Chapter thirteen: Che sia naturale, ragazzi.
P.O.V. Millie
Arrivammo alla casa di Hopper in pochi minuti. Era lì che i Duffer ci aspettavano. Shawn aveva chiamato Finn qualche minuto prima, chiedendogli di non dirigersi al bosco vicino la casa di Eleven, dove in realtà avremmo dovuto girare quel pomeriggio, ma di andare al set montato a casa di Hopper.
<<Finn cambio di programma. Vieni alla casa di Hopper. Trova Mille e dille di venire con te.>> sentivo la voce di Shawn dal telefono che Finn teneva all'orecchio.
<<Millie è con me.>> aveva risposto lui, gettandomi una rapida occhiata incuriosita.
Feci spallucce. Non so cosa voleva Shawn.
<<Bene. Vi aspettiamo qui.>>
<<Ma Shawn, avremmo delle scene da girare coi ragazzi e...>>
<<Cambio di programma. Gli altri oggi gireranno altre scene, da soli. Voi venite qui.>>
<<Dobbiamo cambiarci?>> chiese Finn.
Shawn sembrò spazientirsi: <<Finn. Venite qui e basta.>> disse riattaccando.
<<Secondo te è successo qualcosa?>> chiesi a Finn mentre aumentavamo il passo.
Lui scosse la testa:<<Non ho idea... non credo.>>
<<Questi repentini cambi di programma mi infastidiscono.>> dissi nervosa.
Lui mi rivolse uno sguardo divertito, e questo non fece altro che innervosirmi di più.
<<Smettila, idiota.>> brontolai.
Lui scoppiò a ridere:<<Di fare cosa, per la precisione?>>
Di essere così perfetto.
<<Di essere sempre così rilassato. Sempre in pace con il mondo. Sempre senza pensieri. Mi urti il sistema nervoso.>>
<<Lo dici tu che io non abbia pensieri.>> disse lui, ancora sorridendo.
<<Ah sì? Beh, che pensieri avresti, sentiamo? Sono curiosa.>>
Lui fece per parlare, ma aprì la bocca e poi la richiuse.
Cosa stava per dire?
<<Dai, dimmelo.>>
<<No.>> mi disse con uno sguardo che la diceva lunga.
<<Meglio di no.>> scuoteva la testa divertito.
Finsi indifferenza, abbassai la testa, cosicché i capelli mi coprissero il volto e lui non si accorgesse che stavo arrossendo.
Perché stavo arrossendo?
Perché avevo sperato di essere tra i pensieri di Finn Wolfhard.
Camminammo per qualche altro minuto, arrivati sul portico della casa, uno della troupe ci fece cenno di entrare: <<I Duffer vi aspettano dentro ragazzi.>>
Io e Finn entrammo.
<<Ma dove sono?>> chiesi a Finn, che non ebbe il tempo di rispondermi.
<<Siamo qui, ragazzi!>> la voce proveniva dalla camera da letto di Undici.
Silenziosamente svoltammo l'angolo e entrammo.
Mi bloccai all'entrata. La camera di Undici era cambiata completamente. Era molto più... personale, più intima. Era una vera camera da letto adesso.
Mi scappò un sorriso quando la vidi: mi piaceva. Mi piaceva molto. Era perfetta per me. Perfetta per Undici.
Mentre ero ancora intenta ad osservarla, Matt mi chiese:<<Allora, ti piace?>>
<<Se mi piace? È perfetta.>> esclamai elettrizzata.
<<Sì, è perfetta per Undici.>> disse Finn, che a sua volta si guardava intorno studiando la stanza.
Matt e Ross si scambiarono uno sguardo di intesa.
<<Ok ragazzi, perché non vi sedete? Vorremmo parlarvi di una cosa.>>
Io e Finn ci scambiammo uno sguardo incuriosito, ma prendemmo posto su due sedie, accanto alla scrivania. I due gemelli si sedettero di fronte a noi.
<<Immagino che vi starete chiedendo il perché vi abbiamo fatto chiamare.>> iniziò Ross.
<<Beh, sì... Avremmo delle scene da girare tra un po' quindi...>> iniziò Finn, ma venne interrotto.
<<No Finn. Pensavo ch Shawn vi avesse avvertiti. Oggi non girerete con gli altri.>>
<<Ma non possiamo saltare– >>
<<Finn. Aspetta nel sentire che abbiamo da dirvi.>> lo richiamò Ross.
Restammo entrambi in silenzio, aspettando che parlassero.
Perché eravamo nella stanza di Undici? E, anche se, poteva spiegarsi la mia presenza, ma perché c'era anche Finn?
<<Abbiamo apportato delle... piccole modifiche al secondo episodio.>> iniziò a spiegare Matt.
<<Le riprese inizieranno nel fine settimana, e volevamo mettervi al corrente di una nuova parte che abbiamo deciso di inserire. Solo per voi.>>
<<Oh.>> sussurrai. Ecco il motivo.
<<Beh, Undici e Mike sono ormai nel fiore dell'adolescenza, si vogliono molto bene, oserei dire che c'è amore tra loro, per quanto possa essere un amore immaturo, ma c'è.>> disse Ross.
Io e Finn annuivamo, in silenzio.
<<I pensieri nel periodo dell'adolescenza... cambiano, mutano. Ci si concentra su cose a cui prima non si pensava minimamente... nuovi interessi, soprattutto verso l'altro sesso, diciamo così.>>
Io e Finn continuavamo ad annuire. Il mio cuore aveva iniziato ad accelerare.
<<Sì>> sussurrò Finn.
<<Bene. Abbiamo pensato di aggiungere una scena un po' più...intima.>> disse sorridendo Matt.
<<Quanto intima?>> chiesi ridendo, cercando di camuffare l'agitazione che in realtà mi stava divorando viva.
<<Questo spetta a voi deciderlo.>> .
<<Scusami Ross... ma non ti seguo.>> dissi. E non lo seguivo davvero.
Che voleva dire "spetta a voi"?
<<Beh, ovviamente non deve essere niente di esagerato. Undici e Mike sono solo dei ragazzi, alle prime armi e innamorati. Deve essere una cosa naturale, dolce... Ma soprattutto devono essere Mike e Undici. In queste scene vogliamo i veri Mike e Undici. Vogliamo mostrare quanto forte sia il loro legame, quanto ci tengano l'uno all'altro...>>
<<Quello che cerca di dirvi Matt è che... noi non vi diremo cosa fare. In realtà non vi diremo un bel niente. Non vi diremo cosa dire, né come mettervi, né quanto, come e dove baciarvi. Spingetevi fin dove volete. Anzi, spingetevi fin dove Mike e Undici vogliono. Vogliamo che per questa scena voi vi annulliate nel personaggio al 100%.>>
Ero scioccata. Non sapevo cosa dire, cosa rispondere. Per la seconda volta quel giorno, mi sarei volentieri messa a gridare.
Finn iniziò inconsapevolmente a muovere la gamba. Lo faceva quando era nervoso.
Nonostante ciò, sul viso apparve un'espressione rilassata, anche se un po' imbarazzata, quando chiese:<<Ehm... sarà in questa stanza? È per questo che siamo qui?>>
<<Sì. Siete qui perché io e Ross vogliamo che voi facciate almeno...una prova.>>
Dio misericordioso, te ne prego. Svegliami adesso.
<<Quanto dovrebbe durare questa scena, più o meno?>> chiese Finn.
<<Ve l'ho detto ragazzi: non dovete concentrarvi su queste cose. Il montaggio poi verrà fatto, le scene verranno sistemate, tagliate quelle che non vanno. Non è un problema. Voi spingetevi fino a dove Mike e Undici vi portano. Noi poi sapremo cosa fare. Quale scena prendere e quale no. Ma se voi sarete bravi, cosa che so già accadrà, non ci saranno problemi.>> spiegò Ross.
<<Quando dovremmo fare questa... prova?>> ebbi il coraggio di chiedere, sperando che non si percepisse il tremolio nella mia voce.
<<Beh, adesso.>>
<<Cosa?!>> non feci in tempo a frenarmi.
<<Ovviamente proverete da soli. Noi chiuderemo la porta. Nessuno entrerà sul set. Giusto, Matt?>>
<<Sì, ovviamente. Prendetevi tutto il tempo che volete.>>
Finn prese la parola:<<Quando andrebbe girata questa scena?>>
<<Beh, noi vorremmo girarla il prima possibile.>> disse Ross, girandosi verso suo fratello per cercare una conferma.
<<Sì.>> concordò l'altro. <<Se siete sicuri per domani, potremmo anche girarla domani.>>
Annuii. Potevo solo annuire. Se avessi provato a parlare, non sarebbe uscito niente.
<<Una cosa a cui tengo molto è che sia naturale. Niente scene preconfezionate, niente gesti pensati. Voglio che siate istintivi.>>
<<Sì. Che sia naturale, ragazzi.>> concordò Ross.
<<Quindi non abbiamo un copione per questa scena?>> chiesi sperando fortemente in un sì. Sperando di aver capito male.
<<No.>> fu l'unica risposta secca e all'unisono dei due gemelli.
Nella stanza calò il silenzio.
Fissavo un punto fisso sul pavimento. Non riuscivo ad alzare lo sguardo. Non riuscivo a parlare.
<<Ok.>> disse Finn. <<Sarà meglio cominciare.>>
Alzai di scatto la testa verso di lui.
Era serio?
<<Esattamente. Fate almeno una prova ragazzi. Per capire come muovervi, gestirvi gli spazi e pensare a qualcosa da dire. Non fatevi nessuno schema mentale, però. Ricordatevi di essere più al naturale possibile.>> e così dicendo Ross e Matt si alzarono, si avviarono verso la porta, uscirono e se la chiusero alle spalle.
Non sta succedendo davvero. Non può succedere.
<<Millie.>> mi chiamò Finn.
Mi vergognavo troppo, non riuscivo ad alzare gli occhi per guardarlo.
<<Mills, guardami, dai.>>
Stavo facendo la figura della stupida. Dovevamo solo recitare.
Ficcatelo in testa sciocca, recitare. È il tuo lavoro.
Alzai gli occhi, li puntai nei suoi:<<Iniziamo?>>
Lui sembrò sorpreso, ma la sua espressione durò una frazione di secondo, perché si alzò dalla sedia con un movimento fluido e mi prese la mano.
Fui costretta ad alzarmi anche io.
<<Iniziamo da fuori, che dici? Entrando nella stanza.>>
<<Sì. Pensavo la stessa cosa.>> ed era vero. Pensavo la stessa cosa.
Uscimmo dalla stanza di Undici, e chiudemmo la porta.
<<Pronta?>>
<<Sì.>> sussurrai.
<<Nel momento in cui rientreremo in quella stanza lo faremo da Mike e Undici, non da Millie e Finn. D'accordo?>> la sua voce era così rassicurante e sicura, che annuire mi venne spontaneo.
<<Bene.>>
Così dicendo aprì la porta.
Entrò tenendomi per mano. Con l'altra si chiuse la porta alle spalle.
<<Beh... dopo aver chiuso la porta, potrei avvicinarmi così...>> e così dicendo mi lasciò la mano, appoggiando le sue sui miei fianchi.
Avvicinò il suo viso al mio e mi diede un bacio sulla fronte. Chiusi gli occhi.
Poi mi diede un bacio sulla guancia.
<<Poi potrei... baciarti qui.>> sentivo il suo fiato scendere sul mio collo, e la cosa peggiore fu che i baci non arrivarono. Era uno strazio. Sentivo il respiro caldo di Finn sulla mia pelle, ma lui non si azzardava a toccarla.
Continuavo a tenere gli occhi chiusi.
Arrivò alla mia clavicola. <<E potrei... continuare a scendere.>> e così fece, ma prese una direzione diversa da quella che mi aspettavo. Adesso mi aveva preso il braccio.
<<Potrei... baciarti qui, fino a scendere, sulla tua mano.>>
Aprii gli occhi e vidi che lui aveva la mia mano vicino alle sue labbra, con gli occhi fissi nei miei.
Basta, era troppo.
<<Beh, io potrei fare questo.>> e così dicendo lo spinsi delicatamente contro il muro, spingendolo per le spalle, e appoggiai il mio corpo al suo, facendolo aderire completamente.
Ma feci come lui: non lo baciai. Mi limitai a far scendere le mie labbra dove volevo che andassero e a fargli sentire il mio fiato sula sua pelle.
Provavo a respirare lentamente, rilassando e concentrandomi, ma il mio cuore batteva troppo all'impazzata e il respiro era accorciato. Non mi importava.
Appoggiai le labbra alla base del suo collo, e iniziai a salire, fino a portarle a un centimetro dalle sue, fissandolo negli occhi.
<<Beh e allora io potrei... fare questo.>> Mi prese con prepotenza per i fianchi, e mi fece girare su me stessa. In meno di un secondo ero io quella attaccata al muro, schiacciata dal peso del suo corpo addosso e credetemi se vi dico che non c'era peso che avessi portato con più piacere.
<<Beh, allora io farò così.>> e così dicendo gli feci scivolare la giacca di pelle che portava sulle spalle, facendola cadere a terra.
Lui si avvicinò ancora di più, pressandomi contro il muro. Appoggiò le mani sulle mie spalle, facendole scendere lentamente sulle braccia e disegnando dei ghirigori immaginari sulla mia pelle. Arrivato alle mani le prese e se le portò al collo, cingendoselo.
I miei occhi non si staccavano dai suoi.
Le sue mani mi presero il viso. <<Poi potrei baciarti...>> La sua voce era bassa e roca, quasi come una melodia.
<<E poi... potrei far scendere così le mani sulla tua schiena...>> e così facendo mi allontanò un po' dal muro e iniziò ad accarezzarmi la schiena.
Chiusi gli occhi, e portai la testa indietro.
Fossi morta così, neanche me ne sarei accorta.
<<Ed io potrei... fare questo...>> lo presi, e lo spinsi fino al bordo del letto, facendolo sedere.
Lui delicatamente si appoggiò sul letto, e trascinò il mio corpo con il suo.
<<Ed io questo.>> così dicendo mi prese delicatamente per i fianchi, e mi spostò sulle lenzuola, mettendosi sopra di me.
Era così bello da togliere il fiato, cosa avrei dato per essere baciata in quel momento solo nostro, senza telecamere, senza nessuno in quella stanza.
Senza dire niente, avvicinò il viso al mio, mi guardò negli occhi, mi prese le mani e le allacciò alle sue, tenendole strette.
Iniziò a scendere: sentivo il suo respiro sulla mia t-shirt leggera, alla base del petto, poi sullo stomaco. Era così vicino.
Mi scappò un sospiro. Lui soffocò una risata.
Slacciai le mie mani dalle sue, gli presi la testa, e la riportai sul mio viso.
Gli accarezzai gli occhi, poi la guancia, poi passai il contorno delle sue labbra con le dita.
Con l'altra mano gli accarezzavo i capelli: <<E io potrei fare questo.>> dissi decisa.
Lui non mi rispose, teneva gli occhi chiusi, come fosse in un altro universo. Il suo viso era totalmente rilassato e in quel momento capii che lui nei miei confronti non provava nessuna vergogna e... nemmeno io nei suoi.
Io provavo desiderio. Lo volevo.
E fu in quel momento che la porta della camera si aprì improvvisamene.
Io e Finn sobbalzammo, scendendo dal letto più in fretta che potemmo. Le luci si accesero di colpo ed entrarono o 5 o 6 persone della troupe tutte in una volta.
<<Andiamo ragazzi, dobbiamo sistemare alcune cose in questa camera che ci serve pronta per domani!>> gridò qualcuno.
<<Tempo scaduto piccioncini!>> disse un altro.
Mi girai verso Finn:<<Ma non ci avevano detto che saremmo stati indisturbati?>>
Lui mi sorrise nervosamente e scrollò le spalle:<<Evidentemente si sbagliavano.>>
<<Beh, direi che quello che abbiamo pensato potrebbe... andare bene.>> dissi gesticolando e sorridendo forzatamente, forse fin troppo.
<<Sì.>> annuì lui <<Andrà bene,
tranquilla.>> e così facendo raccolse la giacca che poco prima era caduta per terra, (a causa mia) uscii dalla stanza, e... mi lasciò lì.
Senza dire una parola. Senza dirmi 'a dopo', senza neanche salutarmi. Iniziai a preoccuparmi un po'.
Avevo fatto qualcosa di sbagliato? Qualcosa che non gli era piaciuto? Era stato... troppo?
Beh, in tal caso allora quando avremmo dovuto baciarci sul serio domani, che cosa avrebbe fatto? Sarebbe scappato via?
Uscii dalla stanza anche io, nervosa e sovrappensiero.
Dopo qualche passo, mi squillò il telefono.
Era proprio la persona che volevo sentire.
<<Amore?>>
<<Jacob, non chiamarmi amore.>> dissi con un tono totalmente neutro. Non avevo neanche più la forza di arrabbiarmi, tanti erano i miei pensieri.
<<Ehi, tutto okay?>> il suo tono si stava facendo preoccupato.
Faceva bene ad esserlo, pensai.
<<No, no che non è tutto okay.>> dissi, cercando di mantenere la calma e continuando a camminare, senza meta per la seconda volta quel giorno.
<<Cosa c'è che non va questa volta?>> chiese lui, quasi seccato, annoiato. Questa fu la cosa che mi fece imbestialire di più. Il tono, il modo strafottente in cui mi aveva detto quelle parole.
<<Questa volta? C'è che sei un pezzo di merda Jake, come TUTTE le volte! Un bugiardo e un manipolatore!>> esplosi, gridando al telefono.
<<Millie ma che cazzo...>>
<<No Jake, non voglio starti proprio a sentire. Fanculo! Fottiti! Finisce qui!>> gli staccai il telefono in faccia.
Mi accorsi di aver camminato a vuoto, durante la telefonata.
Feci dietro front e tornai alla mia roulotte. Aprii con forza la porta e me la sbattei alle spalle. Grazie a Dio, Finn non era lì.
Ma che fine aveva fatto? Si era volatilizzato fuori dalla stanza senza dirmi una parola. Bel comportamento, davvero maturo. Mi ricordai che avrei dovuto fargli i complimenti. Mi aveva quasi baciata, fatta impazzire e non me ne fregava un cazzo se stavamo provando per una maledetta scena. L'elettricità, la tensione, le avevo percepite nell'aria, e so che anche per lui era stato così. Quindi perché cazzo scappare via da me?
Avevo ammesso a me stessa che mi piaceva Finn Wolfhard, ma se fossi stata io a non piacere a lui?
Che idiota. Sicuramente era così. Finn mi vedeva solo come un'amica, e aver provato quelle scene gli era costato un imbarazzo immane, tanto da... farlo scappare via da me. Forse non aveva provato le stesse cose che avevo provato io.
Mi lasciai scivolare sul divanetto. Avrei fatto volentieri una doccia, approfittando che Finn non fosse lì, ma non avevo cambi con me.
Appoggiai la testa sul cuscino, distendendo le gambe. Chiusi gli occhi provando a rilassarmi e a non pensare a niente.
<<Mills.>> sentivo un sussurro, una voce dolce mi chiamava.
Che bel sogno.
<<Mills, svegliati.>> di nuovo quella voce soave. Adesso qualcuno mi accarezzava dolcemente i capelli.
No, non era un sogno.
Aprii gli occhi e Finn era lì, piegato su di me, che cercava teneramente di svegliarmi.
Gli sorrisi, mi venne istintivo. Lui fece lo stesso.
<<Mi sono addormentata...>> dissi, mettendomi seduta sul divano.
<<Che ore sono?>> chiesi.
<<Le 6 del pomeriggio.>> rispose lui, prendendo posto accanto a me.
<<I ragazzi hanno finito di girare per oggi, mentre le nostre scene sono state rimandate a domani...>>
Ecco che il ricordo di lui che usciva dal set, lasciandomi da sola, mi balenò alla mente.
Il mio sorriso scomparve:<<C'è qualcosa che non va?>>
Lui mi guardò, senza capire.
<<Intendo con me. Hai qualche problema con me?>> meglio essere diretti.
<<Ma cosa dici Millie? Perché dovrei avere problemi con te?>>
<<Beh mi hai dato questa... sensazione prima. Quando sei sparito.>> dissi guardandolo negli occhi.
<<Oh.>> si limitò ad esclamare lui.
<<No Mills, nessun problema. Io dovevo... Mi sono ricordato che dovevo fare una cosa importante. Scusami se ti ho piantata in asso.>>
Non era la verità. Perché tutti mi mentivano? O non si fidavano di me? Non facevano altro che fare tutti gli stessi sbagli.
Finn. Noah. Jacob.
Senza accorgermene, iniziai a sentire le guance calde... dei lacrimino stavano scendendo silenziosi.
Girai il volto dall'altro lato, sperando che Finn non se ne accorgesse, ma fu inutile.
<<Stai piangendo?>> mi chiese incredulo.
Provò a farmi girare verso di lui, ma niente.
Così si alzò, si spostò mettendosi di fronte a me e si inginocchiò. Mi prese il volto tra le mani.
<<Mills, perché piangi?>> I suoi occhi scuri cercavano risposte nei miei, che cercavano di schivarli in tutti i modi.
Il flusso dei pensieri prese la parola prima che potessi impedirlo:<<Perché piango? Finn, qui non fanno tutti che mentirmi. Mentirmi o essere arrabbiati con me. Questa ultima settimana è stata un fottuto incubo. Noah stava per perdere la mia fiducia, Paige odia che io stia con Jacob, Jacob mi mente, tu mi menti!>> dissi puntandogli contro il dito.
<<Sciocca, io non ti mento. Non potrei mai.>> Finn era quasi offeso da quella accusa, ma poco mi importava.
<<E allora perché sei andato via? La verità Finn.>>
Volevo veramente sentirmelo dire? Volevo sentirmi dire che Finn non mi desiderava nemmeno la metà di quanto io desiderassi lui? Volevo sentirmi dire che si era talmente vergognato da andare via, quando io ero stata benissimo?
<<Ma cosa credi...>> sembrava stesse iniziando a capire cosa pensavo.
<<Tu credi veramente che mi abbia infastidito ciò che abbiamo fatto in quella stanza? Credi che mi abbia infastidito provare quelle scene con te?>>
Non risposi. Avevo sbagliato. Avevo sbagliato a tirar fuori il discorso e adesso era troppo tardi.
<<Millie, io sto benissimo quando sono con te. A provare quelle scene non ho il minimo fastidio, né il minimo pentimento. Sono stato chiaro?>>
Lo guardai negli occhi. Era sincero, lo sentivo. Teneva ancora il mio viso tra le sue mani, e quel contatto mi riscaldava, facendomi sentire protetta.
<<Ma allora perché...>>
<<Certo che a volte sai essere veramente ottusa, per essere una tipa intelligente.>> rise lui.
Poi parlò tutto d'un fiato:<<Mills, io non so come dirtelo... Quando sono con te ho sempre paura di essere... di troppo. Di osare... troppo.>> dicendo ciò si alzò, allentandosi da me. Si mise una mano tra i capelli, chiaramente in difficoltà.
<<Tu sei una delle mie migliori amiche. Io non voglio rovinare ciò che abbiamo. Tu sei... sei fidanzata, Cristo Santo. Toccarti in quel modo mi fa sentire in colpa, lo capisci?>>
Lo guardavo, scioccata che mi avesse detto sul serio quella verità. Finn sapeva essere tremendamente onesto.
<<Non si rovinerà nulla tra di noi. Noi ci vogliamo bene. Questo è il nostro lavoro... e se ci porta in situazioni... diverse... più intime... a me va bene.>>
Va più che bene.
<<E per la cronaca... non importa che io sia fidanzata o no. Non devi sentirti in colpa, se a me non da fastidio. E non me lo ha dato, in quella maledetta stanza due ore fa. Posso assicurarti che non me lo ha dato proprio!>>
Adesso anche io mi ero alzata, e avevo alzato anche il tono di voce.
La verità è che mi infastidiva. Mi infastidiva il fatto di non poter fare con lui ciò che volevo. Tra me e Finn era sempre stato così, c'era sempre stato un freno.
Lui non rispose niente, semplicemente si avvicinò e mi abbracciò, stringendomi forte a se e sprofondando con la testa tra l'incavo del mio collo.
•••
Mi misi il pigiama in fretta e mi catapultai sotto le coperte.
In quel momento mi arrivò un SMS.
Jacob: "Amore perdonami, fammi spiegare" 10.45 P.M.
Stavo per rispondere quando me ne arrivò un altro:
Finn: "Ti voglio bene. Buonanotte." 10.46 P.M.
Sorrisi a quella semplice buonanotte. Finn era stato sincero con me quel pomeriggio, e lo avevo apprezzato non poco. Mi aveva stretta a sé, abbracciandomi forte e mi aveva lasciata andare dopo qualche minuto, mi aveva sorriso flebilmente e detto che doveva andare a casa. Non mi aveva dato nessun bacio, prima di andare via, era semplicemente... andato via.
Ma per quella sera, ciò che mi aveva confidato valeva più di mille gesti d'affetto.
<<'Notte Finnie. Te ne voglio anch'io, tanto.>> 11.50 P.M.
Posai il telefono sul comodino, dimenticandomi completamente di rispondere a Jacob e mi addormentai con un sorriso sulle labbra, pensando a chi avrei dovuto baciare l'indomani.
Spazio autrice
E anche questo capitolo è concluso!
Il rapporto Finn-Millie inizia a prendere una piega interessante, forse la nostra Millie si sta rendendo conto di non essere affatto indifferente al fascino di Wolfhard, ma ancora per lei qualche problema e qualche sorpresa (se così possiamo definirla, visto che non sarà tanto piacevole) saranno dietro l'angolo!
Vi aspetto nel prossimo capitolo, siete tutti invitati ad assistere alle riprese sul set...nella camera di Undici!
Buon sabato ❤️❤️❤️❤️
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top