Capitolo 12

LIZ
- Niente male. - esulta Richard, mentre lui ed Ella lanciano tutti i loro dardi di ghiaccio e di luce verso di me. La cupola d'aria solida mi protegge da ogni colpo.

Sono passate due settimane, e mi sto abituando sempre di più a questa vita.

Mi sento completa, finalmente. Prima era come se fossi una marionetta, ma ora ho reciso i miei fili e sono libera, come un uccellino appena uscito da una gabbia. Libera dal passato.

Tutto quello che ho sopportato, tutto quello che mi ha ferita, fa parte del mio passato e non potrà più farmi del male.

Ho incontrato Jason parecchie volte a cena, a pranzo, durante gli allenamenti, ma è stato molto freddo con me. Sinceramente, non ne capisco il motivo, ma non importa. Non conosco la sua storia, non conosco i motivi del suo comportamento, nessuno li conosce, neanche Ella e gli altri, ma so che in fondo a quelle fiamme roventi c'è un cuore vero e proprio.

Devo dire che sono diventata molto brava nel combattimento corpo a corpo e ad usare il mio totem.

- Basta, andiamo a lavarci e a pranzare. Sto morendo di fame. - dichiara Ella, stanca. Non ce lo facciamo ripetere due volte: andiamo a farci una doccia e ci dirigiamo a pranzo.


Durante il pasto, Jack ci informa che dobbiamo fare le nostre faccende.

Dopotutto, il rifugio deve essere pulito, non può restare sporco e pieno di polvere. Quindi, ci dividiamo il lavoro, per facilitarci le cose. E così, adesso, devo pulire i bagni con Richard.

Richard è stato molto gentile con me. Ho capito che lui è il contrario di Jason: timido, impacciato e... tenerone. Se Jason respinge tutto l'affetto di questo mondo, Richard non esita ad abbracciarti ogni cinque minuti. È molto dolce da parte sua: si preoccupa per me e cerca sempre di aiutarmi in tutto. Sembra un fratello maggiore.

- Voglio essere gentile, prendi lo specchio e la doccia, io prendo il water. - dice il ragazzo, osservando la stanza.

- Wow, che gentile. - lo derido.

- Senti, Rich, che... mi puoi dire di Jason? - ecco il mio punto debole che riemerge: la curiosità.

- Già mi hai fatto questa domanda, Liz, e ti ho già risposto. -

- Lo so, è solo che... - cerco di parlare, anche se non so esattamente cosa dire, ma lui, per fortuna, mi interrompe con tono gentile:

- Ti ha colpito il cuore come tutte le ragazze che ha incontrato? -

- No, non sono una ragazza che si innamora del primo che passa. - mi giustifico, incrociando le braccia ed evitando il suo sguardo.

- Okay, come preferisci. - Rich si abbassa e a passare la spugnetta sul water. Mi metto a pulire lo specchio, ma...

- E tu, invece? - gli domando.

- Cosa? -

- Hai mai colpito il cuore di qualche ragazza come Jason? - mi volto a guardarlo.

- Be', le ragazze non sono proprio il mio forte. - ammette, imbarazzato. Perché dice questo? Insomma, è un po' timido, ma è un bellissimo ragazzo. Rispetto a Jason, la sua bellezza è più delicata, caratterizzata anche dai lineamenti spigolosi che lo circondano, che gli donano un aspetto più elegante. Jason, invece, ha una bellezza più semplice, che ti colpisce all'istante e ti lascia a bocca aperta, ma è penalizzato dal suo caratteraccio.

- Perché, scusa? - decido di domandargli. - Sei un bellissimo ragazzo e sono sicura che se incontrassi una ragazza, lei ti noterebbe. Io l'ho fatto la prima volta che ci siamo visti. - confesso.

- No, Liz. Non è questo il punto. - mi risponde, sempre più imbarazzato.

- E allora qual è il punto? Puoi dirmelo, non ci conosciamo da tanto, ma io mi fido di te. Puoi farlo anche tu. - lo incoraggio, sorridendogli.

- Sì, hai ragione. - Richard si alza e mi guarda dritto negli occhi con i suoi verdi. - Il punto non è che non sono bravo ad approcciarmi con le ragazze. Il punto è che le ragazze non mi attirano. Sono gay. - sorride spontaneamente. Che cavolo! Perché devo essere sempre così invadente?!

- Mi dispiace, Rich. Non volevo essere invadente. Non dovevi dirmelo, se non te la sentivi... - cerco di scusarmi, anche se comincio a balbettare cose senza senso

- Stai tranquilla, Liz. Non mi offendo. Qui tutti lo sanno, ho fatto coming out qualche anno fa e non me ne vergogno. Solo non sapevo se mi avresti trattato in modo diverso. -

- No, Rich, non lo farei mai. Ho il massimo rispetto per le persone che amano lo stesso sesso. Per me, l'amore non deve avere limiti e dev'essere presente in ogni genere. Ti ringrazio per esserti fidato abbastanza da potermelo dire. - non sopporto le persone omofobe. Non capisco il loro odio verso gli omosessuali, ma credo che alla fine sia tutta una questione d'ignoranza, non vale la pena perdere tempo con loro.

- Figurati. Sai, un giorno spero proprio di incontrare un bel ragazzo. Non ho mai provato il vero amore, e sono curioso. Oltre a farmi una gran scopata, ovviamente. - si lascia andare, del tutto tranquillo. Avvampo, diventando un pomodoro. - Troppo diretto? - chiede il ragazzo, diventato improvvisamente rosso come me.

- Giusto un po'. - gli dico. - E chi se lo aspettava che sotto il tuo carattere timido si nascondeva un'indole così perversa. - ci mettiamo a ridere entrambi.

- Quindi, tu sei vergine? - gli domando. Ormai, facciamo questi discorsi molto spesso. Non ne ho mai parlato con i ragazzi a scuola, anche perché non avevo amici, ma Ella... be', mi sta aprendo un mondo. In fondo, non c'è nulla di male, non bisogna avere vergogna. L'amore e il sesso sono importanti nella vita degli individui, ed è altrettanto importante conoscerli.

- Sì, perché? Tu no? -

- Sì, non ho mai fatto sesso. - dichiaro. - E Jason? - colgo la palla al balzo per raccogliere sempre più informazioni su quel ragazzo.

- Liz... - cantilena il ragazzo, per rimproverarmi. - Comunque, no. Ha perso la verginità a quindici anni. -

- Dici sul serio?! - resto sbalordita. Lui annuisce, divertito, come se avesse risposto a questa domanda già altre volte.

- Oh, ho finito. - Rich toglie la spugnetta dal water, dopo aver completato il suo compito.

- Idem. -

- Bene, ce ne restano solo altri nove. - scherza, battendomi il cinque.


Dopo aver finito gli altri bagni, torno in camera, ma Ella non c'è. Evidentemente, non ha ancora finito di svolgere il suo compito. Decido di esercitarmi un po' con la mira.

Prendo una lattina di Coca-cola vuota dalla mia scrivania, la posiziono sul letto e mi metto abbastanza lontana. Attivo il totem, e lancio un getto d'aria sul mio bersaglio provvisorio, che vola via. Mi diverte un sacco fare magie con questo ciondolo. Lo adoro.

Mamma ne sarebbe orgogliosa. Ho preso la sua eredità, e la sto usando a fin di bene, proprio come voleva lei.

Continuo a colpire l'oggetto qualche altra volta. Poi creo un vortice, e mi alzo di qualche centimetro in volo. Un attimo!! Una lampadina si accende nella mia testa.

Se riesco a volare grazie ad un vortice sotto i miei piedi, allora riuscirò a far levitare gli oggetti, sempre grazie ad un vortice.

Voglio provare. Metto la lattina sulla scrivania, attivo il ciondolo e protendo entrambe le mani in avanti. Un piccolo tornado avvolge la lattina e la fa alzare di qualche centimetro.

Ci sono riuscita!

Riesco a muovere l'oggetto senza problemi, e devo dire che funziona proprio come quando uso un turbine per sollevarmi da terra e volare. La muovo a destra e a sinistra, poi la lascio cadere sul materasso. Questo totem mi fornisce davvero tante abilità.


Più tardi, mentre sono persa in un libro come mio solito, arriva Ella e mi becco tanti complimenti sulla mia nuova abilità e sul mio buon controllo. Ora ci stiamo dirigendo verso la sala grande per fare uno spuntino. Incontriamo Gwen, che va avanti e indietro di fronte una porta. Sembra preoccupata.

- Gwen, che succede? - Ella si avvicina all'amica.

- È Kelly. Non esce dal laboratorio da cinque giorni. Sta lavorando ad un progetto importante e non vuole proprio uscire, né mangiare qualcosa, né venire a dormire. -

- Allora, perché non entri? -

- Perché mi prenderebbe a calci, Liz. Lei odia quando qualcuno la disturba mentre lavora a qualche progetto. - mi informa Gwen.

- Sciocchezze, adesso vado io e la faccio uscire. Ehi, Kelly. - Ella si dirige verso la porta del laboratorio, ma si fa indietro quando la porta si apre e si sente la voce di Kelly urlare: - Ho finito! Finalmente! -

Ella indietreggia, impaurita. Io e Gwen ci guardiamo confuse, poi ci avviciniamo alla ragazza e rimaniamo a bocca aperta: un piccolo drone blu sta volando proprio davanti a noi.

È a forma di cupola, con al centro un rettangolino di LED dove si vedono due occhi verde acqua. Ci sono anche tre propulsori che gli permettono di galleggiare in aria. Ma cosa diavolo è?!

- Ma che...? - Gwen è spaventata.

- Ciao, io sono V-23. - esordisce il drone con una vocina maschile molto gracile. Mentre parla, delle orecchiette, che prima erano ancorate alla sua testa, si alzano.

- Oddio. - esclamo. Io e Gwen ci facciamo dietro Ella, che però si fa avanti coraggiosamente.

- Ora ci penso io. - dichiara la mia amica dai capelli bianchi. Della nebbiolina bianca le appare fra le mani, e la ragazza lancia dei piccoli spuntoni molto appuntiti. Il drone li schiva agilmente. La mia amica riprova con un raggio congelante, che viene evitato e va dritto contro una parate, congelandola. Il piccolo robot tenta di avvicinarsi, ma Ella, spada di ghiaccio in mano, cerca di affettarlo, agitando l'arma. Sembra che Ella stia cercando di uccidere una mosca con la paletta, e la scena, in un'altra situazione, potrebbe sembrare addirittura comica. Il piccolo nemico evita tutti i colpi. Per essere così piccolo, è molto veloce e sa sfruttare bene quei tre propulsori che ha sotto il suo corpo.

- Ma che diavolo... - impreca Ella.

- Ferme tutte. - Kelly esce dal laboratorio. Ha un aspetto orribile: i capelli sono disordinati e un po' sporchi, ha due borse sotto gli occhi, e sembra che non si faccia una doccia da tanto tempo.

- Hai un aspetto orribile. - le fa notare Gwen.

- Grazie mille. - commenta Kelly, acida come sempre. In questi giorni non mi è mancata per niente.

- Vuoi dirci, per favore, cos'è questo? - dice Ella, indicando il drone.

- Non siete molto gentili - il drone è interdetto.

- Ragazze, vi presento V-23. Da oggi farà parte anche lui della nostra combriccola. - dichiara Kelly, entusiasta, mentre noi tre la guardiamo confuse.

- Okay. - ammetto. - Dovrò fare l'abitudine anche a lui. -

Instagram: viepsilon

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