44.Solo noi

Chloé non era mai stata tanto abile nel tenere a bada le proprie emozioni.
Il più delle volte, infatti, era davvero difficile che riuscisse a rimanere calma e composta come avrebbe dovuto, se qualcosa la turbava particolarmente.
E così finiva sempre con il dare di matto e con l'attirare su di sé parecchi risolini ed occhiatacce storte.
In quell'esatto momento, però, accadde qualcosa di totalmente inaspettato, perché l'intero suo corpo rimase immobile e silenzioso come quello di una statua di cera.
Non un pensiero, non una parola, non un singolo movimento di troppo...
"Ci sposiamo", aveva detto Sabrina, ed il suo cervello aveva dato forfait.
Aveva scollegato tutti quanti i suoi cavi e se ne era andato via per sempre, abbandonandola lì dove si trovava senza dire nulla.
Ed ora non sapeva davvero più che cosa fare.
Le voci degli altri le sopraggiungevano lontane ed indefinite, quasi ovattate.
Le risate divertite, il suono delle loro posate sui piatti, il rumore di fondo dell'intera sala da pranzo...
Nulla di tutto quello che la circondava le sembrava reale.
Era intrappolata in una gigantesca bolla priva di ossigeno, e l'unico suono che riusciva a percepire quasi perfettamente era il ritornello di uno di quei fastidiosissimi jingle della televisione.
E mentre il tempo passava e alle portate a tavola se ne aggiungevano di nuove, i suoi pensieri continuavano a rimanere fissi su quell'unica frase che le aveva spezzato il cuore a metà.
- Chloé? Chloé? - la richiamò d'un tratto Marinette, nel vederla del tutto assente.
- Eh? - domandò lei, con un tono di voce basso e rauco che non le si addiceva per niente.
- Tutto bene? - la corvina le rivolse uno sguardo stracolmo di preoccupazione.
- Sì, io... Credo soltanto di aver mangiato un po' troppo... Tutto qua... - borbottò, un attimo prima di darsi una veloce spinta delle gambe, e di alzarsi dalla propria sedia per allontanarsi da lì una volta per tutte.
Pessima scelta, si disse, quando dovette mantenersi al bordo del tavolo con entrambe le mani, per poter tornare rapidamente in equilibrio sui propri piedi.
- Chloé! - gridò suo padre, afferrandola giusto in tempo per evitarle una brutta caduta. - Ma che cos'hai, tesoro? Ti senti male? - le domandò.
- No, papà... Ho solo un po' di mal di testa... Forse è meglio che me ne vada a casa... - rispose lei, infilando la giacca in modo confuso.
- Aspetta! - esclamò allora Marinette, andandole incontro. - Non puoi tornare a casa da sola in queste condizioni... Ti ci accompagno io. - si propose.
- Ma non ce n'é mica bisogno... Ho la macchina parcheggiata qui di fronte... - indicò la porta di uscita dell'hotel con una mano incerta, e la corvina le lanciò un'occhiataccia di rimprovero.
- Lo so, ma non mi fido di certo a farti guidare. Ti accompagno io e non si discute più. - affermò, in modo deciso ed autoritario, per poi prenderla a braccetto e rivolgere un ultimo saluto a tutti quanti.
- Grazie di tutto, signor Bourgeois. Il cibo era ottimo. - gli rivolse un sorriso sincero. - E, ragazzi... Ancora tanti auguri per il vostro matrimonio. Mi piacerebbe poter rimanere qui a chiacchierare con voi ancora per un po', ma... Be', credo che Chloé abbia avuto una giornata particolarmente pesante oggi, e che abbia soltanto bisogno di riposare... -
Detto questo, si voltò anche lei verso la porta, e fu sul punto di girare i tacchi ed andar via, quando...
- Marinette, aspetta! - gridò una seconda voce.
D'improvviso, infatti, Sabrina si alzò dal posto in cui era seduta e le raggiunse con passo trafelato.
- Vuoi... Vuoi che ti dia una mano? - le domandò, dopo che ebbe ripreso fiato, le sopracciglia inarcate all'insù e la fronte ricoperta da rughe d'espressione.
Fu proprio allora che Chloé spostò lo sguardo verso il suo, commettendo l'errore forse più grande di tutta la sua vita.
Averla lì, a pochissimi centimetri dal suo viso, e non poterle dire tutta quanta la verità, rivelarle i propri sentimenti, né tantomeno abbracciarla o posare le labbra sulle sue la faceva totalmente impazzire.
Come avrebbe fatto a continuare a fingere che andasse tutto bene?
Che la notizia delle sue nozze la rendeva felice per lei?
Che saperla lì insieme a quel ragazzo che amava tanto non aveva smosso nulla all'interno del suo cuore?
Non ci sarebbe mai riuscita.
E un po' la biasimava per questo. Perché lei e Sabrina avevano passato così tanti anni lontane l'una dall'altra... Eppure pareva che a Sabrina non fosse mai importato nulla di lei.
Che la loro amicizia fosse stata soltanto un stupido scherzo?
Non avrebbe mai potuto accettarlo.
Ma, se realmente era andata così, allora voleva saperlo, sentirselo dire dalle sue labbra...
- No, Sabrina, stai tranquilla... Ce la faccio anche da so- - Oh mio Dio, Chloé! - urlò Marinette, nel girarsi verso di lei e nel vederla scivolare a terra come un sacco pieno di patate.
- Chloé! Oh Madonna santa, è svenuta! - strillò allora Sabrina, iniziando ad agitarsi sul serio.
- Chloé! Chloé! Presto, chiamate subito un'ambulanza! - la voce di suo padre risuonò per tutta la sala, attirando l'attenzione, non soltanto dei camerieri, ma di tutti quanti i presenti, che iniziarono ad avvicinarsi in massa attorno al suo corpo riverso sul pavimento.
- Aria, aria! Lasciatela respirare! - esclamò a quel punto la corvina, facendo ampi gesti con le braccia per allontanare l'enorme folla di persone accorse sulla "scena del delitto".
- Dovete alzarle i piedi! -
- No! Giratela su un fianco! -
- Le serve la respirazione bocca a bocca! -
Un coro di voci interessate si levò per tutta la sala, creando un forte baccano.
Marinette, d'altro canto, nel tentativo di zittirle e di accorrere in aiuto dell'amica, non poté non notare un particolare piuttosto strano... Sulle labbra di Chloé era appena spuntato un piccolo sorriso divertito.
Fino a quel momento non se ne era posta più di tanto il problema, ma ora che ci rifletteva un po' su...
Chloé era sempre stata una grande attrice nel tirarsi fuori dai guai. Che avesse finto anche stavolta?
"Non so," si disse Marinette, "C'é qualcosa che non mi quadra in questa storia...".
Doveva assolutamente venirne a capo, e c'era soltanto un modo per scoprirlo:
- Ha ragione! - rispose, infatti, tenendole il gioco. - C'é per caso qualcuno qui in grado di farle la respirazione bocca a bocca? -
Si guardò fintamente attorno alla ricerca della vittima perfetta, ed alla fine posò gli occhi su una figura, in particolare...
- Sabrina? - la chiamò, cercando in tutti i modi di non dare a vedere il proprio divertimento.
- Ehm, io... - la rossa si morse il labbro inferiore con i denti, quasi combattuta.
- Io! - gridò una voce, tutto d'un tratto. - Io ho un diploma in primo soccorso! -
Ovviamente era quella di Mathis: Chloé l'avrebbe riconosciuta tra mille, perché nessuna di quelle che conosceva erano così tanto fastidiose come la sua.
In quel momento, infatti, mentre il ragazzo iniziava a farsi largo tra la folla con l'aria di un supereroe al millesimo salvataggio di un civile, Chloé avrebbe tanto voluto alzare gli occhi al cielo e lasciarsi andare ad un lungo sospiro rassegnato, perché non ne poteva davvero più di tutta quella situazione.
Mathis era il ragazzo più insopportabile che avesse mai conosciuto.
Con quella sua terribile parlantina, quel suo atteggiamento da "so tutto io" e quel suo stupido, stupidissimo sorriso, non credeva che sarebbe riuscita a reggere un minuto di più in sua presenza.
Non si sarebbe lasciata sfiorare neppure con un dito da lui.
"È tempo che questa sceneggiata finisca", rifletté, infatti.
Ma proprio quando fu sul punto di riaprire gli occhi e di "riprendere conoscenza":
- Fatemi passare: so già come comportarmi in queste situazioni. - disse Mathis, posizionandosi a qualche centimetro dal suo corpo. - Per prima cosa dobbiamo verificare che sia cosciente. - annunciò e, una volta fatto ciò, l'afferrò brutalmente per le spalle ed incominciò a scuoterla con grande forza delle braccia.
- Chloé! Mi senti?! - le gridò in un orecchio, facendola rinsavire in pochi secondi.
- Io... C-che cosa è successo? - domandò lei, con gli occhi ancora mezzi socchiusi per la confusione.
- Stai bene? - intervenne allora Sabrina, il volto corrucciato per la paura.
- S-sì, sto bene... - rispose lei, nel tentativo di mettersi seduta.
- Aspetta, ti dò una mano io. -
Si aggrappò al braccio destro offertole da Marinette, e riuscì finalmente a tornare su.
A quel punto, una volta rimessasi in piedi sulle proprie gambe, ne approfittò per guardarsi attorno con gli occhi socchiusi per la troppa luce.
Intanto, la presa sul suo braccio si fece più forte, e Marinette le accostò le labbra all'orecchio per sussurrarle un: - Come va, adesso? Ti sei ripresa? -
Chloé si voltò verso di lei e fece finta di niente.
- Ora sì. - rispose, infatti, accennando un piccolissimo sorriso delle labbra.
Si scrollò poi il suo braccio di dosso e si rivolse a Sabrina.
Rimase lì a fissarla per dei secondi che parvero interminabili, non riuscendo a smettere di pensare per nessuna ragione al mondo a quanto diavolo fosse bella, quella sera.
E, quando, del tutto inaspettatamente, la rossa le si avvicinò per tuffarsi tra le sue braccia, Chloé ne fu talmente sorpresa che credette di esserselo soltanto immaginato.
Ma le parole di Sabrina la fecero ricredere:
- Mi hai fatto prendere un brutto spavento. - mormorò, sincera, carezzandole le spalle con le mani.
Inutile dire che Chloé non riuscì a spiccicare neppure la più piccola tra le parole.
Aveva il corpo totalmente congelato ed il cuore che le batteva forte come un tamburo.
Ricambiò l'abbraccio con movimenti timidi ed impacciati delle braccia, quasi fosse la sua prima volta, mentre i lunghi capelli dell'altra le solleticavano il collo, ed il profumo della sua pelle avvolgeva tutto attorno a sé.
D'un tratto, era come se tutto quanto fosse sparito.
Non esisteva più alcun ristorante.
Alcun tavolo.
Alcuna portata.
Alcuna musichetta fastidiosa.
Niente di niente.
C'erano solo lei e Sabrina.
Ancora strette in quell'abbraccio caldo ed inaspettato.
Di nuovo insieme nonostante tutto.

Senza fine
Tu sei un attimo senza fine
Non hai ieri
Non hai un domani
Tutto è ormai
Nelle tue mani
Mani grandi
Mani senza fine

Non m'importa della luna
Non m'importa delle stelle
Tu per me sei luna e stelle
Tu per me sei sole e cielo
Tu per me sei tutto quanto
Tutto quanto voglio avere

Serena

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