Xparte

Quel giorno Cristina aveva resistito:cocciuta,ostinata ,aveva accompagnato i gemelli a scuola,poi,sempre resistendo si era avviata al lavoro,pensava di avercela fatta ,ma al semaforo,d improvviso,la visione la travolse:il re,Attila ,si trovava nella sala del trono,enorme e barbuto luccicava per i suoi ori,i suoi bronzi,e vari chili di metallo che formavano la sua corazza:il re non toglieva mai l 'armatura e i pezzi della lorica metallica aderivano al suo torace ,era seduto sul suo barbarico trono ,Attila,un trono d avorio,ingemmato con pietre preziose malamente levigate,ma di grandissimo valore,tenero guardava la sua bella regina,era vezzosa Crimilde ,e pure i suoi sorrisi,erano molto graziosi,tormentava il pesante bracciale d oro massiccio ,brunito,che pareva tormentarle il braccio,lo tolse,sembrava un segnale,infatti subito comparve un servitore,portava un vassoio d oro e sul vassoio c erano due coppe piene di vino,due coppe strane a onor del vero,erano due teschi di piccole dimensioni,veri teschi, non opera di artigiani,la regina ,offri' con un gesto ,il rinfresco allo sposo ,dicendo:
-bevi Attila e dimmi cosa ne pensi di questo vino prelibato.
Il re bevve,poi deliziato ringrazio'
-grazie ,mia regina,hai rallegrato il mio meriggio..e a proposito di rallegramenti dove sono i nostri figli gemelli?
La regina non rispose
A salvarla furono i clacson che impazziti, le ricordarono che il verde era scattato e da un pezzo!
Arrivo'sconvolta al carcere,passo 'dal controllo,tra l indifferenza sciatta dei vigilantes,Cristina irritata oltre ogni dire si disse che quegli oligofrenici avrebbero fatto passare pure Godzilla
Ben presto comincio'il suo turno,sbrigo'velocemente le incombenze burocratiche e si mise di vedetta
Euridice era al lavoro,trascinava il suo corpo sbilenco nell officina sartoriale,sotto occhi vigili,lavorava all uncinetto,era addetta alla confezione di corredini per neonati,poi passava nel reparto limitrofo e lavorava ai ferri bellissime stole di lana merinos
Cristina fu sopraffatta dal furore,Dio come odiava quella donna!odiava il suo viso gonfio e tumefatto,odiava le orribili protesi che le pendevano dal torace,odiava perfino il suo zoppicare ,dovuto a una precoce artrosi,detestava le sue parole melliflue e ipocrite ,ma ancor più la facevano infuriare i suoi silenzi carichi di minacce
Glauco passava tra le lavoranti sfaccendate,Cristina lo osservo ':era davvero un bel giovane,anche se si avvicinava alla quarantina,giocatore inveterato di polo ,manteneva un fisico invidiabile
Passo 'vicino a Euridice,pure da lontano Cristina poté intuire le parole di lode che l uomo indirizzava ad Euridice,fu travolta dal furore,se avesse avuto un arma l avrebbe uccisa subito!
Glauco vide Cristina,qualcosa nell espressione della donna lo mise in allarme ,si avvicinó e domandó'
-Cristina?cosa succede?raccontami ti prego!
Cristina farfuglio':
Ho ucciso i miei figli,i figli miei e di Attila ,con i loro crani ho confezionato due coppe e ho fatto bere al loro padre il vino contenuto in quelle coppe!
C era un vano dietro alle finestre,Glauco vi spinse Cristina,è presa la boccetta con l Entumin, le verso 'le gocce direttamente sotto la lingua ,dopo lunghi ,interminabili minuti,cerco' di convincerla:
-Tu non hai avuto  figli con Attila ,ma con Silvestro!tu ami tuoi figli ,ricordalo!

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