c a p i t o l o 33

Passa mezzanotte ed un'ombra cala in picchiata su di me. Non serve a nulla perdere tempo perché sto piangendo come un cucciolo di snaso. Questo giorno fa schifo, guardo Robert dormire al mio fianco e lentamente mi sollevo vestendomi in silenzio per non svegliarlo.
Mi asciugo il naso colante con la manica, strizzo gli occhi in un momento davvero drammatico per questa storiella.
Ansante da quanto sto piangendo esco dall'ufficio, vorrei prendere la mia bacchetta ma l'ho lasciata in quel campo e non risponde più ai miei comandi. Non riesco più a fare una magia, non riesco a far tremare i muri dalla tristezza. Vado nelle mie stanze camminando a tentoni per via delle lacrime che mi offuscano la vista, e prendo l'unica scopa che mi sono tenuta per ricordo che non merito nemmeno far parte della mia squadra.
La prendo ed apro la finestra volando fuori, l'aria fredda quasi congela le mie lacrime.
Volo in alto passando davanti all'ufficio della preside e difatti atterro sul tetto sedendomici sopra. Sono sul punto più alto di Hogwarts, guardo giù e la tentazione di lasciarmi cadere arriva.
Invece come una schifosa Tassorosso mi abbandono alle lacrime, incrocio le mani sugli occhi piangendo in continuazione, il vento sbatte contro la mia schiena quasi volesse darmi una spinta.
Piango a dirotto istericamente, non riesco a fermarmi.
-Ancora qui Alicia?
Tiro su col naso per paura di non aver capito bene, questa voce non la conosco affatto. Mi volto e vedo in piedi di fianco a me un uomo anziano con barba e capelli lunghi e bianchi. Ha una veste da mago con ricamate delle lune sopra, degli occhiali a mezzaluna sul volto lo rendono quasi simpatico. Ho già capito, e amo far parte del mondo della magia.
-Io non sono Harry Potter, non faccio parte della sua battaglia.
È la prima volta che mi capita ma la tristezza rovina la voglia di urlare. Il vecchio sospira guardando l'orizzonte e per magia tutte le luci della scuola si accendono, come per dargli un ben tornato.
-Non serve essere Harry Potter per combattere.
Tutti gli anni, in questo esatto giorno, mi siedo sul tetto più alto di Hogwarts e piango fino a bagnarmi pure le mutande.
-E per vivere bene essere famosi è il primo dei nemici.
Continua.
-Non saprò mai chi ha ucciso mia madre quindi vivrei comunque da schifo.
Io non so come fa a sapere tutto anche quando è morto, ma io mi fido di lui e avrei sempre voluto studiare con il più grande preside che Hogwarts abbia mai visto.
-Tempo fa ebbi un ragazzino magro, timido e Corvonero. Era un vanto della casata, eppure aveva qualcosa di strano poiché non ho mai sentito il suo nome, nemmeno alla cerimonia, ma stranamente non mi sono mai fatto domande su quel ragazzo. Capisco di essere stato soggiogato da qualcosa che all'epoca era sconosciuto. Ora più che mai il mondo magico sta tornando alle origini volendo eliminare la razza del tuo caro professore, ed io avrei dovuto capirlo.
Cosa c'entra Robert con mia madre? In questi casi è meglio essere stupidi e capire le cose dopo.
-Una razza?
Il vecchio mago annuisce saggio pure nella morte, ma nessuno se ne va per sempre.
-Una specie di esseri magici più evoluti ed aggressivi poiché la gente li teme e loro, purtroppo, devono difendersi. Sono innocui...se solo la gente d'oggi lo capisse...
Quindi Robert è una persona, soltanto con abilità più accentuate. Lo sapevo che non era un mostro, non vedo l'ora di dirglielo e stringermi a lui per dimenticare questo giorno del cazzo.
-Aspetti, cosa c'entra lui con mia madre?
Silente china il capo custode di segreti, addirittura miei.
-Javey Ravel è stata uccisa da qualcosa di inspiegabile, inesistente, ma aggressivo come poche cose al mondo. I testimoni dicono di aver visto soltanto una luce blu esplodere in casa vostra mentre eri appena partita per il primo anno.
Ed io ovviamente non ho mai saputo che c'erano stati dei testimoni. Vorrei urlare sul serio, vorrei buttarmi, ma un'ultima domanda mi tiene ancorata qui.
-Perché me lo dice oggi, perché Albus Silente se non l'ho mai conosciuto?!
Giro il volto per fulminarlo ma davanti a me c'è soltanto il manico di scopa che avevo appoggiato. Tiro un pugno al tetto e maledico il preside afferrando la scopa e spezzandola per la furia. Perché ora, dopo che mi sono fatta toccare da lui, devo pentirmene per forza?! Mi tiro i capelli e ricomincio a piangere a dirotto: fa male il doppio ora.
-Alicia finalmente ti ho trovata!
Alzo lo sguardo vedendo Robert in piedi sopra l'aria come se stesse sopra un ponte invisibile, che farei sparire subito. Non è più nudo, peccato, perché potevo colpirlo meglio.
-Come mai sei qui?
Chiede preoccupato camminandomi incontro, allunga una mano per farmi alzare, ma l'unica cosa che riesco a fare e ringhiare e saltargli addosso afferrandolo per il collo. Non ho la scopa, lui rischia di cadere con me attaccata, e se osa trasformarsi o diventare tutto un fulmine giuro che lo ucciderò anche quando dalla pelle mi si vedranno le ossa.



*lo so che vi sono mancata, questa storia la aggiorno quando mi gira insomma. Gioite pure. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.

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