1 - mama hates you

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-lo so... Ma fa comunque male-

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Ormai le grandi organizzazioni criminali piú pericolose era da considerarsi, almeno per la maggior parte, completamente eradicate, gli eventi passati non erano piú cosí vivi nella mente della gente, troppo occupati ad acclamare i nuovi eroi ed i loro successi.

Ma la vera minaccia rimaneva la LOV ancora viva ed operativa, ogni giorno la sua potenza sembrava aumentare, non importava quanti suoi simpatizzanti finissero dietro le sbarre, non sembrava minimamente essere preoccupante per l'organizzazione.

-cosa farai nel tuo giorno libero?-

Domandò Eijirou appena uscito dall'ufficio dell'agenzia a Katsuki.

-starò con la mia famiglia... Hideki non mi ha ancora perdonato per aver perso la sua recita-
-dai considerando il fatto che come rabbia è simile a te... Ti perdonerà tra mille anni-

Il biondo brontolò qualcosa sottovoce, mentre l'amico rise di gusto.

-vado a casa che è meglio-
-salutami tutti mi raccomando!-
-si, si... Non rompere capelli di merda-

Mentre Katsuki guidava, rimuginava su molte cose, era stato un mese stressante per tutti, la LOV si era fatta meno attiva per qualche motivo ed era insolito se non preoccupante, certo, non era pericolosa come ai tempi di All for one ma era pur sempre una minaccia, aveva fatto tutto quello che poteva, ma doveva occuparsi anche della sua famiglia, ed Hideki non era semplice da gestire.

Appena arrivò a casa ed aprì la porta, si trovò faccia a faccia con Hideki che lo guardò con un'espressione dura in viso.

-oh... Sei a casa... Bene. Nonna! Katsuki è a casa!-
-Hideki aspetta...-
-ho da fare vecchio-e corse nella sua stanza.

Katsuki non lo avrebbe mai ammesso ma, erano piú simili di quanto sperasse, sua madre sbucò dal salotto, guardando Katsuki mentre incrociava le braccia.

-che vuoi vecchia strega?!-
-ma piantala, non ti fai nemmeno rispettare da un bambino-
-non so cosa fare ok?-
-parlagli, non come faresti con me ma fallo, Hideki sembrerà scorbutico come te ma non è una testa calda come qualcuno che conosco-

Katsuki guardò sua madre tornare in salotto ed il biondo, dopo aver preso un respiro quasi infinito andò davanti alla stanza del figlio e bussò.

-che vuoi?-
-parlare-
-uff va bene... Entra-

Katsuki entrò nella camera del figlio, tutta tappezzata di poster di eroi e articoli vari, il bambino era sdraiato con la faccia immersa nel cuscino, Katsuki si sedette vicino a lui.

-mi dispiace aver perso la tua recita-
-non sono arrabbiato per quella... Era anche brutta, ho sbagliato le battute-
-e allora qual'è il problema?-

Hideki si girò, fissando suo padre con quegli occhi verde oliva.

-faccio schifo...-
-ma che vai dicendo?-

Hideki si sedette con sguardo serio mentre era visibile il suo sconforto.

-papà... È brutto essere figlio di un pro hero come te... E non avere un quirk...-

Katsuki si sentì stringere il petto.

-non posso essere un eroe... Non posso essere niente, anche in classe molti miei compagni me lo dicono, e forse hanno ragione-

Katsuki diede un leggero colpo sulla fronte del figlio che urlò sorpreso.

-ascoltami bene mocciosetto, tu sei Hideki Bakugou, e non esiste che qualcosa di così stupido ti butti giù! Quirk o no, tu sarai grande! Chiaro?!-
-ma come posso esse-
-shhh.. Non serve essere un eroe per essere i migliori!-
-comunque è ingiusto, io... Volevo essere un eroe, aiutare le persone... Come fai te,  ma non lo potrò mai fare... Sono... Inutile-

Ci fu un attimo di silenzio.

-non dirlo mai piú-

Hideki guardò suo padre con un'espressione confusa, la voce di Katsuki si era fatta grave, tetra.

-non dire che sei inutile chiaro?! Come puoi pensarlo?!-

Hideki rimase in silenzio, fissando suo padre con la bocca semiaperta.

-ci sono tante persone prive di unicità che svolgono lavori importantissimi, essere un eroe non dovrebbe riferirsi solo a noi, ma anche a loro, agenti di polizia, dottori, pompieri, anche chi svolge un lavoro semplice, sono tutti eroi-

Il bambino non rispose, quelle parole erano state abbastanza da farlo zittire.

-quando ti sarai fatto un idea... Dimmelo-

Katsuki se ne andò via, lasicando Hideki confuso.

Il biondo rimase per qualche secondo appoggiato alla porta della stanza del figlio, prendendo un grosso respiro, era tentato di ridere a come il karma l'avesse quasi preso in giro, un'altra """punizione""" da sopportare ai danni della persona piú importante della sua vita.

Hideki era stata una benedizione, malgrado la triste situazione che aveva portato alla sua nascita, sua madre di certo non era la persona migliore del mondo, anzi, decisamente Katsuki avrebbe potuto avere di meglio.

Lei era una persona all'apparenza gentile, comprensiva e paziente, ma Katsuki si era sbagliato nel giudicarla, quando rimase incinta erano entrambi estasiati, si sarebbero dovuti sposare poco dopo la nascita di Hideki, ma quel giorno Katsuki capì quale persona orribile fosse, quando scoprì che il suo obbiettivo era la fama, sposare l'attuale eroe numero uno era stata una vera fortuna, questo portò a vari litigi e l'annullamento del matrimonio, ed una lotta quasi interminabile per la custodia di Hideki, che era finita quando il piccolo aveva compiuto cinque anni e risultò privo di unicità, a quel punto era quasi scontato per Katsuki cosa sarebbe successo.
Di punto in bianco si era disinteressata al loro figliolo e in poco meno di una settimana era sparita completamente, Hideki non si ricordava molto bene di sua madre, ed era meglio cosí.

Il bambino non era uscito nemmeno per pranzare, rimuginava su quello che suo padre gli aveva detto mentre finiva i compiti per scuola, nel silenzio il bussare sulla porta lo fece sobbalzare.

-posso entrare?-
-si... Vieni nonna-

Mitsuki entrò sedendosi sul letto, guardando le spalle del nipote che stava alla scrivania a scrivere.

-dovresti venire a mangiare-
-non ho molta fame-
-tesoro so che adesso tutto ti sembra difficile ed ingiusto... Ma tutto si sistemerà, non siamo noi a scegliere come nascere-
-lo so nonna... Ma...-si fermò mentre si mordeva la lingua.
-ma?-
-l'unica cosa utile che potevo fare era provare ad essere un eroe... Non credo di essere il più sveglio della classe e nemmeno il piú intelligente, cosa potrei mai aspirare ad essere?-
-non dire sciocchezze, tutti siamo bravi in qualcosa con o senza quirk-

Hideki non rispose, sospirò solamente.

-avere un quirk è diventato cosí normale che ormai non averlo è quasi una colpa-
-sai... Certe persone vorrebbero non avere un quirk-
-non penso che tutti abbiano un genitore che fa l'eroe-
-dovresti pensare piú in grande e non soffermarti sul problema, probabilmente te lo ha giá detto tuo padre ma non serve avere un quirk per essere eroi-
 
Calò nuovamente il silenzio prima che Mitsuki riprese la parola.

-ora vieni su... Si fredda tutto-

Hideki sbuffò ma annuì, seguendo sua nonna, il cibo era ovviamente ottimo, visto che era stato suo padre a farlo, forse troppo piccante ma ad Hideki andava bene cosí.

Tutto proseguiva come al solito, Mitsuki e Bakugou che si urlavano contro oppure se le davano, lasciando Hideki e Masaru a fissare i due con gli occhi di chi si è arreso da tempo.

-come hai fatto a sopportarli per cosí tanto tempo?-domandò Hideki guardando il nonno.
-tanta pazienza e forse un po di rassegnazione-
-nonno sei ufficialmente la persona che stimo di piú in questa casa-

Urli e offese a parte, tutto andò come al solito, appena finito di sparecchiare ci doveva essere la difficile scelta di come passare il pomeriggio.

-hey ti va di fare un giro in centro?-
-per fare cosa?-domandò svogliato Hideki al padre.
-passiamo la giornata assieme-
-e finire invasi da orde di tuoi fan accaniti? No, grazie-
-allora al parco, là non ci vado mai, non ci saranno troppe persone-

Il ragazzo avrebbe voluto rispondere con un secco "no" ma vedendo come suo padre fosse speranzoso mentre aspettava una risposta, sospirò.

-va bene-
-perfetto! Allora andiamo subito-
-ma guardati, parli a tuo figlio come fosse l'unico a dire cose razionali-
-è mio figlio, te non facevi lo stesso con me?-
-pfff nemmeno per idea-rise Mistuki.

Katsuki brontolò prima di prendere la borsa, chiavi di casa e spingere fuori dalla porta Hideki e tirarlo a bandiera fino alla loro destinazione, il bambino rimase silenzioso per la durata della strada, all'arrivo, come previsto da Katsuki, non c'era traccia di molte persone e quelle presenti non erano interessate alla loro presenza.

-cosa ti va di fare?-
-non ho molto in mente a dire la verità-

Hideki si mise a sedere su una panchina, sospirando.

-senti figliolo... So che il mio lavoro mi tiene spesso lontano da te, e che la mamma è... Beh... Quella che è, ma non ti sentire mai non amato o non voluto, sei la cosa migliore che potesse capitarmi, non cambierei niente-

Hideki guardò suo padre per poi distogliere lo sguardo.

-sarò un padre mediocre ma ce la metto tutta per tenerti al sicuro, e di certo non smetterò mai-
-non sei un padre mediocre...-
-come hai detto?-
-non sei un padre mediocre!-sbuffò alzando la voce.
-aaah! E come mai? Sentiamo-
- ...tu... Tu sei... Bravino come padre... E non mi odi come... Come la mamma-

Katsuki sospirò mettendo una mano sulla spalla del figlio.

-piccolo mio la mamma...-
-lo so... So che tipo è... Ma fa comunque male-

Katsuki guardò suo figlio prima di abbracciarlo, gli passò una mano tra i capelli, cercando nella sua mente di trovare delle parole per dare conforto al figlio, ma al momento non le trovava.

-mi dispiace Hideki... Mi dispiace tanto-
-non è colpa tua papà, è andata cosí... Non hai niente di cui incolparti-
-che mai avrò fatto per meritare un figlio come te, non lo saprò mai-

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