XXXIII • Come pioggia che lava via le impronte •

Perché dopo tutto siamo arrivati fino a questo punto, per quale motivo dovrei tirarmi indietro? L'unica cosa che possiamo fare è andare avanti e cercare in tutti i modi di far andare il futuro in un certo modo. Ma non si può sfuggire al destino.

Juvia doveva portare a termine la missione che le aveva dato Sorano per avere la sua fiducia. Doveva scoprire cosa nascondeva Zero, l'uomo che sembrava sapere molto sul suo conto. A quanto pareva, quell'uomo aveva fallito una missione e Sorano mostrava qualche sospetto che voleva accertare.

La turchina si fece coraggio e cominciò a parlare con lui seguendolo durante le missioni minori, come gli spacci.

«Tu dici di sapere tutto su di me» disse ad un certo punto attirando l'attenzione del corvino che si voltò «vorrei sapere anch'io qualcosa, per sentirmi sicura» erano seduti in auto e dovevano raggiungere la periferia di Lamia Scale.

«Sai, sei fortunata che sono io a conoscere la tua anti-gang e quegli altri ragazzini che non sanno in che guaio si sono cacciati. Se fosse stato qualcun altro a saperlo...» dopo aver messo in moto si girò un secondo «sareste tutti morti»

Juvia strinse i pugni, doveva ottenere quella dannata informazione o non sarebbe riuscita a combinare nulla «si ma non è questo il punto!» esclamò sbattendo le mani sulle sue gambe «tu chi diavolo sei? Ti fai chiamare Zero, okay, ma... perché ho l'impressione di conoscerti da sempre?»

Gray si stava allenando a tirare pugni contro un sacco da boxe, non lo faceva solo per diventare abbastanza forte da non lasciare le penne durante il combattimento, ma stava scaricando tutta la sua rabbia e le sue preoccupazioni.

«Gray...» la voce di una donna si vece più vicina, per un attimo aveva avuto la sensazione che ci fosse Juvia lì con lui, ma quando si girò vide la donna dai lunghi capelli neri che sembrava un po' tesa.

Riprese a tirare i pugni «cosa c'è Ultear?» provava una strana sensazione, lei gli sembrava così familiare e il suo odore, le ricordava così tanto qualcuno. Sapeva di non averla mai incontrata prima ma era come se fosse la copia di qualcun altro. Per non parlare del fatto che lo fissava da quando si erano visti all'entrata dell'edificio. Cosa voleva da lui?

«Vorrei parlarti di una cosa... è importante e mi ossessiona già da un po'» abbassò lo sguardo si osservò le mani come a prendere sicurezza e poi alzò nuovamente lo sguardo.

Gray si bloccò con il pugno ad un palmo dal sacco e si girò alzando un sopracciglio.

«Vuoi sapere il motivo del perché vi conosco, non è così?» Zero mise la marcia giusta e alzò non sopracciglio come se stesse guardando la ragazza nonostante la sua attenzione fosse sulla strada.

La turchina guardò altrove imbarazzata, quell'uomo era astuto, aveva capito dove voleva andare a parare. Così fu costretta ad annuire sonoramente.

«Sono un uomo adulto e come tale anch'io mi sono sposato e ho avuto dei figli» a quelle parole inaspettate Juvia voltò lo sguardo verso Zero. Non si aspettava che lui si aprisse con lei, non così facilmente almeno. Però, dentro di sé, aveva appena capito chi era davvero quell'uomo e non poteva immaginare che fosse davvero lui.

«Natsu c'è qualcosa che non va?» Lucy e il rosato si stavano allenando insieme nella palestra dei Crime Sorcier, dove c'erano tutti gli altri. Mentre lei stava facendo gli addominali e Natsu le teneva fermi i piedi aveva notato che c'era qualcosa che lo preoccupava.

Lui sembrò svegliarsi dai suoi pensieri, il suo sguardo era fisso su Wendy che stava tirando calci contro Erik mentre lui cercava di schivarli «stavo solo pensando» sospirò.

Lucy smise di fare gli addominali e si mise seduta davanti a Natsu che ancora le manteneva i piedi «a cosa?»

Il ragazzo scrollò le spalle e riportò lo sguardo sulla bionda «uhm... ti ricordi quando ti ho salvata da quel tipo nella strada per andare a casa tua?» chiese spostando le mani dai piedi della ragazza per mettersi seduto a gambe incrociate.

La bionda annuì poco convinta, non voleva ricordare quel giorno ma non capiva comunque dove volesse andare a parare.

«Ecco, prima di venire ho incontrato Wendy e lei mi ha parlato di quel ragazzino... hai presente no? Quando ha raccontato il suo torto?» gesticolò il rosato abbassando di tanto in tanto lo sguardo.

«Si...» disse ancora poco convinta.

«Ha detto che io gli somiglio così tanto...» bisbigliò guardando a terra con volto perso, come se fosse da tutt'altra parte.

Lucy si avvicinò ancora un po' accigliata «Natsu... dove vuoi andare a parare?»

Il ragazzo alzò velocemente lo sguardo «lei mi ha chiesto se avessi mai avuto un fratello...» la bionda di accigliò di più, non stava capendo nulla «Lucy c'è... c'è qualcosa che non ti ho mai detto»

«Di cosa volevi parlarmi?» chiese Gray uscendo fuori insieme ad Ultear, aveva un asciugamano sulle spalle e una bottiglietta d'acqua in mano.

La ragazza si sedette su un muretto e così fece anche il corvino «ecco, hai tutto il diritto di credermi o meno...» osservò davanti a sé con voce quasi sospirata.

«Parla, ti ascolto» la incitò il ragazzo osservando il suo profilo.

Lei strinse i pugni e girò la testa verso il corvino «Gray io... sono tua sorella»

«Prima di stare con la mia ex moglie, avevo una relazione che fu abbastanza breve con una mia compagna d'università. Per me non aveva avuto un gran significato, ragion per cui mi sono trasferito è sposato, ho avuto così quello che credevo il mio primo genito ma quando aveva raggiunto i dieci anni ho scoperto che avevo un'altra figlia di sedici anni che aveva perso sua madre e che io rimanevo il suo unico contatto. Così sono sparito dalla mia famiglia e ho raggiunto questa ragazza nel quartiere Saberthoot venendo a sapere che faceva parte di una gang e che era stata violentata, lei sapeva che avevo un altro figlio e sapeva anche chi era. La aiutai ad uscire dalla gang rimanendo lì al suo posto come Zero» spiegò tutto quello che Juvia già sapeva, doveva solo confermarlo e adesso non aveva idea di come risolvere la situazione.

È tutto così contorto intrecciato, destinando a prender quella svolta. Sembra tutto così in aspettato e fa paura pensare di avere tutto nelle proprie mani o dipender da una forza maggiore. È tutto così carico di emozioni è semplicemente... vita.

Gray rimase esterrefatto da quella notizia, aveva notato di avere una qualche sorta di legame con quella donna ma... sua sorella? Com'era possibile?

«Hai presente quando avevi dieci anni e tuo padre è sparito?» chiese guardandolo negli occhi, così scuri e sgranati.

Lui annuì, cominciando pian piano a mettere insieme i pezzi «quand'è sparito è venuto da te? E tu facevi già parte degli Oracion Seis giusto?»

Lei cominciò a tormentarsi le mani con le unghie «lui mi ha aiutata quando avevo scoperto di essere incinta per colpa di una molestia. Perciò ha fatto in modo che io uscissi e lui è entrato al mio posto...»

Il ragazzo aveva il viso sconcertato, per tutto questo tempo aveva patito la mancanza di un padre e si chiedeva dove fosse finito per poi scoprire che aveva aiutato un'altra sua figlia entrando nella gang che ha ucciso la sua migliore amica. Per tutto questo tempo lui è sempre stato coinvolto.

«Perdonami per non avertelo detto subito ma... meritavi di saperlo, a maggior ragione ora che dovremo combattere contro di loro e contro di lui» la ragazza aveva un'espressione supplichevole, ci teneva davvero tanto ad andare d'accordo con lui, voleva tanto che un giorno si fossero sentiti davvero come fratello e sorella.

«Zero ma... i tuoi figli sono Gray e Ultear giusto?» chiese Juvia con voce seria mordendosi il labbro quando vide il corvino annuire.

«Il mio vero nome è Silver, e te lo dico perché ho fatto delle ricerche su di voi e so quanto teniate ai miei figli ma quello che state facendo è una pazzia, pensate davvero di battere quei mostri?» strinse forte il volante accigliandosi di più.

La turchina abbassò la testa, sarebbe stato difficile questo è vero ma se avessero programmato un buon piano allora forse... «dobbiamo farlo!» esclamò decisa «non possiamo permettere agli OS di continuare a distruggere le vite di questa città, noi ci proveremo fino all'ultimo respiro, abbiamo passato tanto per arrivare a questo punto»

«Ma sei coglione!? Potevi spararmi in testa così!» esclamò Gajeel puntando la pistola contro Gerard, i ragazzi si stavano allenando nell'uso delle armi e il turchino era pessimo, aveva sbagliato mira in modo disastroso e stava per uccidere il corvino.

«Ragazzi è una figata assurda» Natsu stava sparando a tutti i manichini con una facilità unica come se l'avesse sempre fatto.

Cana invece stava sparando allo stesso manichino da mezz'ora e lo stava portando alla distruzione, ma era persa nei suoi pensieri. Forse le faceva più male non bere che farlo.

Mirajane sussultava ogni volta che premeva il grilletto, le faceva quasi paura maneggiare una pistola.

Erza aveva addirittura due pistole e gestiva tutto alla perfezione, quella ragazza era portata per ogni cosa che faceva, aveva persino atterrato Gajeel durante glia allenamenti corpo a corpo.

Wendy e Meredy si allenavano nel lancio dei coltelli dato che l'utilizzo delle armi ormai lo sapevano come il palmo delle proprie mani.

Lucy invece non stava sparando, fissava la pistola nelle sue mani ma era distratta c'è una cosa che non ti ho mai detto era questo a preoccuparla, Natsu ancora non le aveva detto cosa. Stavano parlando di Wendy che gli aveva detto quanto somigliasse al suo amico, ma come si poteva collegare questo a quello che Natsu ha sempre nascosto?

Improvvisamente squillò un telefono, tutti si guardarono intorno e videro Mirajane prenderlo dalla sua tasca. Era sua madre che le ricordava della sua festa di fidanzamento.

«Ragazzi» piagnucolò posando il telefono «ho un impegno urgente, possiamo continuare domani?» chiese guardando soprattutto Erik che stava combattendo contro Ultear, era abituato ad allenarsi con Juvia, una vera promessa del corpo a corpo, ma era in missione.

L'uomo annuì e si asciugò dal sudore «certo, facciamo tutti una pausa, ci vediamo domani» si avvicinò ai ragazzi ma il suo sguardo si fece più serio «il giorno della resa dei conti si sta avvicinando, dobbiamo dare il massimo domani, intesi?»

Tutti annuirono e lui andò nel suo ufficio senza aggiungere nulla, quella situazione non era facile neppure per lui, ma cedere davanti a tutti era l'ultima cosa che poteva fare.

«Senti, Levy» Gajeel si avvicinò alla turchina menare continuava a prendere a calci il manichino, doveva migliorare a tutti i costi dato che non era davvero brava a combattere.

La ragazza si voltò curiosa di sapere cosa avesse da dire il corvino.

«Ti andrebbe di uscire con me? Sai con tutto questo casino non siamo mai usciti ad un vero... appuntamento» si massaggiò il collo imbarazzato.

Lei sorrise «per me va bene, ti spiace se passo prima a casa mia così mi do una ripulita?» domandò raggiungendo il mobile doveva aveva posato le sue cose.

«No anzi, vado anch'io a sistemarmi, ti passo a prendere dopo va bene?» propose sorridendo, con lei piano piano l'imbarazzo stava sparendo e sembrava essere davvero allegro, non come prima, quando ancora non faceva parte di quella storia, era sempre di cattivo umore.

Lucy stava raggiungendo Natsu per tornare a casa, avevano deciso di cucinare qualcosa insieme anche per i due coinquilini che sarebbero tornati dall'università.

Quando raggiunse il rosato si accorse di un messaggio sul suo telefono, aveva tante chiamate perse oltre a quello. Erano tutte di sua madre, da quanto tempo non si faceva sentire la sua famiglia, le sembravano passati anni. Così decise di chiamarla.

«Lucy! Tesoro! Ma dove sei finita? Volevamo farti una sorpresa vendo a casa tua ma non c'eri, ho visto una ragazza davvero preoccupata che diceva di lavorare con te. Va tutto bene?» la voce acuta di sua madre fece sgranare gli occhi della bionda, stavano per caso arrivando altri inconvenienti?

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