Chapter two: Al cuor non si comanda

P.O.V. Millie

Mi sentivo ancora più stanca di qualche ora prima, e non sapevo come fosse possibile.

L'incontro era durato oltre due ore, ed era stato più acceso di quanto tutti ci aspettassimo. Erano state apportate alcune modifiche dell'ultimo minuto al primo episodio, dovute a lampi di genio sia dei Duffer stessi, che di Shawn, che miei e di Noah.

Devo dire che, nonostante stessi per addormentarmi su quella sedia, mi sentivo appagata. Veramente soddisfatta. Sarebbe stata una terza stagione fantastica, probabilmente la migliore, e dell'umore che percepivo da parte dei miei amici del cuore, carico di entusiasmo, non ero l'unica a pensarlo.

<<Faremo un gran lavoro.>> disse Caleb, seduto accanto a me: <<Sarà divertente.>>

I ragazzi si lanciarono così in una marea di supposizioni e progetti, pensando al trucco, a come si sarebbero vestiti, alle riprese, agli shooting, agli effetti speciali, e Dio solo sa cos'altro. Avessi avuto la forza di spicciare qualche parola lo avrei fatto, ma non ero dell'umore, tanto ero stanca.

Mi accorsi però di non essere l'unica a stare in silenzio.

Mi voltai verso Finn, e vidi che stava riguardando attentamente alcune battute, sbirciai il suo copione, per cercare di capire dove stesse leggendo: era una parte insieme a me. La prima scena in realtà. In quella scena avremmo dovuto parlare al telefono, lui mi avrebbe chiesto di uscire insieme, sarebbe stato il nostro primo appuntamento. Di Undici e Mike, si intente.

<<Non ti piace?>> gli chiesi istintivamente, non so nemmeno io perché.

Lui girò di scatto la testa verso di me, e non mi accorsi che nel cercare di sbirciare cosa stesse leggendo mi ero avvicinata troppo a lui, così adesso ci ritrovammo con i nasi a due dita di dita di distanza.
Per una frazione di secondo i miei occhi si saldarono nei suoi. Mi ritrassi subito, mettendo distanza tra di noi.

Dio, Millie, non puoi rischiare di andare in iper ventilazione ogni volta che ti guarda. Datti un contegno.

Mi accorsi che anche lui era rimasto interdetto, ma associai quella sua faccia un po' confusa al semplice fatto che probabilmente non si era accorto che io fossi così vicina. Era così immerso nella lettura che si era isolato nel suo mondo per qualche secondo, tipico di Finn.

<<Cosa?>> mi chiese.

<<Beh, ciò che stavi leggendo...>>
Ma per quale inutile motivo glielo avevo chiesto? Che importanza aveva se le nostre scene gli piacevano o no?

Era recitazione. Finzione. Per quanto ne sapevo potevano anche non piacergli, Finn era bravo nel suo lavoro. Lo faceva bene. Questo contava, nient'altro.

<<Intendi la prima scena?>> si mise a ridere.
<<Ma no dai, perché non dovrebbe piacermi?>>

Bene, forse non era come credevo.

Continuò: <<Mike e Undici sono così teneri in questo episodio.>>

Mike e Undici ovviamente, non noi. Ben ti sta, Millie. Finn è un bravo attore, mettitelo in testa.

Forse mi ero incupita, perché Finn mi stava squadrando attentamente, con quegli occhi neri che preferii non incrociare più, nonostante avessi la sensazione che stessero cercando i miei, di occhi. <<Millie, tutto okay?>> mi chiese.

Feci finta di niente: <<Tutto bene, certo.>> Forse con un po' troppa foga, così continuai: <<Mi sento solo distrutta. Sono atterrata qualche ora fa con un aereo che ha portato ritardo, non ho avuto abbastanza tempo per riposarmi e mi sento...>>

<<Nell'aria.>> completò lui. Incredibile come riuscisse a capirmi.
<<Sì, nell'aria.>> ripetei.

Continuammo a parlare per qualche minuto, soprattutto dei suoi progetti, dei suoi ultimi viaggi e tour e di come procedeva con la sua band, Calpurnia. A Finn brillavano gli occhi quando ne parlava, ed io ero così contenta e fiera di lui. Se lo meritava, era un ragazzo d'oro. Nonostante il successo non si era mai montato la testa in quegli anni che lo conoscevo, anzi, era rimasto quello di sempre: gentile, affidabile, riservato, introverso, molto strambo e... buono. Finn era terribilmente buono, aveva un cuore mille volte migliore del mio, cercava sempre di guardare il lato positivo, non si arrendeva mai all'evidenza e quando voleva qualcosa, lavorava così tanto che riusciva ad ottenerla. Per questo lo ammiravo tantissimo. Stava giusto parlandomi delle riprese quasi concluse del suo nuovo film, quando ci invitarono ad alzarci e uscire: il meeting era ufficialmente terminato.

<<Mills!>> mi sentii chiamare. Era David.

<<Scusa Finn...>> cominciai.

<<Scherzi? Vai pure!>> mi sorrise divertito. Sapeva quanto adoravo David.

Interruppi la discussione con Finn e corsi, fiondandomi tra le braccia di David, che mi prese al volo.

<<Piccola peste, sono così contento di vederti!>> e sorrideva così tanto, che lo avrei capito anche se non me lo avesse detto.

Winona che era ancora accanto a lui, mi sorrise dolcemente e mi salutò mimandomi un "ciao" con le labbra. Non voleva interrompere quel nostro momento e la apprezzai per questo. Era una donna così attenta e sensibile... veramente eccezionale.

<<Mi sei mancato Dav.>> gli dissi con il cuore in mano. <<Prima non ti ho visto proprio, ma dov'eri?>>. All'entrata avevo salutato tutti, nessuno escluso tranne lui e...Winona, ora che ci penso.

<<Sono sempre stato qui, ma c'era così tanta confusione che non ho proprio alzato il culo dalla sedia. Sto salutando tutti adesso.>>

Qualcosa mi puzzava, non sembrava la verità... e per un secondo mi sembrò che Winona accanto a lui avesse accennato un sorriso, ma era stato un attimo troppo breve perché potessi esserne certa. Lasciai scorrere, qualsiasi cosa fosse non erano fatti miei. Se mai avessi dovuto sapere qualcosa, l'avrei saputa al momento opportuno.

Restai qualche altro minuto a parlare con David, ma quando si avvicinarono Gaten e Joe fu praticamente impossibile continuare un discorso serio.

Mi guardai distrattamente intorno e notai Caleb e Noah discutere animatamente di qualcosa, quindi decisi di non andare a interromperli, Natalia e Charlie in un angolo si sussurravano qualcosa all'orecchio... I Duffer parlavano con Shawn, Dacre e qualche nuovo attore. Finn era ancora seduto al tavolo, aveva ricominciato a leggere il suo copione. Stavo per tornare dal lui, quando una mano da dietro mi afferrò per la vita.

<<Sadie!>> urlai, mentre lei scoppiava in una risata fragorosa.

<<Non ti eri accorta che ero proprio dietro di te, vero?>> mi prese in giro.

<<No, sciocca, o non mi sarebbe preso un colpo!>>

Lei continuava a ridere ed era veramente... bellissima. I lunghi capelli rossi le ricadevano sulla schiena, le lentiggini del viso erano più pronunciate del solito a causa dell'arrivo della primavera: il sole le aveva scurite.

<<Ti va di tornare di sopra? Tra qualche minuto questa stanza si svuoterà, direi che per oggi abbiamo fatto abbastanza.>>

Accettai.
Salimmo le scale, con l'obiettivo di uscire fuori a guardare il tramonto ma... pioveva. E per di più era già quasi del tutto buio. Ci limitammo a sederci per terra e osservare la pioggia dalla porta a vetri. Presi il telefono per controllare l'orario: 7.11 p.m.

Sadie dovette accorgersi della mia faccia sorpresa, perché mi disse: <<Già, è tardi.>>

<<Sadie, ti dispiace se faccio una telefonata?>>

Dovevo chiamare Jacob. Non aveva risposto al mio messaggio di ormai 3 ore fa, ma forse dava per scontato che lo avrei chiamato quando mi fossi liberata. Digitai il numero, ma non mi rispose. Al terzo tentativo lasciai perdere.

Non sentiva il bisogno di sentirmi? Fatti suoi.

<<Tutto bene?>> domandò la mia migliore amica notando che mi ero innervosita.

<<Jacob... non mi risponde al telefono.>>

<<Ah.>> Si limitò a rispondermi Sadie.

Ma insomma, possibile che a nessuno andasse a genio Jacob? La cosa stava iniziando a darmi sui nervi.

<<Sputa il rospo Sadie.>> le dissi, quasi acida.
Lei di tutto rimando mi guardo stranita: <<Millie non ti seguo...>> mi disse.

<<Su Jacob. Dimmi cosa pensi.>>

<<Non credo sia necessario Mills. Dopotutto non importa cosa penso io.>>

Ma erano usciti tutti pazzi? Sadie, Noah, Paige, mia madre... tutti avevano qualcosa da ridire su Jacob! Ma perché?

<<No Sadie. Voglio sapere cosa pensi e voglio che tu sia sincera con me.>>
Scossi la testa, frustrata. Com'era possibile che tutte le persone che amavo e a cui tenevo di più, non erano contenti del fatto che finalmente io stessi con qualcuno, che fossi innamorata. Perché semplicemente non riuscivano ad accettarlo e ad essere felici per me?

Sadie si decise a parlare: <<Mills, non ti arrabbiare. Lo sai quanto io ti voglia bene, ma da quando stai con Jacob sei... diversa.>>

Non capivo, così aspettai che continuasse a parlare.

<<Okay, beh... sarò diretta. Io non credo che lui vada bene per te. Non lo conosco, e sai quanto poco mi piaccia giudicare qualcuno senza conoscerlo, ma mi concedo di farlo perché vedo l'influenza che ha su di te, e ti dirò la verità, non mi piace. Da quando stai con lui non sei quasi mai spensierata, sei sempre stanca, tieni spesso il muso. A volte sei scontrosa anche se involontariamente, soprattutto nei periodi in cui litigate di più. Credo sia una relazione quasi tossica per te. Non penso che lui sia il tuo tipo e francamente non mi spiego come tu faccia a non capirlo.>>

Wow. Questa sì che era stata dura.

Non sapevo cosa dire, quindi non dissi niente.

<<Ti sei offesa?>>

Alzai gli occhi per guardare Sadie, visibilmente preoccupata.
<<No! No, tranquilla Sadie davvero. Ti ho chiesto io di essere sincera.>>
Ed era vero. Non potevo offendermi. Non ne avevo il diritto.

Mi spostai verso di lei e l'abbracciai. Non so per quanto tempo stemmo in quella posizione, ma al rumore di un clacson ci alzammo entrambe da terra.

Era la mia auto.

<<È ora che vada, mi sa.>> dissi alla mia migliore amica.

<<Ti inzupperai prima di arrivare a quell'auto...>> constatò Sadie.

E aveva ragione. La pioggia si era trasformata in un vero e proprio temporale, sembrava ci fosse il finimondo.

Fantastico. La tua giornata va di bene in meglio, Millie.

<<Ehi Mills! È tua quell'auto?>>

Mi girai di scatto.

Finn si stava avvicinando a passo svelto verso l'uscita. Quindi verso di noi. Il suo corpo si muoveva ritmicamente e armoniosamente allo stesso tempo, con un solo passo ricopriva una lunga falcata e in men che non si dica si era già fermato di fronte me e Sadie.

<<Quindi?>> mi domandò.

Merda, cosa mi aveva chiesto? Ah sì, l'auto.

<<Sì, aspetta me.>> mi limitai a rispondergli.

<<Sta diluviando, ma devo uscire anche io, la mia auto mi sta aspettando poco più avanti. Se vuoi posso accompagnarti fino a lì.>> mi disse, sventolando l'ombrello che aveva in mano, di cui non mi ero minimamente accorta perché ero troppo intenta a non distogliere lo sguardo dal suo viso, per evitare che ricadesse nuovamente, beh... su tutto il resto. Peccato che anche il viso fosse mozzafiato.

<<Sì, grazie Finnie.>>

Mi sorrise: <<Andiamo?>>

Mi limitai ad annuire in risposta.
Salutammo Sadie e uscimmo nella tempesta.
Finn aprì l'ombrello che si rivelò sorprendentemente piccolo, quindi eravamo costretti a stare a dir poco incollati.
In più lui era così alto che a me l'acqua arrivava comunque, ed era anche costretto a camminare più lentamente rispetto alla sua solita andatura, per stare al mio passo.

Non parlavamo una parola, e ancora eravamo a metà strada, così cercai di camminare più velocemente.

Pessima idea.

Al primo passo che feci, scivolai sull'asfalto bagnato e persi l'equilibrio. Aspettai miseramente di cadere a terra, ma Finn fu più veloce. Lasciò andare l'ombrello che urtò contro la ghiaia, e mi afferrò con entrambe le mani per la vita, caricandosi tutto il mio peso sul suo corpo per bloccare la scivolata.
Nella fretta non si accorse di aver fatto scivolare le sue mani sotto la mia felpa e adesso, nonostante l'acqua ghiacciata che ci inzuppava, le sue dita affondavano nei miei fianchi e bruciavano a contatto con la mia pelle.

Mi guardò preoccupato, per accertarsi che stessi bene e io sostenni il suo sguardo, ma
prima che potessi perdermi in quegli occhi, lui mi rimise su due piedi e, accertandosi che fossi in equilibrio, lasciò cadere le sue mani e la mia felpa tornò a posto.

<<Ti sei fatta male?>> mi chiese ancora preoccupato.

<<No, no.>> farfugliai. <<Grazie. Se non ci fossi stato tu sarei caduta.>>

Mi sorrise, rilassando i muscoli del viso: <<Sono qui per questo, Mills.>>

<<Per non farmi cadere?>> Risi. Ma smisi subito quando mi accorsi che lui era tornato serio.

<<Sì. Per non farti cadere.>> mi disse, guardandomi con uno sguardo così intenso che se avessi potuto prendere fuoco lo avrei fatto.

Eravamo entrambi bagnati fradici, quindi chiuse l'ombrello dopo averlo ripreso da terra.
<<Mi dispiace, forse ti saresti bagnata meno se fossi stata da sola.>>

Beh, a me non dispiaceva affatto.

<<Non credo>> gli dissi.

Lo salutai con un bacio sulla guancia e ringraziandolo di nuovo salii in macchina.

Lo guardai dal finestrino dell'auto, finché non scomparve girando l'angolo.

<<Parti, Jake.>>

L'auto si mosse, e mi feci cullare dal suono familiare delle gomme che sfrecciavano sull'asfalto bagnato, perdendomi nei miei pensieri.

Il telefono squillò.
Era Jacob. Mi presi la libertà di non rispondere.

Spazio autrice
Miei cari lettori buongiorno 🌸
Vi è piaciuto il capitolo? Fatemi sapere i vostri pareri e le vostre impressioni. Penso sia chiaro che il rapporto tra Mills e Finn sia abbastanza imbarazzante ed entrambi non siano indifferenti l'uno all'altro, ma Millie è davvero convinta di amare Jacob, nonostante l'attrazione per Finn... sarà davvero così?
P.s. aggiornerò questo fine settimana. Forse sarà dal p.o.v. di Finn, ma nulla di certo...

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