CAPITOLO DODICESIMO - parte 1
-Le seguenti sono le mie disposizioni!- esclamò Adrian con le braccia avvolte attorno al petto a simulare la posa di quello che sarebbe dovuto sembrare un uomo adulto, mimando una voce roca e profonda. -Se vuoi essere mio amico dovrai seguire le mie regole-.
Jack sorrise sotto alla maschera, ed appoggiò la schiena contro al muro. -Sentiamo. Quali sarebbero queste regole?-.
-Regola uno!- gridò il bambino agitando le braccia -Non dovrai mai mangiarmi-.
Il ragazzo scoppiò a ridere, seguito da Adrian.
-Regola due. Tra di noi non ci dovranno mai essere segreti-.
-Questo posso farlo- rispose Jack annuendo.
-Regola tre. Dovrai giocare con me almeno un ora al giorno-.
-Non ti sembra di rendere tutto un po troppo obbligato facend...-.
-Regola quattro!- gridò il bambino interrompendolo -Dovrai proteggermi da mio papà-.
Questa ultima frase lasciò il ragazzo perplesso. Osservò il viso di Adrian che ora lo fissava in attesa di una qualche risposta, quasi trattenendo il fiato. Quella era...una richiesta d'aiuto. Era fin troppo evidente.
-Perché dovrei proteggerti da tuo padre?- chiese con il tono più rilassato che riuscì a fare. Non voleva trasmettere la sua preoccupazione.
Il bambino tardò a rispondere. Sembrò pensare per una manciata di secondi, poi disse: -Sei un mezzo demone, no? Allora sarai forte, e coraggioso, ed impadivo-.
-Quelli sono gli eroi, non i demoni. Credo tu faccia un po di confusione- ridacchiò Jack nel tentativo di mettere Adrian a suo agio -Però non hai risposto alla mia domanda-.
A quel punto il bambino si imbronciò, e con la testa bassa iniziò a giocherellare con i piedi, disegnando cerchi sui sassolini sparsi al bordo della strada. Solo quando Jack si avvicinò ed appoggiò una mano sulla sua spalla, si decise a parlare.
-Lui mi picchia sempre, quando non c'è la mamma. Dice che è stufo di avermi in casa-.
Il ragazzo tolse la maschera dal suo volto e si inginocchiò davanti al bambino. -La tua mamma non lo sa?-.
-No. Lui mi dice sempre di non parlare, e io non lo faccio. So che se lo dico alla mamma lui si arrabbierà moltissimo-. Non appena finì la frase, il bambino scoppiò a piangere.
Jack avvolse le braccia attorno al suo corpicino e lo strinse forte a sé, ignorando la sete di sangue che stava lentamente crescendo in lui ora che si trovava così vicino alla sua carne.
-L'ho detto a te perché sei il mio eroe. Tu mi salverai, vero? Picchierai papà così lui non mi farà male mai più-.
Jack sospirò. Non sapeva che cosa dire, ma come avrebbe potuto dare una risposta negativa ad una richiesta d'aiuto tanto disperata?
-Lo farò- disse scogliendo l'abbraccio.
-Sei grande!- esclamò Adrian tornando improvvisamente felice -Devi solo picchiarlo un po, e dirgli di non trattarmi male mai più altrimenti sarà leggio per lui. Lo farai davvero??-.
-Certamente- rispose il ragazzo accarezzandogli la testa -Puoi contare su di me-.
In realtà, questa cosa lo preoccupava molto. Non poteva avere la spcertezza che sarebbe riuscito a trattenersi, e temeva che le cose avrebbero preso una brutta piega. Avrebbe potuto uccidere il padre del bambino e mangiare i suoi reni, ad esempio.
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