Capitolo 1

                                                                                   INTRODUZIONE 

Dicono che le persone anziane e i bambini piccoli siano in grado di vedere e percepire presenze o esseri agli altri non visibili. Personalmente non credo molto a questo genere di cose e dopo ottant'anni su questo fottuto pianeta posso dire di averne viste di stranezze, ma di certo nulla di soprannaturale. Gliel'ho chiesto molte volte a Evan ed Eve, la risposta è sempre la stessa "noi siamo tuoi amici". Non li ho incontrati insieme, ho conosciuto prima Eve e il giorno dopo Evan. Era novembre. Ogni giorno che passava andare a lavorare diventava sempre più pesante. Avrei potuto chiedere la pensione molti anni prima ma non penso che i soldi sarebbero bastati per andare avanti, inoltre dovevo aiutare la mia famiglia. A quell'età di certo non farebbe piacere a nessuno, ma doveva essere fatto perché le spese e i debiti non si pagano da soli, magari fosse così...


Finalmente la pausa pranzo ovvero il mio momento preferito della giornata. Non dovrei esagerare, nessun medico o specialista che sia me l'ha mai detto esplicitamente, ma non ci vuole una laurea per capire che dovrei contenermi. Quella volta mangiai solamente una frittata e un'insalata come contorno giusto per ricordarmi quale era la strada giusta da percorrere. Uscito dal locale percorsi la via per tornare in ufficio, in mattinata aveva piovuto un pochino e il marciapiede era molto umido. Metteteci tutti i fattori che volete ma per un motivo o per l'altro caddi per terra e mi feci parecchio male. Per fortuna c'erano i miei colleghi che mi aiutarono ad alzarmi e chiamarono un'ambulanza che mi portò in ospedale. Avevo semplicemente preso una storta ma mi dissero che avrei dovuto pernottare all'interno dell'ospedale per ulteriori esami. Vennero a trovarmi mia moglie, mio figlio e mia figlia. Erano evidentemente preoccupati ma gli dissi che non era nulla di grave. Pensavano al peggio, glielo leggevo negli occhi; magari l'inizio di un ictus se non qualcosa di peggio, ma mi sentivo abbastanza bene per quanto possa sentirsi un vecchio con qualche acciacco. L'orario delle visite era finito ed era quasi ora di cena. Vorrei poterlo dire in modo educato e gentile, ma il cibo in ospedale faceva veramente schifo. La minestra non mi è mai piaciuta comunque meglio che questo me lo tenga per me, del resto lo faccio praticamente con tutto. Preferisco tenermi tutto dentro e risolvere i problemi da solo, non significa che non mi fidi dei miei cari e dei miei amici ma sono fatto così e non ho intenzione di cambiare proprio adesso. In stanza ero da solo, ed era la solita camera d'ospedale tutta maledettamente bianca. Il letto posizionato sulla sinistra vicino alle due finestre; erano molto grandi e si vedeva un pezzo del complesso ospedaliero, talmente grosso che sembrava di essere in un'altra città. Di fianco, alla mia destra, c'era l'altro letto in quel momento vuoto. Attaccato alla parete quasi a toccare il soffitto c'era una tv, l'avevo accesa ma non trasmettono mai nulla di interessante, o per lo meno qualcosa che interessi a me. Davanti ai letti c'erano degli armadietti (indovinate un po' di che colore ebbene si, bianchi) uno per ogni paziente, dove avevano messo la giacca che indossavo quando mi avevano portato qui. Infine, vicino alla porta di uscita, c'era un piccolo bagno. L'infermiera bussò alla porta

 "signor Malone ha bisogno di qualcosa?" mi chiese in modo molto gentile.

 "Vorrei un bicchiere d'acqua se non le dispiace, grazie" 

sorridendomi se ne andò. Ormai stava facendo buio e guardai dalla finestra; le illuminazioni dell'ospedale emettevano una luce debole e riflettevano per terra l'ombra delle piante circostanti. Si sollevò un leggero vento e, cazzo, sembrava la scena di uno di quei film dell'orrore. D'un tratto una voce dolce disse in tono tranquillo

 "ciao Josh"

 mi fece sobbalzare ed emisi una specie di rantolo. 

"Ehm salve. Dissi con una certa sorpresa. Per caso ci conosciamo?" 

Era una ragazza giovane, aveva lunghi capelli neri mossi, gli occhi scuri ma di una tonalità leggermente più chiara rispetto ai capelli.

 "Ecco la sua acqua signor Malone. Va tutto bene ? La vedo un po' pallido".

 L'infermiera aveva a due passi la figura femminile che mi aveva salutato ma sembrava non vederla, come se fosse invisibile. 

"Ecco, insomma sono solo un po' stanco per la giornata che ho avuto; sa ad una certa età si sente la fatica un po' di più. Ho solo bisogno di una bella dormita." 

Mi disse di riposare e che se avessi avuto bisogno di qualsiasi cosa bastava che premessi un pulsante, poi se ne andò chiudendo la porta.

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