Twin Tear / Come una farfalla
Autore: HarmonyChaos
Titolo: Twin Tear
Genere: Fantascienza
ESTRATTO 1:
Il Generale Zikov e Liaen si trovano esattamente davanti ad uno dei moli. E' pomeriggio inoltrato e il sole che cala, riflette su di loro e su tutto ciò che li circonda un bellissimo e caldo colore rosato. Anzi no, non si può semplicemente definire rosa, quel colore è diverso, lo stesso di una rosa non ancora fiorita. E' il colore delle guance dei bambini, dei cuori delle persone buone, del sole che si specchia nelle acque del porto di Scorpio, dei capelli di Liaen, la mia Liaen, mentre li sposta da davanti al viso, mentre parla con l'uomo che la divide dalla sua normalità, che le toglierà l'ingenuità, che la farà a pezzi lentamente, nascondendo la sua crudeltà dietro a un viso di porcellana e capelli di seta nera. Lo vedo come la guarda; il suo sguardo è quello del leone davanti alla gazzella ma anche quello di un uomo naufragato in mare mentre scorge in lontananza un'isola deserta. Quello sguardo non promette solo oscurità, ma promette luce e tenebre insieme, è uno sguardo che parla, che prega di tirarlo fuori dal mare dei ricordi infelici, che chiede un po' di tranquillità e speranza come il verde che si sposa nel verde; gli occhi di Liaen negli occhi di Konstantine, la luce nell'oscurità, il bene nel male, il sole che tramonta sul porto di Scorpio per lasciare spazio ad una bellissima notte stellata.
Autore: MagTheArtist
Titolo: Come una farfalla
Genere: Storia d'amore
ESTRATTO 1:
Per un secondo, tutto si fermò. Il rumore della pioggia, il vento sferzante, le sue mani su di lei, le lacrime appena partorite dalla paura. E il tempo si riavvolse: il forno, la stazione, casa di Becca, la sua stanza, l'appartamento di Ren. Se lei non fosse fuggita dai suoi sentimenti, forse non si sarebbe ritrovata in quella situazione. Se fosse stata meno codarda, non avrebbe mai permesso che lui le trovasse.
In quella terribile notte in cui il cielo turgido piangeva lacrime amare, nessuno passò di lì, nessuno seppe salvarla dal buio delle tenebre. Era sola, indifesa, vittima della furia di un uomo che di umano aveva perso ogni cosa.
"Colpiscilo!" gridò la sua coscienza.
"Non ho le forze..." rispose lei.
Il tempo riprese a scorrere: la pioggia ricadde violenta, il freddo gelava le ossa e le sue dita avevano abbassato la zip dei jeans. Melany voltò il capo, come ultimo tentativo di ricercare aiuto, e un luccichio arrivò in suo soccorso: una bottiglia di birra vuota giaceva a un palmo dalla sua mano. Non ci pensò due volte, subito la prese e la ruppe con forza sulla testa di Alex, il quale, dopo aver lanciato un urlo di dolore, si accasciò a terra, accanto a lei. Con le ultime forze rimaste in corpo, si alzò barcollante e corse via, via dal mostro, lontano da quell'incubo.
"Aiuto... aiutatemi" tentava di pronunciare ma non riuscì a emettere alcun suono. Correva sotto la pioggia insistente, senza preoccuparsi di dove stesse andando. Era fradicia, bagnata dalla testa ai piedi e per quello nessuno notò il suo volto rigato dalle lacrime e stravolto dallo sgomento. Continuò a correre, più veloce che poté, finché non andò a sbattere. Di fronte a lei una felpa rossa e un giubbotto da militare.
«Melany?» sussurrò una voce maschile.
«Lasciami! Lasciami andare!!»gridò lei, dimenandosi dalla presa sulle sue spalle. Nessuno dovevaavvicinarsi. Nessuno doveva mai più toccarla! Alzò lo sguardo sul nuovoassalitore e subito i suoi occhi si riempirono del riflesso della luna, «Ren...»mormorò esausta
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