Chapter twenty-nine: Amore o sensi di colpa?

Consiglio: Ho scritto sulle note di Where's my love - SYML, come sempre ve la lascio qui sù e ve la consiglio.
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Cold bones
Yeah, that's my love
She hides away, like a ghost
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P.O.V. Millie

Appoggiai le mani al bordo piscina e con un unico slancio mi tirai sù.
<<Ecco cara.>> disse dolcemente la mia assistente di set, porgendomi una tovaglia pulita.
<<Grazie.>> sussurrai rivolgendole anch'io un sorriso, mentre avvolgevo intorno al mio corpo, già tremante, il caldo asciugamano.

<<Siete stati grandi Millie!>> trillò Shawn avvicinandosi a me con un sorriso a trentadue denti.
Annuii, mentre un groppo mi si formava in gola, bloccando le parole che avrei dovuto dire.
<<Solo... perché Finn è schizzato via così? È successo qualcosa?>> chiese Shawn, questa volta a voce molto più bassa e con uno sguardo costernato, confuso da ciò che aveva appena visto.

A quelle parole sgranai impercettibilmente gli occhi, stupita che mi avesse rivolto quella domanda.
Evidentemente non ero l'unica ad essersi accorta dello strano comportamento di Finn.
Trova qualcosa da dire Millie...

<<Io... io non lo so Shawn, probabilmente era solo stanco.>> risposi cercando di suonare convincente, anche se entrambi sapevamo non lo fossi affatto.
Shawn scrollò le spalle a quella risposta, mentre il mio cuore aveva iniziato ad accelerare.
Se n'è andato perché io gli ho spezzato il cuore, Shawn. Io gli ho spezzato il cuore e ora lui sta spezzando il mio.

Un'improvvisa voglia di raggiungerlo mi scaldò il petto, facendomi tremare le gambe dall'impazienza.
Feci per andarmene, ma Shawn mi fermò.

<<Beh Millie, l'importante che non si rovini il vostro rapporto sul set, qualunque cosa sia successa Mike e El non possono risentirne, chiaro?>> mi disse, con uno sguardo che non ammetteva repliche.
A quelle parole corrugai la fronte, sorpresa, non sicura di ciò che dovessi rispondere.
<<Shawn ma cosa... Tra me e Finn non c'è niente.>> risposi, gesticolando un po' troppo.
E la cosa buffa, la cosa che mi faceva più male, era che in quel momento tra me e Finn non c'era davvero nulla.

<<È proprio questo il problema.>> rispose Shawn, appoggiandomi una mano sulla schiena e portandomi lontano da orecchie indiscrete, dall'altro lato del bordo piscina.
Cosa? Ho sentito bene?

<<Shawn ma che cosa...>> iniziai, ma lui mi interruppe.
<<Millie, francamente, credi che sia scemo?>> mi chiese lui con un tono ovvio e cercando di nascondere un piccolo sorriso sulle labbra, mentre io sgranavo gli occhi ancora di più.

<<Cosa? Io non... No, certo che no. Ma cosa c'entra...>>
<<Millie, ho cresciuto due figlie femmine, mi sono venute sù anche abbastanza bene devo ammettere, e secondo te non so riconoscere una ragazza innamorata quando la vedo?>> chiese lui, guardandomi serio.
A quelle parole, la mia bocca si spalancò definitivamente, mentre tutto iniziava a girare intorno a me.
No, Dio ti prego, tutto ma non questo.

Avrei voluto rispondere, avrei voluto replicare che no, non era affatto vero, no, non ero innamorata, no, io e Finn eravamo solo ottimi amici come sempre, che no, non c'era mai stato niente tra noi.
Avrei voluto, allora perché non ci riuscivo?

<<Millie non ho bisogno che tu mi risponda.>> mi rassicurò Shawn.
<<Io ti voglio bene, per me sei come un figlia, lo sai. Non voglio sapere assolutamente nulla, non mi importa cosa sia successo tra te e Finn.>>
Calmati Millie. Respira. Lui non vuole saperlo.

<<L'unica cosa... l'unica cosa che voglio dirti è di prestare attenzione. Non rovinate niente ragazzi, non adesso. Mike e El hanno bisogno della loro intesa, della loro chimica, e anche se oggi alla fine è andato tutto bene, Finn ha vacillato per un attimo. Non è stato difficile intuire che ci fosse qualcosa che non andava, dato che voi siete sempre stati affiatati e a baciarvi non ci avete mai pensato due volte...>>

A quelle parole lo stupore e l'imbarazzo si fecero da parte, facendo un piccolo spazio a una punta di rabbia che non riuscii a trattenere.
<<Shawn visto che è stato lui ad esitare, perché lo stai facendo a me questo discorso?>> lo incalzai, infastidita.
Qual era la mia colpa? Io avevo recitato, lo avevo baciato, e nel frattempo ero anche morta di vergogna, e adesso... questo? Una sorta di... cosa? Ramanzina? No, non lo accettavo.

<<Oh andiamo Millie, sai com'è fatto Finn.>>
A quelle parole alzai un sopracciglio.
<<No, non lo so.>> continuai testarda, anche se  in cuor mio sapevo benissimo cosa intendesse dirmi.
<<Millie, secondo te a Finn potrei mai fare un discorso del genere?>>

No.
<<Non vedo perché no, dato che lo stai facendo a me.>> risposi alzando le spalle e cercando di non far trapelare il fastidio che mi pizzicava la voce.
<<Millie.>> mi richiamò Shawn, guardandomi seriamente.
<<Finn si infastidirebbe troppo, è troppo riservato in queste cose, lo sai meglio di me. Con te è più facile parlarne, e poi... hai visto come è schizzato via, prima? Non avrei potuto parlargli neanche se avessi voluto!>>

Annuii riluttante. Aveva ragione, lo sapevo bene.
<<Sì ma... non capisco.>> ammisi infine.
<<Cosa mi stai chiedendo?>> chiesi, esausta da quella conversazione.

<<Ti sto chiedendo di assecondarlo Millie. Ti sto chiedendo di far sì che una situazione del genere non ricapiti più.>> disse chiaramente.
A quelle parole boccheggiai, sorpresa.
<<Assecondarlo?>> ripetei confusa.
<<Sì, assecondarlo. Non dargli addosso, evitare di litigare, evitare di complicare qualsiasi cosa ci sia già di complicato tra di voi.>>

A quelle parole sbruffai infastidita da quanto quella richiesta fosse ironica, in quel momento.
<<Oh, credimi Shawn, è più difficile di quanto pensi...>> iniziai ironica, con un punta di amarezza a stringermi la gola.
<<Lo so, Millie.>> disse lui con voce sicura, poggiando i due mani sulle spalle come a volermi concentrare.
<<Lo so, ma non mandiamo tutto a monte proprio adesso, ok?>>
Annuii, senza riuscire a rispondere nulla.

<<Restate concentrati, ok? Mettete tutto il resto da parte, se dovete. È l'unica cosa che vi chiedo.>>
Restare concentrati. Mettere tutto il resto da parte.
L'unica cosa che ci chiedeva.
L'unica cosa che ci chiedeva, la più difficile per ora. Ma lui come poteva saperlo?
Saremmo riusciti a non mandare tutto a puttane, io e Finn?

<<D'accordo.>> risposi tutto d'un fiato, senza avere il coraggio di guardarlo in faccia.
<<Bene.>> esordì in risposta Shawn, ponendo fine alla nostra conversazione.

Gli avevo già dato le spalle, mentre lui mi richiamò un'ultima volta.
<<Oh e... Mills!>>
Mi voltai impaziente verso di lui. Sentivo il bisogno di raggiungere Finn e il tempo sembrava andare a rallentatore.
<<Ricordi che giorno è domani vero?>> mi chiese con aria guardinga, come a voler capire se lo ricordassi davvero.

Cazzo.
<<Sì.>> risposi con un sospiro.
<<Sì, lo ricordo Shawn, tranquillo.>> ripetei, abbozzando un finto sorriso per mascherare la realtà, e cioè che la verità mi fosse tornata in mente soltanto un attimo prima.
Come cazzo hai fatto a dimenticarlo, Mills?! Sei la solita testa di...

<<Bene! Mi raccomando la puntualità!>>
<<Sì, sì!>> risposi esasperata.
<<Posso andare adesso?>> chiesi in tono ironico.
<<Sì, corri da... Non importa, vai.>>

A quelle parole alzai gli occhi al cielo, prima di voltarmi e percorrere velocemente il bordo piscina per raggiungere l'uscita, ormai a pochi metri da me.
Avevo lasciato vicino al cancello le piccole ciabatte, così i miei piedi camminavano svelti sul pavimento bagnato. Troppo svelti...

<<Cazzo!>> imprecai, un secondo prima che il mio piede destro scivolasse rovinosamente, facendomi perdere l'equilibrio.
Provai a mettere le mani indietro, per cercare di sorreggere il peso del mio corpo nel momento in cui avrebbe toccato terra, ma fu inutile, ero stata troppo lenta.
Il mio fianco destro sbatté contro il duro e bagnato pavimento, mentre le mie gambe scivolavano, perdendo l'equilibrio.
Sentii la testa picchiare contro le umide piastrelle, mentre un gemito di dolore usciva istintivamente dalla mia bocca.

Sentii qualcuno chiamare il mio nome, qualcuno che correva, avvicinandosi a me. Ma non riuscivo a concentrarmi su niente, niente che non fosse la fitta che mi pulsava in testa, mozzandomi il respiro.
Non sentivo niente, niente che non fosse il dolore che piano piano aumentava a livello della mia caviglia destra, immobilizzandomi lì per terra.

Provai a portarmi una mano alla testa, ma qualcuno mi bloccò.
<<Millie! Mille cazzo, stai bene?>>
Era Ross, accanto a me.
<<No, non toccarti la testa. Aspetta un momento.>> così dicendo il suo braccio mi abbracciò la schiena, sollevando piano il mio busto e mettendomi in posizione eretta, facendomi sedere sul pavimento bagnato.

Nel momento in cui mi sedetti, li vidi.
L'equipe era tutta intorno a me, rivolgendomi sguardi preoccupati.
Matt e Shawn erano proprio dietro Ross, immobilizzati e ancora scioccati dalla mia caduta.
<<Cazzo, che spavento.>> esclamò Shawn portandosi una mano sul petto, sospirando nel momento in cui Ross mi aveva alzata piano.

<<No, non toccarti Mills.>> mi intimò Ross, mentre con un braccio mi teneva ancora abbracciata e con l'altro mi prendeva delicatamente il polso, allontanandolo dalla mia fronte.
Avevo cercato istintivamente di toccarmi la fronte dalla parte destra del viso, proprio sopra l'attaccatura dei capelli.

<<Mi fa male.>> sussurrai piano, dando voce ai miei pensieri.
<<Lo so piccola, ma non toccarlo per adesso.>> mi rispose dolcemente Ross.

<<Come va la caviglia? Riesci ad alzarti?>> mi chiese delicatamente Ross.
A quelle parole il mio cervello sembrò riattivare tutti i miei sensi, la mia mente sembrò risvegliarsi dal breve stato di confusione e incoscienza, mentre il dolore alla caviglia si manifestava in tutta la sua bellezza.
Cazzo, imprecai tra me e me.
Un dolore lancinante mi bloccò il piede quando cercai di muoverlo anche solo di qualche centimetro.
Andiamo Millie alzati, quanto può essere difficile?

Provai a tirarmi sù, ma nel momento in cui tentai di caricare il mio peso sui miei pedi, la mia caviglia semplicemente si rifiutò.
Nonostante mi stessi aiutando, reggendomi sul pavimento freddo anche con la mano, il mio corpo cedette, ricadendo all'indietro e, se non fosse stato per Ross, che non mi aveva lasciata neanche per un secondo, il mio sedere avrebbe di nuovo incontrato in modo poco piacevole il pavimento sotto di me.

Cercai in tutti i modi di trattenere in gola un lamento di dolore, ma questo mi uscii prepotentemente fuori, nel momento in cui sentii la caviglia infiammarsi sotto il mio peso, nonostante fosse durato meno di un secondo.

<<Ehi, ehi. Non alzarti! Ci penso io.>> e così dicendo Ross portò una mano sotto le mie ginocchia, mentre con l'altra mi reggeva la schiena e mi tirò su, neanche fossi una piuma.

Al solo pensiero che il mio regista mi stesse portando in braccio in quel momento, avvampai dall'imbarazzo.

<<Ross, non ce n'è bisogno, davvero...>> borbottai rossa in viso, mentre le mie braccia circondavano il suo collo per tenermi  stretta ed evitare di cadere, mentre lui camminava spedito.
<<Non fare la bambina Millie! Sappiamo sia io che tu che in questo momento non avresti la forza neanche di fare un passo!>>
Non potei replicare perché sapevo benissimo che aveva ragione.
Se mi avesse messa a terra, probabilmente sarei riuscita a fare un passo o due, oppure sarei direttamente caduta, era assolutamente meglio evitare...

Notai con piacere che nessuno dell'equipe ci stava seguendo, eccetto Matt e Shawn che camminavano fedeli al nostro fianco, rivolgendomi occhiate preoccupate di tanto in tanto .
<<Shawn chiama la sicurezza. Dì loro di avvertire il medico di guardia e farlo venire nella roulotte di Millie il prima possibile.>>
Il produttore annuì in risposta, mentre già metteva la mano nella tasca dei jeans per tirare fuori il telefono.

Alle parole di Ross, mi irrigidii.
Se fossimo andati nella mia roulotte, con grande probabilità lui sarebbe stato ancora lì.

Dio ti prego no, tutto ma questo no. Fa che sia già andato via, ti prego. Ti prego, almeno questo risparmiamelo.

Non avrei sopportato di trovarmelo lì, lì ad avere pena per me, a pensare a quanto io fossi una totale frana in tutto.

<<Ross dobbiamo per forza andare nella mia roulotte?>> chiesi cercando di mantenere un tono indifferente, mentre ad ogni passo che sentivo fare al mio regista, il cuore accelerava.

<<Beh direi di sì.>> rispose il fratello al posto suo, con un sorriso ovvio.
<<Dato che siamo già qui.>>

A quelle parole per un secondo il cuore mi si fermò, mentre pregavo intensamente che lui non fosse ancora lì.
Diedi una rapida occhiata intorno a me e notai che era vero, eravamo già arrivati.

In un attimo Ross arrivò alla mia roulotte e, con me ancora tra le braccia, lasciò che Shawn aprisse la porta per noi prima di entrare velocemente.

Con sole due falcate si avvicinò al divano e mi posizionò lì sopra, lasciandomi distendere e appoggiandomi piano la testa al bracciolo che si ritrovò sorprendentemente morbido, con mia piacevole sorpresa.
<<Ecco qui, Millie. Sta sdraiata, il medico arriverà presto.>> mi disse con un sorriso gentile.
<<Grazie.>> sussurrai in risposta, abbozzando un sorriso anch'io.

Guardandomi intorno, notai con un sospiro di sollievo che ero stata fortunata, sembrava proprio che Dio avesse esaudito le mie preghiere e che Finn non fosse lì.

Se da un lato fossi grata di ciò, dall'altro una piccola parte del mio cuore si rattristò.
Ne ero grata perché non volevo assolutamente che lui mi vedesse in quello stato, non volevo essere compatita, non volevo essere commiserata, non da lui, non adesso. Non volevo apparire sempre e solo la debole ai suoi occhi, non volevo aumentare la frustrazione e il fastidio, l'umiliazione, non oggi. Per oggi era già abbastanza. Era già troppo.
Ma se da un lato no ero grata, dall'altro non potevo non esserne triste.
La verità, o quantomeno una piccola parte della verità, era che mi dispiaceva. Mi dispiaceva che lui non fosse lì accanto a me a stringermi la mano e dirmi che sarebbe andato tutto bene. Lo so, so bene che era da egoisti, ma non potevo farci nulla.
Ero triste perché l'unica cosa che avevo voluto fare nel momento in cui ero uscita da quella stramaledetta piscina era parlargli, corrergli dietro, bloccarlo e urlargli in faccia quanto avevo bisogno di lui, quanto non potevo stare senza.
E invece, ironia della sorte, ero finita bloccata, non riuscivo più neanche a muovere un passo, io, io che avrei voluto solo...

Un rumore bloccò il flusso dei miei pensieri, facendomi sobbalzare sul divano.
<<Finalmente.>> esclamò Ross, avvicinandosi svelto alla porta della roulotte e aprendola velocemente.

Ma quello che si ritrovò davanti Ross non era affatto chi sperava che fosse.

<<Millie, scusami, lo so che avrei dovuto passare prima ma...>>
Sentii la voce della mia migliore amica bloccarsi.
<<Shawn?>> chiese con aria sorpresa.
<<Oh, sei tu...>> rispose quello, senza curarsi di nascondere il suo sconforto.

Probabilmente Shawn si spostò per far passare Sadie, perché in pochi secondi me la ritrovai nel mio campo visivo con un'espressione preoccupata.

<<Millie! Tesoro, ma che cosa hai combinato?!>> esclamò sorpresa, inginocchiandosi velocemente accanto a me.
<<È tutto ok Sad.>> riuscii solamente a dire.
<<E perché stai sanguinando?!>> chiese lei, guardandomi la fronte.
Cosa? Sanguinando?

<<Io non sto...>>
Oh, certo.
Le parole mi morirono in bocca, nel momento in cui feci due più due.

<<Sadie non preoccuparti.>> sospirai, rivolgendole un sorriso rassicurante.
<<Sono soltanto scivolata in piscina, sto bene, d'accordo?>>

<<Millie, sei sempre tu.>> sospirò Sadie, scuotendo piano la testa e non riuscendo a trattenere un sorriso.

A quelle parole  scoppiai a ridere anche io, mentre sentivo la testa pulsarmi ancora più forte a causa della mia improvvisa risata.
Questa volta, prima che chiunque potesse fermarmi, portai istintivamente la mano alla fronte.
Sentii un liquido scivoloso sotto la pelle e il mio sesto senso sapeva già cosa fosse.

Me lo passai tra le dita e poi portai i polpastrelli davanti ai miei occhi, scoprendoli colorati di rosso.
Sangue. Sto davvero sanguinando.

<<Ti avevo detto di non toccarti Millie.>> mi rimproverò Ross nel momento in cui si accorse della mia espressione confusa, ancora fissa sulle mie dita.
<<Sì lo so, io... semplicemente mi faceva troppo male e così...>>
Sospirai, stanca e frustrata da quella situazione.

Senza chiedere aiuto a nessuno, ma semplicemente facendo forza sulla mano della mia migliore amica che silenziosamente capì, stringendomela più forte, mi alzai, sedendomi sul divano e appoggiando il busto contro il morbido schienale.
Nel momento in cui le gambe scivolarono toccando terra, la mia caviglia si lamentò, facendomi ancora più male, mentre la testa continuava a girarmi come una trottola.
Riportai istintivamente la mano alla testa, ma questa volta fu la mia migliore amica a fermarmi.

<<Ferma. Non toccare.>> disse, bloccandomi per il polso.
<<D'accordo, d'accordo!>> risposi esasperata, portando le mani in alto in segno di resa.
Il punto è che non lo facevo affatto apposta, la testa mi pulsava, faceva un male cane, ma male davvero.

<<Mi aiuti ad alzarmi?>> sussurrai alla mia migliore amica con l'espressione più dolce che potessi sfoggiarle per convincerla.
<<Alzarti? Assolutamente no!!>> esclamò lei, attirando l'attenzione delle altre tre persone nella stanza che fino a quel momento stavano parlando tra di loro.

<<Non se ne parla Millie.>> disse Matt, sfoggiandomi un sorriso rassicurante ma deciso, della serie "prova a contraddirmi, se riesci".
A quello sguardo alzai gli occhi al cielo.
La verità era che volevo disperatamente andare in bagno, guardare come fossi combinata, capire perché sanguinavo, volevo controllarmi la fronte, guardami allo specchio...
Ma l'altra verità era che non sarei mai riuscita ad alzarmi da quel divano senza che qualcuno mi avesse aiutato...

<<Tieni questo.>> disse Sadie dal nulla, porgendomi il suo telefono.
La guardai con aria confusa.
<<Ma che dovrei– >>
<<Pronto?!>> mi interruppe lei con aria divertita.
<<Siamo nel ventunesimo secolo, 2018, sai com'è... fotocamera interna...>> continuò vaga, prendendomi in giro e aspettando che capissi.

<<Certo che la botta in testa l'hai presa bella forte eh.>> scherzò, mentre mi lasciava il suo telefono in mano, già con la fotocamera interna aperta.
A quella parole cercai con tutta me stessa di trattenere una risata, stringendo forte i denti.>>
<<Sad non farmi ridere ti prego, fa ancora più male se rido.>>

Lei mi sorrise, mimando di cucirsi la bocca e spronandomi con un gesto del viso a guardarmi nella fotocamera interna.
Presi un bel respiro.
Andiamo Mills, quanto puoi essere ridotta male?

Presi coraggio e portai il telefono di fronte la mia faccia.
Oh cazzo.

Il piccolo taglio era esattamente dove pensavo che fosse.
Proprio sotto l'attaccatura dei capelli, quasi sulla fronte, proprio nella parte destra del viso.
Girai il volto verso sinistra per guardarlo meglio con la coda dell'occhio.
La maggior parte del sangue si era già incrostato sulla pelle, mentre altro fresco continuava a uscire da quel piccolo taglio.
Dio, come fa da un taglio così piccolo a uscir fuori tanto sangue?
Se guardavo meglio, proprio sotto la zona lesa, la pelle stava già iniziando a gonfiarsi.
Mi si formerà un livido grande quanto una casa...

Mi voltai verso Ross, che sembrava avermi già letto nel pensiero, perché rispose subito alle mie domande silenziose nel momento in cui il mio sguardo incontrò il suo.
<<Erano mattonelle di ceramica rustica quelle su cui sei caduta.>> sospirò.
<<È già tanto se non ti sei tagliata in qualche altro posto...>> ammise il fratello, guardandomi con aria costernata, mentre Shawn gli rivolgeva uno sguardo glaciale, probabilmente invitandolo a chiudere la bocca.

<<Io vorrei sapere dove cazzo è il med->>
Shawn non riuscì a terminare la frase, perché qualcuno bussò insistentemente contro la porta.
<<Giuro che se questa volta non è lui, Millie non sarà l'unica ad aver bisogno di cure...>> borbottò tra sé e sé infastidito, mentre a grandi passi si avvicinava ad aprire la porta, seguito dagli occhi attenti di tutte le altre persone nella stanza, compresa me.

<<Finalmente!>> esclamò Shawn guardando l'uomo di fronte a sé e invitandolo a entrare con un gesto brusco della mano.
<<La aspettiamo da un po'.>> disse garbatamente Ross, stringendo la mano all'uomo di fronte a lui.
Quest'ultimo era basso e rotondetto, quasi completamente calvo e vestito con un semplice completo grigio, cravatta inclusa, sopra indossava un camice bianco che non aiutava ad attutire la sua aria alquanto buffa.
Stringeva nella mano destra una piccola valigetta marrone e aveva un'aria... serena.
Dopo essersi scusato velocemente per il ritardo, non prestando poi chissà quanta attenzione né a Shawn né a Ross, si voltò verso di me.
Si avvicinò al divano, e si inginocchiò di fronte a me, mentre io ero ancora seduta.

<<Posso alzarmi se vuole...>> dissi in un fil di voce.
<<Oh sciocchezze, cara!! Non muoverti affatto, anzi sdraiati nuovamente. Voglio controllare prima questo taglio.>> mi disse, rivolgendomi uno sorriso dolce, che con mia sorpresa mi tranquillizzò in pochi secondi.

<<Ci toccherà mettere giusto qualche punto cara. Posso anche farlo qui, non ci vorrà molto. Ho tutto l'occorrente.>>
A quelle parole il mio cuore perse un colpo.
Che cosa? Qualche punto? Adesso?

<<Non sentirà nulla, glielo prometto.>> mi rassicurò il medico, leggendo la mia espressione preoccupata.
Annuii riluttante, esausta da quella situazione.
Mi voltai verso Sadie che mi rivolse uno sguardo di incoraggiamento mentre si allontanava dal divano per lasciare più spazio al dottore.

<<Bene. Iniziamo?>>

•••

Un'ora dopo la mia caviglia era bell'e fasciata, la mia fronte ben ricucita e io, beh... mi sentivo un vero e proprio straccio.

<<Deve prestare attenzione signorina, va bene?>>
Annuii stremata, dopo aver sentito per la seconda volta tutte le raccomandazioni e le precauzioni.

<<La slogatura della caviglia è soltanto di primo grado, ha sentito molto dolore all'inizio a causa dell'impatto, ma posso assicurarle che tra qualche giorno andrà meglio. Stia comunque a riposo, non la sforzi troppo, tenga la caviglia sollevata quando può, e mi raccomando usi la cavigliera elastica, non la dimentichi!>> ripeté per quella che mi parve la triliardesima volta.

<<Per quanto riguarda i punti di sutura sono soltanto tre, li controlliamo tra una settimana. Controlleremo anche la caviglia, va bene?>> mi chiese il medico, mentre risistemava con calma tutta la sua attrezzatura medica nella valigetta con un ordine impeccabile.

Annuii piano, non avendo più neanche la forza di parlare.
<<Grazie.>> sussurrai in un sorriso, mentre la mia migliore amica prendeva finalmente posto accanto a me sul divano da cui io mi ero sollevata solo qualche attimo prima, mettendomi finalmente seduta.
Sadie ma strinse la mano, rivolgendomi un caldo sorriso che non potei non ricambiare.

<<Oh cara, non devi ringraziarmi.>> mi rispose con un sorriso caloroso.
<<È il mio lavoro.>> concluse, scrollando le spalle.
Si trattenne qualche altro minuto a parlare con i Duffer e Shawn, prima di salutare tutti e andar via.

<<Millie, come ti senti?>> mi chiese Shawn con aria ancora preoccupata.
<<Sto meglio.>> furono le uniche parole che riuscii a spicciare.
Ed era vero, stavo davvero meglio.
La testa aveva smesso di pulsare e la sensazione che mi dava la cavigliera elastica era... calda, quasi rilassante. In quel momento la caviglia faceva male, ma era un dolore più che sopportabile, confronto a quello provato qualche ora prima.

<<Verranno a prenderti i tuoi? Andrai a casa?>> chiese ancora Shawn.
A quelle parole storsi il naso.
In realtà non avevo ancora chiamato mia madre. Non ero pronta alle sue mille domande, alla sua troppa apprensività. Probabilmente avrebbe preso il primo volo  per raggiungermi e, paradossalmente, era l'ultima cosa che volevo in quel momento.

Le indicazioni del medico erano state chiare e precise, avrei anche potuto farcela da sola per qualche giorno.
Decisi che l'avrei chiamata l'indomani per raccontarle tutto, per quel giorno ne avevo già abbastanza.

<<Oh no, Millie doveva restare da me stasera. Il mio autista è già qui fuori.>> si intromise Sadie, intuitiva come sempre.
<<Sì.>> annuii io.

<<Oh, bene allora!>> esclamò Shawn.

Ci salutammo tutti, mentre i Duffer mi raccomandavano di prestare attenzione e mi  rassicuravano che avrebbero sistemato tutto loro per le tempistiche da rispettare sul set, le scene da girare e le scalette da rispettare.
L'unica cosa che dovevo fare era solo riposarmi per qualche giorno.
Semplice no?

Mentre ci avviavamo verso i parcheggi, la mia migliore amica mi teneva stretta per la vita, mentre con un braccio io le circondavo il collo, cercando di caricare il minor peso possibile sul mio piede destro, ma provando anche a non fare troppa forza su Sadie, non volevo che si stancasse. Di persona stanca quella sera, bastavo già io...

<<Sadie non sei costretta a ospitarmi, lo sai vero?>> le chiesi, guardandola di sottecchi.
<<Ma stai scherzando?>> mi chiese lei, rivolgendomi uno sguardo stupito.
<<Non ti lascerò a casa da sola!!>>
<<Ma Sad, sto bene, davvero, posso davvero riuscire a stare da sola...>>
Ed era vero. Lo pensavo davvero, sarei riuscita sul serio a stare da sola.

<<No Millie. È fuori discussione. Passeremo la serata insieme, così non avrai scuse per non raccontarmi cos'è successo con Finn ieri sera!>> mi zittì la mia migliore amica con un sorrisetto furbo.

<<E tu quello che hai combinato con Caleb!>>

E così fu quella sera. Restai a dormire a casa di Sadie, la mia migliore amica mi coccolò nel migliore dei modi possibili, prendendosi cura di me e facendo sì che non mi mancasse nulla per quella notte.
Ordinammo della pizza che mangiammo direttamente sul letto, davanti a un film random che avevamo scelto su Netflix a cui né io né lei prestammo molta attenzione perché distratte dalle nostre conversazioni.

Io e Sadie quella sera parlammo moltissimo, lei mi raccontò di Caleb, di come le cose tra loro in realtà andassero avanti da un po', in un modo che neanche lei riusciva a definire. Mi raccontò che non era scappato neanche un bacio tra di loro e, in realtà, non me ne stupii. Conoscevo bene Sadie, non era da lei dispensare baci e carezze senza la certezza assoluta di essere profondamente ricambiati e la capivo, la capivo bene e la invidiavo, perché se fossi stata un po' più riservata, anche solo la metà di quanto lo era lei... Forse sarei stata più cauta, forse sarei riuscita a ragionare più lucidamente, a fare meno cazzate, ma sapevo nel profondo che quando si trattava di Finn, ragionare lucidamente non era tra le mie priorità... Non lo era mai stato.

E così, le raccontai tutto, mentre lei mi aveva ascoltata silenziosa tutto il tempo.
Le raccontai della gioia che mi scaldava il cuore, della felicità che provavo un attimo prima di vedere comparire quei messaggi sul display del suo telefono. Le raccontai di Grace, le raccontai di averlo quasi fatto nuovamente in quella discoteca, di Josh, di quella mattina a casa di Finn, delle riprese in piscina. Le raccontai tutto non accorgendomi del momento preciso in cui lacrime lente e calde avevano iniziato a scendere sul mio viso ai soli ricordi di quelle ultime 24h.

<<È troppo per me Sadie.>> le avevo sussurrato con aria triste, stanca di quella situazione, stanca di tutto il dolore che non riuscivo a contenere.
<<No tesoro, non è troppo per te. È solo troppo amore.>> mi sorrise dolcemente lei.
Non troppo dolore, solo troppo amore.

Io e Sadie parlammo e parlammo fino a notte inoltrata. Non ricordo bene che ore fossero, ma a un certo punto i punti iniziarono a pizzicare più del dovuto, mentre il mal di testa tornava silenzioso, sempre più forte ogni minuto.
Lo dissi a Sadie ed entrambe decidemmo che era meglio dormire, soprattutto data la giornata che l'indomani ci aspettava...

<<Tesoro, non devi venire per forza, lo sai, vero?>>
<<Devo Sadie. Questa cosa che mi è successa non uscirà dal set. Nessuno deve saperla, tra una settimana starò già meglio. Verrò e sarà un giorno normale, uno come tutti gli altri.>>

E dopo quelle parole, io e la mia migliore amica ci addormentammo, consapevoli che quella sera era stata una di quelle sere. Una di quelle sere in cui puoi aprire il tuo cuore solo a una persona, in cui abbassi le barriere e ti lasci perlustrare, solo da una persona. Solo da quella persona.
Solo dalla tua persona.
Quella sera era stata una di quelle sere speciali in cui una stella brilla solo per voi, solo per l'amicizia che si è rinforzata tra un letto sfatto e una pizza fredda.

•••

Ricordate ieri sera? Quando vi ho detto che sarebbe stato un giorno normale? Un giorno come "tutti gli altri"?

Beh scherzavo, ovviamente.

<<Come cazzo abbiamo fatto a non sentire la sveglia?!>> esclamò nel panico la mia migliore amica mentre scendevamo velocemente dall'auto, incamminandoci verso il set.

<<Cazzo.>> imprecai, nel momento in cui mi resi conto di non poter sostenere il suo passo, mentre la mia caviglia destra già si lamentava.
<<Ma cazzo!>> imprecai tra i denti per la seconda volta in una manciata di secondi, mentre il dolore ricominciava a farsi sentire dopo una notte di riposo.

<<Cosa c'è?!>> si voltò Sadie verso di me con aria confusa e preoccupata.
<<Ho dimenticato la cavigliera, cazzo!>>

<<Millie smettila di ripetere cazzo!!>> mi rispose Sadie cercando di trattenere una risata, mentre intanto si fermava ad aspettarmi.

<<Come hai fatto a dimenticarla?>> sospirò, prendendomi per mano come a volermi sorreggere nel momento in cui la raggiunsi.
<<Non lo so... eravamo in ritardo e l'ho scordata...>> farfugliai.

<<Sadie va avanti tu, almeno sarà soltanto una delle due ad essere in estremo ritardo.>> le dissi senza esitazione.
<<Sicura?>> mi scrutò lei, poco convinta.
<<Riesci da sola?>>
<<Santo Dio, non ho mica un piede amputato! Vai, di a Shawn che sto arrivando anche io.>> risposi esasperata.
La mia migliore amica annuii e, senza dire una parola, accelerò il passo, dandomi le spalle.

Ero terribilmente lenta e questa cosa mi infastidiva, io che avevo sempre avuto un passo veloce...
In più i punti di sutura quella mattina mi infastidivano ancor più della sera prima, portandomi prurito e facendomi venir voglia di toccarmi ogni due e tre. Durante la notte mi si era anche formato un gran livido viola proprio sotto i punti, lasciando che si creasse un bozzo che faceva un male cane anche solo a sfiorarlo.

Avevo volutamente evitato di mettere le garze che mi erano state prescritte dal medico per coprire la ferita, l'ultima cosa che volevo fare era dare nell'occhio. Ci avevo comunque messo un po' a capire come potermi coprire, e alla fine avevo optato per un cappello nero con visiera che Sadie mi aveva prestato, avevo anche messo degli occhiali da sole, per coprire il viso il più possibile.

Dire che il cappello fosse scomodo e fastidioso, esattamente nel punto in cui sfiorava la pelle danneggiata e i punti di sutura, beh, era proprio un eufemismo.
La verità era che me lo sarei strappata via volentieri, semplicemente la voglia di passare inosservata quella mattina era superiore a ogni altro bisogno.

<<Eccola, è arrivata!>> sentii esclamare la mia migliore amica e istintivamente alzai gli occhi da terra.

Al suono della sua voce realizzai di essere già arrivata, mi ero talmente persa tra i miei pensieri da non prestare attenzione alla strada che avevo automaticamente percorso.

I ragazzi erano già tutti lì.
Caleb, Sadie, Noah, Gaten e... Finn.
Sospirai nel momento in cui i miei occhi si posarono su di lui che, quando incrociò il mio sguardo per un solo secondo, si voltò automaticamente verso Caleb, iniziando a parlare con lui e non rivolgendomi la minima attenzione, esattamente come se non esistessi.
Me lo merito, pensai, sospirando e percorrendo quegli ultimi metri che mi separavano dai ragazzi, mettendomi accanto alla mia migliore amica.

<<Millie, sei venuta.>> mi disse Shawn, sorridendomi dolcemente.
<<Sì, certo.>> risposi con un sorriso forzato, sperando che non sollevasse l'argomento, parlando di ieri sera.
Ti prego Shawn, non dire niente. Ti prego. Ti prego.

<<Come stai?>> mi chiese, veramente interessato.
<<Bene.>> scrollai le spalle, come se fosse una risposta ovvia, mentre sentivo gli occhi dei ragazzi puntarsi curiosi su di me, tranne ovviamente quelli della mia migliore amica.

<<Lo sai non eri costretta a ven–>>
<<Sto bene Shawn, grazie!>> tagliai corto, interrompendolo ed evitando che finisse la frase, mentre con la coda dell'occhio vedevo Finn, che aveva appena smesso di parlare con Caleb, assumere un'espressione curiosa.

<<Quando inizieranno le interviste?>> cambiò Sadie, mentre io le rivolgevo un silenzioso sguardo pieno di gratitudine.

<<Oh, sì giusto. Beh ragazzi, sapete qual è il piano di oggi. Le riprese per voi sono sospese, verranno dei reporter a intervistarvi  sulla nuova stagione. Ovviamente sapete già come funziona, evitate le troppe informazioni e rimanete sul vago. Soprattutto voi due!>> disse indicando me e Noah che, nel frattempo, ci scambiammo un'occhiata divertita.
Sì, io e Noah eravamo sicuramente i più pericolosi, dopo David, ovviamente!

<<Staremo muti come una tomba.>> parlò Noah per entrambi, mentre una risata mi scappava dalle labbra.
Risata che dovetti interrompere subito, mentre istintivamente stavo per portarmi una mano alla fronte che era stata attraversata da una fitta.

La mia migliore amica con un movimento fulminino mi afferrò il polso, tenendolo per un secondo a mezz'aria, non sapendo come giustificare quel suo gesto istintivo.

<<Guarda che capelli setosi che ho stamattina!>> disse, portando la mia mano tra i suoi capelli.
Ve lo giuro, dovetti sforzarmi con tutta me stessa per non scoppiare a ridere davvero, mentre anche lei stringeva forte le labbra tra i denti, cercando di non ridere.

Caleb alzò gli occhi al cielo: <<Ragazze!>>
Sadie non lo degnò neanche uno sguardo.
Tipico di Sadie, pensai.

<<Bene gente, iniziate a incamminarvi verso lì.>> disse Shawn, indicando la strada alla nostra destra.
<<È una bellissima giornata e c'è caldo, quindi faremo le interviste fuori.
Quando vedrete Jassie e Cris fermatevi, saranno loro a riprendere per stamattina. Se non sono ancora arrivati i reporter li aspetterete lì, tutto chiaro?>>
Tutti annuimmo, rispondendo affermativamente.

Sadie si mise al mio fianco, mantenendo il mio passo, mentre io cercavo con tutte le mie forze di camminare dritta e non zoppicare, nonostante il dolore alla caviglia.
<<Come ti senti?>> sussurrò la mia migliore amica, mentre due occhi verdi mi fissavano apprensivi.
<<Sto bene Sad.>> risposi tra i denti.
Cazzo, fa davvero male stamattina.
<<Lo sai che puoi tornare a casa vero?>> mi chiese.

<<Perché dovrebbe tornare a casa?>> chiese improvvisamente Noah, materializzandosi accanto a noi, rallentando e iniziando a tenere il nostro passo.
<<Oh...>> inizia, senza sapere bene cosa dire.

Finn raggiunse Noah, rallentando il passo anche lui e iniziando a camminare accanto a noi. Non disse una parola, ma ero più che convinta che fosse ben attento alla conversazione.
Nel momento in cui sentii la sua presenza accanto a me, il mio corpo si irrigidii.

Sentirlo così vicino, vedere come camminava accanto a me, con la testa bassa e le mani nelle tasche dei jeans, vederlo così, bello come il sole, con quei capelli neri che erano un disastro come sempre, quelle lentiggini incoraggiate a splendere alla luce del sole...
Sei maledettamente bellissimo anche questa mattina, Wolfhard...

<<Cazzo.>> imprecai, nel momento in cui sentii una fitta lancinante alla caviglia. Avevo caricato troppo peso, avevo fatto solo un passo normale, uno solo, dimenticandomi per un secondo di camminare senza sforzarla troppo, dimenticandomi per un secondo di prestare attenzione, quell'unico secondo in cui mi ero persa a osservarlo...

A quell'imprecazione ad alta voce, Finn, Noah e Sadie si voltarono verso di me, incuriosito.
Sadie mi resse per un braccio, sostenendo il mio peso e avendo paura che potessi cadere da un momento all'altro.
Ricominciai subito a camminare, come se niente fosse mentre la caviglia bruciava, bruciava come fuoco.

<<Millie...>> cominciò Sadie, mentre i suoi occhi tornati preoccupati in una frazione di secondo si riposizionavano su di me.
<<È ok Sadie.>> risposi tra i denti, con la mascella serrata.
Se solo avessi aperto la bocca per un secondo, mi sarebbe uscito un lamento di dolore. Mi morsi la lingua.
Sta zitta Millie.

<<Stiamo arrivando.>> sussurrò la mia migliore amica.
<<Lo so. È ok.>> risposi di nuovo, guardando fisso davanti a me.

Sentivo lo sguardo di Finn bruciare su di me, lo sentivo chiaro e forte come un marchio a fuoco.

<<Ehi, ehi, ehi.>> esclamò dal nulla, afferrandomi per la manica e bloccandosi in mezzo alla strada, bloccando inevitabilmente anche me.
Aveva capito che c'era qualcosa che non quadrava.

Alzai piano gli occhi su di lui, che mi guardava con un'espressione interrogativa. Era confuso, ma assunse uno sguardo deciso, voltandosi verso Sadie e Noah per un secondo che si erano bloccati anche loro insieme a noi.
<<Voi andate avanti. Devo parlare con Mills di una cosa.>> disse con voce gentile, ma che non ammetteva repliche.

Sadie e Noah annuirono e continuarono a camminare, mentre la mia migliore amica si voltava a rivolgermi uno sguardo apprensivo.
Impercettibilmente annuii con la testa.
Puoi andare Sadie.

<<Che succede?>> chiese Finn a brucia pelo, riportando i suoi occhi indagatori su di me e aspettando impazientemente una risposta, mentre la sua mano era ancora stretta al mio braccio e non dava segno di volermi lasciare.

Lo guardai con aria interrogativa anch'io.
<<Non lo so... niente.>> risposi scrollando le spalle con aria indifferente.

<<Perché zoppichi?>> mi chiese con tono più gentile, ma autoritario.
Finn voleva una risposta.
I suoi occhi prendevano fuoco su di me, mentre il mio respiro accelerava e i battiti del cuore si accavallavano impazienti.

<<Io n-non...>>
Respira Millie.
<<Io non zoppico.>> dissi nel tono più convincente possibile.
<<Sì, invece.>> rispose lui, alzando un sopracciglio, come se fosse ovvio.
<<No, invece.>> risposi con tono di sfida.

<<Millie, ti ho vista appena sei arrivata. Tu zoppichi con il piede destro, me ne sono accorto appena sei arrivata.>> mi incalzò parlando velocemente.

<<Finn è tutto ok, davvero...>> iniziai a farfugliare con un sorriso convincente.
Lui stava per controbattere, ma qualcuno ci interruppe.

<<Ragazzi! Siete ancora qui?
Muoviamoci!>> fu la voce di Cris che apparve alle nostre spalle, facendoci sobbalzare entrambi.

Il cameramen si fermò a dare una pacca sulla spalla a Finn, rivolgendosi poi con aria incuriosita verso di me.
<<Ehi Millie! Come stai? Mi hanno detto che hai preso un gran bel...>>
<<Sto bene!!>> scattai a rispondere prima che potesse terminare la frase.

<<Oh beh, menomale!>> rispose, rivolgendomi un sorriso spensierato.
<<Ragazzi muovetevi ok? I reporter sono già arrivati.>> disse velocemente prima di superarci e iniziare a correre piano verso il luogo dell'intervista.

Ma Finn non si mosse di un passo, anzi mi bloccò per le spalle, afferrandomi con le mani e bloccando il mio corpo di fronte al suo, mentre un'espressione a metà tra il preoccupato e l'arrabbiato gli si dipingeva sul volto.

<<Mi dici che cazzo è successo? Ti sei fatta male? Quando?>> chiese velocemente.

La verità era che non volevo dirglielo, non volevo che lui sapesse come ero scivolata, caduta per corrergli dietro. Non volevo apparire più sciocca di quanto già non mi sentissi.

<<Rispondimi.>> mi ordinò con quei suoi occhi neri decisi, fissi su di me.

<<Sono soltanto caduta!>> sbottai istintivamente, scrollandomi via la sua presa.
<<Sono solo caduta e mi sono storta una fottuta caviglia, ok?>> dissi, ricominciando a camminare.
Lui ovviamente non mi trattenne, ma mantenne il mio passo lento, non distogliendomi neanche per un secondo gli occhi di dosso.

<<Quando?>> chiese piano.
<<Ieri sera.>> sospirai.
<<Ma comunque sto bene, non preoccuparti.>> tagliai corto.
<<Millie come faccio a non– >>

<<Oh, siete arrivati finalmente!>> ci salutò una donna bassa, con dei corti capelli neri, probabilmente sulla trentina.
<<I nostri Mike e El!!>> esclamò contenta, mentre ci porgeva la mano destra per presentarsi (nell'altra reggeva un microfono!)
<<Io sono Lisa.>> si presentò con un gran sorriso.

<<Pensavo di cominciare con voi due questa intervista, se per voi non è un problema! Sapete com'è, questa sarà la stagione dell'amore e quindi come non posso non intervistare per primi voi due?!>> chiese con fare eccitato.

Io e Finn annuimmo.
<<Certo, nessun problema.>> rispose lui per entrambi.
<<Oh, perfetto!>> rispose quella entusiasta.
<<Venite, sedete pure qui.>> disse, indicandoci due sedie vicine, proprio di fronte a un'altra su cui, dedussi, sicuramente si sarebbe seduta lei.

Di fatto fu così, perché lei prese posto proprio di fronte a noi, di fianco a una telecamera accuratamente montata accanto a lei.

<<Possiamo cominciare?>> chiese lei a Chris, che intanto stava probabilmente programmano e sistemando le ultime cose nel display della camera puntata verso me e Finn.

Il cameramen annuii dopo qualche secondo, dandoci l'okay e alzando i pollici nella nostra direzione.

<<Bene!>> cinguettò Lisa.
<<I nostri Finn e Millie, allora, come sta procedono queste riprese?>>

E così, cominciammo. Lisa ci fece quelle che mi sembrarono almeno un migliaio di domande.

Sospirai accanto a Finn, mentre cercavo di sforzarmi e prestarle attenzione, cercando di non fare caso al dolore della caviglia e al prurito della fronte.
Dio, che tortura, pensai, con l'unico desiderio di alzarmi da lì.

Avere Finn accanto mi aiutava, certo. Era in qualche modo rilassante e... rassicurante.
La sua presenza mi tranquillizzava, era l'unica cosa per cui valeva la pena star seduta lì in quel momento.

A un certo punto Lisa fece una domanda che attirò tutta la mia attenzione.

<<Finn, come ti trovi con la tua co-star? C'è dell'imbarazzo tra voi due a girare certe scene?>>

A quella domanda mi voltai verso di lui, incuriosita.

<<Oh beh...>> iniziò Finn con un sorriso nervoso, mettendosi più comodo sulla sedia.
<<Veramente... direi di no. Assolutamente non per me. Mike e El sono due personaggi così istintivi e con Millie girare certe scene mi viene facile come respirare.>>

A quelle parole il mio corpo si pietrificò.
Mi voltai lentamente, poggiando i miei occhi su di lui con aria stupita.
Lo aveva detto davvero?

<<oh, c'è di sicuro della buona chimica tra di voi, almeno questo è quanto si percepisce dallo schermo, dico bene?>> chiese gentilmente Lisa.

Finn mi rivolse uno sguardo veloce, prima di tornare con gli occhi sulla reporter.
<<Beh, direi... di sì. Ma dopotutto credo sia normale, cioè... È giusto che due persone che devono interpretare due ragazzi così innamorati abbiano indubbiamente della chimica, no?>> chiese Finn, sorprendentemente sicuro di sé, con aria divertita.

<<Oh sì, assolutamente!>> rispose Lisa sorridente.
<<E tu invece Millie? Come ti trovi con Finn?>> chiese, spostando improvvisamente la sua attenzione su di me.
Questa volta fu il turno di Finn di guardarmi con aria curiosa.

<<Oh, beh... Finn è indubbiamente uno dei miei migliori amici. Mi trovo molto a mio agio a recitare con lui. Mi conosce e sa sempre cosa fare, come prendermi, sai... Non provo imbarazzo, se è questo che intendi.>> conclusi mentre sentivo le guance avvampare.

Lisa trattenne un risolino divertito, rivolgendomi subito un'altra domanda.
<<Certo certo, infatti so che ti sei trovata bene con lui già dal primo incontro giusto? Ricordami la prima volta che avete provato una scena insieme... come è stato?>> mi chiese con aria curiosa.

<<Beh prima che provassi con Finn, ho provato con... questo ragazzino. Lui non conosceva neanche le battute, continuava a guardare il foglio, è stato un disastro... Poi è arrivato lui...>> dissi, voltandomi verso Finn e indicandolo con una mano, mentre lui sorrideva gentile.

Per un secondo i nostri occhi si incatenarono a vicenda e il respiro mi mancò in un attimo.

Distolsi velocemente lo sguardo da lui, per ripuntarlo su Lisa.

<<Sì beh, è arrivato lui e... è andata benissimo. Lui conosceva ogni battuta, sapeva esattamente cosa dire e cosa fare e ricordo che Ross ha detto una cosa tipo: "Questi due mi piacciono...>>

<<Insieme.>> concluse Finn, al posto mio, mentre io mi voltavo di scatto, sorpresa, verso di lui.

<<"Questi due mi piacciono insieme.">> ripeté, mentre i suoi occhi erano ancora puntati nei miei.

Questa volta fu lui a distogliere lo sguardo per primo, lasciandomi nel pieno del panico e della confusione.
Maledetto tu e l'effetto che mi fai.

<<Si beh e il giorno dopo mi hanno chiamata, dicendomi che avevo ottenuto la parte!>> esclamai, sorridendo al solo ricordo, mentre i miei occhi tornavano su Lisa.

<<Oh, che tenerezza!! Siete così belli insieme, ragazzi!>>

A quelle parole io e Finn spalancammo la bocca, scioccati da quel l'affermazione.

<<Mike e El sono davvero fortunati ad essere interpretati da due attori come voi!>>

<<Oh, grazie.>> rispondemmo all'unisono io e Finn.

<<Allora, siete entusiasti all'idea che ci saranno gli Emmy tra meno di un mese?>>

Aspettate un momento... cosa?

Gli Emmy tra meno di un mese.
C'erano gli Emmy tra meno di un mese e io lo avevo dimenticato.
O meglio, mi era totalmente cascato di mente, ma come avevo potuto?

Finn sembrò notare il mio sguardo perso, mentre il panico si faceva strada dentro di me.
<<Oh, assolutamente sì, siamo davvero impazienti. Ne parlavo proprio l'altro giorno con Millie.>> mentii spudoratamente Finn, rivolgendomi uno sguardo complice.

La reporter ci fece qualche altra domanda sulla stagione di Stranger Things, su cosa i fan avrebbero dovuto aspettarsi, sui nuovi arrivi del cast.

<<Va bene ragazzi!>> disse dopo qualche altro minuto.
<<Grazie mille davvero! Direi che può bastare!>> esclamò alzandosi, mentre io e Finn la imitavamo.

<<Grazie a lei!>> risposi, stringendo nuovamente la mano di Lisa.

<<Oh Finn, caro, tu puoi restare? Vorrei farti qualche altra domanda!>> chiese la donna con aria gentile, mente Finn le stava già porgendo la mano per salutarla.
Quest'ultimo la ritrasse velocemente.
<<Oh, sì certo. Nessun problema.>> rispose con un sorriso forzato.

Mentre Finn tornava ad accomodarsi controvoglia sulla sedia, io salutavo nuovamente Lisa, dirigendomi poi velocemente verso la roulotte.

<<Cazzo che fastidio.>> borbottai tra me e me pensando al prurito che provavo sulla fronte, mentre camminavo piano, così piano da infastidirmi da sola.

Ci impiegai quella che mi parve un'infinità per raggiungere la mia roulotte.
Nel momento in cui entrai, mi sbattei forte la porta alle spalle.
La testa mi pulsava e la caviglia adesso bruciava davvero.
<<Ma porca puttana>> imprecai in un sospiro, lasciandomi scivolare sul divano e togliendo finalmente il berretto dalla testa.

Mi piegai, tirandomi via con foga la scarpa del piede destro, arrotolando i jeans il più possibile e lasciando la caviglia finalmente scoperta.
Cazzo, che fastidio, pensai per la milionesima volta quella giornata.

Eravamo ancora a metà giornata e l'unico mio desiderio era quello di tornarmene a casa, fregandomene altamente di tutto e tutti.

Con riluttanza tirai fuori il telefono dalla tasca dei jeans e aprii la fotocamera interna.
Mi scostai i capelli dalla fronte ed esaminai la piccola ferita.

Cristo, sembra anche peggio di ieri sera, pensai tra me e me, ispezionando il grosso livido viola proprio sotto i punti di sutura. Sembrava stesse per spuntarmi un corno da un momento all'altro, era davvero orribile.

In un secondo sentii la porta spalancarsi.
Ancor prima che potessi mettere via il telefono, Finn entrò velocemente nella roulotte, sbattendosi la porta alle spalle.
Oh, no.

<<Dio che stress quella donna, non voleva proprio lasciarmi andare e...>>
Le parole gli morirono in gola nel momento in cui poggiò i suoi occhi su di me, ancora ferma immobile sul divano, con una mano a togliermi i capelli dalla fronte per guardarmi meglio e l'altra che reggeva il telefono.

Lo guardavo con aria scioccata, esattamente come lui guardava me. La verità era che non mi aspettavo tornasse così presto, o forse ero stata io semplicemente troppo lenta a tornare in roulotte...

<<Cazzo, Millie!>> esclamò sconcertato, guardandomi e avvicinandosi velocemente a me, inginocchiandosi proprio di fronte a me.

Lasciai subito cadere i capelli davanti alla fronte e misi via il telefono.
<<È tutto ok...>> borbottai, senza avere il coraggio di guardarlo in faccia.

<<Ma che cazzo dici?! Sono punti quelli? Fammi vedere.>> disse scostandomi via i capelli esattamente dove li avevo fatti ricadere un attimo prima.

<<Finn ti prego, lascia perdere.>> dissi, allontanandomi da lui, portando indietro il busto, cercando di appoggiarlo il più possibile allo schienale del divano per sfuggire al suo contatto.
Lui, ovviamente, non me lo permise.

Finn mi bloccò per il polso, riportandomi di fronte a lui. Vicino, troppo vicino.
Il suo sguardo era fermo su di me.
<<Sta ferma e fammi vedere.>> ordinò inchiodandomi con lo sguardo.

Mi ritrovai ad obbedire silenziosa, mentre le sue dita accarezzavano piano le ciocche dei miei capelli, prima di tirarle dolcemente su, scoprendo la fronte.
Finn aprì di poco le labbra, sorpreso.

<<Cazzo, sono davvero punti... ed è tutto... viola e gonfio, terribilmente gonfio.>> sussurrò, forse più a se stesso che a me.

Mi scappò un lamento di dolore, nel momento in cui le sue dita sfiorarono la mia pelle.
<<Scusami.>> sussurrò subito, mentre istintivamente portava l'altra mano sulla mia guancia, facendomi una leggera carezza.

<<Ma come hai fatto?>> mi chiese con occhi preoccupati.
<<Quando è successo? Ieri pomeriggio stavi bene!>>

Sospirai, arrendendomi. Valeva la pena raccontagli tutto ormai.
<<È successo quando te ne sei andato...>> risposi, ad occhi bassi.

Lui si morse le labbra al ricordo, abbassando lo sguardo per un secondo, prima di riportarlo su di me.
Mi afferrò delicatamente il mento, tenendolo tra il pollice e l'indice e riportando i miei occhi nei suoi, spronandomi a continuare.

<<Io camminavo e... sono scivolata, era bagnato per terra.>>
Lui scosse la testa:<<Camminare cautamente no, vero?>> mi chiese con tono ovvio, ma dolce allo stesso tempo.

<<Io avevo fretta, avevo premura perché dovevo– >>
Mi bloccai di colpo, rendendomi conto di ciò che stavo per dire.

<<Dovevi?>> mi incalzò lui, corrugando la fronte.
Avanti codarda, diglielo.

<<Volevo raggiungerti.>> confessai in un sussurro.

A quelle parole lui spalancò la bocca: no, non se lo aspettava.

Parlai per smorzare l'imbarazzo, per non sembrare una perfetta idiota ai suoi occhi.
<<Ma poi Shawn mi ha trattenuta, ci siamo messi a parlare e poi mi sono messa a camminare veloce e sono scivolata, la caviglia si è storta, ho sbattuto la testa e...>>

<<Non posso crederci.>> sussurrò Finn che sembrava sul punto... delle lacrime?

Sì era proprio così. Finn Wolfhard davanti a me aveva gli occhi lucidi e scuoteva la testa sconsolato.

Lo sapevo, sapevo benissimo cosa stesse pensando. Lui si sentiva in colpa, si sentiva in colpa e lo capivo. Ed era proprio questo che volevo evitare, la compassione costretta, i sensi di colpa inevitabili...
Lui era in pena per me, e io non volevo che lo fosse.
Volevo che fosse dolce con me perché mi amava, non perché si sentisse colpevole di una cosa per cui alla fine non lo era. Nessuno lo era se non il mio pessimo equilibrio.

<<Finn, ti prego, non è colpa tua, okay? Non è colpa di nessuno. Ci sono nata con un pessimo equilibrio, lo sai no?>> dissi scherzando e accennando un sorriso, cercando disperatamente il suo sguardo.
Lui alzò gli occhi verso di me, sorridendo alla mia espressione rilassata.

<<Quindi è questo quello che succede quando non ci sono io a prenderti tra le braccia?>> mi sorrise amaramente, scherzando anche lui.

A quelle parole arrossii violentemente, ma trovai il coraggio di rispondere.
<<Beh... evidentemente sì.>> dissi, tenendo fissi i miei occhi nei suoi.

Lui non rispose, semplicemente se ne stava lì a guardarmi con aria combattuta, con la mano ancora sulla mia guancia.

<<Finn.>> lo richiamai, pretendendo che mi ascoltasse davvero.
<<Non è colpa tua, okay? Non è successo niente. Il dottore mi ha messo i punti, controllato la caviglia qui e...>>

<<Qui in roulotte?>> chiese lui.
<<Sì...>>
<<Cazzo, sicuramene me n'ero andato un secondo prima...>> pensò, scuotendo ancora la testa.

<<Finn, non c'era bisogno davvero che ci fossi! È andato tutto ok! C'era Sadie e Ross, Matt e Shawn mi hanno tenuto compagnia per tutto il tempo. È tutto okay.>> ripetei per la milionesima volta.

<<E come sei tornata in roulotte?>> mi chiese curioso.
<<Ross mi ha portata in braccio.>> ammisi imbarazzata, scrollando le spalle.

<<Non sarei dovuto andare via...>> disse in un sussurro.
<<Perché non me l'hai detto? Perché non mi hai chiamato? Sarei tornato indietro, io sarei–>>

<<Finn, smettila di sentirti in colpa!>> esclamai esasperata.
<<Non c'era bisogno che ti chiamassi! Sto bene, d'accordo? Sono solo dei punti e una slogatura! È tutto ok, cazzo.>>

<<Millie!>> rispose lui, mentre il suo tono diventava improvvisamente duro.
<<Non è questione di sentirmi in colpa o no, capisci? Io voglio sapere se ti succede qualcosa! Tu devi dirmelo! Non puoi farmi morire di paura come un attimo fa, lo capisci o no, porca puttana?!>> gridò, prendendomi il viso tra le mani.

Sentirlo così vicino mi mozzò il respiro. Mi sarebbe bastato solo un secondo per avvicinarmi a lui, due secondi per mettere le mie labbra sulle sue. Mi sarebbe bastato così poco, così pico...

Ma non lo avrei fatto. Non avrei fatto niente che lui non volesse, non dopo essere stata rifiutata per quasi due volte il giorno precedente...

<<Ok.>> risposi in un sussurro, non sapendo  bene cosa dire.
<<Ok.>> mi fece eco lui, sospirando e allontanando di poco il suo viso dal mio.

<<Come ti senti oggi?>> mi chiese ancora in ansia.
<<Beh..>> sospirai.
<<La caviglia brucia, ho dimenticato la cavigliera stamattina e la fronte mi prude, penso mi stia per spuntare un corno o roba simile...>>

A quelle parole lui scoppiò a ridere, rivolgendomi uno sguardo pieno di quello che mi parse risentimento che durò solo un secondo, ma abbastanza perché io potessi accorgermene.

<<Mi dispiace.>> sussurrò, poggiando la testa sul mio petto e avvolgendomi la vita con le sue lunghe braccia, stringendomi a sé.

Per un secondo rimasi bloccata, sorpresa da quel suo gesto che non mi sarei mai aspettata.
La sua testa riccioluta era poggiata contro il mio seno, le sue braccia mi circondavano la vita, mentre io ero ancora seduta sul divano e lui inginocchiato di fronte a me.

<<Non è colpa tua.>> risposi, appoggiando la mia guancia sul suo capo e ricambiando finalmente l'abbraccio.

Spazio autrice
🚨 COMUNICAZIONE DI SERVIZIO 🚨
Volevo informare i lettori della mia storia che per aggiornamenti sulla storia, piccole anticipazioni durante la settimana, informarvi su quale sarà la canzone del prossimo capitolo, consigli e scleri sulla storia ho aperto un piccolo fan account su Instagram: @fillieinlovestories (mi trovate così). Il profilo è privato.

Non nego che la pagina era nata con altri scopi, ma detto con tutta sincerità non sono più molto in "fillie" mood di questi tempi, vuoi che sia perché Millie sia tornata con Jacob, vuoi la mancanza di content, ma non sono in vena.
Per non cancellare la pagina e non lasciare i miei lettori sospesi per una intera settimana ho deciso di trasformare questa pagina, dedicandola solamente alle mie storie di Wattpad e a voi, ovviamente.
Che dire? VI ASPETTO LÌ

Un bacio ♥️

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