14.Ho bisogno di parlarti

L'indomani arrivò il fine settimana, e Marinette ed Alya decisero di incontrarsi in centro città per una sana sessione di shopping sfrenato, durante il quale passarono da un negozio all'altro per provare e riprovare dozzine di abiti e di accessori di tutti i tipi. Quando finalmente ne uscirono, ad accoglierle fu un fresco venticello di inizio primavera, che le convinse a fare una passeggiatina nei dintorni e a fermarsi in un bar per prendere un bel gelato. - Non riesco a credere che Chloé stia uscendo insieme a quel tipo, Jules, se non erro. - esclamò, d'un tratto, la castana. - Chi? - domandò l'altra, distratta. - Jules, il ragazzo nuovo. Quello che viene da Los Angeles. - rispose lei. Marinette annuì, anche se non del tutto interessata alla faccenda. Ogni volta che le due uscivano assieme, Alya aveva sempre da raccontarle qualche pettegolezzo piccante o "succulento" che, a detta sua, assolutamente nessuno si sarebbe dovuto perdere. In quel periodo però, l'attenzione dell'intero corpo studentesco sembrava essere rivolta verso la Bourgeois che, stranamente, non ne sapeva nulla, perché non era andata a cercarsela di sua spontanea volontà. In giro si diceva che lei e Sabrina avessero litigato, che quest'ultima avesse cominciato a far parte di un gruppetto di ragazze più grandi, e addirittura che fosse cambiata completamente. "Difficile a crederci" si era detta Marinette, non appena lo aveva scoperto. Quelle due ragazze sembravano essere troppo amiche per separarsi e, nonostante non andasse d'accordo con nessuna delle due, le sarebbe dispiaciuto se avessero litigato per davvero. - Secondo te perché lei e Sabrina hanno litigato? - ne approfittò per chiederlo ad Alya, che all'inizio sembrò pensarci un po' su, ma poi rispose con un: - Be', ad essere sincera, non ne ho la più pallida idea. - lasciando Marinette in preda alla sorpresa. - Che strano: di solito sei sempre tu quella super aggiornata su qualsiasi cosa! A volte mi domando come ci riesca. - l'altra scrollò le spalle con noncuranza, rivolgendole il suo sorriso migliore. - Sono soltanto molto curiosa, perciò cerco di ricavare quante più informazioni possibili attraverso riviste, giornali, blog o semplicemente parlando con le persone giuste. - - E chi sarebbero? - - A scuola ce ne sono un paio di molto informate, come ad esempio: Céline, che pubblica articoli sul giornalino della scuola, o Carmen, che si occupa di tenere aggiornato il suo blog. Solitamente chiedo a loro, se sono in cerca di nuovi gossip o pettegolezzi. - Marinette ascoltò le sue parole con nuovo interesse, cercando di ricordare dove avesse già sentito quei due nomi tanto familiari. "Ma certo!" si disse. Céline era la ragazza che aveva vinto il concorso per diventare Giornalista della scuola, un bel po' di tempo fa, e contro cui aveva combattuto, perché akumatizzata da Papillion: ricordava ancora il colore rossiccio dei suoi capelli e quello azzurro chiaro dei suoi occhi. Carmen invece, l'aveva incrociata un paio di volte in corridoio, mentre scribacchiava qualcosa su un quadernetto che portava sempre con sé, senza nemmeno alzare lo sguardo per prestare attenzione a dove stesse andando. Portava una chioma folta di capelli scuri e mossi che le arrivavano più o meno sotto al mento, oltre ad un paio di occhiali rossi e squadrati. La carnagione più scura ed i suoi occhi color nocciola le davano l'aria di non essere proprio originaria di Parigi. Infatti, più di una volta, le persone l'avevano scambiata per una parente di Nino, data la loro forte somiglianza. - Perciò, loro sapranno dirmi chi ha diffuso la notizia della mia "presunta" doppia identità da Ladybug? - domandò ad Alya. - In realtà non credo ce ne sia davvero bisogno. D'altronde, i ragazzi che gestiscono la lista sono parecchi: avrebbe potuto scriverlo chiunque. - se ne uscì, scrollando nuovamente le spalle come se nulla fosse. - La lista? Ma di che stai parlando? - Marinette fu invasa da un improvviso senso di confusione. - Come, non lo sai? - scosse la testa. - All'incirca ogni mese un gruppetto della scuola in particolare stila una lista di possibili alunni che si possono nascondere dietro le maschere di Ladybug e Chat Noir. È probabile che tu sia finita in cima a causa della vostra forte somiglianza. - spiegò. - Cosa? Stai scherzando? - la corvina strabuzzò gli occhi azzurri, del tutto incredula. - No, non sto scherzando. E sono d'accordo con te, è un'idea talmente stupida che... - - Non intendevo questo, io... È che io ho dato tutta la colpa ad Adrien, perché credevo fosse stato lui... - abbassò lo sguardo: nominare il suo nome le faceva sempre uno strano effetto alla bocca dello stomaco. - Adrien? Scherzi, vero? - ad Alya mancò davvero poco per non strozzarsi con la sua stessa saliva. - Mari, quel ragazzo non farebbe del male ad una mosca. - lo difese. - Certo, come no. Allora come mi spieghi il fatto che sia stato lui l'unico a scoprirlo? Di sicuro, dopo che l'ho rifiutato davanti a tutti, si sarà vendicato e avrà diffusa in giro la notizia. - l'altra incrociò le braccia al petto, ripensando all'accaduto. - Marinette, se ti dico che non lo ha fatto devi credermi: lui è pazzo di te, ma non lo vedi? - si ritrovò irrimediabilmente ad arrossire alle sue parole. - Ma che dici: non è vero. - negò, cercando di nascondere il sorrisetto che minacciava di incurvarle le labbra all'insù. - Marinette... forse tu non te ne sei accorta, ma sabato scorso non riusciva a toglierti gli occhi di dosso neanche per un secondo. - la pungolò leggermente col gomito. - Dici davvero? - le chiese, allora. - Certo! Devi stare tranquilla, perché non è stato lui a diffondere la notizia: ne sono più che sicura. - affermò Alya, facendole salire i sensi di colpa. Insomma, quello che aveva detto aveva senso e... la sua migliore amica non le avrebbe mai mentito soltanto per proteggere Adrien, perciò... Questo voleva dire che si era sbagliata completamente sul suo conto. Come aveva potuto dubitare di lui? D'altro canto, si era sempre dimostrato un ragazzo onesto, buono e gentile. Si era fatta prendere sicuramente dalla rabbia del momento, ed era arrivata ad accusarlo ingiustamente soltanto perché lui si era ritrovato nel posto sbagliato al momento sbagliato. Nonostante questa sua consapevolezza però, la corvina si sentì davvero male per averlo trattato in quel modo senza una reale motivazione, così si coprì il volto con le mani e: - Oh, no. Che cosa ho fatto? - domandò, più a se stessa che all'altra.

La mattina dopo, Marinette si svegliò abbastanza presto, perciò decise di approfittarne per farsi una bella doccia calda: aveva bisogno di schiarirsi un po' le idee. Si spogliò del proprio pigiama e della biancheria intima e si infilò sotto al suo getto d'acqua bollente, cominciando ad insaponarsi con cura. Si strofinò il corpo con una spugna impregnata del suo solito bagnoschiuma alla ciliegia, tentando di scacciar via quella strana sensazione allo stomaco che le stava dando il tormento dal giorno precedente. Poi, una volta uscita, indossò l'accappatoio e si tirò il cappuccio sui capelli bagnati. Sospirò, prima di dirigersi in camera sua e pescare un vestitino a mezze maniche dal suo armadio. Lo infilò ed uscì sul terrazzo per lasciar asciugare la sua chioma corvina un po' all'aria. Da quando era iniziata la primavera infatti, le temperature si erano alzate di parecchio. Perciò, chiuse per un attimo gli occhi ed inspirò profondamente un paio di volte, inebriandosi del profumo dei fiori appena sbocciati. Alla fine, estratto il cellulare dalla tasca anteriore del suo abito, compose velocemente il numero di Adrien ed attese che le rispondesse. Il telefono squillò a vuoto per qualche secondo, fino a che: - Pronto? - udì la sua voce ancora impastata dal sonno. - Adrien, sono Marinette. Ho bisogno di parlarti. -

Serena

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