Parte VIII

Era lei.Euridice.
Grazie a ipocrisie e mea culpa degne di Tartufo,era stata inserita in un percorso rieducativo:aveva ottenuto di lavorare nella struttura carceraria,addetta ai telai;si era fatta piccola Euridice,per nascondersi dietro agli orditi,ma anche così non riusciva a nascondere il volto tumefatto,gli occhi sporgenti per l esoftalmo:si era segretamente ingozzata con ormoni tiroidei,aveva simulato l ipertiroidismo,in questo modo si era si danneggiata gli occhi, in modo permanente,ma era riuscita a sfuggire al regime di isolamento carcerario.
Si raggrinziva Euridice ,togliendo massa alla sua già meschina figura.
Dietro a lei l ombra implacabile di Cristina.
Euridice tesseva,come un ragno operoso ,muoveva le braccia del telaio.
Cristina vegliava,osservava ossessivamente le mani aride di Euridice,le flaccide vene che emergevano sul dorso della mani,e sotto di esse indovinava un altro movimento verminoso,quello di innumerevoli grassi lombrichi che già si nutrivano di quel corpo precocemente putrefatto.
Parlavano pure le due donne,Euridice sussurrava,una voce scabra come la carta vetrata:
-"Cristina?perche'mi odi?perche'mi perseguiti?"
Cristina provo'a sorridere.ma aveva le labbra aride e screpolate,la smorfia le costo 'un  rivolo di sangue che si fece strada fino al mento ,gocciolando alla fine sulla trama del telaio:
-Io odio te,ma anche me di riflesso,vedo allo specchio il mio rancore che cova sotto la cenere,io non sono soddisfatta per la vendetta ottenuta ,ho bisogno ,hai bisogno di altro sangue di altre  vittime ,ma non le troveremo qui ,hai capito,guai a te se alzi la mano sui miei amici!
Euridice,sentì il peso della minaccia,guardo 'timorosa la colossale energumena,novanta chili ,ma di muscoli virili,
Sollevo' il cappuccio su cranio rasato e tacque
Cristina invece,giunta alla fine del turno sbircio 'attraverso le sbarre:il mese di agosto tramontava rovente,i campi ,pieni di stoppie erano interrotti dai rotoli giganti di paglia,ordinatamente raccolti,fu allora che Cristina ,nitidamente,la vide:
La guerriera bionda aveva intrecciato lentamente i suoi lunghi capelli e li aveva fissati sul capo con degli spilloni di bronzo,poi lenta aveva indossato l 'elmo,abbassando infine la visiera,poi aiutata dal palafreniere,indosso 'uno ad uno i vari pezzi della sua corazza,poi il garzone lentigginoso l aiuto' a salire sul magnifico cavallo,d un tratto uno ad uno tutti i covoni di paglia presero fuoco componendo un unico rogo ,Brunilde sprono'il valoroso destriero,il bravo animale non si sottrasse all ordine dell amata padrona:galoppo'fino all immane braciere,vi penetrò senza esitare,si illuminarono,di luce più vivida,cavallo e amazzone,fino a che le fiamme li avvolsero del tutto.consumandoli.
Cristina si asciugo'le lacrime,aspetto' per riprendersi da quella visione,alla fine si disse che Bruna non aveva avuto altra scelta.

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