21. Bolla d'aria
L'ospedale era davvero pieno, appena uscita dalla stanza vide un sacco di gente, effettivamente era anche l'ora delle visite e stavano arrivando tutti i parenti a trovare i così detti "miseri", come li avrebbe definiti il Dio, per portare un po' di conforto ai mal capitati che dovevano stare lì dentro.
C'era una confusione tremenda e Shao non vedeva l'ora di uscire da lì, si diresse verso la freccia che indicava l'uscita, quell'ospedale era un maledetto labirinto, aprì una porta, poi un'altra, salì due piani di scale, nella sua testa pensò che quell'ospedale sarebbe stato un luogo perfetto per girarci qualche film sull'orrore, si era persa.
Sentì il suono di un'ambulanza e si girò, era finita nel padiglione del pronto soccorso, vide un giovane con delle carte in mano e decise di andargli a chiedere indicazioni.
" Ciao, scusami... mi sapresti dire come si arriva all'uscita?"
" Ciao Shaolin!"
" Come sai il mio nome?"
" Si scusami effettivamente come potresti riconoscermi, avevi perso del tutto conoscenza, ti ho soccorso io sulla strada, ero sull'ambulanza che ti ha portato fino qua. "
" Ah beh immagino proprio di doverti ringraziare allora, ci hai salvati.. "
La faccia del ragazzo si irrigidì, sembrava gli fossero sparite tutte le parole.
" Che c'è? Ci hai salvato, mi sembra il minimo ringraziarti"
"Non so... non so come dirtelo... nessuno ti ha detto nulla?"
"Dirmi cosa?"
"Shaolin... ti abbiamo salvata... ma per il ragazzo in auto con te non c'è stato nulla da fare..."
"Cosa stai dicendo! Alan è vivo! Mi hanno detto che non è mai stato ricoverato e che probabilmente era stato mandato subito a casa dal pronto soccorso!"
"Si non è stato mai ricoverato... ma non perché stava bene, ma perché lo abbiamo trovato già morto sul posto e non c'era più nulla da fare..."
"No, non è possibile! NO! Lui si era messo la cintura, il suo airbag si è aperto... non può essere morto e io qua viva... non può!"
"A dir la verità... sembra che lui non sia morto nell'incidente, ma prima... forse un infarto mentre era alla guida e per questo è sbandato ed andato fuori strada, il suo sangue era pulito non aveva assunto sostanze né bevuto... hanno fatto ulteriori indagini ma purtroppo io non so dirti nulla di più... mi dispiace tanto averti dovuto dare io questa notizia in questa maniera... immagino fosse una persona a te cara..."
Crollò a terra. Un gemito le uscì dal petto, così forte da farsi sentire fin in cielo. Si può dire che pianse, ma quello non era un pianto, era sangue che usciva sotto forma di lacrime dal suo cuore disgregato. Non riusciva nemmeno a respirare da quanto il pianto la soffocava. Si strappò le maniche del maglione nel dolore. Nei brevi momenti in cui i suoi occhi erano aperti vedeva il cemento scuro e freddo del pavimento pian piano diventare lucido dal suo pianto. I dolori delle contusioni non erano spariti e accasciandosi sul pavimento si erano fatti sentire, ma ora avrebbe voluto solo cadere più forte, farsi del male, sbattere sul quel pavimento irreversibilmente e non rialzarsi più.
Con la velocità di un'esplosione il vuoto, un vuoto tremendo e famelico, si era creato dentro di lei e ora come una bolla d'aria salendo dal fondo del mare si espande, così il vuoto si stava impadronendo di lei, divorando a grandi passi tutta la sua anima, dilaniandola fino a non lasciarle più nulla.
Shao non poteva vincere questa guerra, non ce la faceva nemmeno a respirare, lasciò che il vuoto la divorasse pezzo dopo pezzo, accasciata a terra a contatto con il gelido cemento, lasciò che si prendesse tutto.
Tremava mentre moriva la sua anima, tremava... vedeva il volto di Alan davanti a lei, i suoi occhi mentre diceva che l'amava e che per lei sarebbe stato per sempre come un libro di cui poter sfogliare ogni pagina. Lo vedeva mentre era felice lì accanto a lei. Riusciva solo a pensare al suo volto, ai suoi occhi verdi luminosi che sorridevano anch'essi, alla sua voce mentre pronunciava il suo nome. Non l'avrebbe più potuto sentire, non avrebbe più potuto vedere il suo volto, non avrebbe più potuto chiamarlo, nessuno l'avrebbe aspettata più sotto casa in macchina per portarla via, non avrebbe più potuto cercarlo, sentire le farfalle allo stomaco quando stava per vederlo e non avrebbe più potuto dirgli niente... niente...
Quel libro così raro e prezioso che aveva avuto la fortuna di tenere in mano era sparito, non ci sarebbero più state pagine da leggere né pagine da scrivere, solo pagine bianche, vuote. Le si straziò il cuore. Continuava a vederlo mentre guidava sereno riportandola a casa, la sua testa che si appoggiava alla sua, il calore che emanava... non riusciva a credere che d'ora in poi avrebbe dovuto andare avanti senza di lui, non riusciva nemmeno a pensarci.
Era lì mentre moriva e non ha potuto fare niente, nemmeno dirgli addio.
Arrivò di corsa Jack che aveva sentito le urla.
" Che è successo?! E lei cosa ci fa lì impalato, aiuti mia figlia!"
Il ragazzo era rimasto paralizzato davanti alla reazione di Shao, d'altra parte Jack non aveva capito cos'era successo, urlò chiamando un medico mentre sua figlia gemeva a terra.
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