XXIII • Tormenti •
«Ehi, aspettami!» esclamò Gerard seguendo Lucy fuori dall'ospedale.
La bionda continuò la sua camminata lasciando il turchino indietro.
«Lucy è successo qualcosa?!» era ovvio che fosse successo qualcosa, ma la vera domanda era: cosa?
Poi mise insieme i pezzi e tentò di attivarci.
«Natsu, vero?»
A quelle parole Lucy si irrigidì arrestando la sua camminata.
«È successo qualcosa...» si rispose da solo sospirando per poi prestare attenzione alla compagna.
Lucy abbassò lo sguardo e si morse il labbro al pensiero di quello che era accaduto.
«ho fatto una cazzata» mormorò dispiaciuta, era pentita ma ormai era tardi per rimpiangere, non poteva tornare indietro aveva fatto la sua scelta.
Il ragazzo si guardò attorno, notando molti vsguardi rivolti verso loro, evidentemente avevano preso il tutto per una litigata di coppia, nessuno riusciva mai a smettere di pensare ai problemi degli altri e mai ai propri.
«Vieni con me» la prese per il polso e la portò nel bar accanto, in un angolino appartato, via da occhi indiscreti, e facendola sedere la incitò a raccontare. Voleva aiutarla, era una sua cara amica.
«Cosa puoi mai aver fatto di così orribile?»le disse scherzando provando a tirarle su il morale, infondo era Lucy, quella ragazzina dolce e timida che da piccola cercava sempre protezione da Natsu e il turchino, giusto?
«Io... Ecco»le parole le si fermavano in gola, più se lo ripeteva in testa, più si sentiva stupida e vigliacca.
«Credo di aver quasi avuto una relazione con Natsu....» decise di partire così, più o meno dall'inizio, ma quanto le faceva male dire quelle parole solo lei poteva saperlo.
Il turchino non la lasciò finire, era sconvolto, aveva gli occhi sgranati e la bocca socchiusa.
«UNA RELAZIONE CON NAT-»
«SHHHHH» gli mise una mano davanti la bocca impedendogli di completare la frase
«comunque non è questo il problema» si incupì.
Lui la guardò preoccupato e tolse le mani della ragazza dalla sua bocca.
«Loki, il mio ragazzo, è entrato in casa...»
Gerard annuì per spronarla a continuare, di lui poteva fidarsi. Era pur sempre il suo fratellone, o così lo chiamava da piccola.
«....mentre stavamo per farlo....» ignorò il forte rossore per poter continuare, non poteva credere che stava raccontando tutto ciò.
Si schiaffeggiò la fronte con la mano, la situazione stava raggiungendo un brutto finale.
«....e io avevo detto a Natsu di averlo lasciato» si torturò le mani guardando in basso, era stata una persona orribile ed egoista, se ne vergognava tanto.
E in segno di resa il turchino sbatté la testa contro il tavolino sotto lo sguardo dispiaciuto della bionda «stai scherzando vero!?» bofonchiò con la faccia schiacciata nel tavolino.
Lucy doveva ammettere che dicendo ad alta voce tutto ciò rendeva evidente quanto grande fosse la sua cazzata.
«No...»
Gerard alzò la testa dal tavolino nel sentire Lucy così dispiaciuta e la guardò un po' eloquente.
«Dopodiché non ci siamo neanche parlati ed ora ho paura che....»
La loro conversazione fu interrotta dalla suoneria del telefono di Gerard.
Il turchino alzò il busto sbuffando, prese il telefono e rispose.
«Dimmi Natsu...» a quel sospiro, Lucy scattò lo sguardo sul turchino «Si è con me... No, non è sparita... Al bar qui affianco... No, non ci sto provando... Ah per l'amor del cielo, Natsu!... Arrivamo subito» staccò la chiamata con il viso esasperato.
Gerard staccò il telefono e guardò Lucy con uno sguardo d'intesa
«abbiamo trovato il nostro prezioso indizio»
Erano passate ora da quando i ragazzi avevano trovato Erik Doku in ospedale, il loro prezioso indizio, nonché misteriosa ultima speranza.
«Anti-gang» disse Natsu sicuro di sé.
Tutti gli otto ragazzi si trovavano in un vicolo della periferia di Fairy Tail, un posto davvero poco raccomandabile, nonostante fosse primo pomeriggio. Lì avevano appuntamento con quella donna che era oltretutto in ritardo.
«Cosa?!» Gray inarcò un sopracciglio e si rivolse al rosato con esasperazione.
«È l'unica cosa che ho capito.... Anti-gang»
Si grattò il capo roseo con voce ingenua.
«Natsu, quell'uomo ha parlato per un ora e mezza! Devi pur aver capito qualcos'altro!» si intromise Mira esasperata come Gray.
«Mh...»ci pensò su «si» batte il pugno sulla mano sorridendo fiero.
Una speranza che il loro amico non avesse i mattoni nel cervello invase tutti che lo guardarono in attesa di una frase articolata correttamente.
«Pizza!»
Un imprecazione generale diede suono a quel vicolo deserto.
«Pizza?!» chiese Gajeel irritato e sconvolto.
Avevano parlato di roba illegale, come aveva fatto a capire 'pizza', ma soprattutto, da dov'era uscita quella parola!?
«Quel tizio odorava di pizza» alzò le spalle come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
La sua mano contro la sua frontale fu l'unico rumore che riecheggiò nell'aria.
Dopodiché, il silenzio, l'attesa era straziante. Quella donna stava tardando, insieme al futuro che li attendeva. Ormai avevano scoperto buona parte della verità, ma quella verità aveva portato via qualcosa da tutti. Tutti avevano perso una persona importante; una persona che aveva mentito o una persona a cui avevano mentito.
La tensione di ognuno andava a tamponare ogni singolo rumore, atmosfera che fu rotta dalla domanda più idiota che si poteva porre.
«Cos'è un anti-gang?» ed eccolo che ripartiva.
«Io me ne vado» Gajeel fece per avviarsi ma la voce intimidatoria di Erza lo fermò.
«Dove credi di andare!?»
Quest'ultimo si voltò, si poteva notare la collera e la delusione nel suo sguardo, non stava andando via solo per la stupidità di Natsu.
«sentite mi sono rotto di stare qui ad aspettare questa "anti-gang" che ci ha dato appuntamento un'ora e mezza fa e che non si è ancora fatta viva»
Fece per girarsi ma la voce di Erza lo fermò ancora.
«E tu vuoi andartene mentre stiamo a tanto così dalla verità, dal vendicare Mavis e smetterla di essere così dannatamente vigliacchi!?» lo guardò seria e con la mascella contratta.
Il ragazzo rimase lì, immobile, a pensare e ragionare.
«Ehm... Quindi... Cos'è un anti-gang?»ed ecco Natsu che ruppe nuovamente il silenzio.
«Fatelo tacere prima che lo prenda a pugni»disse il corvino, supportato pienamente da Gray, prima di girarsi e tornare al suo posto fra gli amici.
Attesero altri venti minuti accordandosi sul fatto che se non fossero venuti entro un ora se ne sarebbero andati.
«uffa» suffò il rosato, stava facendo il possibile per ignorare Lucy ed evitare le brutte occhiate che gli lanciava Gerard, cosa che non sfuggì ad Erza
Perché Gerard avrebbe dovuto guardarlo male? Che aveva fatto di male... 'Sta volta?
«Che c'è ancora Natsu?» chiese Mira irritata, la conversazione con la madre l'aveva fatta innervosire, quella donna era incredibile.
«Nessuno mi ha spiegato cosa vuole dire» disse Natsu reggendosi la nuca con le mani per poi appoggiarsi al muro.
«Cosa vuol dire cosa?»fece il corvino evidenziando il 'cosa' finale.
Anche Gajeel era molto arrabbiato, ma non le dava a vedere. Quando nella spiegazione di Erik aveva sentito il suo nome non ci poteva credere.
«Quella parola» incoraggiò i compagni a capire, cosa che ovviamente non fecero. Tutti si lamentavano della poca comprensione di Natsu, ma poi nessuno capiva lui.
«Natsu, se non ti spieghi non capiamo nulla» disse Gray alzando gli occhi al cielo.
«Parli dell'anti-gang?» pensò Lucy sottovoce ma abbastanza alta da farsi sentire, forse lei era l'unica in grado di capirlo, aveva passato tanto di quel tempo con lui che lo conosceva come le sue tasche, e le mancava tanto quel rapporto.
«ah, si, quella» Natsu distolse lo sguardo, poiché avendo parlato senza preavviso gli occhi erano caduti su colei che stava evitando, parlando freddamente.
Quella freddezza colpì Lucy così forte da farle venire il voltastomaco.
Cosa che non era sfuggita a Gerard che si sentiva come un fratello maggiore nei confronti di Lucy, ricordava ancora quando la chiamava Lulù.
«L'antigang è un organizzazione che collabora per combattere le gang criminali, un po' come la polizia, solo che aggiscono nell'ombra e con mezzi discutibili» la voce di una donna si fece largo nel silenzio appena creato.
Gray distolse lo sguardo, quella voce, quella donna. Colei che aveva mentito dal primo istante.
«J-juvia...» quando l'aveva vista all'ospedale seduta accanto a Erik, aveva capito che aveva qualcosa a che fare con tutta quella storia.
«Gray...» lo guardò dispiaciuta, si sentiva così meschina. Il ragazzo uscì dalla stanza e lei lo seguì «Gray per favore! Lasciami spiegare!»
Lui si voltò con la mascella contratta «che ci fai qui? Stai anche con quel Erik? Oppure fai parte di Oracion Seis?»
Juvia aveva le lacrime agli occhi.
«Pensavo ci aveste dato buca» rispose Erza sicura di sé, dimostrando forza dove sentiva debolezza. La sua voce riportò Gray lontano dai ricordi.
Perché un semplice ragazzo avrebbe dovuto ridurla così? Perché proprio Gerard? E perché l'amore era così carico di differenza?
«È stato complicato convincere gli altri membri a farvi entrare nel nostro quartier generale, solo in tre eravamo d'accordo inizialmente» espose la ragazza con voce tranquilla, anche se dentro di sé non stava poi tanto bene.
«Nessuna di queste opzioni, siete qui per sapere la verità giusto? Bene, io faccio parte di un anti-gang, fondata principalmente per eliminare gli Oracion Seis. Noi pensavamo che gli amici di Mavis fossero in qualche modo collegati, avevamo dei sospetti e così hanno mandato me dall'unico raggiungibile... Te» era sul punto di piangere, aveva capito di essere stata così meschina nei suoi confronti e forse, se non ci fossero stata in mezzo tutta questa storia avrebbe provato a conquistare quel ragazzo senza doppi fini.
«Scusa, Juvia giusto? Ma io non vedo alcun quartier generale nelle vicinanze» notò Cana portando i due ragazzi alla realtà.
Cana sembrava essere l'unica meno tormentata, era lì anche perché si fidava di Erik aveva fatto tanto per lei.
«Io ti conosco...» guardò l'uomo seduto sul lettino dell'ospedale, avevano scoperto che era stato sparato ad un fianco, niente di letale ma neanche innocuo.
Lui le sorrise «ti vedo bene, Cana»
«Sei quel ragazzo che andava a prendere sempre Mavis da piccola! Lei ti voleva davvero bene, parlava sempre di come sembrassi un fratello per lei. Un giorno accompagnasti anche me a casa e poi cominciarono ad arrivare soldi da parte tua, per mandarmi a scuola... Grazie a te ho anche aperto un locale, sai» sorrise malinconica al ricordo e i suoi occhi divennero lucidi.
«È stato un piacere, Mavis mi aveva detto la situazione con tua madre... Così ho pensato di dare una mano» ricambiò il sorriso.
«Se fosse così visibile saremmo già stati attaccati da un bel pezzo, ti pare?» disse Juvia voltandosi e iniziando a camminare seguita dagli altri.
Durante il tragitto Erza provò ad avvicinarsi a Gerard iniziando un discorso, non sapeva perché ma ne sentiva il bisogno, della sua voce, del suo sorriso.
«Ehi, io...» purtroppo il turchino non sentì e accelerò il passo raggiungendo Lucy che camminava a testa bassa.
«Tutto okay?» chiese Gerard preoccupato per l'amica, incurante per la scarlatta
«s-si , credo di si» rispose la bionda guardando Natsu di spalle di fronte a lei e abbassando nuovamente lo sguardo.
Il rosato sentì la conversazione e con fare depresso si avvicinò a Cana che lo prese sotto braccio prendendosi occhiate di gelosia da parte di Lucy, forse lo meritava; meritava di essere ignorata per quella menzogna.
Tutta la scena non passò di certo inosservata a Juvia e Gray che, contemporaneamente, spostarono lo sguardo su Gajeel e Mira che procedevano senza pronunciare suono o parola con fare pensieroso.
«Abbiamo fondato un anti-gang per eliminare Oracion Seis, tutti i membri di questa associazione hanno subito un torto da quei criminali e ora vogliono vendetta. Penso che conosciate già Juvia e Levy» a quel nome Gajeel sgranò gli occhi e senti un peso sul petto.
Ecco chi erano le persone che l'avevano aiutata, ma perché lei non gliela aveva detto? Perché l'aveva tenuto nascosto? Poteva essere utile saperlo, poteva far meno male che scoprirlo da estranei.
D'istinto Juvia si rivolse a Gray «è successo qualcosa?»
Il corvino la rispose in modo freddo «credo di si» non sopportava le bugie e non sopportava essere odiato. Juvia aveva messo due cose che lui detesta insieme, non poteva pretendere di essere perdonata dal nulla.
«Non dovreste consolarvi a vicenda?»
«Senti, Juvia, se non ne vogliono parlare li capisco, ognuno ha i propri pensieri e i propri problemi»
«Scusa» la ragazza aveva capito di essere il malessere di quest'ultimo, e una volta attirata la sua attenzione continuò «non volevo mentirti ma non potevo fare altrimenti...»
«Quindi è stato meglio portare il tuo sospettato a letto e fargli raccontare la sua vita» terminò arrabbiato Gray stringendo i pugni.
«Non era previsto lo sproloquio della tua vita» ribatté la turchina seguendo il tono del ragazzo «senti, arrabbiati quanto vuoi ma non potevo fare diversamente, se fossi realmente stato uno degli O.S. non avrei potuto rischiare.
E poi non vado in giro a raccontare missioni segrete a gente a caso» concluse guardandolo di sottecchi, avrebbe voluto fermarlo e guardarlo bene negli occhi, ma doveva condurre tutti al quartier generale e non poteva fermarsi.
«O.S.?» fu, evidentemente, l'unica cosa che Gray aveva tenuto a mente di tutto il discorso.
«Oracion Seis» rispose lei come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
«Ah, perché l'abbreviazione?» chiese innocente guardandola curioso.
«Non cambiare discorso Fullbuster» ringhiò la turchina incrociando le braccia al petto.
«Quindi era giusto abbandonarmi dopo aver scoperto che ero innocente?» tornò alla discussione di prima come da lei richiesto.
«Quello.... Non faceva parte della missione, io...»
Venne interrotta dai pensieri di Gray «tu cosa?»
Lei lo guardò tristemente «io... Non volevo coinvolgerti più di quanto già lo fossi! In questo casino ti ci sei infilato da solo, non volevo che la tua vita fosse stravolta da tutto questo!» una lacrima le sfuggì rigandole la guancia, ma Gray proprio non riusciva a dirle che forse un po' all'inizio provava interesse verso di lei, e se non ci fosse stata questo storia ci avrebbe provato normalmente. Però il danno era fatto; l'uragano che stravolge il futuro era arrivato ormai.
«Decido da solo cosa può nuocermi e cosa no, non avevi il diritto di decidere al mio posto» serrò la mascella.
Lei si asciugò le lacrime e lo guardò seriamente «ma avevo il diritto di decidere se spifferarti o meno la mia vita... Siano arrivati» cacciò una card dalla sua tasca e la passo davanti la serratura di una porta.
«Club dello sport?» Nastu lesse l'insegna sopra la porta con un sopracciglio alzato.
«Benvenuti nella copertura del Crime Sorciere, l'anti-gang» abbozzò un sorriso la turchina scottanti tutti dentro.
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