30. Quando la corda si spezza
Jeff afferrò la ciocca di capelli e lasciò che si attorcigliasse tra le sue dita tremanti, osservandola come se sperasse di poter realizzare che non si trattasse di quelli di Eva; ma quel rosso così particolare, quella colore così acceso e intenso, non lasciava spazio ad alcun tipo di dubbio.
D'un tratto il desiderio impellente di farsi una nuova dose abbandonò quasi completamente i pensieri del ragazzo, che adesso erano indirizzati altrove; qualcuno aveva fatto del male alla ragazza e questa volta l'emozione che provò non fu rabbia o rancore per il fatto che una cosa di sua proprietà fosse stata danneggiata. No, si trattava di Eva.
Si trattava del fatto che qualcuno le aveva fatto del male.
Stringendo forte in pugno quella ciocca di capelli rossi provò a mettere insieme i pezzi di quel grottesco puzzle, cercando di sviluppare un'ipotesi su quello che poteva esserle accaduto. E non ci volle molto: dal momento che evidentemente qualcuno doveva essere entrato nel suo appartamento, forse utilizzando una copia della chiave ottenuta in qualche modo per poi rapirla e sparire nel nulla, significava che costui doveva sicuramente conoscerlo bene. Nessuno era a conoscenza dell'esistenza di Eva né tantomeno del fatto che lui la stava tenendo prigioniera nel suo appartamento; o meglio, nessuno eccetto Smiley e Jack.
Una rabbia inaudita si avvinghiò al suo petto, come una morsa rovente che stava scavando nella sua carne.
Un impeto di rabbia ancor più violento di quelli che provava quando, con il coltello stretto in pugno, sfogava le frustrazioni sui corpi delle sue prede.
Il killer si precipitò fuori dall'appartamento spalancando la porta con una spallata e scese le scale saltando i gradini a due a due, con il cuore che rimbalzava impazzito nella gola. Non poteva sapere in quale luogo quei due avessero portato la ragazza, ma sapeva dove avrebbe potuto trovarli.
Proseguì la sua corsa sotto a un violento acquazzone di goccie gelide che gli causarono un brivido lungo la schiena a contatto con la pelle, del tutto incurante degli sguardi allibiti di diversi passati che si posarono sulla sua figura fugace mentre si dirigeva dritto verso il covo, al palazzo abbandonato.
Corse all'impazzata, rischiando per un paio di volte di venire investito dalle auto di passaggio, fino a che non poté poggiare una mano sulle vetrate scheggiate del condominio in disuso che, ormai da lungo tempo, era stato il punto d'incontro preferito da Doctor Smiley; qui si fermò solo un attimo per riprendere fiato, prima di lanciarsi sulla rampa di scale che conduceva ai piani superiori. Il fracasso dei suoi passi e del suo respiro affannato echeggiò sulle pareti ormai completamente spoglie, come una grottesca melodia fuori tempo.
-Smiley! Dove sei, figlio di puttana!- gridò a squarciagola, fiondandosi all'interno della stanza in cui si aspettava di trovare entrambi i suoi ex colleghi. Tuttavia, non appena ebbe la possibilità di allungare lo sguardo fin sul fondo, si rese conto che non vi era nessuno: a padroneggiare lo spazio vuoto notò soltanto qualche lattina vuota sparsa sul pavimento assieme a diverse schegge di vetro.
Ancora una volta il moro si fermò a prendere fiato inarcando la schiena e puntando entrambi i palmi sulle ginocchia. Era paonazzo, sfiancato, ma il suo corpo non faceva che tremare per via dell'adrenalina ormai entrata in circolo.
-Jack! Dove cazzo siete?!- ripeté ad alta voce, ma soltanto il suo stesso eco gli rispose.
Realizzò di trovarsi solo all'interno dell'edificio e questo in realtà non lo stupì particolarmente: Smiley e Jack di certo non vivevano li, anche se vi trascorrevano davvero molto tempo per parlare di affari e fumarsi qualcosa assieme.
Annaspando Jeff continuò a guardarsi intorno provando a pensare a un'alternativa. Dove altro sarebbe potuto andare a cercarli?
Per sua fortuna, o sfortuna, il suono di una voce familiare raggiunse le sue orecchie solo una manciata di secondi dopo.
-Jeff? Che cazzo hai da urlare, vuoi che tutta la città sappia che siamo qui?-.
Si trattava dell'uomo in camice bianco, il falso dottore che fino a quel momento era stato per lui un socio affidabile e riservato. Il suono della sua voce, seppur distorto dall'eco, proveniva chiaramente dalla rampa di scale che lui stava scendendo dai piani superiori fino a quello in cui il killer si trovava.
Poco dopo vide la sua figura alta e snella fare capolino da dietro a una parete: indossava il solito abito ben stirato, il suo volto era stranamente molto rilassato ed i capelli perfettamente ordinati come sempre; nonostante questo, l'espressione che troneggiava sul suo viso sembrò cambiare drasticamente non appena incrociò lo sguardo indemoniato di Jeff.
-Lei dov'è?- esclamò immediatamente il moro, stringendo i pugni così forte da farsi male.
Solo un attimo dopo notificò anche l'arrivo di Eyeless Jack, che seguiva il collega a pochi metri di distanza con le mani affondate nelle tasche dei jeans, forse domandandosi che cosa stesse accadendo.
-Dov'è!?- gridò ancor più forte.
Il dottore scosse leggermente il capo, lasciando intendere che non aveva la più pallida idea di cosa gli stesse chiedendo. -Lei chi?- domandò, aprendo le braccia.
Jack sogghignò. -Te l'ho detto che si è bevuto il cervello, ora mi credi?-.
-La ragazza!- gridò ancora una volta Jeff, iniziando ad avanzare minacciosamente verso gli altri due. -So che l'avete rapita voi, e giuro che l'avete uccisa io..-.
A quel punto Smiley sollevò le mani come a volergli indicare di calmarsi, esponendo i palmi liberi da armi o oggetti di qualsiasi tipo. -Jeff, aspetta, aspetta un attimo- farfugliò. -Vorrei aiutarti ma non capisco di cosa cazzo stai parlando-.
-Perché non glielo spieghi tu, Jack?- continuò ad infierire il giovane killer, spostando brevemente lo sguardo sul ragazzo dalla maschera blu. -Diglielo, dai-.
Jack aggrottò la fronte, anche se il suo cambio di espressione non fu visibile. -Io? Che c'entro io?-.
Travolto da una tensione sempre crescente Jeff scoppiò in una risatina carica di nervosismo, per poi tornare a concentrare il suo sguardo sul volto confuso del dottore. -È così ovvio, pensate che sia stupido? Jack deve averti riferito la mia decisione di terminare i nostri accordi, ma questo avrebbe danneggiato le tue finanze. Non è così, Smiley?- ghignò.
L'uomo scosse il capo. -Me lo ha riferito, sì. Ma questo cosa c'entra?-.
-Sapevi che la mia decisione è stata influenzata da Eva, così hai pensato di toglierla di tornò sperando che tornassi in lacrime da te-.
Sempre più confuso ma intento a fare luce sulla questione, Doctor Smiley lanciò un'occhiata a Jack per poi intrecciare nervosamente le braccia sul petto. -Ok, beh...- mugolò. -Speravo di non dover mai arrivare a questo, ma...-.
L'improvvisa violenta reazione di Jeff gli impedì di terminare la frase perché un secondo dopo, quasi senza riuscire a vedere il suo movimento, si ritrovò faccia a faccia con il ragazzo mentre gli conficcava la lama del suo coltello tra le costole.
Smiley cacciò un lamento mentre spingeva via il suo assalitore, singhiozzando per il bruciante dolore che adesso proveniva dalla zona colpita. Realizzando la pericolosità della situazione a quel punto anche Jack si buttò nella mischia, tentando di placare l'ira del killer ed evitare che lo scontro finisse in tragedia.
-Ma che cazzo fai, Jeff!- gridò a pieni polmoni.
Tentò di bloccargli le braccia con un gesto goffo, lanciando uno sguardo sgomento alla chiazza di sangue scarlatto che si stava allargando sul camice bianco del collega; ma non riuscì nel suo intento, poiché il killer riuscì facilmente a liberarsi dalla sua presa cacciandolo via con un poderoso calcio sulle ginocchia. Sfruttando il varco che si era appena aperto raggiunse nuovamente Smiley, questa volta afferrandolo per i capelli e costringendolo a indietreggiare fino a sbattere la nuca contro alla vetrata. -Dov'è lei? Che ne avete fatto del corpo?!- gridò, senza riuscire ad impedire alla sua voce di tremare in modo appena percettibile.
A quel punto Jack lo raggiunse da dietro le spalle, riuscendo così ad avvolgere il braccio destro attorno alla sua gola e costringendolo a mollare la presa sull'uomo; l'altro reagì con un movimento rapido ma ben calcolato che gli concesse di conficcare la lama del suo coltello nella coscia destra dell'aggressore.
Doctor Smiley ebbe l'impressione di osservare quella scena a rallentaore mentre realizzava che prima ancora di poter sperare di placare l'ira del ragazzo avrebbe dovuto trovare un modo per disarmarlo, poiché in caso contrario quel pazzo sarebbe finito per ammazzarli entrambi senza neanche concedergli di parlare. Deciso in questo intento il dottore fece uno scatto in avanti e riuscì a bloccare il braccio dell'avversario afferrandolo fortemente con entrambe le mani, senza poter impedire alla lama di squarciare una manica del suo camice; a questo punto però Jack poté approfittarne per prelevare l'arma dal suo palmo, gettandola a terra a diversi metri di distanza dai suoi piedi.
-Jeff calmati adesso, porca puttana!- esclamò annaspando. Incrociò il suo sguardo con quello di Smiley, notificando per la prima volta del terrore impresso nelle sue iridi; non aveva mai visto un'espressione di così fragile umanità dominare il suo volto.
Nel realizzare di essere stato appena disarmato Jeff valutò in un istante in quale modo avrebbe potuto procurarsi rapidamente un oggetto contundente con cui rimpiazzare il coltello, ma le parole del dottore lo fecero esitare per un istante.
-Devi lasciarmi spiegare, non capisci quale errore stai commettendo-.
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