Un arcobaleno
Quando mi sono svegliata stamattina, ci ho messo un po' ad aprire gli occhi: volevo godermi quei fatidici cinque minuti che ti accompagnano dal mondo dei sogni a quello della veglia, rimanendo accoccolata ancora un po' sotto le lenzuola.
Oggi è il primo giorno di primavera, ma ho abbandonato i piumini già dalla scorsa settimana. Il sole si fa sempre più caldo e le ore di luce sempre più lunghe.
È bello godere a pieno di questa esplosione di colori, odori e calori, prima che arrivi l'afa estiva.
La sveglia torna a farsi sentire dopo lo snooz, così allungo una mano e trovo a tentoni il tasto per spegnerla definitivamente. Apro un occhio per verificare l'ora, ma non vedo bene il display, così mi stropiccio gli occhi e li apro entrambi, però non vedo ancora niente. Dove sono finiti i numeri luminosi a led rossi che di solito contrastano di netto il fondo nero? Cavoli, mi si sarà rotta!
Sbuffo per la seccatura e decido di alzarmi e aprire le tapparelle: la luce invade la mia stanza, ma... Beh... Non sono più sicura che sia la mia stanza, perché è tutto blu!
Ora che l'ambiente è ben illuminato posso vederlo chiaramente: ogni cosa intorno a me è blu!
Il letto, le tende, i miei vestiti... Oh, Dio! Le mie mani!
Urlo! Urlo per lo spavento e corro a specchiarmi in bagno: mannaggia ai lapislazzuli! Sono proprio blu!
L'immagine riflessa nello specchio mi mostra un essere dalla pelle blu, coi capelli blu e i vestiti blu che urla con denti blu che circondano una lingua blu; sullo sfondo le mattonelle sono (diventate) blu, così come il lavandino sotto di me e il pavimento.
Un momento... uno solo... C'è una cosa positiva nella scena di terrore che sto vivendo: fisso lo sguardo sulla me colorata: ho gli occhi blu! Caspita! Ho sempre desiderato avere gli occhi blu... Ma solo quelli, non tutto quanto! Persino le unghie delle dita sono blu!
Corro in cucina (blu) e apro il frigorifero blu: i cibi all'interno sono tutti dello stesso colore e, se non fosse per le forme, non riuscirei a capire di che si tratta. Il problema più grande mi si presenta con qualcosa di rotondo, come una pallina, che potrebbe essere una mela o un'arancia, e ho questo dubbio solo perché ricordo di averle comprate entrambe; sono costretta ad annusarla per distinguere il profumo acre dell'agrume.
Forse ho un problema alla vista: come è possibile che veda tutto blu? Per fortuna sembra che gli altri miei sensi funzionino bene. Continuo infatti a tastare la buccia ruvida dell'arancia, finché non mi decido a sbucciarla; ma quel colore è presente anche all'interno del frutto e devo combattere con la psiche per convincermi a dargli un morso.
È una cosa davvero strana mordere qualcosa che sa' di arancia ma... è blu!
Come faccio? Guardo fuori dalla finestra, ma quella strana visione non cambia: il mondo è blu... Dipinto di blu, diceva una vecchia canzone. Così come un'altra più recente recitava I'm blue. In che situazione mi sono cacciata? E soprattutto come ho fatto a finirci?
Riflettiamoci su un momento: non ho bevuto, quindi non sono ubriaca; non ho fumato né mi sono drogata, quindi non posso avere le allucinazioni. Che ho mangiato ieri sera? Una fettina di carne con gli spinaci, ma quelli al massimo sono rossi e verdi, rispettivamente, perciò il blu da dove esce?!
Oh, Dio, mi sento intrappolata in un maledettissimo film di James Cameron! Colta dallo spavento per questa idea bizzarra, irrazionale, eppure al momento plausibile, mi volto alla ricerca di una escrescenza che mi faccia da coda e da organo genitale, ma fortunatamente non la trovo.
Anzi, un'altra idea malsana mi salta nella testa: e se fossimo tutti dei puffi?
No, un momento, non scherziamo!
Punto primo: i puffi indossano solo due indumenti, uno dei quali è un cappello che non cade mai, neanche in mezzo alla peggiore delle bufere, ed entrambi sono bianchi; io invece i miei vestiti li vedo blu.
Punto secondo: i puffi maschi gironzolano a torso nudo, ma, affacciandomi dalla finestra, riesco a distinguere bene anche i passanti più lontani, sulla via principale, e sembrano tutti quanti vestiti come si deve; certo, sembra che li abbiano immersi in uno sciroppo di mirtilli, ma qualsiasi cosa abbiano addosso c'è e si vede... ed è blu!
Punto terzo: i puffi amano la natura, in ogni sua forma e colore. Colore appunto! Dove sono tutti gli altri colori, puffarbacco? I puffi non avrebbero mai permesso che i fiori, gli alberi e gli animali perdessero le loro magnifiche sfumature cromatiche! Ok... Questa è la prova che i puffi non esistono... E che io sto impazzendo.
Devo chiarire questa cosa al più presto! Devo chiedere a qualcun altro di che colore vede il mondo: prendo il telefono e... porc... Lo schermo è blu e per quanto pigi e schiacci non cambia niente! Anzi, sento dei suoni strani e sto rischiando di romperlo, perché credo di stare tastando icone a caso.
Ok... Ok... Calma... Devo mantenere la calma...
Respirare. Devo ricordarmi di respirare. Inspiro profondamente. Espiro lentamente.
Ok, ora ci sono. Devo uscire. Devo parlare con qualcuno, fosse anche il panettiere!
Mi vesto, andando a memoria con i vestiti che scelgo, più per modello e tessuto che per... Vabbè, avete capito...
Pettino i miei fantastici capelli blu, che ricordano quelli della principessa di un cartone animato della mia infanzia, mentre mi chiedo che fine abbiano fatto il mio ranocchio, la mia tartaruga e la mia lontra, quando ho proprio bisogno di qualcuno che mi tiri fuori dai guai.
E invece sono sola a cercare di distinguere tonalità di blu l'una dall'altra, a scendere gradini che si confondono sotto i miei occhi, ma fortunatamente non sotto le mie suole, altrimenti sai che volo!
Giunta in strada, svolto l'angolo e la prima cosa che noto (a parte il blu onnipresente) è il traffico spropositato persino per quest'ora del mattino. L'inghippo? Il semaforo.
Sapevo che non potevo essere l'unica. Sapevo che non ero io ad avere un problema agli occhi. È successo qualcosa che nessuno di noi sa spiegare.
E mentre sono persa nelle mie elucubrazioni, la lite di due automobilisti distrae la mia mente dal suo flusso di pensieri, perché il primo dice: «Come cavolo fai a non vederlo? È verde! Devi darti una mossa, imbecille!»
Così l'altro risponde: «Sei tu l'idiota, amico, perché è rosso! E quando è rosso l'incrocio non si attraversa! Me la paghi tu la multa?»
E il primo: «Ma che rosso e rosso! Non vedi che è tutto verde?»
«Guardati intorno! O forse sei daltonico? È tutto rosso!»
«Silenzio!» Una voce tuona dall'alto: è strana, né di uomo, né di donna... né robotica. È come se non la sentissi con le orecchie, ma con la mente.
Mi guardo intorno e noto che tutti intorno a me si sono bloccati e alzano la testa; capisco quindi che non sono l'unica ad averla sentita.
Solleviamo lo sguardo, come per capire la provenienza di quel monito, quando questo si ripete: «Silenzio! Ora basta!» Non si sente volare nemmeno una mosca blu nell'aria, ma solo quella strana sensazione nella testa che assomiglia a un suono nelle orecchie: «Vi ho donato la possibilità di vedere il mondo con occhi diversi. Ho fatto emergere l'indole più nascosta e vera della vostra essenza: la rabbia, la speranza, la serenità, la purezza, la gelosia, la gioia. Ho preso i vostri sentimenti e li ho trasformati in colori.»
«Perché?» urla una donna a qualche metro di distanza da me.
Un boato scuote la terra sotto i nostri piedi, come a voler punire quel gesto di sfida. Poi la voce continua: «Per farvi capire che al mondo non può esistere un colore solo, come un solo sentimento non può dominare sugli altri. Voi non siete fatti per vivere isolati, ma per interagire e fondervi e scontrarvi. Avete bisogno gli uni degli altri, così come il rosso ha bisogno del blu, così come l'invidia ha bisogno della calma.»
A quelle parole ci guardiamo in viso, gli uni con gli altri e, seguendo le parole di quella Voce, mi avvicino all'automobilista che ha detto di vedere tutto rosso; allungo una mano e lui fa lo stesso e, nel momento in cui le nostre dita si sfiorano, si colorano di una chiara tonalità di magenta, splendida, brillante.
Perché ognuno di noi ha bisogno dell'altro per completare l'arcobaleno del mondo. Perché servono le differenze di tutti affinché la primavera sbocci di mille colori.
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