5 -Trasparente-
Nervoso? No, non ti si addiceva in quel momento una tale emozione.
《Cosa vuoi...Deku?》
Anche a te questa domanda rimbombava in testa?
Io restavo in silenzio ad aspettare una qualche tua reazione e mi accorsi un po' deluso che tu te ne rimanevi lì fermo con gli occhi puntati chissà dove.
Nerd di merda. A cosa stavi pensando?
Realizzai di aver utilizzato un tono piuttosto spazientito nel porti la mia domanda, ma non sentii il bisogno di ripeterla più gentilmente, non era nella mia natura...tuttavia...il tuo tremolio era proprio un'abitudine che non riuscivi a perdere, specialmente in mia presenza.
Tremavi, con un pallore strano in viso e il respiro appena percettibile, a due passi di distanza da me.
C
hissà perchè, questa tua immagine mi fece sorridere e realizzai un po' riluttante che ti stavo rivolgendo delle occhiate di tanto in tanto per dovermi accorgere di questi tuoi aspetti. Così, d'improvviso, arrossisti. Con calma, ti prendesti il tuo tempo e le tue guance avvamparono colorandosi di un lieve color rosato a contrasto con la tua carnagione, da cui spuntavano quelle simpatiche ed odiose lentiggini che ti ritrovavi.
Quasi mi parve di vedere l'esatto istante in cui rabbrividisti e per poco non mi sembrò di vedere i tuoi capelli rizzarsi: avevi finalmente elaborato la mia domanda?
《Ti interessa?》 chiedesti.
《Mh?》 mi limitai a questo per risponderti, non volevo di certo far trapelare della curiosità nel mio tono di voce.
《Perchè me lo chiedi?》 ripronunciasti la medesima domanda, riformulandola un poco, ed io giuro che il mio controllo stava per andare a quel paese...come ti permettevi di ribattere con un altro quesito?!
Sollevai le spalle, come a scrollarmi le varie risposte senza senso che mi venivano in mente e ti comunicai la prima cosa logica che ero riuscito a pensare:
《È da giorni che mi fai sentire strano...mi dai su i nervi.》
Se in quel momento fossi stato intento a bere una qualche bibita probabilmente l'avrei sputata o mi sarebbe andata di traverso perchè quella era una frase che io, Bakugou, non ti avrei mai potuto dire da sobrio...eppure lo avevo appena fatto. Impiegai alcuni secondi a domandarmi che fine avesse fatto la mia dignità per esser stato così diretto e sincero nel rivolgerti la parola e tu, in tutto questo, tra la mia indisposizione mentale e la tua visibile inadeguatezza in una tale situazione, avevi socchiuso la bocca in un'espressione a metà tra lo stupore e il terrore. Fu il mio turno di rabbrividire, ma credo che il mio sguardo fosse ben più sconcertato del tuo quando ti fissai ancora indispettito per il mio comportamento.
Ti avrei tirato un pugno, o spintonato, o perlomeno gridato contro di tutto. Lo sapevi? Quello che mi passava per la testa, lo sapevi?
No, non potevi immaginare che io, la più irascibile delle persone, mi stessi trattenendo perchè il tuo viso, così com'era, mi aveva lasciato inspiegabilmente interdetto.
Certo che potevi fare qualcosa per uscire da quella scomoda situazione in cui eravamo finiti, ma tu invece la aggravasti, nel peggior modo possibile: sorridesti imbarazzato e ti voltasti di scatto.
《A lunedì.》 bofonchiasti di fretta e ti vidi precipitarti verso il treno appena arrivato. Perchè dico che peggiorasti la cosa? Beh...mi avevi lasciati lì imbambolato, senza una spiegazione, e nella mia mente si ripeteva continuamente l'ultima immagine che avevo di te: gli occhi fissi nei miei, il naso all'insù, le gote arrossate e una fitta allo stomaco ogni secondo passato ad osservarti.
Non eri nel vagone dove entrai io poco dopo. Non ti vidi nemmeno quando scesi, semplicemente sparito.
Quella stessa sera crollai sul letto senza aver toccato cibo, sentivo l'intestino in subbuglio e la deliziosa cena di mia madre non mi aveva attirato per niente. Era colpa tua, lo sapevo, solo tua.
Eri tu il motivo del mio poco appetito, ma non solo, anche del mio essere, a parer di molti, strano, tu eri la causa di tutto: se i nostri compagni di classe erano preoccupati, era per te che in qualche modo ti eri fatto male, se io ero infastidito, era per te, se mi arrabbiavo, era principalmente per te, persino se...se arrossivo, sì, era per te.
Il giorno dopo era domenica, lo ricordo bene. Noia. Una noia tremenda, almeno fino al tardo pomeriggio, quando, pestando pesantemente per terra, mi ero incamminato per una breve passeggiata. È una mia abitudine, ma da quando avevo il pensiero fisso di doverti ammazzare (metaforicamente parlando si intende) in qualche modo cercavo di uscire di più di casa e sempre più spesso mi ritrovavo a percorrere una delle strade più isolate, di quelle che salgono e si vanno a diramare verso la campagna, dove la città sfuma sempre più e vi è solo calma. Era una di quelle dove correvamo da piccoli, lo sai? Ne abbiamo passati di pomeriggi a giocare, ma tu eri sempre in disparte, solo che io non lo notavo.
Stavo camminando su quella strada da una decina di minuti e ormai iniziavo a vedere i raggi del tramonto dalla curva davanti, si era fatto tardi, ma non ci avrei messo molto a tornare a casa e perciò proseguii ancora. Il sole così basso mi accecò per alcuni istanti, strinsi le palpebre, inspirai, e tu eri lì.
Il mento all'insù, la luce che delineava il tuo profilo, i riflessi verdastri e lucenti sui tuoi capelli disordinati, le mani congiunte, stavi appoggiato al parapetto della strada, osservavi il panorama assorto in chissà quale strano pensiero da nerd.
Mi lasciasti senza fiato e non esagero nel dirlo perchè i miei polmoni si bloccarono sul serio, qualche breve istante per permettere alla tua immagine di imprimersi nella testa, l'ennesima che mi avrebbe perseguitato.
Indossavi una grande felpa rossa, dei jeans più o meno attillati, degli auricolari sbordavano da una delle tasche e minacciavano di cadere da un momento all'altro...eri una persona normalissima, eppure ero di nuovo incantato da quella visione.
Quella sera capii una cosa, anzi, ne capii moltissime, ma la prima fu la più scioccante. I ciuffi ribelli vicino alla fronte, gli occhi socchiusi per la troppa luce, il naso, le lentiggini, scesi con lo sguardo e le trovai, le tue labbra, e così lo realizzai: le desideravo.
Sembravano morbide, molto, e allettanti. Idiota, ero un completo idiota. Cosa avevo appena pensato?! Volevo davvero quello? Baciarti? Più ci pensavo e più il mio cervello diceva: "Lo vuoi. Lo vuoi. Lo vuoi."
No! Non poteva essere così, proprio no.
E invece sì; mi arresi e me ne convinsi quando ti mordesti il labbrò inferiore ed io mi trattenni davvero dall'afferrarti e soddisfare quel maledetto desiderio.
Non ti eri ancora accorto di me, potevo andarmene? Lasciarti così come ero arrivato senza farmi notare. Era quello che volevo? Volevo davvero accontentare un istinto così improvviso?
Quella sera imparai ad essere sincero ogni tanto con me stesso, perchè mi dissi che se me ne fossi andato avrei rimpianto il non poterti guardare ancora per un po'. Guardarti...lo volevo così tanto.
Non me ne andai, per te non me ne andai. Anche se significava essere un imbecille che sembrava uno stalker dietro di te, ero rimasto per puro piacere personale.
La luce sfumò piano piano, fino a quando restarono quei pochi raggi ad illuminare con delicatezza il tuo corpo. Il mio petto sussultò, lo sentii, e finalmente, con il cuore in gola, ti vidi voltarti verso di me: ti eri reso conto della mia presenza.
Scappa. Corri. Fuggi. Vai nel panico. Girati e non fare marcia indietro. Fermo.
Innumerevoli pensieri senza senso mi confondevano, ma durò poco, pochissimo, forse neanche un secondo e in me ci fu solo il vuoto. Tutto si era annullato per permettermi di fare qualcosa d'inaspettatamente scioccante sia per me, che per te.
Avevi stretto le mani, ruotato il busto per guardarmi meglio, socchiuso la bocca, i tuoi occhi erano umidi e lucidi per un motivo a me sconosciuto. Eri indescrivibile solo a parole, non credo di poter far di meglio per rendere l'idea. Sussurrasti il mio nome con un tono di voce sorpreso, felice e triste al contempo.
《Kacchan...?》
Così i miei piedi si mossero da soli in uno scatto impulsivo, mi avvicinai velocemente rischiando di inciampare nei miei stessi passi frettolosi, afferrai la tua felpa vicino al collo, strinsi la stoffa morbida, inspirai il tuo odore dolce, ti guardai probabilmente con la faccia di uno che non tocca cibo da giorni (ero affamato, sì, una voglia improvvisa però, di te) e lasciai che le mie labbra si fiondassero sulle tue in un atto dettato dal puro istinto.
Tu mugolasti qualcosa, ma lo ignorai, e mi beai della sensazione di piacere che stavo provando. Le tue labbra erano veramente morbide, quasi le volevo divorare quando mi accorsi del lieve sapore di zucchero che le ricopriva...avevi mangiato una caramella prima?
Sentii freddo e diedi la colpa al fatto che stessi indossando solo una t-shirt nera sopra ai pantaloni sportivi; stavo letteralmente gelando.
Come dicevo prima, fu scioccante, ancora di più nel momento in cui io, facendo pressione, riuscii ad assaporare appieno quel contatto inserendo anche la lingua, mordendo la tua carne e obbligandoti a sollevare la testa inclinandola all'indietro visto che ti stavo completamente sovrastando e sopraffando. Ti eri arreso alla mia insistenza, pensai, almeno fin quando tu, nel tuo più timido gesto, non iniziasti a rispondere ai miei movimenti, seguendoli ed assecondandoli.
Inspirasti pesantemente, tanto da far apparire quel suono quanto di più simile ad un gemito ci potesse essere. Mi facesti perdere quasi del tutto il controllo. Eri troppo, per me, per la mia testa, per il mio corpo e per i miei poveri istinti adolescenziali che giuro stavo sopprimendo a fatica. Ti avrei fatto qualsiasi cosa e forse tu me lo avresti pure permesso. Il problema? Eravamo in strada.
Cosa stavo facendo? Ti stavo baciando? No, non era solo quello, era molto di più: ti stavo assaporando quanto più potevo.
Una voce silenziosa mi diceva che dovevo smettere, che forse ti stavo costringendo, ma allora perchè non ci riuscivo e perchè il tuo corpo diceva il contrario? Dopo tutto eri tu che, in preda a non so quale stramba idea, ti eri lasciato manovrare completamente da me.
Allentai la presa e, respirando a fatica, intensificai per quanto possibile quel bacio tremendamente sbagliato ma piecevole che avevo iniziato. Le mie dita scivolarono lentamente tra i tuoi capelli, stringendoli possessivamente e tu, sconvolgendomi completamente, facesti lo stesso in maniera più impacciata. Io sono più alto di te, per questo ti raddrizzasti con il busto e, nonostante il parapetto della strada che ci separava, ti aggrappasti a me, circondandomi il collo con un braccio e portando la mano dell'altro fra le ciocche della mia chioma ben più disordinata, seppur di natura, della tua.
Ricambiavi, conclusi, inaspettatamente, ma ricambiavi appieno.
Toccò a me inspirare e credo che quel suono, veloce ma lento, con un filo di voce dentro e quindi scaturito dallo scontrarsi delle nostre labbra, forse piacevole, ti facesse un effetto strano poichè mi stringesti di più a te in un disperato tentativo di non cadere. Inoltre, me ne accorsi, ti tremavano le gambe e, cosa che mi lasciò di sasso, un po' anche a me. Ti guardai ad occhi semiaperti e notai i tuoi del tutto chiusi, ma rilassati, mi convinsi del fatto che ti piacesse e non poco quel contatto così violento che stavamo avendo.
Prima dicevo che quasi ti volevo divorare, beh...era più o meno quello che stavo facendo. Sempre di più, volevo assaporare quel retrogusto dolciastro che avevi ancora e ancora, lo adoravo, mi mandava in estasi. Eri sempre tu la causa, ma in senso buono.
Cercai, andando un attimo nel panico, di capire il mio comportamento e tutto quel che potei darmi come spiegazione fu che le mie emozioni avevano preso il sopravvento, erano uscite con impeto dalla mia testa e si erano riversate su di te. In quel momento realizzai di essere totalmente preda dei miei istinti, di non essere riuscito a trattenermi, di essermi permesso di apparire come un libro aperto perchè ogni mio tocco, schioccare di labbra, respiro, stavano mostrando senza alcun riguardo per la mia dignità le mie emozioni.
Fu allora che mi balenò in testa una domanda molto importante:
"Cosa sto facendo?"
Buon giorno a tutti/e!
Oggi è venerdì, lo so, ma visto che questo weekend ho una specie di festa pre-compleanno ho deciso di includere anche voi nei festeggiamenti!😄
Pubblicherò anche domani, poi riprenderò il ritmo di un capitolo a settimana, tranne per la data in cui compirò 16 anni (sto diventando vecchia🤣)...magari in quell'occasione aggiornerò di più😉😘.
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