33. La porta per l'anima
Shao era saltata giù. Amava sé stessa e la sua vita, ma amava di più quella di Alan, Amy e suo padre, per quello non fu un gesto di disperazione, ma piuttosto di sacrificio. La sola possibilità che Amy potesse tornare in vita e riabbracciare sua madre sollevandola da quella perdita che non era mai riuscita a superare, autodistruggendosi sempre più nel passare degli anni; che Jack tornasse da Evelin, che aveva tanto amato per tutta la vita e che non sarebbe mai riuscita a superare una vita senza di lui; che Alan tornasse e avesse il tempo di riabbracciare sua madre ed asciugarle le lacrime, che tornasse da Jerry, che anche se non lo ammetteva era perso senza il suo migliore amico, e da Sergio a continuare a mangiare ancora centinaia di brioches e ogni altro ben di Dio appena sfornato e che tornasse da tutti quelli che erano stati irrimediabilmente segnati dalla sua scomparsa, che non erano pochi, di certo più di quanti avrebbero sentito la sua di mancanza, la sola possibilità che questo accadesse le bastava per dare tutto ciò che aveva, vita compresa. Sperava di riportare in vita chi aveva amato, anche se non aveva certezze che accadesse, ma una cosa era certa, nessuno sarebbe più morto a causa sua.
Sapeva che tutte quelle persone avrebbero altrettanto dato la loro vita per lei, sapeva che non avrebbero mai voluto vederla compiere quel gesto, ma sapeva anche che era colpa sua se ora non c'erano più, quindi era sua la responsabilità di porvi rimedio. Forse non subito, ma nel tempo avrebbero capito ed insieme alle rispettive famiglie ed amici avrebbero superato tutto questo e continuato ad avere una vita degna di essere vissuta. Una vita sola del resto non valeva certo quanto tutte quelle vite sparite e quelle spezzate lasciate a casa.
"Capiranno" continuava a ripetersi nella sua testa, "capiranno".
Shao scelse l'amore. Shao scelse loro. Scelse di sacrificare sé stessa per amore e non dubitò nemmeno per un secondo che fosse la scelta giusta.
Corse così forte senza fermarsi che quando si ritrovò a precipitare nel vuoto, pensò veramente per brevi istanti di poter volare, ma furono brevi istanti in cui si godette la sensazione di completo vuoto intorno al suo corpo, poi si fece tutto completamente, irrimediabilmente, sordamente buio.
Ad Evelin venne in testa solo più tardi, dopo essersi ripresa mentalmente dalla vista delle fotografie, di andare a chiedere alla madre di Alan se avesse la minima idea di dove potesse essere andata Shao, ipotizzando che i posti preferiti di suo figlio potessero essere diventati gli stessi di Shao.
Fu una visita breve ma intensa. Evelin era piuttosto intimidita dal farle visita, del resto non conosceva Anne come non conosceva Alan e non aveva idea di come avesse potuto reagire a quella visita. L'aveva vista al funerale completamente distrutta e la capiva, aveva addosso quel dolore che non vuol essere toccato, quel dolore che vuole essere lasciato in pace senza nessuno che lo disturbi, ma come avrebbe reagito ora alla sua visita? Sarebbe stata disponibile a parlare con lei di suo figlio? o l'avrebbe allontanata negandole tutte le risposte di cui aveva disperatamente bisogno?
Evelin decise di bloccare i suoi pensieri, l'avrebbe fatto e sarebbe stata pronta ad affrontare qualsiasi cosa.
Contro ogni sua aspettativa Anne gli fece subito cenno di entrare sfoggiando un tenero sorriso a lei e ad Hans.
《Grazie Anne, non volevamo disturbarti, ma ho urgente bisogno del tuo aiuto》
《Dimmi pure》
《Shao è scomparsa e non la trovo da nessuna parte, non è che per caso ti viene in mente qualche posto dove potrebbe essere andata? Magari qualche posto dove andava spesso con Alan...》
Al solo sentire il suo nome l'espressione dolce di Anne si incupì, inspirò profondamente prima di riuscire a trovare la forza di rispondere.
《Non lo so dove potrebbe essere andata, ma un posto a cui teneva tanto Alan...》
Si bloccò cercando di trattenere inutilmente le lacrime, non pronunciava ad alta voce il suo nome da un sacco di tempo e l'effetto che le aveva appena provocato, facendolo uscire dalle labbra, assomigliava tanto ad una pugnalata nello stomaco.
Evelin tentò di tranquillizzarla, tutto dipendeva dalle parole che le sarebbero uscite di lì a poco.
《Scusate, ma è da tanto che non parlo ad altri di lui...》
《Tranquilla Anne, non ti preoccupare》
Disse Evelin con il tono di voce più dolce che fosse riuscita a trovare tentando di nascondere l'agitazione che le premeva.
Hans dall'altra parte era seduto sulla poltrona con l'aria di un perfetto spettatore, paziente, composto, tranquillo, in attesa di uno sviluppo degli eventi, sicuro che i risultati non sarebbero tardati ad arrivare e anche se questo suo atteggiamento innervosiva parecchio Evelin allo stesso tempo le riusciva a non far perdere il controllo. Le appariva come un pilastro stabile e saldo al terreno in mezzo a una tempesta. Nonostante non si fidasse appieno di lui, dove era chiaro prevalere più il lato cinico, maledettamente razionale e scientifico piuttosto che il suo lato umano, era consapevole di averne bisogno, non sarebbe mai riuscita ad affrontare tutto questo senza il suo sostegno. L'aiutava a ritrovare lucidità e a ragionare per arrivare alle risposte. L'unica cosa che contava in quel momento.
《... un posto a cui teneva tanto è la cascata oltre il Mountain Gate, ci andava spesso quando aveva bisogno di riflettere, stava lì per ore a guardare l'acqua stagliarsi con potenza nel vuoto per raggiungere le valli lontane illuminate dal sole. Ci andava sempre ed esclusivamente solo però. Nemmeno io ci sono mai stata insieme a lui lì, era la sua piccola fetta di paradiso, un posto speciale che non permetteva ingressi altrui. Era una sorta di porta per la sua anima, come la chiamava lui, non potevi andare lì, sarebbe stato come entrare nella sua anima》
Fece una breve pausa, le lacrime ormai facevano parte integrante di ogni sillaba che le usciva dalle labbra
《Altri posti ora non mi vengono in mente...》
Era completamente esausta, quel singolo pensiero tornato alla mente l'aveva prosciugata.
《Grazie Anne. Grazie》
Hans si alzò velocemente dalla poltrona, anticipando bruscamente quello che avrebbe cercato di fare di lì a poco Evelin con più tatto.
《Andate, non preoccupatevi. Io ho già perso un figlio, questo non vuol dire che dobbiate farlo anche voi》
Evelin le sorrise di cuore e si diresse verso l'uscita a raggiungere Hans. Quando stava per rientrare in auto, Anne la fermò chiamandola dalla porta:
《Evelin!》
Evelin si girò a guardarla in silenzio, non sapendo cosa potesse dirle di più.
《Evelin... sappi una cosa. Alan ha amato tua figlia, l'ha amata davvero, io non la incolpo di nulla, e come mio figlio ci sarebbe sempre stato per lei così farò io se vorrà, diteglielo per favore》
Evelin fece un breve accenno col capo sorridendo lievemente e salì in auto, ripromettendosi che qualsiasi cosa avessero scoperto avrebbe reso partecipi sia Anne che la madre di Amy, glielo doveva. Ora il problema era che ci fosse ancora la possibilità di dire qualcosa a Shao.
Partirono per il Mountain Gates, Hans non conosceva quelle strade, ma Evelin ci aveva navigato parecchio con Jack. Il pensiero di Jack le fece torcere lo stomaco, ma deglutì e cercò di soffocarlo nel profondo, non era quello il momento di soffrire, non se lo poteva concedere, doveva rimanere lucida.
Sperava non fosse troppo tardi, sperava di trovarla lì a meditare come a quanto pare facesse Alan, sperava fosse semplicemente lì persa nei suoi pensieri, si aggrappava a questa speranza, ma arrivarono alla cascata e la speranza svanì insieme all'acqua nel vuoto.
Evelin cadde sulle ginocchia gemendo in lacrime alla vista di sua figlia precipitata sulle rocce sottostanti.
Hans ritrovò un po' di umanità scendendo vicino a lei e allontanandola dal precipizio, ma più di tanto non si scompose.
《Evelin, vado a vedere il corpo. Ti prego non fare cavolate. Resta qua.》
Evelin avrebbe voluto rispondergli a tono ma non aveva la forza nemmeno per respirare. Tutto il dolore che aveva tenuto represso si era sbloccato e ora la stava invadendo da cima a piedi, come l'acqua da una diga che non ha retto, con violenza, distruggendo tutto.
Hans con la sua consueta freddezza era sceso dall'altro versante per avvicinarsi al paziente zero, fulcro della sua ricerca e delle sue curiosità.
Si avvicinò con fare meticoloso e attento, la osservò ancora perfettamente intatta, come se non fosse caduta da sessanta metri, ma si fosse semplicemente distesa sulle rocce a riposare, i capelli lunghi e ramati si distendevano lungo la roccia fino a toccare l'acqua che gli regalava un po' di movimento, il viso rilassato e roseo, gli occhi chiusi come in sonno, le braccia scomposte ai lati e le gambe piegate. Niente faceva pensare a vederla che si fosse buttata. Hans la toccò per sentire il polso e si avvicinò alla bocca per sentire se c'era ancora respiro, ma non dava segni vitali, era morta esattamente come gli altri. Le aprì gli occhi socchiusi e rimase del tutto confuso.
《Questo sì che è interessante...》
Disse prima di tornare di furia sopra da Evelin.
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