Chapter twenty-eight: "L'elettricità"
Consiglio: Ho scritto sulle note di Bishop Briggs - Water, che sembra scritta per questo capitolo. Consigliata durante la lettura.
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— by Bishop Briggs - Water
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I sink in you like water
Pray you won't pull me under
One look and I die
Heaven in your eyes
Hell hot in the white lies
I dive in you like water
I sink like a
Stone in your water
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P.O.V. Finn
Con il cuore in gola e la testa pulsante che non smetteva di girare, misi la mano sulla maniglia, abbassandola piano.
Presi un respiro profondo e, finalmente, aprii la porta.
I miei occhi si alzarono lentamente sulla sua figura, incerti, indecisi e spaventati.
Quando il mio sguardo incontrò il suo, le mie labbra si schiusero inconsapevolmente dalla sorpresa.
Il volto di Millie era spossato dalla stanchezza, gli occhi rossi e gonfi, le labbra secche, i capelli totalmente disfatti e il fiato corto.
Avrei giurato che la sua testa fosse stata appoggiata contro il legno della porta fino ad un secondo prima, lo intuivo facilmente dalla sua espressione sorpresa e da come il suo corpo aveva fatto un balzo indietro nel momento in cui aveva sentito lo schiocco della serratura.
Indossava una tuta grigia e troppo larga per lei, con addosso un pesante giubbotto che le copriva totalmente l'esile figura.
Restai paralizzato davanti a lei, totalmente incapace di proferire parola, mentre i miei occhi indugiavano sulla sua figura, sul suo viso, fino ad annegare nei suoi di occhi.
Il respiro mi si mozzò in gola, non riuscivo a parlare, riuscivo a malapena a respirare.
Perché era lì?
Perché era venuta da me?
Perché era venuta da me alle 6 del mattino?
E perché non stava dicendo una parola?
Si limitava a guardarmi stupita, esattamente come io facevo con lei.
<<F-Finn...>> esclamò in un sussurro, con i suoi occhi ancora nei miei.
Non risposi. Semplicemente non ci riuscivo.
Perché sei qui?
<<Io... S-scusami se ti ho svegliato...>>
Non riusciva a parlare senza balbettare, la sua voce era rotta dall'insicurezza.
Perché cazzo sei qui?!
Il mio corpo gridava quelle parole, la mia mente bruciava, mentre io ero immobilizzato, ancora la mano sulla maniglia.
<<Tu... Tu... stavi dormendo?>> chiese con uno sguardo carico di scuse, preoccupata davvero di avermi svegliato.
A quell'espressione, per poco non scoppiai a ridere.
Davvero si preoccupava di quello? Di avermi svegliato?
Mi aveva appena gettato, spinto con tutte le sue forze nel mio incubo peggiore, e credeva davvero di avermi svegliato?
Perché cazzo sei qui? Perché sei venuta? Cosa vuoi ancora da me? Cosa devi portami ancora via?
<<F-Finn...>> mi richiamò, con aria ancora più preoccupata.
<<Se stavi dormendo io posso... posso...>>
Non voleva dirlo.
Andare via.
Finisci la frase. Finisci la frase così potrò solo annuire e mandarti via. Finisci la frase ti prego.
Finisci la frase perché io a cacciarti via non ce la faccio.
<<Che ci fai qui?>>
Le parole mi uscirono in un sussurro, senza che le avessi decise, senza che il mio cervello avesse dato "l'ok", vennero semplicemente fuori senza che me ne accorgessi.
Gli occhi di Millie si aprirono un po' di più, sorpresa di sentire finalmente il suono della mia voce.
Dopotutto, ne ero stato sorpreso anch'io.
I suoi occhi caddero sul mio corpo, coperto ancora da un leggero accappatoio, ero totalmente nudo al di sotto.
L'acqua che gocciolava ancora dai miei capelli aveva bagnato il parquet e la moquette dell'entrata intorno a me, senza che me ne accorgessi.
L'acqua mi scivolava ancora sul volto, la sentivo segnarmi ogni contorno del mio viso, la sentivo pizzicarmi gli occhi, sentivo i capelli schiacciati sulla fronte.
Con una mano li portai indietro e, nel momento in cui mi mossi, Millie strinse gli occhi come a volersi concentrare e riportò velocemente il suo sguardo su di me, mentre le guance le si coloravano di un rosso acceso.
<<Io... posso entrare?>> chiese quelle ultime parole così piano che dovetti sforzarmi anche di capire.
Esitai per un secondo, solo per un secondo. Esitai perché non volevo vederla, esitai perché guardarla mi faceva male, esitai perché d'improvviso non volevo più sapere perché fosse lì, volevo solo che se ne andasse.
Esitai per un secondo, ma poi annuii.
<<Sì.>> risposi, parlando per la seconda volta.
<<Sì certo, entra.>> ripetei, allontanandomi piano dalla porta e lasciando che lei mi seguisse silenziosamente, chiudendosi la porta alle spalle.
Non potevo cacciarla via, sarebbe stato troppo scortese e io non lo ero ancora, non ero ancora come lei.
E poi, la verità era che non volevo darle questa soddisfazione. Non volevo farle capire quanto potere, quanta influenza avesse su di me.
Mi voltai verso di lei, guardandola inespressivamente, aspettando che parlasse.
Millie era stanca, non aveva chiuso occhio esattamente come me, lo percepivo dalle sue borse sotto agli occhi, dalla sua espressione stanca, confusa, ma anche... frustrata.
Ecco, quella era la parola per descrivere Millie in quel momento.
Millie era frustrata.
I suoi occhi erano saldi nei miei, la sua bocca semiaperta, il suo petto si abbassava e si alzava velocemente, troppo velocemente.
<<Ti ho chiesto perché sei qui.>> ripetei, con voce calma e uno sguardo duro, fisso su di lei.
Per quanto volessi, non riuscivo ad essere più gentile, ad essere più... rilassato.
I miei muscoli erano tesi sotto il leggero tessuto dell'accappatoio, la mia mascella serrata, mentre cercavo di non gridare fuori tutta la rabbia a pieni polmoni.
Resta calmo.
Millie non rispondeva e questo non faceva che infastidirmi ancora di più.
<<Perché sei venuta qui Millie? Perché bussi alla mia camera d'albergo alle sei del mattino e poi non dici una fottuta parola?>> sputai fuori, alzando inevitabilmente il tono della voce.
<<Perché?>> chiesi di nuovo a denti stretti, non volendo far trapelare tutta la mia frustrazione, la mia stanchezza.
A quelle parole, lei esplose.
<<Perché devo parlarti, Finn! Io devo...>>
Ma io ero già esploso, prima di lei.
<<E allora parla, parla cazzo!!>> gridai, interrompendola.
<<Ti devo delle scuse.>> disse lei, chiudendo gli occhi come a cercare di concentrarsi.
Ma la mia rabbia era troppa, era troppa per essere contenuta. Era troppa per una sola persona, era troppa per me.
<<Tu non mi devi niente.>> dissi, guardandola negli occhi.
<<Tu non mi devi niente, come io non devo niente a te.>> conclusi, guardandola sprezzante.
<<Finn, ti prego, cazzo! Stammi a sentire!>> esclamò impaziente, avvicinandosi a me istintivamente.
<<Mi dispiace, mi dispiace per quello che ci siamo... che ti ho detto questa sera. Io non lo pensavo cazzo...>> sospirò, portandosi le mani tra i capelli, esausta, afflitta.
<<Ah non lo pensavi?>> le feci eco, ironicamente.
Questa volta fui io ad avvicinarmi a lei, con un sorriso beffardo e amaro come il veleno stampato sulle labbra.
<<E se non le pensavi, quelle merdate, perché cazzo me le hai tirate addosso?!? Eh?!>> le gridai dritto in faccia, mentre il suo respiro veloce mi scaldava il volto.
<<Perché...>> ansimò lei.
<<No!>> la interruppi di nuovo, accecato dalla rabbia.
<<Te lo dico io perché! Perché sei una stronza! Tu sei una fottuta stronza Millie! Tu pensi solo a te stessa! Non te ne frega un cazzo di nessuno, se non di te!>> gridai, spingendola indietro mentre con un dito le indicavo il petto.
<<Tu pensi a te stessa. Pensi a te stessa e poi preghi Dio che la gente pensi le stesse cose che pensi tu, che la gente creda le stesse cose che credi tu, che voglia le stesse cose che vuoi tu!>>
Ormai ero fuori di me, non riuscivo più a controllarmi e la cosa peggiore era che volevo farle sentire tutto il dolore che avevo provato io quando... quando...
<<Millie Bobby Brown dice che noi non stiamo bene insieme?! Oh cazzo! Allora sarà sicuramente così! >> esclamai con tono beffardo, prendendola in giro con voce fintamente stupita, mentre alzavo teatralmente le braccia al cielo.
Lei mi guardava sconcertata, con la bocca spalancata, chiedendosi se quella persona che stava gridando e impazzendo lì davanti a lei fosse lo stesso Finn Wolfhard che lei conosceva.
E la cosa peggiore sapere qual era?
Che era proprio lo stesso.
Continuai.
<<Millie Bobby Brown dice che non siamo mai stati insieme?! Allora vaffanculo, è come dice lei! Non siamo mai stati insieme!!>>
E continuai.
<<Millie Bobby Brown dice solo che ci siamo presi per il culo?! Allora ci siamo presi per il culo, mi sembra ovvio!! Perché quello che dice lei è legge, non è così?!>>
<<Finn, ti prego...>> mi supplicò, con la voce rotta tra le lacrime, mentre queste si facevano strada sulle sue guance rosse.
<<Oh ma aspetta, aspetta, aspetta...>> continuai senza pietà, non accorgendomi che anche il mio viso era già più caldo, bagnato da piccole gocce salate...
<<...Millie Bobby Brown dice anche che non possiamo stare insieme! Lei dice che è stato un errore!>> dissi, alzando le sopracciglia e corrugando la fronte con finto stupore.
<<Perché dopotutto noi non abbiamo fatto l'amore giusto? IO NON TI STAVO PER STRAPPARE VIA I VESTITI? TU NON ERI NUDA DAVANTI A ME, IO NON ERO QUASI DENTRO DI TE GIUSTO?!>>
Giurai in quel momento di non aver gridato più forte in vita mia. Le gridavo dritto in faccia mentre lei mi guardava silenziosamente in lacrime, il volto a un centimetro dal mio.
Così vicino che ci avrei messo un attimo ad avvicinarmi e poggiare le mie labbra sulle sue.
<<Ma Millie Bobby Brown dice: "Chi cazzo se ne fotte!! Era tutto un fottuto errore!!" E allora era ovvio, era un errore...>>
Le ultime tre parole mi uscirono in un sussurro, con voce rotta.
Mi accorsi di piangere anche io nel momento in cui una lacrima salata mi arrivò alle labbra.
<<Finn...>> sussurrò il mio nome, poggiandomi una mano sul viso, cacciando via la mia lacrima, nonostante le sue fossero molte di più.
Ma io non riuscivo, non sopportavo sentire la sua pelle scottare contro la mia, non sopportavo il suo contatto, le sue dita calde contro le mie guance, non sopportavo sentirla così vicina, così vicina come era stata a lui. Chiunque fosse...
Mi ritrassi velocemente a quel contatto, respirando velocemente per riprendere fiato, mentre la sua mano cadeva a peso morto lungo i suoi fianchi e un'espressione addolorata le si dipingeva sul volto.
Vederla in quel modo mi faceva male. Mi squarciava il petto dal dolore, come se una lama incandescente continuasse a trapassarmi da parte a parte. Non riuscivo a percepire niente che non fosse dolore, niente che non fosse frustrazione e rimorso. Mi sentivo risucchiare da un baratro di tristezza e agonia, un baratro da cui, già lo sapevo, non sarei più riuscito a risalire.
Non senza aiuto.
Non senza il suo aiuto.
Aiuto che non avrei mai chiesto.
<<Millie Bobby Brown cosa pensa?>> dissi in un sussurro, con voce rotta dal pianto, avvicinandomi a lei di un passo, riportando il mio viso vicino al suo.
Lei aspettava, impaziente e al contempo spaventata di sentire, mentre il suo respiro affannoso riscaldava il mio viso e le sue labbra tremavano insofferenti, gli occhi spalancati.
Dovevo dire quell'ultima frase. Dovevo farlo. Non mi interessava di nulla, il mio cuore e la mia testa erano in pieno campo di battaglia.
Dillo Finn. Dillo.
<<Che io non la ami davvero? E allora forse è così, vaffanculo. Forse non la amo davvero.>>
A quelle parole i suoi occhi si spalancarono dallo stupore, mentre calde e nuove lacrime iniziarono a scenderle lungo il viso, rincorrendosi l'un l'altra.
Mi pentii di quelle parole nel momento in cui mi uscirono fuori di bocca. Me ne pentii amaramente, perché sapevo di averla ferita più del dovuto. Sapevo di averla ferita esattamente come lei aveva fatto con me.
Avevo sperato che farlo mi avesse fatto sentire meglio e invece... invece stavo peggio di prima.
Ma dopotutto che importava? Dopotutto, a chi importava?
Ricordi Finn? Lei ha già baciato un altro.
Un altro...
<<Finn ti prego... Io.. io...>>
La voce di Millie tremava terribilmente, mentre i suoi occhi sfuggivano i miei.
<<Tu che cosa? Ma tu che cosa?>> le chiesi, prendendole istintivamente il volto tra le mani, circondando quelle piccole guance e fermandole tra i miei palmi.
Volevo baciarla, gridarle in faccia che la odiavo, o forse che la amavo.
<<Io ti amo.>>
Le parole le uscirono fuori in un sussurro disperato, mentre le sue lacrime mi bagnavano i palmi e i suoi occhi spalancati erano fissi nei miei.
<<Io ti amo, Finn Wolfhard. Sei uno stupido figlio di puttana e mi rendi la vita impossibile ma giuro su Dio che...>>
<<Non farlo.>> la bloccai, allontanandomi da lei in una frazione di secondo.
<<Non farlo, no. Non giurare che mi ami.>> sospirai, mettendo più distanza possibile tra di noi e asciugandomi le guance con le maniche dell'accappatoio.
<<Perché no?>> chiese lei con uno sguardo afflitto, cercando disperatamente una risposta nei miei occhi spenti.
<<Perché non posso dirti che ti...>>
<<Non farlo cazzo!!>> le gridai contro, puntando i miei occhi nei suoi.
<<Tu sei ridicola. Sei ridicola Millie, porca puttana.>> sbruffai, scuotendo la testa e strofinandomi una mano contro il viso, esausto.
<<Perché?>> chiese lei in un sussurro, incapace di capire le mie parole.
Ma la vera domanda per me era: perché crede davvero di non esserlo? Crede di non essere ridicola?
Baciare uno sconosciuto qualche ora prima per poi correre da me a dirmi che mi ama non è ridicolo?
No, effettivamente non lo è.
È ridicolissimo. È da stupidi.
<<Perché tu pensi davvero che io ti creda?>> le chiesi, in tutta sincerità.
Una risata amara mi scappò nel vederla così confusa.
Davvero pensava di prendermi in giro così facilmente?
<<Pensi davvero che io ti creda dopo che– >>
mi interruppi di colpo.
Lei, ovviamente, se ne accorse.
<<Dopo che cosa?>> mi incalzò, guardandomi incuriosita, aspettando che continuassi.
<<Niente.>> risposi istintivamente.
Il mio cervello andava a cento all'ora, pensando velocemente.
Che senso aveva? Che senso aveva dirglielo? Perché dirle di averla vista baciare un altro? Cosa c'era da rovinare, che non fosse già rovinato? Che senso aveva discutere ancora? Ma poi per che cosa?
Non avrei combattuto invano quella battaglia, non questa notte. Non adesso. Non senza avere qualcosa per cui lottare e in quel momento io non avevo niente per cui lottare.
In mano non stringevo niente, perché noi non siamo mai stati niente.
Lei aveva ragione, me lo aveva confermato nel momento in cui avevo visto le sue labbra poggiate su quelle di un altro, un attimo dopo essere stato mollato.
No, non le avrei dato questa soddisfazione, non lo avrei fatto. Non le avrei mostrato il mio dolore, non gliene avrei mostrato altro in più, oltre quello che avevo già sputato fuori.
Basta così.
Millie si accorse della mia esitazione e si avvicinò ancora di più a me, scrutando il mio viso con aria attenta.
<<Dopo che cosa Finn?>> chiese di nuovo, riducendo gli occhi a due fessure, come se stesse cercando di sforzarsi per leggermi nel pensiero.
<<Niente cazzo niente!!>> gridai istintivamente, portandomi le mani tra i capelli, esasperato.
Millie mi guardò con aria triste.
Sapeva, sapeva bene che c'era qualcosa che non le stessi dicendo, come io sapevo che c'era qualcosa che lei non stesse dicendo a me.
I suoi occhi grandi e desolati incontrarono i miei, mentre il suo viso si sporgeva contro il mio.
Ma cosa...?
Millie si alzò sulle punte, afferrandomi le maniche dell'accappatoio con le mani per reggere il suo peso.
Cosa sta facendo?
Il suo profumò iniziò a pungermi le narici, mentre i suoi occhi si chiusero di fronte ai miei, ancora spalancati dalla sorpresa di quel suo gesto inaspettato.
Millie si stava avvicinando a me, stava cercando le mie labbra, avvicinandosi piano con le sue.
Le vidi schiudersi, in attesa, ancora più vicine.
Ancora più vicine.
Ancora più vicine.
Le sue labbra mi sfiorarono...
<<No.>> sussurrai, facendo un passo indietro, mentre un brivido mi percorreva la schiena per quel contatto mancato.
Lei spalancò gli occhi al mio rifiuto, mentre iniziavano nuovamente a diventargli lucidi.
<<Tu non vuoi... non vuoi... baciarmi?>> chiese imbarazzata, questa volta facendo anche lei un passo indietro, coprendosi la bocca con una mano.
Sì.
<<No.>> risposi tutto d'un fiato, mente quella parola era come un pugno nello stomaco.
Non posso baciarti, perché tu mi hai tradito. Mi hai tradito e non hai neanche le palle di dirmelo.
Ma Finn, lei non ti ha tradito, lei ti aveva già lasciato!
Tu non le devi niente.
Lei non ti deve niente.
Non siete mai stati niente.
È stato un errore.
Lei ha detto che ti ama.
Baciala.
Non baciarla!
Ti ha tradito.
Non lo ha fatto.
Non siete mai stati niente.
Mai stati niente.
Mai stati niente.
La testa mi girava vorticosamente, mentre non riuscivo a riordinare i pensieri che si prendevano a pugni nella mia mente, facendomela pulsare dolorosamente.
<<Va via Millie, per favore.>> la pregai in un sussurro.
<<Finn, ti prego...>>
<<No, sono io che ti prego. Va via, per favore. Non c'è più niente di cui discutere.>>
Presi respiro per farmi coraggio e continuai:
<<Sei stata molto chiara questa sera e hai ragione. Hai sempre avuto ragione... Mi hai detto che non è tempo per noi e adesso sono io a dirtelo.>>
Distolsi gli occhi da lei, perché non potevo guardarla pronunciando quelle ultime parole.
<<Non è tempo per noi, Millie.>>
Lei si pietrificò a quelle parole e, lentamente, si voltò, dandomi le spalle.
Trattenni il respiro, vedendola allontanarsi da me, avvicinandosi alla porta a testa bassa.
Mi mossi dietro di lei, accompagnandola e aprendo la porta per lei.
A quel gesto, i suoi occhi lucidi si alzarono un'ultima volta nei miei, che la stavano aspettando.
<<Ti vedrò, questo pomeriggio?>> mi chiese in un sussurro carico di speranza.
A quelle parole ricordai che avremmo dovuto girare, quel pomeriggio. Insieme.
Fantastico. Davvero fantastico.
Annuii piano, accennando un sorriso forzato.
<<Sì.>> risposi piano.
<<Sì, certo che mi vedrai.>>
Dovevo sforzarmi, sforzarmi con tutto me stesso di non fare più cazzate, di non fare più passi falsi. Da quel momento in poi non avrei più sbagliato niente.
Lei annuii piano e, rivolgendomi un ultimo sguardo, mi diede le spalle e uscii dalla mia camera d'albergo senza più dire una parola.
P.O.V. Millie
Nel momento in cui uscii da quella maledetta porta corsi, corsi via senza fermarmi.
Mi precipitai nella hole dell'albergo con il bisogno di aria pulita e fresca tra i polmoni, mentre nuove e calde lacrime si facevano strada dai miei occhi.
Ero stata una sciocca, una sciocca a credere di riuscire a sistemare tutto in una notte. Lo avevo ferito, avevo ferito l'unica persona che amavo e adesso lui aveva ferito me.
Non è tempo per noi
Possono delle parole essere così giuste e al contempo così sbagliate?
Evidentemente sì.
Non era tempo per noi perché sembrava non esserlo mai, ma era tempo per noi, era un tempo così fottutamente e dolorosamente giusto per noi, perché quando ami qualcuno ogni tempo è giusto, ogni secondo, ogni istante. Quando ami fino a consumarti niente è sbagliato.
E allora perché? Perché per noi sembrava tutto così sbagliato?
Finn aveva pianto. Aveva pianto davanti ai miei occhi e quella era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso, quelle lacrime mi avevano rotto qualcosa dentro e adesso non riuscivo a cancellarle dalla mia mente, impresse a fuoco.
Il suo viso, le sue guance piene di lentiggini, rosse dal pianto e dalla rabbia... Lui, bagnato e bellissimo davanti a me...
Lui, che mi aveva rifiutata.
Rifiutata e cacciata via.
Era tutta colpa mia. Spuntare nella sua camera d'albergo alle 6 del mattino non era bastato, scusarsi non era bastato, giurare che lo amo e provare a baciarlo non era bastato...
Non riuscivo a crederci, era come se il mondo stesse per crollarmi addosso da un momento all'altro e io non avessi niente con cui ripararmi, aspettando solo di morire schiacciata.
Perché? Perché ero stata respinta da lui con così poco riguardo ai nostri sentimenti? Perché non mi aveva concesso un'altra stupida, unica, possibilità? Perché, se era vero che mi amava come io amavo lui?
Non so per quanto tempo camminai, mentre il sole sorgeva alto, facendo fiorire una nuova giornata, un nuovo giorno.
Nuovo giorno significa nuova speranza, nuove possibilità... e allora perché mi sentivo così scoraggiata?
Finn mi aveva accusata di aver deciso anche per lui, quella notte. Mi aveva accusata di aver peccato d'egoismo, pensando che ogni mia decisione fosse giusta e invalicabile per tutti... per lui.
E la cosa peggiore, è che era vero. Era stramaledettamente vero: io pensavo fosse meglio per entrambi. Meglio per entrambi lasciar perdere, non causare liti, dolore inutile.
Ma se poi preferisci stare male per qualcuno, che stare bene con chiunque altro?
Se poi preferisci stare con chi ti fa ribollire il sangue nelle vene dalla rabbia, con chi è così diverso da te, perché quella diversità ti fa sentire... completa.
Che significa quando ti senti in pace anche in guerra?
Forse, forse significa che ami.
Sapevo fin dentro le ossa che lui provava qualcosa per me. Lo sapevo con certezza, come lui lo sapeva di me.
Saperlo nudo sotto quel leggero accappatoio non aveva aiutato, mi aveva deconcentrata così tante volte, i miei occhi avevano ceduto, abbassandosi su di lui così tante volte...
Ogni volta mi ero stramaledetta nella mia testa eppure quanto avevo sperato che quel corpo ancora caldo finisse sopra il mio...
Mi presi la libertà di camminare senza meta ancora un po', pensando a lui ancora un po' e cercando di ricordare il suo profumo, di lasciare che mi inondasse la mente facendomi male... Ancora un po'...
"Lights will guide you home
And I will try to fix you"
Dolci parole a tutto volume passarono da una macchina che sfrecciò sulla strada, scomparendo un secondo dopo dalla mia vista, portando con sé la melodia leggera.
E fu allora, in quel sole del mattino, ancora timido e assonnato sulla mia pelle. Fu nel freddo pungente dell'alba che capii.
Capii che le luci, presto o tardi, mi avrebbero guidata a casa e sapevo già, sapevo già chi fosse casa mia.
E allora tra tutto quel dolore, tra quelle lacrime silenziose, mi concessi di sorridere, solo un po'.
Mi concessi di sorridere al pensiero di lui.
Staremo insieme, amore mio.
•••
Camminavo veloce per raggiungere il set, mentre speravo disperatamente di non incontrarlo.
Ero arrivata da circa mezz'ora e tra poco avremmo dovuto iniziare a girare.
Avevo evitato il nostro trailer di proposito quella mattina: non volevo vederlo neanche per sbaglio, neanche un solo minuto prima.
Non volevo cedere ai suoi occhi, al suo sguardo, alla sua presenza. Non volevo. E incontrarlo da sola mi avrebbe sicuramente resa vulnerabile, mentre se fossi stata a lavoro, in pieno set... No, non mi sarei deconcentrata. Non potevo.
Camminavo verso la piscina comunale di Hawkins, stringendo il mio piccolo corpo in un accappatoio troppo grande per me.
Il freddo era pungente quel pomeriggio, nonostante il sole fosse alto nel cielo.
Il costume che portavo mi aderiva al busto e al corpo, lo sentivo avvolgermi stretto, mentre camminavo a testa bassa.
<<Millie! Sei arrivata!>> mi salutò Ross sorridendomi.
Annuii piano, mentre mi guardavo intorno.
Era la prima volta che il set si spostava alla piscina comunale di Hawkins.
Il mio sguardo si perse, ammaliato e ipnotizzato dall'acqua limpida e cristallina della piscina di fronte a me, mentre l'odore del cloro iniziava a pizzicarmi le narici.
<<Mills!>>
Mi voltai verso la voce della migliore amica, che corse ad abbracciarmi, prima che potessi anche solo rispondere.
<<Sadie!!>> la rimproverai con aria divertita, notando che lei era già zuppa e stava già bagnando anche me, fortunatamente non avevo ancora tolto l'accappatoio.
<<Avete già girato?>> le chiesi con aria confusa, vedendo anche Gaten, Caleb e Noah avvicinarsi verso di me.
<<Sì.>> rispose Gaten, muovendo i vaporosi boccoli per cacciare via l'acqua.
<<Sì, Matt e Ross hanno fatto delle piccole modifiche. Adesso dovrete girare solo tu e Finn.>> rispose Noah, rivolgendomi uno sguardo curioso e attento alla mia reazione.
Di fatto aveva ragione, perché io strabuzzai gli occhi.
<<Cosa?>> esclamai, senza riuscire a nascondere lo stupore.
<<Vieni con me Mills...>> mi disse dolcemente Sadie, prendendomi per mano.
<<Ci vediamo dopo ragazzi!>> esclamò con un sorrisone verso gli altri, mentre mi trascinava verso delle sdraio, un po' più lontano.
Alzai debolmente la mano verso i ragazzi, salutandoli, ancora nel pieno della confusione, mentre loro ridevano e scherzavano, rivolgendomi dei sorrisi sornioni.
Ma cosa...?
<<Mi sono persa qualcosa...?>> chiesi con aria confusa, nel momento in cui io e la mia migliore amica ci sedemmo su una sdraio, l'una accanto all'altra e ancora mano nella mano.
<<No Mills, rilassati. Noi abbiamo già girato, adesso tocca a te e Finn, ma niente panic...>>
<<Dio! Quanto odio quando cambiano le cose all'ultimo minuto!>> mi lamentai, già arrabbiata.
<<Millie rilassati!! Le scene saranno uguali, semplicemente hanno fatto questa scelta per darvi un po' più di... intimità.>> rispose lei, senza riuscire a nascondere un sorrisetto divertito che non fece altro che innervosirmi di più.
<<Sadie non c'è nulla da ridere! Stamattina è stato un disastro...>>
A ultime quelle parole la mia migliore amica si rabbuiò, mentre il sorriso divertito lasciva spazio a un'occhiata apprensiva.
<<Davvero...?>> chiese in un sussurro.
<<Sì.>> sospirai.
Avevo già aperto bocca per iniziarle a raccontare tutto, quando qualcuno ci interruppe.
<<Andiamo Mills! Si gira!>> mi chiamò squillante la voce di Shawn.
<<Ti racconto tutto dopo.>> dissi velocemente alla mia migliore amica, mentre entrambe ci alzavamo dalla sdraio.
<<Ti aspetto!>> mi rispose lei, allontanandosi velocemente dal set per andare a raggiungere gli altri.
Mi avvicinai a Shawn, al bordo della piscina.
<<Iniziamo?>> chiesi impaziente.
<<Mills, manca Finn.>> rispose Shawn nervoso, con il telefono all'orecchio.
<<Perché non mi risponde?>> sussurrò tra sé e sé, spazientito.
Manca Finn.
Manca Finn e lui non è mai in ritardo.
Il panico iniziò a insinuarsi nella mia mente, ma durò ben poco, perché...
<<Finalmente!>> esclamò Ross.
Alzai di scatto lo sguardo, e i miei occhi incontrarono subito quelli di Finn che si fermò sul mio viso solo per un secondo, prima di voltarsi verso Shawn.
<<Scusate il ritardo.>> disse Finn, mentre ancora camminava per raggiungerci.
Mentre accelerava il passo si sfilò l'accappatoio e i miei occhi non poterono non cadere sul suo corpo, quel fisico asciutto che già conoscevo, coperto solo da un leggero costume nero.
Dio, non farmi questo ti prego...
Finn si muoveva velocemente, il suo corpo era armonioso, mentre con le braccia accompagnava involontariamente l'andatura veloce e i boccoli ricci gli ricadevano sul viso, sferzati di poco dal leggero vento di quel pomeriggio.
<<Perché sei in ritardo?!>> lo rimprovero Shawn nel momento in cui Finn si fermò di fronte a noi, senza rivolgermi neanche un'occhiata.
<<Scusami Shawn. Ho perso la cognizione del tempo oggi.>>
<<Va bene, va bene! Ma adesso cominciamo.>> gli rispose lui velocemente.
<<Millie che fai? Lo levi l'accappatoio o vuoi fare il bagno con quello addosso?>> scherzò Shawn, voltandosi divertito verso di me.
A quelle parole arrossii violentemente.
<<S-sì, certo...>> risposi imbarazzata, mentre iniziai a slacciare la piccola cintura che me lo teneva stretto in vita.
Finn si girò dall'altro lato, iniziando una discussione con un cameramen nell'attesa.
Evidentemente non gli interessava guardarmi...
Evidentemente ai suoi occhi non sei poi così bella, sciocca.
Feci scivolare piano l'accappatoio dalle braccia, porgendolo a un aiutante del set che in quel momento mi si era avvicinato proprio per prendere sia il mio, sia quello di Finn.
<<Ok ragazzi! Occhi a me!>> ci richiamò Ross, mentre il freddo pizzicava sulla mia schiena totalmente nuda.
<<Abbiamo fatto delle piccole modifiche, ma essendo che la scena nella camera di Undici girata qualche mese fa è perfettamente riuscita, beh... direi che ve la cavate molto bene con l'improvvisazione!>>
<<Quello che Ross vuole dire...>> si intromise Matt.
<<È che anche questa scena è molto... improvvisata diciamo. Vorremo solo che voi vi divertiate ragazzi! Magari tu Finn potresti... abbracciarla o tirarla con te nell'acqua e poi...>>
<<Non dirgli niente Matt!>> lo zittì il gemello.
<<Abbiamo detto che sono bravi a improvvisare quindi... improvvisate!>> sorrise divertito Ross.
<<Ok. Finn, Millie.>> ci richiamò Shawn.
<<Siamo pronti quando lo siete voi.>> disse, annuendo nella nostra direzione.
Annuii piano in risposta, mentre il cuore iniziava a battermi più forte.
Quanto poteva essere difficile?
Era solo finzione. Solo finzione.
È il tuo lavoro Millie. Puoi farcela.
Perché una cosa così semplice mi risultava di punto in bianco così difficile?
Perché fino a un giorno prima avrei esultato al pensiero di girare questa scena e adesso avevo solo voglia di... correre via?
Ieri sarebbe stato facile come respirare, ma oggi... oggi è un'altra storia.
Shawn ci fece silenziosamente segno di iniziare, mimando con le labbra "Azione."
E così, iniziammo.
Finn si voltò verso di me per la prima volta da quando era arrivato e mi prese la mano senza pensarci.
I suoi occhi si fissarono nei miei e abbozzò un sorriso imbarazzato.
<<Facciamo un bagno, El?>>
In quel momento ricordai: El non aveva di sicuro un buon rapporto con l'acqua.
L'associava agli esperimenti che avevano fatto su di lei, ad immagini vivide e spaventose nella sua testa.
Istintivamente feci cenno di no con la testa.
Finn, ergo Mike in quel momento, mi guardò confuso per un attimo, ma dopo un secondo sembrò capire al volo, perché si avvicinò a me, accorciando la breve distanza tra di noi, portando il suo viso a un palmo dal mio.
<<Non succederà niente El. Fare il bagno è divertente. Non dovrai fare niente questa volta; se non... rilassarti e divertirti.>> mi spiegò con un sorriso fiducioso.
A quel viso così gentile e speranzoso annuii piano.
<<Okay.>> dissi, come se cercassi di convincere più me stessa che lui.
Finn si avvicinò a bordo piscina, mi lasciò la mano e entrò piano e lentamente prima di me, mentre io ancora lo fissavo all'in piedi con una espressione indecisa.
<<Andiamo El, dammi la mano.>> mi sorrise Finn, porgendomi la mano bagnata e invitandomi a entrare.
<<Mike non so se è una buona idea...>> risposi, facendo istintivamente un passo indietro.
<<D'accordo.>> rispose lui, ritraendo la mano.
<<Ma almeno siediti a bordo piscina, così potrai farmi compagnia.>>
Quello l'ingenua El poteva farlo.
Mi abbassai piano, sedendomi al bordo della piscina e lasciando che le gambe mi scivolassero nell'acqua sorprendentemente calda e confortevole.
Istintivamente i muscoli si rilassarono, mentre presi a muovere i piedi nell'acqua.
Quest'ultima mi arrivava quasi alle ginocchia, la guardavo con espressione rapita, mentre all'improvviso...
<<Ahhhhh!!>> esclamai spaventata, mentre sentivo due mani prendermi per la vita e trascinarmi completamente nell'acqua.
La risata di Finn era così rilassata, vicino al mio orecchio, mentre faceva girare il mio corpo nell'acqua, intorno a lui, prima di farmi cadere completamente nelle sue braccia.
I nostri volto si ritrovarono improvvisamente vicinissimi e a quella consapevolezza il cuore iniziò a martellarmi nel petto mente il fiato iniziava ad accorciarmi.
Come tutte le volte che io e Finn ci ritrovavamo così vicini, i nostri sguardi semplicemente si inchiodarono l'uno con l'altro.
<<Non mi ero accorto fossi così bella El.>> disse lui in un sussurro, mentre con la mano iniziava ad accarezzarmi lentamente la schiena nuda.
A quelle parole arrossii, abbassando istintivamente lo sguardo e poggiando la mia fronte con la sua.
<<Te l'avevo detto che non era così male, con me.>> disse sorridendomi e facendomi scappare una piccola risata.
<<Lo prendo come un assenso.>> rispose, questa volta sorridendo anche lui.
A quelle parole alzai lo sguardo di nuovo, portando istintivamente le mie braccia intorno al suo collo.
<<Mike...>> sussurrai, mentre lui mi stringeva più stretta tra le braccia.
<<El.>> rispose lui, avvicinandosi a me ancora di più.
A quel punto aspettai, aspettai quello che era ovvio dovesse succedere.
Aspettai.
Aspettai.
Aspettai...
Ma cosa?
<<Stop! Stop un secondo!>> fu la voce di Shawn.
A quelle parole Finn si staccò immediatamente da me, lasciando che l'acqua ci separasse e mettesse distanza tra di noi.
<<Ehm... che succede ragazzi?>> chiese Ross con aria confusa.
<<A questo punto dovresti baciarla, Finn!>> esclamò Matt con aria più che ovvia.
A quelle parole mi sentii morire dentro.
Doveva baciarmi. Doveva, il punto era che... non voleva.
Quella consapevolezza mi colpì come un pugno in piena pancia e mi ritrovai a sforzarmi di cacciare via le lacrime.
Finn aveva esitato perché non voleva farlo.
Lui non vuole baciarti, Millie.
<<Lo so, lo so, scusatemi.>> si scusò Finn, passandosi una mano bagnata sul viso, con aria combattuta, evitando completamente di guardarmi.
<<Ok, riproviamo d'accordo?>> propose Shawn, facendo vagare lo sguardo da me a Finn.
<<Ricordatevi che dovete sentirla ragazzi, dovete sentirla l'elettricità. Quando siete pronti voi, ragazzi. Non daremo il via. Semplicemente concentratevi l'uno sull'altro, su Mike e El, non sul resto. Noi riprenderemo.>> concluse Ross.
Mi sentivo paralizzata. Non riuscivo a guardare nella direzione di Finn. Non riuscivo ad avvicinarmi a lui anche solo di un centimetro.
Ero mortificata, completamente imbarazzata.
Finn sembrò accorgersene perché fu lui che nuotò piano verso di me, avvicinandosi e prendendomi nuovamente per la vita.
<<Vieni qui, Mills.>> mi disse dolcemente, come a volersi scusare per ciò che era appena successo, avvolgendo il mio corpo tra le sue braccia, mentre io istintivamente portavo le mie intorno al suo collo.
<<Scusami.>> mi sussurrò guardandomi negli occhi, ma non ebbi neanche il tempo di rispondere...
<<E... AZIONE!>> esclamò Shawn.
Finn riprese dal momento esatto in cui ci eravamo fermati, sussurrando di nuovo il nome di El.
Questa volta stava davvero per avvicinarsi, lo vedevo lì, ad occhi chiusi, ma prima che potesse poggiare le sue labbra sulle mie, istintivamente mi uscii fuori una sola e unica parola.
<<Baciami.>> sussurrai.
A quella richiesta lui si fermò e puntando i miei occhi nei suoi un sorriso gli si allargò sulle labbra.
<<Lo stavo già per fare, El.>>
E, finalmente, poggiò le sue labbra sulle mie.
A quel contatto sentii il mio corpo rifiorire, come se ogni mia cellula stesse respirando per la prima volta dopo ore di agonia.
Il bacio crebbe in fretta, diventando sempre più forte, sempre più bisognoso, mentre le mie mani si perdevano tra i suoi ricci e le mie gambe si allacciavano istintivamente alla sua vita, attirandolo a me ancora di più e facendo aderire completamente i nostri busti.
Le sue labbra si muovevano decise contro le mie. La sua lingua entrò senza esitazione nella mia bocca, come se non stesse aspettando altro da non so quanto tempo e lo capivo, lo capivo perché per me era lo stesso.
Spinsi il mio bacino contro di lui come a chiedere di più e, a quel contatto, la sua presa si fece ferrea intorno al mio corpo.
Le sue braccia mi serravano fino a farmi quasi male, ma era un dolore così piacevole.
Le mie mani si persero tra il suo viso e i suoi capelli, accarezzando ogni centimetro di lui come se non lo facessero da un tempo.
I nostri occhi erano chiusi, i nostri sensi accessi come fuochi d'artificio. La sua mano destra mi teneva stretta per la vita, mentre l'altra lasciò la presa sul mio corpo per andare sul mio viso.
Mi accarezzava piano, esattamente come la sua lingua accarezzava la mia bocca.
Ogni centimetro di pelle che sfiorava prendeva fuoco, mentre dentro di me sentivo finalmente colmarsi il bisogno che avevo cercato di domare fino a quel momento.
Finn mi afferrò per la nuca, spingendo ancora di più la mia bocca contro la sua, mentre mi baciava appassionatamente come a volermi respirare.
<<Mike...>> ansimai tra un bacio e un altro.
<<Ti amo, Mike...>>
A quelle parole, Finn si bloccò.
<<E... STOP!>> disse Shawn un secondo dopo.
<<Ecco di che cazzo parlavo! Grandi ragazzi! Lo sapevo che ci sareste riusciti! Abbiamo finito per oggi.>>
Finn si staccò velocemente da me, raggiungendo con due bracciate il bordo piscina e issandosi sù, uscendo velocemente dall'acqua.
Come riusciva a baciarmi appassionatamente un secondo prima e lasciarmi inerme quello dopo?
Afferrò l'accappatoio portandoselo addosso, senza neanche degnarmi di uno sguardo e iniziando a... allontanarsi?
Se ne stava davvero andando?
Sì, stava davvero andando via.
Quella consapevolezza mi spiazzò, lasciandomi pietrificata, ancora nell'acqua, ancora col suo sapore in bocca.
Mi sentii così nuda, ferita e... arrabbiata. Così tremendamente arrabbiata.
Mentre lui si allontanava, camminando velocemente dandomi le spalle, il fuoco dentro di me iniziava a spegnersi, mentre l'acqua fredda intorno a me iniziava a raffreddarmi, sempre di più, sempre di più...
Tremai, mentre una lacrima calda si mimetizzava sul mio viso bagnato.
Tremai, non so se più di freddo o di delusione.
Spazio autrice
Ecco il primo capitolo di questo 2019 ♥️
Scriverlo mi è piaciuto molto, quindi spero sia piaciuto anche a voi. So che molti si aspettavano accadesse qualcosa tra Finn e Millie, ma... sarebbe stato troppo semplice!
E si sa, a noi le cose semplici non piacciono!
Pazientate, perché prima o poi la bomba scoppierà...
(sapete cosa intendo🙊)
Lasciatemi una ⭐️ se vi è piaciuto e fatemi sapere cosa ne pensate, commenti e teorie, sapete che mi diverte parlarne 🙃
A domenica prossima dolcezze ♥️
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