Capitolo 52

LIZ
Apro gli occhi, ancora un po' insonnolita. Che ore saranno? Mi strofino le palpebre e mi metto seduta con molto sforzo.

Le coperte scivolano dal mio busto, rivelando il mio corpo completamente nudo. I ricordi della notte scorsa tornano subito a galla. 

- Ti sei svegliata, finalmente. - Jax esce dal bagno, sistemandosi l'unico indumento che ha addosso: i boxer. - Ho appena finito di darci dentro. - mi fa l'occhiolino, appagato. Capisco subito a cosa allude, e rimango ad osservarlo, scettica.

- Perché quello sguardo? - domanda, facendo qualche passo verso di me. 

- Perché ti conosco, e so che, quando hai un orgasmo, urli come un forsennato, quindi so che stai scherzando, altrimenti mi sarei svegliata già da prima. - stavolta sono io a fargli l'occhiolino, soddisfatta per la sua espressione corrucciata. 

- Futura detective, eh? Da che pulpito, poi. Ti senti quando stai per avere un orgasmo? Perché quella che urla come una banshee, sei tu. - Jason inizia a scimmiottare la mia voce e a fare degli strani versi. Prendo un cuscino e glielo lancio, mirando alla testa; lui prontamente lo schiva.

- Come hai dormito? - mi chiede, salendo sul letto e sovrastandomi con la sua massa. Punta subito lo sguardo sui miei seni; le mie guance si colorano immediatamente. Perché, ogni volta che mi vede nuda, mi imbarazzo così tanto? Insomma, con lui ho vissuto le mie prime esperienze, mi ha toccata come nessuno aveva mai fatto prima e mi ha fatta innamorare di lui.

- Non ti imbarazzare. - sussurra, leggendomi nel pensiero. - Te l'ho detto che, quando arrossisci, mi fai eccitare. - si avvicina e mi bacia il collo, pizzicandomi con il leggero velo di barba che ha sul mento. 

- Non ti pare che ieri l'abbiamo fatto già parecchie volte? - gli sorrido, smorzando il suo entusiasmo. A volte, è davvero insaziabile.

- E va bene. Per oggi passiamo. - si alza dal letto, infilandosi dei jeans blu scuro. - Allora, ieri ti è piaciuto? -

- Mi piace sempre stare con te, lo sai. -

- Non mi riferivo a quello. - mi sorride, malizioso.

- Anche quello mi è piaciuto molto. - affermo, lasciando vagare i ricordi.

- Comunque, ti conviene sistemarti i capelli. Sembri una pazzoide. -

- Davvero? - scosto subito le coperte, dirigendomi verso lo specchio appeso in camera. Sono un completo disastro: ieri non mi sono struccata, quindi il trucco è colato sugli occhi, i capelli sono diventati un nido per uccelli, ho una marea di succhiotti sul corpo e la pelle è arrossata. Okay, adesso sono pronta per la sfilata dei barboni.

- Come fai ad essere innamorato di me? Faccio schifo. - gli faccio notare.

- Tu non fai schifo. Sei la ragazza più bella del mondo, chiaro? - prende il mio viso tra le mani e mi bacia, pungendomi ancora una volta con la peluria che gli circonda il mento.

- Grazie, Jax. Comunque, ti conviene farti la barba. - gli consiglio.

- Perché? Non ti piaccio con la barba? -

- Sì, sei sempre bellissimo, ma pizzichi troppo. - mi allontano e indosso il reggiseno e gli slip piegati con cura sul letto. Poi metto il vestito di ieri sera; Jason deve averli creati con la macchina crea-vestiti, mentre stavo dormendo. Improvvisamente, una domanda balena nella mia testa. Volevo fargliela già da un po', ma con tutti gli avvenimenti che sono successi, me ne sono completamente dimenticata. Ora non andiamo di fretta, e siamo diventati molto più uniti, quindi non c'è più quell'imbarazzo che ci opprimeva. Questo è proprio il momento giusto. 

- Jason? - lo chiamo, non riuscendo più a controllare la mia curiosità.

- Sì? - risponde, infilandosi una maglietta.

- Posso farti una domanda? -

- Mi vuoi chiedere se preferisco missionario o pecorina? Non so scegliere, amo entrambe le posizioni. -

- No. - rido sotto i baffi. - Non sei costretto a rispondere, solo se ti va. Io ti ho raccontato della mia famiglia, - vedo l'espressione serena del ragazzo mutare e cambiare radicalmente. Deve aver intuito quello che gli sto per chiedere. - Ma tu perché non mi racconti della tua? - so di essere invadente, ma è un dubbio che mi assale da troppo tempo. Voglio solo sapere della sua famiglia, lui non me ne ha mai parlato e vorrei che ci fosse completa sincerità tra di noi. Jason abbassa lo sguardo, come se non riuscisse a sostenere il peso di quel ricordo, e i suoi occhi lasciano intravedere una profonda tristezza e tanti rimorsi. Ma cosa sarà successo? Quanto odio non sapere le cose.

- Non è niente, Liz. Comunque, prima è passata Kelly, e mi ha detto che ci vuole parlare. Tu comincia ad andare. - borbotta, cercando di cambiare argomento e di evitare il mio sguardo. Sono davvero stata capace di togliergli il buonumore con una semplice domanda.

- Ma... - tento di dire.

- Vai, Liz. - sbotta, in tono brusco. Esco dalla stanza in fretta e furia, amareggiata dal tono che ha usato con me.


Sono quasi arrivata in camera mia, anche se non mi accorgo neanche dei passi che faccio per camminare. Sono stata troppo invadente, dannata curiosità. Spero solo che questo non comporti delle conseguenze nel nostro rapporto. Spero solo che Jason non ritorni il ragazzo freddo e distaccato che era prima. Non potrei sopportare di perderlo per una stupida domanda.

La porta della mia stanza si apre, proprio quando stavo per bussare, e ne esce Scott a petto nudo e con un sorriso a trentadue denti stampato sul viso. Sul petto ci sono dei segni rossi, sembra... rossetto. Scott si infila la maglietta e intravedo segni di rossetto anche sul viso, sul collo e sulle braccia. Presumo che anche loro abbiano avuto una nottata alquanto... piena. Quando mi vede, rimane sorpreso, e le parole gli muoiono in gola per l'imbarazzo.

- Oh, Liz, ciao... ehm... noi.... Ella... - balbetta cose senza senso di cui non capisco il significato.

- Ti prego, Scott, dimmi che l'avete fatto sul letto di Ella, e non sul mio. - lo fermo, cercando di superare anch'io l'imbarazzo.

- Certo che sì. Comunque, Ella è sveglia, se ti interessa. - mi sorride, portando una mano dietro la nuca e muovendo freneticamente un piede.

- Lo avevo capito da sola. - faccio un mezzo sorriso, bagnandomi il pollice con la saliva e togliendogli un segno sulla guancia.

- Oh, questi... non sono niente... ehm... be'.... - ricomincia a balbettare, e diventa rosso come un pomodoro. Cavolo, allora è questo il colore che assumono le mie guance, quando Jason mi fa un complimento o quando mi vede nuda? Non è molto rassicurante.

- Sta' tranquillo, a me basta solo che siate entrambi felici. Ve lo meritate - sussurro, accarezzandogli una guancia, spinta dal mio sentimento d'amicizia verso di lui ed Ella. Se lo meritano davvero, sono perfetti l'uno per l'altra.

- Grazie, Liz. - afferma, salutandomi con il capo e correndo verso i bagni. 


- Oh, Liz, mi dispiace. - Ella, con addosso solo la felpa nera di Scott, mi consola. Dovevo sfogarmi con qualcuno, ne avevo bisogno ed Ella è la persona giusta. La felpa le va abbastanza grande, infatti le arriva fino alle ginocchia, mentre le maniche coprono i suoi palmi. 

- Non restarci male. Lui ti ama, non l'ho mai visto comportarsi in quel modo con nessuna ragazza, e non devi restarne delusa. Non ha mai raccontato a nessuno cos'è successo alla sua famiglia. Lui era già nel rifugio, quando io e Rich siamo arrivati. È stato il primo ad essere trovato da Jack e Helena. - mi racconta Ella.

- Be', questo mi rassicura un po'. - dico. Non l'ha raccontato né a Ella né a Richard, che sono i suoi fratelli. Non si è mai sfogato con nessuno, quindi è qualcosa di grave. Comincio a credere che sia successo qualcosa di davvero spaventoso nel suo passato, qualcosa di orribile che non vuole ricordare per nulla al monto.

- C'è una riunione, oggi? - chiedo, cambiando argomento.

- Sì, Kelly ci ha chiesto di andare in laboratorio fra qualche minuto. Ti stavo aspettando per andare. - mi informa, togliendosi la felpa di Scott e mettendo i suoi vestiti.

- Bene, andiamo. -


Io ed Ella, vestita con dei jeans e una felpa rossa, arriviamo nel laboratorio. Jason e Jack sono già lì. Conversano amabilmente, Jason fa alcune battute, e Jack ride, riempiendo le mura del rifugio con la sua grassa risata. Non mi ero mai accorta di questo rapporto che c'è tra i due. Jason dev'essere molto legato a lui, lo conosce da quando era un bambino.

Jack è come un padre per tutti noi. Lui ci ha salvati tutti, non ha mai avuto ripensamenti e non ha mai permesso che qualcuno di noi finisse in mezzo ad una strada. Ci ha accolti al rifugio, ci ha visti crescere, fisicamente e psicologicamente, e ci ha insegnato tanti valori importanti. È un uomo da ammirare. Ogni giorno, anche senza volerlo, rispetta il giuramento che ha fatto a Jenny, la sua fidanzata, trattandoci come suoi figli. Jason lo considera davvero un padre, riesco a percepirlo dal modo in cui lo guarda, così come Ella, Rich e tutti gli altri. 

Arrivano tutti in poco tempo; Scott si è lavato e ha tolto i segni lasciati da Ella.

- Bene, ora che ci siamo tutti, vi posso illustrare il mio piano. - esordisce Kelly, alzandosi dalla sedia su cui era seduta.

- Per cosa? - chiede Richard, stretto a Leonard. Stanno diventando molto amici, Richard ha dormito da Leonard ieri notte, per fargli compagnia. Si guardano entrambi in modo strano, osservando a lungo i lineamenti del viso e il corpo dell'altro. Cercano di non incrociare gli sguardi, ma non ci riescono e restano legati attraverso i loro occhi, ridendo sotto i baffi. È tutto così adorabile. Credo proprio che Jason abbia ragione, si piacciono.

- Per trovare il totem della musica. -

- Cosa? - la mia attenzione viene subito attirata dalla voce di Kelly.

- E come? - si intromette Jax.

- Lasciatemi spiegare. - ci rimprovera Kelly. - Sappiamo che ogni totem dà poteri al portatore attingendo ai frammenti dell'elemento rappresentato, quindi il totem della musica dà il potere di... -

- Cantare? - Jax interrompe Kelly.

- No, idiota, smettila di interrompermi. Dicevo, io credo che il totem della musica dia il potere di lanciare onde sonore. -

- E perché ne sei così sicura? - domanda Gwen.

- Perché ogni cosa che ha a che fare con la musica produce onde sonore. Gli strumenti, il canto, i rumori e tanto altro. Il totem della musica attinge ai suoni esistenti in natura, che vengono canalizzati in onde sonore. Perciò, ho creato questo programma. - Kelly apre un'applicazione sul suo computer e appare una mappa di Londra con una legenda in alto a destra e con un puntino rosa. A fianco di quest'ultimo, c'è scritto "onde sonore".

- Ma se hai detto che qualsiasi strumento o suono produce onde sonore, allora appariranno mille posizioni sulla mappa. - ragiona Scott.

- No, perché il programma rileva onde sonore anomale. Per esempio, onde sonore cariche di magia, come quelle prodotte dal totem. Non sono onde sonore normali, sono molto più forti e potenti. L'ho letto nel libro dei totem che ci ha portato Jack dall'America. - spiega Kelly, indicando il grosso volume sul tavolo.

- Strabiliante. Complimenti, Kelly. - Jack si congratula con la ragazza, posandole le mani sulle spalle.

- Ma non potevi semplicemente usare il programma per la ricerca dei totem. - interviene Helena.

- No, quel programma era troppo obsoleto e debole nella ricerca di oggetti magici. Ci ha messo tanto solo per trovare il totem dell'acqua e del fuoco, e poi non ne vale la pena, visto che manca solo un totem. - spiega. Il suo ragionamento ha perfettamente senso. A volte, mi stupisco di quanto Kelly sia intelligente. È davvero una valida alleata.

- Lo troveremo e, se avremo fortuna, potrebbe già essere con un portatore. - Kelly fa un mezzo sorriso, con un'espressione soddisfatta e convinta sul viso.

Instagram: viepsilon

Spazio Autore:
Salveeee😘😘😘😘😘
Che ne pensate del piano di Kelly?

Liz e Jason risolveranno i propri conflitti?

Ci vediamo venerdì con il prossimo capitolo, e in bocca al lupo a chi comincerà la scuola questa settimana💪💪💪😘😘😘

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