CAPITOLO DICIANNOVESIMO
Tom digrignò i denti emettendo un gemito di dolore, ed appoggiò la testa contro al muro dietro di sé.
-Esiste un modo per... Scacciare il demone dal tuo corpo...-.
Jack rimase immobile a guardarlo, senza rispondere niente. Aveva ancora il sapore ferroso del sangue sulla lingua; il sangue di sua madre. La sua mente era confusa e delirante.
-Adesso ti dico come fare, ok?- continuò l'uomo con voce tremante ed incerta. -L'unico modo è... Uccidere tre persone...-.
Il demone storse la testa di lato.
-I tuoi genitori, e la persona non consanguinea più cara per te-. Emise un forte colpo di tosse, piegando la faccia in un ghigno, poi concluse: -Sei già a metà strada, manca una sola uccisione...-.
.......
Uccidere la persona non consanguinea più cara per te.
Jack aggrottò la fronte e chiuse i pugni, in preda ad emozioni che non riusciva a controllare. La possibilità di tornare un ragazzo normale lo rincuorava; non sarebbe più stato un mostro orrendo, non avrebbe più fatto male a nessuno, e non avrebbe più ripudiato sé stesso.
Tuttavia.... Il prezzo da pagare era troppo alto.
Chi era la persona più importante per lui?
Ovviamente, era Adrian.
E lui non lo avrebbe mai ucciso.
Avrebbe preferito vivere una vita da mostro, ma non avrebbe mai toccato quel bambino.
Allungò un braccio ed afferrò il collo di Tom, il quale emise un grido soffocato e spalancò gli occhi.
-Io non sono una bestia come te. Non sacrificherei mai una persona a cui voglio bene per i miei scopi- disse con voce rabbiosa.
Strinse con maggiore forza le dita avvolte sul collo della vittima, e continuò: -Come hai potuto farmi questo, zio? Io mi fidavo di te!-.
-Era..er...una....cos..sa....importante...per..m..me- farfugliò lui cercando invano di far entrare aria nei polmoni.
-Una cosa importante per te?- gridò il ragazzo -Hai la minima idea di ciò che ho dovuto subire? Hai idea di quello che mi hanno fatto in quel posto?!-.
-T...ti...per...go...-.
-È finita, Tom- lo interruppe -Non potrò mai perdonarti tutto questo-.
L'uomo stava per dire qualcosa, ma non fece in tempo; le mani di Jack afferrarono con forza disumana il suo mento, spingendo indietro la sua testa fino a spezzargli l'osso del collo.
Il demone lasciò cadere il suo corpo a terra senza alcuna pena, e si voltò indietro verso i cadaveri dei suoi genitori. L'odore del sangue iniziava a fargli venire il voltastomaco, e desiderava solo uscire da quella casa al più presto.
Una lacrima solitaria solcò la sua guancia quando si calò sul corpo di sua madre per abbracciarla un ultima volta; la sua pelle era fredda, fredda come non l'aveva mai sentita. Il ragazzo appoggiò con estrema delicatezza le dita sulle sue palpebre per calarle. Ora i suoi occhi erano chiusi, e non si sarebbero aperti mai più.
-Scusami, mamma- disse con voce tremante.
Si avvicinò anche al cadavere di suo padre, e chiuse anche i suoi occhi. Lo abbracciò teneramente, appoggiando la testa sul suo petto immobile, e lasciò che altre lacrime scivolassero giù dai suoi occhi.
Quando uscì finalmente da quell'inferno che era stata un tempo la sua casa, affogò i polmoni d'aria fresca. La sua vita era distrutta.
Aveva perso tutto ciò che aveva, ed ora il suo unico bene era Adrian.
Quel bambino era tutto il suo mondo; una gemma preziosa nelle mani di una bestia, che però avrebbe saputo tenerla con cura.
......
Toc. Toc. Toc.
Jack bussò sul vetro della finestra aperta, per avvertire il piccolo amico del suo arrivo, poi saltò sul cornicione.
-Jack!- esclamò Adrian allargando un enorme sorriso di gioia.
-Ehi, eroe-.
-Com'è andata?-.
Il ragazzo non rispose, ma avvolse il bambino tra le sue braccia.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top