Capitolo 46

ARIEL
- Pronta? Tre... due... uno... - Liz protende le braccia, pronte all'uso. Mi preparo anch'io allo scontro: metto una mano sul totem dell'acqua, che si illumina di azzurro, e mi sento carica di energia.

Percepisco la forza del mare fluire dentro di me, il legame che si forma con ogni singolo atomo di idrogeno sulla Terra, il potere dell'oceano amalgamarsi in ogni mia singola vena. Metto le mani in avanti e lascio uscire due potenti getti d'acqua, che si dirigono dritti verso la ragazza ad alta velocità. Liz riesce a difendersi usando una cupola d'aria, poi tenta di colpirmi con delle raffiche di vento.

So cosa fare: mi concentro, chiudendo gli occhi e attingendo ancora una volta al potere dei fiumi e dei mari, e in un attimo mi trasformo. Il mio corpo si riveste d'acqua, rendendomi così a tutti gli effetti una creatura costituita da quel liquido così importante per la vita. Conservo ancora le mie forme e lo stesso colore dei miei occhi, ma ora non ne ho bisogno. Mi affloscio sul pavimento della palestra, diventando una pozzanghera, e schivo il colpo di Liz. Poi mi muovo furtivamente, strisciando.

Lei non mi vede, non sono facile da individuare in questa forma. Le arrivo alle spalle, ritorno umana e alzo una potente onda, che la investe e la mette al tappeto. 

- Stai bene? - mi avvicino, preoccupata.

Mi sono fatta trasportare dall'euforia dello scontro, ma adoro avere questo ciondolo. Indossarlo è una sensazione strana: mi sento forte, sicura di me, piena di energia e di poteri. Sono connessa ad ogni singola parte dell'elemento rappresentato dal mio totem. È grazie a tutti questi frammenti che i portatori riescono ad usare i propri poteri, come mi ha spiegato Liz. Io, per esempio, attingo all'idrosfera della Terra per usare le mie abilità; Liz invece attinge alla forza di tutti i venti, le correnti d'aria, i cicloni e l'atmosfera. Bisogna saper controllarli, in modo da poterne usufruire al meglio, e non lasciarsi sopraffare. Per fortuna, Liz mi ha insegnato a concentrarmi e ad usare i miei poteri senza sforzo. In poco tempo sono riuscita a padroneggiare il totem dell'acqua, ed è tutto merito suo.

- Sì, tranquilla. - Liz sputa un po' d'acqua che le era finita in gola. - Complimenti, sei stata eccezionale. -

- Be', è ovvio, visto che ho una bravissima insegnante. - le sorrido, notando il suo viso riempirsi di gioia. So bene quanto sia stato difficile per lei imparare ad accettare il totem, dopo quello che le è successo. Ma ora deve esserne felice, perché è riuscita a controllarlo e a tramandare i suoi insegnamenti anche a me. 

Richard ci applaude. Oltre a Liz, lui è quello con cui ho legato di più nel poco tempo che sono qui. È un grande amico, mi ci trovo molto bene. Lui non mi guarda come tutti gli altri, non mi giudica, non mi considera quello che molte persone mi consideravano. Mi accetta per quello che sono, concentrandosi solo sugli aspetti del mio carattere. 

- Vado ad asciugarmi. - Liz esce dalla stanza, i capelli castani completamente zuppi, così come i vestiti. Anche la palestra è bagnata, ma è tutto facilmente risolvibile.

- Ho un certo languorino. Che ne dici se andiamo a fare colazione? - propone Rich.

- Certo. Tu comincia ad andare. Io voglio asciugare un po' la palestra, o Helena mi ucciderà alla sola vista di questo posto completamente bagnato. - il mio amico si avvia, mentre resto a pulire la stanza.


Dopo poco tempo, esco anch'io dalla palestra e vado verso la sala grande. Mi guardo intorno, osservando il rifugio. Non riesco a credere di abitare qui, un'immensa villa rivestita di legno lucido e parquet. È decisamente meglio del minuscolo appartamento in cui vivevo. Al solo ricordo di Mr. Gain, la paura prende vita nel mio corpo. Mi sta cercando, ne sono sicura. Ma non mi porterà via da qui. Non sarò ancora una volta il suo giocattolo.

Ancora ricordo quegli uomini orribili che allungavano le mani e che lanciavano pesanti insulti contro di me. A Mr. Gain non importava della nostra incolumità, voleva soltanto i soldi di quei maiali. Ho sempre odiato quelle persone, ma era l'unico posto in cui potevo permettermi di lavorare e avere un posto caldo dove dormire. Almeno, lì potevo ballare, dando sfogo alla mia arte.

Ora, sono davvero felice di essere qui. Voglio essere d'aiuto a tutti questi ragazzi. Loro mi hanno salvato la vita, si stanno impegnando tutti per rendermi felice, e lo apprezzo molto. Esattamente come Richard, loro non mi giudicano per quello che ero, ma per quello che sono. Mi sto facendo degli amici finalmente, dato che allo strip club nessuna ragazza ci teneva a frequentarmi. Per loro era una competizione, e io ero l'avversaria più forte.

Sento dei passi provenire dietro di me, quindi mi distraggo dai miei pensieri e dai miei ricordi. Mi giro e vedo Kelly, accompagnata come sempre dal suo fidato V-23.

- Oh, buongiorno a tutti e due. - saluto, con un sorriso.

- Levati di mezzo. - Kelly corre verso di me spedita, scostandomi, e per poco non mi fa cadere.

Scusaci tanto, Ariel, ma andiamo un po' di fretta. Buongiorno anche a te. - mi saluta V-23, con tono gentile. Ma cosa sta succedendo?

Salgo le scale e percorro il corridoio, raggiungendo Rich, Ella e Scott davanti l'infermeria.

- Cosa succede? - domando, incuriosita.

- Il ragazzo sta male. - mi risponde Ella. Ora che ci faccio caso, nell'infermeria c'è un ragazzo. Riesco a vederlo attraverso le porte aperte della stanza. È incosciente, i capelli sono di colore nero corvino ed è senza la maglietta. Intorno al suo busto, c'è solo una grossa fasciatura. Noto che al collo porta un ciondolo color smeraldo a forma di rombo e una catena marroncina che funge da filo.

- Ma quello non è un totem? -

- Già, è il totem della terra. Io e Liz abbiamo salvato questo ragazzo, mentre Rich e Jax venivano al tuo strip club. Lui è il portatore del totem della terra e sta molto male. La figlia di Gabriel, Gemma, l'ha ferito gravemente con i suoi poteri, mandandolo in coma. Gwen l'ha curato, ma non si è ancora ripreso. - mi informa Ella.

- È in coma da più di una settimana?! -

- Esatto. - il tono di Ella è seriamente preoccupato. Ho imparato a conoscerla in questo periodo, ed è proprio come Liz me l'ha descritta nel nostro primo incontro. È una persona davvero amorevole e forte, che tiene tantissimo alle persone che ama. Condividiamo anche la passione per la danza, anche se lei ama la danza classica, mentre la mia è più un qualcosa di unico e poco descrivibile.

Noto che sul monitor dove sono segnalati i parametri vitali del ragazzo non c'è battito; il cuore è fermo.

- Possono salvarlo? - chiedo, sempre rivolta alla ragazza dai capelli bianchi.

- Speriamo di sì. Gwen sta facendo il possibile. -

- V-23, analizza. - ordina Kelly. V-23 si posiziona sul ragazzo. Dai suoi propulsori partono dei raggi luminosi che percorrono il corpo del portatore.

Suggerisco una bella scarica elettrica. - il robot  si fa indietro.

- Non dire altro. - Gwen prende il defibrillatore vicino la finestra e posiziona i due elettrodi sul petto del ragazzo.

- Uno... due... tre, libera! - una scossa elettrica percorre il corpo dello sconosciuto, che inarca la schiena involontariamente. Del battito ancora nessuna traccia.

- Libera. - seconda scossa. Ancora niente.

- Andiamo, andiamo. Libera. - terza scossa. Niente. Gwen comincia a sudare freddo, è in tensione.

- Perché non provi a usare i tuoi poteri? - suggerisce Kelly, gli occhi carichi di una nuova speranza.

- Come? - Gwen è confusa e non sa cosa fare.

- Mantieni la calma. Prova a imprimere di energia curativa il defibrillatore. Lo sai fare con i punti, lo puoi fare anche con questo. Potrebbe funzionare. -

- Ma non l'ho mai fatto. -

- Provaci. - Kelly cerca in tutti i modi di convincere l'amica.

Secondo la mia analisi, dovrebbe funzionare. - V-23 dà man forte alla sua creatrice. Gwen agisce: le sue mani si ricoprono di una strana energia verde. Non appena il medico tocca il defibrillatore, l'energia si trasferisce nella macchina, potenziandola.

- Forza. - sussurro, dando voce ai miei pensieri.

- Libera! - esclama Gwen e, con un ultima scossa, il cuore del ragazzo ritorna a battere regolarmente.

Tutti esultiamo ed esaliamo un sospiro di sollievo. Sono stati tutti e tre bravissimi.


Addento con gusto le fette di bacon che ho preparato, gustandomele assieme ad una spremuta d'arancia. Dopo le emozioni di questa mattina, una bella colazione serve a tutti. Sto parlando con Richard; Ella e Scott stanno conversando amabilmente, da perfetti fidanzati. Finito il bacon, accendo una sigaretta e aspiro.

- Ti piace proprio fumare, eh? - dice il mio amico.

- Sì, anche se prima fumavo molto di più. Quando lavoravo al club, ne fumavo quattro al giorno. Era un antistress. Ora ho diminuito un po', so che non fa bene. Adesso è solo un piccolo vizio, non più un bisogno in cui annegare i dispiaceri dopo i commenti e i gesti di alcuni clienti. - mi giro e vedo Ella imboccare Scott. I due sorridono, si vede che si amano tanto. Qualcuno afferra la mia mano, stringendola. È Rich, che mi osserva con quei suoi bellissimi occhi verdi. Riesco a vedere un barlume di luce dorata che viaggia attraverso le sue vene, come se fosse sangue, trasferendosi nella mia mano al singolo contatto con la sua. Mi sento incredibilmente bene, al sicuro, rilassata, mentre il riverbero si diffonde in tutto il mio braccio, irradiandomi di calore. È come se tutti gli spettri del mio passato fossero stati scacciati in un batter d'occhio.

- Come hai fatto? -

- Ti ho dato un pizzico della mia luce. Ne avevi bisogno, proprio perché è la luce a scacciare le ombre. Anche quando la vita sarà più oscura di quanto pensi, e crederai di non riuscire ad uscirne, ci sarà sempre quel barlume che ti farà rivedere la luce. Ma ricorda, tu ora sei libera. Non devi più pensare ai tuoi spettri. - 

- Grazie, Rich. - gli accarezzo il viso, dandogli un piccolo bacio sulla guancia.

- Di nulla. - Richard guarda Ella e Scott, lo sguardo perso nel vuoto.

- Va tutto bene? - gli chiedo, destandolo dai suoi pensieri.

- Sì. - risponde, assente. Pare che sia un po' malinconico.

- Tu non hai nessuna persona speciale a cui dare il tuo cibo? - scherzo, facendolo ridacchiare.

- No, non ho nessun ragazzo. - confessa, con una punta di tristezza. Non resto sbalordita dal suo coming out. Ho grande rispetto per le persone omosessuali, e non credo che sia l'orientamento sessuale a decidere che persona sarai. Richard è sempre la stessa persona, niente potrà cambiare il bene che gli voglio. 

- Be', questo non significa che non lo troverai mai. Il vero amore arriva sempre prima o poi, per chiunque. L'amore è uno dei sentimenti più belli che ci sia in questo mondo. È quello che ci regala più emozioni, più ricordi, più felicità di qualunque altro, insieme all'amicizia. Sono i due sentimenti di cui nessuno non può farne a meno, perché sono i più importanti. Ora, tocca a me darti la mano. - stringo le sue dita nelle mie. - Non ho luce da donarti, ma posso consigliarti di aspettare. Tutti hanno il diritto di conoscere l'amore, e tu non sei da meno. - lui mi guarda e mi sorride, ringraziandomi con affetto. Gwen scende le scale, correndo come una pazza. Scivola e vola fino al pavimento, ma Jack riesce ad afferrarla in tempo.

- Chiamate Liz e tutti gli altri. - dice, con l'affanno. - Lui si è svegliato. Il ragazzo si è svegliato. -

Instagram: viepsilon

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