bocca si spalancò, ma non emise alcun grido.
Jack tornò alla realtà recuperando coscienza di colpo, e si accorse che gli mancava aria. Si tirò a sedere annaspando e scosse la testa. Cosa stava accadendo?
Cos'era quell'immagine?
Preso dal terrore iniziò a strattonare le catene. Aveva perso il controllo.
-Voglio uscire!!- gridò disperato.
-Fatemi uscire da qui!!-.
Adesso se ne rendeva conto.
Stava accadendo.
Il demone stava prendendo il controllo della sua mente.

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