Capitolo 1
1500 anni.
La nascita.
Le battaglie.
Le varie epoche.
L'Era moderna.
Ecco cosa avevo vissuto in tutta la mia vita, e mi lasciavo fregare da uno stupido cellulare.
«Allora veniamo a noi» dico rivolto all'apperecchio, mentre cerco di ricordarmi ciò che l'umano del negozio mi aveva detto poche ore prima, quando avevo deciso di acquistare il suddetto aggeggio.
Riesco ad aprire l'app di Google, e inizio a cercare cose a caso. Giusto per capire come funziona, fino a che non mi si apre la pagina di un sito strano. Già che ci sono leggo l'articolo.
"Il vampiro è un essere mitologico o folcloristico che sopravvive nutrendosi dell'essenza vitale (generalemnte sotto forma di sangue) di altre creature."
Vero, peccato che poi dica che i vampiri non esistono, quando in realtà essi, insieme ai licantropi, streghe e magia, sono reali. Semplicemente gli uomini hanno smesso di crederci, e per questo i loro occhi non li vedono più. In parte è un bene, ricordo ancóra il periodo dell'Inquisizione. La storia parla dell'uccisione di massa delle streghe, ma la realtà è ben diversa. O per lo meno, non furono solo le streghe ad essere uccise. Insomma, chi ucciderebbe una semplice donna bruciandola viva? Già a quei tempi sapevano come uccidere un vampiro, o qualsiasi altra specie. Ovviamente, quelli della mia razza, calcolando forza e velocità, erano tra i più difficili da catturare, ma non impossibile.
Continuo a leggere l'articolo, bevendo la mia tazza di caffè e ricordandomi che fra un paio d'ore sarei dovuto andare a lavoro. È buffo che una persona come me, che ha attraversato tutto il mondo, sia finita in questo piccolo paese di campagna ad insegnare ad una massa di umani. Adolescenti, per l'esattezza. Anche se io preferisco definirli una massa di babbei, che non sanno più cosa sia il divertimento. Sempre dietro a quegli stupidi telefoni. Cosa ci faranno mai con questi cosi? Mi domando, tornando a guardare il mio.
Ricordo ancora quando non esistevano i telefoni, a quando si credeva nella magia. Gli uomini ci temevano, ed era tutto molto diverso da ora. Ad esempio: le donne dovevano essere corteggiate adeguatamente, con mazzi di fiori e lusinghe. Adesso, invece, basta pubblicare una foto carina sul proprio profilo e chiedere l'amicizia. O ancóra, più semplicemente, basta insultare qualcuno per dimostrare che si è dei duri, ed il gioco è fatto : una schiera di ragazzine che cadono ai tuoi piedi. Per non parlare di quanto siano cambiati i bar. Non esistono più i classici salotti, dove gli uomini andavano a pavoneggiarsi per le loro terre, o le loro fruttuose attività. No, ora entri in un bar, e se la cameriera non ti sbatte la sua quinta di seno in faccia, e non ti lascia il suo numero di telefono, non è normale. Quanto rimpiango i bei tempi, ànche se mi sono dovuto adeguare come sempre.
«Le porto il conto?›› mi chiede la cameriera, mentre sbatte le ciglia, cercando di lanciarmi segnali che fingo di non comprendere.
‹‹Sì, anche...›› inizio a dire, ma mi blocco non appena lei mi si avvicina, attirando tutta la mia attenzione su una vena pulsante del suo collo, ‹‹Un altro caffè›› aggiungo velocemente, chiudendo gli occhi per controllarmi, ritornando a leggere l'articolo.
"La figura del vampiro comparse per la prima volta nel romanzo: Dracula, di Bram Stocker. Che trattò una mitologia costituita da lupi mannari e altri demoni. Dando voce alla paura di un'epoca, e a quella della società patriarcale vittoriana."
Oh, poveri illusi, i vampiri esistono da molto prima che Dracula venisse pubblicato. Ricordo bene le Prime Famiglie: cinque per ognuno dei continenti. Nessuno sa per certo come vennero create, ma alla fine, a quei tempi, nessuno aveva il tempo di porsi domande. C'erano troppe vittime da seppellire, e troppo terrore da tenere a bada. Le Famiglie erano state suddivise in quel modo dal Grande Consiglio, creato appositamente per proteggere la nostra specie. Non ricordo bene cosa successe ai vampiri Originali, e nemmeno alla mia famiglia. So che siamo rimasti davvero in pochi.
Prendo la mia giacca e la valigetta, lasciando la mancia alla cameriera, che continua a guardarmi come se avesse visto un angelo, ed esco dal bar. Giro l'angolo per non farmi notare, e ricompaio poco dopo davanti all'entrata del liceo in cui insegno. Professore di storia Daniel Robert Junior Lyunar. Chi l'avrebbe mai detto? Non lo faccio certo per i soldi, ne ho così tanti che potrebbero durarmi fino a quando non deciderò di togliermi la vita io stesso. In realtà, non so bene perchè insegno, forse per sentirmi in qualche modo normale.
Inizio a camminare lentamente, e come sempre, il dolce aroma del sangue di quei ragazzi invade le mie narici, allertando tutti i miei sensi da cacciatore. Probabilmente, se non avessi gli anni e la forza che mi appartengono, avrei già compiuto una strage, in cui nessuno sarebbe sopravvisuto.
‹‹Buongiorno professore!›› esclamano in coro le regazzine della quinta A, dove ho lezione ora. Faccio loro un veloce sorriso prima di entrare in classe, lasciando che le loro menti inizino ad inviarmi segnali, riguardanti le loro fantasie sessuali di cui sono il protagonista. "Ragazzine" penso tra me e me, mentre aspetto che la classe si riempia.
Non ero mai andato in quella che gli umani chiamano Università, ma non è stato difficile persuadere la preside, sul fatto che fossi il professore di cui aveva bisogno. E poi, chi meglio di me può conoscere la storia? Io che ho vissuto in tutte le epoche. So così tante cose che Wikipedia, in confronto, ha la conoscenza di un bambino delle elementari.
‹‹Professore, oggi giornata relax?›› mi domanda uno di quegli imbecilli, che si divertono a cercare con il cellulare delle figure chiamate Pokémon.
‹‹Aprite il libro a pagina 108. Oggi tratteremo l'argomento Crociate.›› Dico, mentre la classe prorompe in un coro di delusione.
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