Capitolo 17

LIZ
- Ma guarda un po' chi c'è. - Jason è proprio davanti a me, seduto sul grande tavolo. Fra le mani, ha un piatto ripieno di pollo allo spiedo e patate al forno.
Delizioso.

- Hai fame? - mi chiede.

- Si vede così tanto? - sussurro, imbarazzata.

- Abbastanza. Dai, vieni, prendi il mio piatto. -

- È tuo. Non posso prenderlo. -

- Prendilo, ne vado a fare un altro con la macchina crea-cibo. - dichiara. Appoggia il piatto sul tavolo, lo fa scivolare verso di me e va verso il laboratorio di Kelly. Le macchine crea-cibo e crea-vestiti sono davvero fantastiche; Kelly è davvero brava e spaventosamente intelligente.

Jason è stato molto gentile, non me l'aspettavo.

Mi scaravento sul pollo, gustandomelo. È davvero squisito. È sempre stato uno dei miei piatti preferiti. Ricordo ancora quanto mi rendeva felice papà quando faceva tardi al lavoro e lo comprava a me e la mamma per renderci felici e farsi perdonare. Mi manca cosi tanto. Mi chiedo se sia felice o deluso di me, di quello che sto facendo. Vorrei tanto farmi consigliare da lui. Mentre mamma era sempre lì ad ascoltarmi e ad infondermi coraggio, lui era sempre pronto a darmi consigli e ad esserci sempre per me e per lei. Vorrei parlare un'ultima volta con loro, visto che mi sono stati strappati via troppo presto.

Jason ritorna con un altro piatto, questa volta con una fetta di carne arrostita, e mi distrae dai miei pensieri.

- Povero pollo, vacci piano con lui. - mi scappa una risatina. Mi copro con la mano, evitando che i pezzetti di carne cadano sul tavolo, e mi pulisco col tovagliolo.

- Che ne pensi di Scott? - gli chiedo.

- Per me dovrebbe andarsene, non è neanche un exodus. Conoscendo Jack, però, sono sicuro che lo farà restare qui. Quindi, dobbiamo abituarci ad avere un nuovo ragazzo. - lo guardo un po' stupita.

- Non guardarmi così. Sono fatto così, io. Non sono adatto ai rapporti umani. - decido di non fargli altre domande.

Non parliamo più, mangiamo e basta. Lo osservo molto e mi sembra pensieroso, come se stesse pensando totalmente ad altre cose. Poi alza lo sguardo, puntandomi i suoi rubini, e dice una cosa che non mi sarei mai aspettata di sentire:

- Ti va di uscire con me? - lo guardo incredula. L'ha davvero detto? Ha parlato così velocemente che credo di aver capito una cosa per un'altra.

- Cosa? - gli chiedo, per essere sicura.

- Vuoi uscire con me? - questa volta scandisce bene ogni singola parola. Mi ha chiesto di uscire. Dovrei accettare?

Ricordo quello che mi hanno detto Gwen, Ella e Richard. Lui ci prova con tutte quelle che vengono e poi le fa soffrire. Sarò una delle tante? Forse... non dovrei accettare.

- Sì, va benissimo. Quando? - la bocca parla da sola, e non riesco a controllarla. Non capisco proprio quello che mi sta succedendo.

- Domani sera. - il suo volto si illumina di gioia. Ci tiene così tanto ad uscire con me?

- E dove mi porti? -

- Sarà una sorpresa. -

- Fai il misterioso? -

- Già, proprio così. Adesso, è meglio andare a dormire. Se Jack ci trova qui, ci teletrasporterà al polo Nord. - ridacchio. - A domani, allora. - mi dice.

- A domani. - lo saluto.

- Davvero?! - Ella è sconvolta. Le ho comunicato la notizia e, non appena l'ha sentita, ha fatto un balzo alla Tarzan dal letto e si è messa davanti a me.

- Davvero. Sono sconvolta quanto te. -

- Mi fa davvero piacere per te, Liz. Ma tu sei sicura, di voler uscire con Jason? - Ella conosce Jason da più tempo e sa bene il suo carattere. Sa che potrebbe farmi soffrire, ma io voglio dare una possibilità a quel ragazzo.

- Sì, Ella, sono sicura. Voglio dare una possibilità a Jason. -

- Allora, io non ti ostacolerò. A me basta che tu sia felice, perché te lo meriti, Liz. - mi poggia una mano sulla spalla.

- Grazie, Ella. - ci abbracciamo.

JASON
- Eccomi, Rich. - saluto il mio migliore amico, entrando nella nostra stanza. Sono felicissimo che Elizabeth abbia accettato la mia proposta, non me l'aspettavo.

- Ce l'hai fatta, finalmente. -

- Già, scusa. Comunque, volevo solo dirti che domani sera non ci sono. -

- Perché? Che devi fare? -

- Devo uscire con Elizabeth. - Richard sgrana gli occhi, sembra che stiano per esplodere.

- Che c'è? - gli chiedo.

- Jax, sei sicuro? -

- Certo che sì, altrimenti non glielo avrei chiesto. -

- Okay, Jax, ma non farla soffrire. La conosco più di te, e so che ha dovuto sopportare già parecchi problemi; tu non puoi procurargliene altri, come fai sempre con tutte le ragazze che vengono qui. -

- Non voglio farla soffrire. - dichiaro, svestendomi. Rimango in boxer. In pratica, i miei poteri aumentano la temperatura nella stanza in cui mi trovo, rendendo l'aria quasi soffocante. È da quando sono arrivato qui che dormo sempre in mutande, anche in inverno.

- Lei è diversa. Non è come tutte le altre che ho incontrato e scopato. Lei è... speciale. - è così strano, non ho mai provato queste sensazioni.

- Okay, mi fido di te. - anche se non sembra, visto che inarca un sopracciglio. Anche lui inizia a togliersi i vestiti. A causa mia, è costretto a dormire ogni notte in boxer. Il problema non è in inverno. Anzi, è abbastanza piacevole dormire con un termosifone umano. Ma in estate... è dura. Per fortuna, c'è Kelly con il suo sistema di raffreddamento/riscaldamento completamente gratis. Consiste in una specie di motore che si alimenta ad energia solare. Si trova sul retro del rifugio, attaccato ad una parete. A seconda della stagione, il motore infonde venti freddi o caldi all'interno dell'edificio.

- Sicuro? - gli chiedo.

- Certo. Mi raccomando, non fare sesso con lei al primo appuntamento e non usarla. Lei non è un oggetto. - non mi stupisco di questo suo atteggiamento, Richard è molto protettivo nei confronti di tutti.

- Non posso prometterlo. - dichiaro, sorridendo. Quella ragazza mi fa sentire strano. È come se fossi nudo di fronte a lei ogni volta. Inoltre, per la prima volta, il sesso non è al primo posto. Voglio conoscerla, sapere tutto di lei, ogni singola cosa. Che cosa significa?

- Sei incorreggibile. - mi prende in giro Richard, sdraiandosi sul letto vicino al mio.

- Almeno io a diciotto anni non sono ancora vergine come te. - ribatto. Lui risponde con un terzo dito. Questo è il nostro modo di scherzare. Può non sembrarlo, ma ci vogliamo molto bene. Sono stato il primo a cui Richard ha confidato di essere gay, ed io sarò felice per lui quando troverà il ragazzo perfetto.

- Buonanotte, Rich. -

- Notte, Jax. -

ANONIMO
- Soldato. - chiamo il poliziotto, girato di spalle. Egli si gira, spaventato dalla mia persona. Adoro quando la gente ha paura di me.

- Dov'è il tuo capo? - il poliziotto me lo indica con il dito tremante, ed io lo chiamo.

- Mi dica, signore. - l'uomo parla con la voce strozzata.

- Mi puoi spiegare perché Elizabeth non è qui, in questa stanza, ammanettata e priva del suo totem? -

- Signore, la ragazza è scappata via. Ha il pieno controllo dei suoi poteri, neanche i ragni-robot sono riusciti a bloccare lei e gli altri exodus. - l'uomo si giustifica, ma non può passarla liscia.

- Lei sa cosa succede a chi mi tradisce? - gli chiedo, subdolamente, mettendo le mani dietro la schiena.

- No, signore. - la paura comincia a prendere vita nel suo corpo.

- Peccato... peccato ancora più grande per sua moglie e sua figlia. - 

- C... cosa, signore? - balbetta, il terrore lo sta consumando, e questo mi fa impazzire.

- Peccato, perché resteranno senza marito e senza padre. -

- Che vuole fare? Non vorrà... - non terminerà mai la frase. Lo prendo per il collo e lo sollevo. Lui afferra la mano che tengo ferrata sulla sua gola e tenta di liberarsi. Noto che sta cercando di parlare, perciò allento la presa.

- Ultime parole, dico bene? - lo derido.

- Signore, la supplico. Non lo faccia, mi farò perdonare, le assicuro che Elizabeth sarà nelle sue mani in pochissimo tempo. La prego, non lo faccia. Glielo prometto. - piagnucola.

- Non lo sapevi? - sorrido, malizioso. - Io odio le promesse, e odio ancora di più chi me le fa ed è sicuro di non riuscire a mantenerle. -

- Signo... - rafforzo la presa, e l'uomo comincia a soffocare, mentre una scia bianco-azzurra fuoriesce dalla sua bocca lentamente. La sua anima.

- Non è giusto. - la mia vittima ha le lacrime agli occhi. Intanto, il suo corpo sta marcendo come una pianta.

- So io cosa è giusto. - inghiotto la sua anima e mi sento più forte, mentre l'uomo smette di agitare i piedi nel vuoto.

- Tu. - indico un poliziotto a caso, per poi gettare a terra il corpo dell'uomo che ho ammazzato. - Sei il nuovo capo. Se fallirai, ti succederà la stessa cosa. A proposito, voglio i corpi della moglie e della figlia di quest'uomo. Uccidetele, e non vi azzardate a far scappare anche loro. - tutti mi guardano impauriti. Quanto mi piace.

- Tornate a lavoro! - urlo.

- Adoro quando lo fai. - la ragazza si avvicina, osservando il cadavere.

- Grazie, cara. -

- E adesso? Che si fa? - mi chiede, muovendo i suoi capelli rossi.

- Adesso... - le prendo il mento e la guardo dritta negli occhi marroni. - ci impegniamo per trovare Elizabeth Swan. Il suo totem sarà mio, e finalmente potrò avere quello che ho sempre desiderato. Con te al mio fianco, ovviamente. -

Lei mi sorride con le sue enormi labbra contornate da un rossetto rosso acceso. Nessuno potrà fermarmi. Nessuno potrà ostacolarmi nel completare il mio obiettivo.

Instagram: viepsilon

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