XXVIII • Il suo profumo •

«Che c'è?» disse sbuffando Gray al telefono, stava parlando con sua madre e la stava aiutando con i bambini, stava tornando tutto come un tempo ma il suo telefono era squillato.

«Hanno organizzato un funerale per Sandra e Lisanna, dovete andare lì per scoprire qualcosa tramite Falco» spiegò la turchina con voce seria.

Lei e gli altri fondatori del Crime Sorcier erano ricercati dagli Oracion Seis e non sarebbe stata una buona idea andare a quell'evento.

Gray sbuffò, aveva fatto una promessa e non poteva certo tirarsi indietro «e va bene, chiamo gli altri, quando c'è il funerale?»

Juvia sorrise «domani pomeriggio alle quattro alla chiesa più importante di Fairy Tail» disse controllando il volantino.

«Okay...» fece per attaccare la chiama.

«Gray!» lo fermò la turchina.

Il corvino riportò il telefono all'orecchio «si?» chiese confuso.

«No, nulla. Ci vediamo» abbassò il capo la ragazza stringendosi una mano sul petto.

Gray si accigliò, poi sospirò «si... ciao» e riattaccò la chiamata raggiungendo sua madre per dirle che doveva andar via.

Natsu si sedette sul letto sospirando «puoi dormire qui, c'è spazio» disse indicando il suo letto matrimoniale con il mento.

Lucy lo guardò con un tic all'occhio, dormire con Natsu? Come se non fosse mai successo nulla? Un suicidio praticamente.

«Posso dormire sul divano» scrollò le spalle la bionda.

Natsu si fermò a pensare a tutto quello che era successo su quel divano e sgranò gli occhi «te lo sconsiglio, c'è più DNA su quel divano che in una Fecondazione Assistita!» esclamò in panico.

Lucy schiuse la bocca e scosse la testa per mandare via le immagini «non hai un'alta stanza?» chiese leggermente rossa in viso.

«Non ti lascerò dormire con Sting e Rouge, sarebbe come consegnarti a degli stupratori seriali»

Lucy sospirò e si sedette accanto a Natsu «okay, dormo qui» non aveva altra scelta, aveva paura di tornare a casa sua e restare sola e dentro di sé sentiva di aver ancora bisogno di lui, se solo fosse stata meno vigliacca.

Il rosato sorrise poi controllò il suo telefono e sospirò «si è fatta ora di cena, ti va una pizza?»

Lucy annuì scrutando il rosato che si alzò e raggiunse la porta «c'è una pizzeria qui affianco, chiedo a quei due se vengono con noi?»

Anche Lucy si alzò «si, se non improvvisano una guerra magica con le forchette» ridacchiò uscendo dalla stanza insieme a Natsu.

Il rosato rise e chiuse la porta alle spalle.

Erza guardò Gerard con la bocca socchiusa e lo raggiunse di corsa.

Lui aveva ancora lo sguardo fisso su di lei, gli mancava anche se era stato rifiutato tante di quelle volte.

«Erza... devo mettere in chiaro una cosa» disse a voce bassa ma non troppo, in modo da farsi sentire.

Lei aveva l'impressione di sapere cosa fosse e lo guardò tristemente, aveva paura ed era insicura.

«Aspe-» fece un passo indietro ma inciampò e cadde all'indietro, stava per rotolare giù sull'erba.

Gerard la prese per le spalle ma finì per cadere anche lui.

Rotolarono giù fino ad arrivare davanti al riva del fiume, colorato di rosso dalle luci del tramonto scarlatto.

Gerard si ritrovò steso sopra la ragazza che aveva la bocca socchiusa e gli occhi lievemente sgranati che osservavano l'espressione del ragazzo pari alla sua.

Erza senza accorgersene sentì le guance bagnate dalle sue lacrime, il suo cuore era stanco di stare dietro un'armatura e pian piano la stava abbattendo e le sue lacrime incontrollate ne erano la prova.

Gerard passò il pollice sulla sua guancia e si avvicinò appena, Erza istintivamente poggiò le mani sulle guance del turchino e lo tirò più a sé.

Stava per dire al diavolo si drammi e alle preoccupazioni, erano così vicini, le loro labbra si sfioravano, bastava un piccolo movimento per unirle.

Gerard stava per farlo ma quando i loro respiri erano uniti un telefono squillò, il suo telefono.

Si allontanò di scatto e si mise in piedi rispondendo a Gray.

Erza rimase pietrificata e con lo sguardo perso, stava metabolizzando ciò che era successo e pensava che forse quel telefono l'aveva salvata dal più grande dei disastri.

Gajeel bloccò Levy tra lui e il bancone e fece sfiorare i loro nasi, le stava sorridendo. Si erano chiariti e lui aveva capito quanto fosse stupido essere arrabbiato con lei.

La ragazza si mise sulle punte e cercò di far toccare le loro labbra sorridendo, ma Gajeel si spostò di scatto baciandole la guancia.

La turchina ridacchiò «quando ti deciderai a baciarmi?» chiese mentre il corvino poggiò la fronte sulla sua spalla.

«Chissà, forse mai» rise posandole le mani sulla vita per tirarla più a sé.

Levy sorrise di più a quel contatto «sei uno stupido» ridacchiò posando le sue mani nei capelli scompigliati del corvino che mugugnò in approvazione.

«E tu bellissima» sorrise.

Natsu e Lucy tornarono a casa dopo un imbarazzante cena a base di pizza e würstel volanti.

«Come vi è saltato in mente di iniziare una guerra con i condimenti della pizza!?» sbottò Lucy che cercava di rimproverarli ma finì per ridere.

Natsu, Sting e Rouge si indicarono a vicenda dicendo «ha iniziato lui!»

Lucy si calmò e sospirò «il risarcimento l'ho pagato io però...»

Rouge sbadigliò fortissimo accompagnato da Sting.

«Io vado a dormire» disse il corvino camminando come uno zombie verso le scale.

«Ti seguo a ruota, fratello» disse Sting camminando nello stesso modo.

Natsu alzò gli occhi al cielo e guardò Lucy che fece lo stesso.

Il rosato le si avvicinò e a lei mancò il fiato mentre il cuore prese ad accelerare.

Il ragazzo alzò una mano e la mise nei suoi capelli scoppiando a ridere «hai un pezzo di würstel nei capelli!»

Lucy arrossì e gonfiò le guance saltando indietro per toglierlo da sola «colpa tua! Posso farmi la doccia?»

Natsu le indicò le scale «seconda porta a destra» disse ancora ridendo.

Lucy si incamminò ma poi si ricordò di un particolare e si girò verso il rosato «hai dei vestiti da prestarmi?» chiese imbarazzata.

«Vai a lavarti, ci penso io» le ammiccò il ragazzo salendo anche lui le scale per poi andare in camera sua.

Lucy arrossì e andò in bagno per poi chiudersi dentro. Si spogliò ancora con il cuore che le batteva così forte. Stare con lui, vederlo sorridere, sentire il suo tocco su di lei, bastava così poco per mandarla in tilt, per farle sentire i brividi e il vuoto allo stomaco.

Entrò nella doccia e aprì l'acqua, quanto le piaceva quel contatto così rilassante. Capitava sempre che quando entrava in doccia cominciava a pensare a tutta la sua vita ma adesso, adesso non vedeva l'ora di uscire.

Vide il bagnoschiuma con l'etichetta "Natsu" e sorrise tra sé e sé. Poi ripensò al profumo di Natsu e a quanto le piacesse. Prese il pacco e cominciò a sparlare il contenuto sul suo corpo per poi risciacquare.

Dopo essersi lavata i capelli uscì dalla doccia e li copri con un asciugamano per poi avvolgere il suo corpo in un altro.

Aprì la porta e controllò fuori facendo uscire solo la testa, vide per terra una maglietta di Natsu nera con una scritta rossa e dei pantaloncini da basket dello stesso colore.

Sorrise e li prese, avevano lo stesso odore del ragazzo, quello che a lei piaceva tanto.

Entrò di nuovo in bagno e si asciugò meglio, mise il suo intimo e poi indossò i vestiti di Natsu inebriando i polmoni di quel profumo.

Strizzò meglio i capelli con l'asciugamano e li lasciò umidi.

Uscì dal bagno ed entrò nella stanza di Natsu che era già sotto le lenzuola a smanettare con il suo cellulare.

La ragazza si avvicinò mettendosi in un bordo del letto.

Natsu si voltò e spense il telefono posandolo sul comodino «guarda che non ti mangio mica» scherzò.

Lucy si girò con le guance in fiamme, aveva già visto Natsu senza maglia questo è vero, però in quella situazione, con tutto quello che stava succedendo, si sentiva solo più a disagio.

Si voltò dandogli la schiena «notte, Natsu» disse a bassa voce.

Il ragazzo sospirò «notte Lucy»

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