Hope

Salve,sono davvero molto sorpresa che mia sorella mi abbia permesso ancorauna volta di scrivere qualcosa nella sua "straordinaria storiasenza precedenti", o almeno è così come la definisce lei.

Comunque,come saprete ero in procinto d'iniziare il mio primo giorno allanuova scuola, state tranquilli, non è il classico clichè dellastudentessa trasferita che si deve presentare a tutta la classe e blabla bla.

Sarebbetroppo imbarazzante!

Ilgiorno in cui iniziai la scuola fù lo stesso in cui lo iniziaronotutti i miei compagni, quindi, almeno in parte, speravo di poterriuscire ad evitare le presentazioni davanti a tutti, avrei fatto unafiguraccia sicuramente.

Mainiziamo dal principio.

Erauna giornata come le altre, il sole era sorto come al solito, avevodormito come al solito e mi ero svegliata per prima come al solito,se ci dovevamo svegliare alla stessa ora infatti, tra me e Giovi eroio la più mattiniera, era tutto normale.

Mialzai, cercando di scuotere mia sorella per riuscire a farla almenosvegliare, poi poco a poco, in modalità orso in letargo, sarebbevenuta da sola a fare colazione, attirata dal dolce profumo dei toaste marmellata.

Andaiin cucina con ancora il pigiama addosso e i capelli arruffati, erotroppo assonnata anche solo per pensare lontanamente a mettermi aposto, prima veniva il cibo, poi tutto il resto.

Misiil pane a tostarsi e mentre prendevo la marmellata dallo sportello inalto incominciai a sentire il profumo dei toast che si spargeva perla stanza, di solito trovavo la colazione già preparata, da miasorella negli ultimi giorni, ma prima ci pensava la mamma, mentrepapà beveva il caffè.

Imiei genitori dicevano sempre che ero il mix perfetto di entrambi,con gli occhi verdi presi da lei e i capelli chiarissimi ereditati dalui, mentre Giovi non assomigliava per nulla a nessuno dei due.

Quelprofumo era così nostalgico...

Dicevanoche mi volevano bene, che avevano sempre desiderato una figlia comeme, che erano orgogliosi.

Perònon avevano esitato ad urlarmi contro una volta scoperto il mioorientamento.

Avreivoluto ribattere dicendo che non l'avevo deciso io, che l'amore èsempre amore e tutte queste classiche frasi.

Manon ce la feci, gli volevo troppo bene per urlargli contro, anche sein quel momento mi avevano ripudiata io non avevo la forza perrispondergli. Si può proprio dire che in quel momento mia sorella miabbia salvata, sia da loro che dalla mia autocommiserazione.

Ilproblema era che io volevo ancora bene ai miei genitori, anche dopoquello che mi avevano detto mi mancavano, anche se le cose nonsarebbero mai potute tornare quelle di prima, forse loro avevano giàsmesso di amarmi come una figlia.

Eraforse sbagliato continuare a desiderare l'amore di qualcuno che tiodia?

Senzache me ne accorgessi incominciai a vedere sbiadito ed in poco temposentì le lacrime rigarmi il viso.

No!Non potevo piangere ancora per quello! Avevo già pianto abbastanzaprima che io e Giovi ci trasferissimo, se avessi pianto di nuovo leise ne sarebbe accorta e pur di consolarmi avrebbe fatto tardi allavoro, non volevo essere la causa di un richiamo.

Propriomentre ero più concentrata a cercare di asciugarmi il viso, con lemaniche del pigiama, irremidiabilmente ritornava bagnato ogni volta,sentì la porta di casa aprirsi, era Rose.

Inquel preciso istante potei avvertire la mia inseparabile compagna divita, la sfiga, ammiccarmi da un angolo buio della stanza.

Comese non fosse già abbastanza piangere come una bambina, ora bisognavaaggiungere la costante "bellissima ragazza ben dotata" a tuttaquella situazione, fantastico, davvero.

Lavidi voltarsi verso di me e sgranare leggermente gli occhi, oppureera solo la mia cieca speranza che le importasse qualcosa di me.

Migirai dalla parte opposta nella vana speranza che non mi avessevista, dannazione a me e alla mia sensibilità, speravo solo non simettesse a deridermi in quel momento, avrei formato un lago se no.

Invecedi dire qualcosa si avvicinò lentamente, fino a sedersi al tavolodella cucina e sbadigliare sonoramente.

-Nonè che per caso c'è un toast anche per me? P-p-p-pe-pe-perf... arg!Perchè due cazzo di parole devono essere così difficili?- DomandòRose, sembrava si stesse sforzando come mai nella sua vita pur diriuscire ad essere un minimo gentile.

Gentilecon me...

Aquella constatazione mi dimenticai di qualsiasi ragione mi avessefatta piangere, sostituendo le lacrime ad un intenso batticuore.

Silo so, sembro una scolaretta alla prima cotta, ma sapete, oltre alsuo gesto c'era quella dannatissima scollatura e quella minigonna cheriuscivano a convincere ottimamente il mio cuore a battere a più nonposso.

Quellaragazza non era solo la mia cotta, ma aveva anche un corpo da paura,era impossibile cercare anche solo di controllare un minimo il miobattito cardiaco.

-S-si!-Esclamai, mettendo subito ad arrostire un paio di fette in più,inutile dire che la prima pronta gliela passai a lei.

Eroproprio una piccola ed innocente lesbica ingenua a quei tempi.

-Uh,ottimo, mammamia però...- La vidi arresstare improvvisamente il suodiscorso, facendo una faccia di una che si era appena ricordataqualcosa d'importante.

Laguardai spalmare lentamente la confettura alle ciliegie sopra la suafetta, per poi osservarla mangiare il toast, era abbastanza rozza inquel momento, probabilmente perchè dopo il turno notturno era stancamorta e senza nemmeno l'intenzione di sembrare un minimo fine.

Mivoltai e sbattei più volte la testa conto lo sportello.

"Chefai Roby?! Non comportarti da stalker, sembra almeno un po' menopalese Dio mio! Invece di osservarla cerca di trovare argomenti didialogo, si potrebbe funzionare vai!" Rimproverai a me stessamentalmente, ero completamente assorta dalla sua presenza in quellastanza.

-P-perchèt-ti s-sei i-interrotta?- Chiesi, essendo l'unica cosa che mipassasse per la mente a parte la sua scollatura.

-Perchèstavo per dire qualcosa qualcosa di stronzo come mio solito, ma poimi sono ricordata che tua sorella mi farebbe il culo a strisce se tifacessi piangere, il che mi sembra facile da fare come cosa,comunque, come sai bene, il culo mi è fondamentale per il miolavoro, quindi per una volta è meglio che chiudo la bocca- Mirispose sbuffando.

Dauna parte ero sollevata che non se la sarebbe più presa con me, mail mio lato egoistico era dispiaciuto dal fatto che lo facesse soloperchè glielo aveva intimato Giovi, come al solito non eroabbastanza forte per affrontare da sola certe cose.

-S-soloper q-quello?- Odiavo non riuscire a smettere di balbettare ognivolta che le parlavo, sicuramente davo solo l'impressione di essereuna sciocca ragazzina alle prime armi, cosa che ero effettivamente,ma non era questo il punto! Volevo fare una buona impressione, a leiparticolarmente.

-Tisi stanno bruciando i toast- Mi disse con un tono che era tra lasufficenza ed il menefreghismo.

Migirai di scatto, riuscendo a salvare le fette appena in tempo, presiun respiro di sollievo, odiavo sprecare il cibo e sarebbe statotremendamente imbarezzante spiegare a mia sorella che i toast sierano bruciati a causa del mio innamoramento lampo.

Quandotornai a guardare Rose vidi qualcosa di completamente inaspettato,stava sorridendo, si sorridendo e non un sorriso sbeffardo, no,proprio un sorriso sincero, mentre mangiava quella che ormai era laseconda fetta di pane.

Erodiventata probabilmente bordeaux in quel momento, ma anche moltofelice, con una faccia particolarmente ebete e sorpresa, ma felice,ero di nuovo rientrata nello stereotipo di ragazzina alla primacotta.

-Perchèquella faccia sconvolta?- Mi domandò lei alzando il suo sopracciglioperfetto... niente commenti per questa affermazione per favore.

-N-nonmi a-aspettavo di v-vederti s-sorridere- Risposi, cercando di reggereil confronto col suo sguardo, sudando freddo al contempo.

-Guardache sono umana eh, faccio tutte le cose che fanno gli umani, puresorridere se mi becchi nel momento giusto- Ribattè lei divertita.

-S-scusa,solo c-che, non s-sei s-stata m-molto gentile c-con noi- Pronunciaicon voce tremante, ormai le figuraccie erano il mio pane quotidianocon quella ragazza.

-Behsai, quando sei costretta a fare qualcosa che non ti piace per viverenon torni a casa proprio rilassata e sfoghi la tua frustrazioneesistenziale sul primo che ti capita a tiro, e si lo so, questa èsolo una giustificazione di minchia- Sospirò Rose.

Ionon dissi nulla, sentivo che era ancora troppo presto per chiederlecome avesse fatto a finire per lavorare in un posto simile, o la suastoria in generale.

Isuoi occhi dicevano chiaramente che qualsiasi mia domanda su quegliargomenti sarebbe stata di troppo.

Cosìpresi un'altra fetta di pane e gliela porsi.

-T-tiva?-

-No,ma se me la tieni da parte, questo pomeriggio avrò qualcosa damangiare-

Dicendoquell'unica frase si alzò e se ne andò, lasciandomi da sola col miobatticuore e un piccolo sorriso speranzoso sul volto.

Sapevoche non potevo chiedere che da un momento all'altro s'innamorasse dime, ma per ora quello era più che sufficente.

Pocodopo venne oltre anche Giovi, ci mettemmo così a mangiare, perfortuna era ancora troppo assonnata per notare la mia allegriamattutina.

Dopoaver mangiato ci preparammo entrambe, io ripresi il mio caro vecchiozaino che mi ero cucita da sola alle medie, fù il mio primo progettodi cucito, in quanto non riuscivo proprio a trovare uno zaino che mipiacesse.

Cimisi dentro l'astuccio e un paio di quaderni bianchi, ottimista che,essendo il primo giorno, non ci sarebbe stato bisogno dei libri.

Appenafù pronta anche mia sorella uscimmo, per poi separarci in stazione eprendere due bus diversi.

Appenasalì su quel trabiccolo capì come si dovesse sentire il prosciuttodentro un panino, avvolto nella carta stagnola, in piena estate,sotto il sole e con un'umidità del 100%.

Sentivola mia adorata camicia aderirmi al corpo per via del calore dovutosia alle persone che mi stavano letteralmente addosso e l'afa estivache ancora era presente.

Misentivo soffocare, speravo solo che la mia morte non sarebbe statatanto ridicola e disonorevole.

Dopouna quarantina di minuti finalmente il calvario finì, permettendomidi respirare aria fresca, anche se all'esterno c'erano ancora minimoventi gradi.

Dibuon passo mi diressi verso la mia nuova scuola, si trovava in uncentro studi, in cui vi erano anche uno scientifico ed unalberghiero, dovevo stare attenta, sarei morta dentro se avessisbagliato scuola, svenendo sul posto dall'imbarazzo.

Fortunatamentela sfiga, almeno in quello, mi risparmiò, permettendomi di beccarela struttura giusta.

Appenaentrai il classico subbuglio d'inizio anno per scovare la classe mitravolse, facendomi quasi rimpiangere l'autobus, quasi.

Inqualche minuto riuscì a scoprire la sezione, 5C, perfetto, allaprima ora ero nell'aula sette, quindi l'unica cosa che dovevo fareera arrivare in aula prima che vi arrivassero anche i miei compagniin modo da evitare di essere l'ultima ad entrare e beccarmi così ledomante imbarazzanti di tutti.

Perla grazia divina riuscì anche in questo, avevo fatto proprio bene aprendere lezioni di atletica, ero riuscita a scansare molti alunni edarrivare a destinazione a tempo di record.

Appenaentrata in classe notai che non c'era ancora nessuno, quindi misistemai nell'ultimo banco in fondo ed in penombra, sperando contutto il cuore che nessuno mi notasse.

Lentamentetutti i miei nuovi compagni entrarono, alcuni mi guardarono, per poibisbigliare qualcosa a quello affianco, incominciai a sentirminervosa.

Quandoormai la classe era piena vidi entrare una ragazza dai lunghi eswisshosi capelli neri, non era molto truccata, giusto un po' dimascara, fondotinta e un tocco di eyeliner, devo ammettere che pensaiche fosse molto carina.

Purtroppoperò non riuscivo a fare a meno di confrontarla con Rose e, devodire, trovavo molto più bella la sudamericana, si, stavoprecipitando sempre di più nel baratro.

Laragazza era seguita da un'altra ragazza, che sembrava obbedire aqualsiasi segnale o parola le rivolgesse la prima, quasi come sefosse una schiavetta.

Quandoella mi vide, si diresse verso di me, con gli occhi sbrilluccicanti,il suo sguardo era più che sospetto, avevo un'orribile sensazione.

-Ohma tu sei una nuova arrivata! Quanto a lungo ho sognato codestogiorno, forse finalmente riuscirò a trovare un'altra schiav- amica!Ma lascia che mi presenti, io sono Hope, sono una ragazza bella,intelligente, sono la migliore della classe e negli sport battosempre tutti, fin da quando son nata esiste una misteriosa leggendache narra il mio glorioso e misterioso futuro, ma ho un grande,enorme difetto... Sono sbadata! E questo mi porta sempre a cadere suipetti palestrati di figaccioni random, il problema è che dopoincominciano a litigare per me e mi rendono la vita impossibilevolendomi fare sempre da servitori! Ah e sono una ragazzacompletamente normale- Raccontò, forse non notando il disagio sulmio volto.

-Iosono Summer, la sua inseparabile amica d'infanzia, siamo sempre statemolto unite e...- Cercò di spiegarmi la ragazza accanto a lei,sembrava molto simpatica, con le lentiggini che le ricoprivano ilvolto e quei riccioli castani.

-Nonti ho detto di parlare Summer, non vedi che sto eseguendo la mianormalissima presentazione?- La interruppe Hope.

Inquel momento avvertì che vi era chiaramente qualcosa che non andava,Summer sembrava la classica ragazza zerbino, mentre Hope sembravaessere la protagonista di qualche fanfiction sgrammaticata.

Ildisagio continuava a crescere dentro di me come un fiore che vieneannaffiato sotto il sole, uno splendido fiore disagius maximus.

-Maperdonami, non ti ho dato il tempo di presentarti, ora lascierò chela mia immensa carità ti permetta di parlare, prego- Mi guardòintensamente, il suo sguardo esigeva che io parlassi e subito anche.

-Michiamo Gianroberta, mi sono appena trasferita e sono nuova in città,non c'è nulla d'interessante da dire su di me direi- Le risposi,sperando che se ne andassero da lì in fretta.

-Tuttoqui? Cavolo io sono una persona completamente normale è vero, ma tesei fin troppo normale!- Esclamò quella ragazza, era forse delusadalla mia normalità? Che si aspettava, che fossi la sua sorellaperduta trasferitasi apposta per informarla che doveva iniziare unamissione da cui dipendeva il destino del mondo?

-Edio che speravo di aver finalmente colei che mi avrebbe iniziata almio glorioso destino!-

Confessoche in quel momento ero quasi convinta di essere effettivamentedentro una fanfiction.

-Wow...e dove vivevi prima? Come mai vi siete trasferiti?- Mi chiese Summercon i suoi occhioni azzurri sbrilluccicanti.

Stavoper risponderle, quando la sua "fantastica" migliore amicam'interruppe.

-Summer!Ne avevamo già parlato! Sono io a fare le domande, te pensi a farela stupida per mettere in risalto la mia favolosità. Ricominciamook?-

-S-scusa...-Si scusò la ragazza, che era almeno di una ventina di centimetri piùbassa dell'amica, arrossendo, sotto la spessa montatura dei propriocchiali.

Senzache ebbi il tempo di parlare Hope mi guardò con i suoi occhi dorati,cerchiati di viola e con qialche pagliuzza verde nell'iride, delcolore più normale del mondo insomma.

-Edove vivevi prima? Come vi siete trasferiti qui?- Domandò questavolta Hope.

-Wow,non mi sarebbe mai venuto in mente, come sei intelligente Hope!- Laseguì Summer.

Eroincredula, ero di fronte a uno stereotipo vivente, anzi a duestereotipi viventi, non sapevo che fare, decisi che se volevomandarle via l'unica soluzione era assecondarle.

-Vivevonella città in cui sono nata, Torino, poi io e mia sorella ci siamotrasferite a Rimini per cause familiari...- Speravo vivamente checapissero, dal tono seccato della mia voce che era meglio noncontinuare a fare domande sull'argomento.

-Chetipo di cause?- Speranze vane, visto che Hope mi fece quella domandacome se non avesse avvertito minimamente il mio disagio.

-Ehm...forse non dovremmo chiedere cose così private- Cercò di convincerlal'amica timidamente.

Almenouna delle due aveva buon senso, pregai che quella svalvolataascoltasse la sua amica.

-Uhcerto, ora è troppo presto per pretendere che tu mi riveli il tuotragico passato, forse un giorno... in futuro... all'ombra di unfuoco estivo... mi rivelerai la tua incredibile storia ed io sarò lìpronta a donarti una spalla su cui piangere! Per poi mandarti tra lebraccia di un figaccione ed essere così il tuo cupido-

Asentire la sua descrizione di me che andavo fra le braccia di un uomomi venne quasi un conato di vomito, non per l'uomo in se, ma per ilpensiero di cosa avrei dovuto fare con quell'uomo!

Solopensare a quello che aveva nei pantaloni sentivo la colazionerisalirmi su per la gola, lo ammetto, non avevo nemmeno un briciolodi eterosessualità e non ce l'avrò mai.

-Nonc'è bisogno che mi faccia da cupido davvero!- Mi affrettai a direcon palese nervosismo.

-Ahcapisco, quindi sei una di quelle verginelle che non ha ancora maiavuto nessuna esperienza con l'amore! Non preoccuparti, io tisalverò!- Disse convinta Hope.

Lasituazione stava degenerando sempre di più, dovevo trovare presto unmodo per sfuggire a quella situazione, altrimenti la mia vitascolastica sarebbe stata condannata al disagio più completo edisperato.

-Nonc'è bisogno che mi trovi un ragazzo perchè io sono lesbica!-Esclamai, quasi urlandolo.

Quandomi resi conto di quello che avevo effettivamente detto.

"Ohcazzo, oh cazzo, oh cazzo, perchè dovevi fare il peggior coming outdi sempre, il primo giorno di scuola, praticamente urlandolo, che hainella testa Roby!?" Mi rimproverai.

VidiHope completamente sconvolta, mi guardava come se fossi un alieno ouna strana creatura mitologica.

-Nonposso credere ai miei occhi!- Esclamò la ragazza di fronte a me,senza che io capissi perchè fosse tanto sconvolta.

-Infineil fatidico momento d'intraprendere il mio destino è giunto quindi!-

Adogni parola di quella tipa ero sempre più confusa, il professore nonera ancora entrato in classe ed io vedevo già la mia vita scolasticacadere a pezzi e sgretolarsi.

-Tu!Sei la mia nemesi! Infine sei comparsa! Vuoi confondermi con le tueattrazioni perverse e farmi andare sulla via dell'oscurità! Ma ionon cederò, ti sconfiggerò e verrò ricordata come un'eroina!-

Hopeincominciò a correre verso l'altro capo della stanza, cadendorovinosamente a metà strada.

-Maledizione!La mia sbadataggine come al solito si frappone fra me e la vittoria!-Gridò teatralmente, mentre ancora era a terra e Summer cercava diaiutarla a rialzarsi.

-Haivinto questa battaglia ma non vincerai la guerra nemesi! Io salveròil mondo!- Esclamò rivolgendosi verso di me.

Lacampanella suonò e le due mie nuove compagne di classe si andarono asedere, giusto prima che entrasse il professore.

L'insegnanteera un ragazzo... o forse una ragazza, giovane, non era ben chiaro, isuoi tratti erano particolarmente androgini e pure la voce non erariconducibile ad uno in particolare dei due sessi, a mio parere.

Sipresentò come Andrea Mircari, prof d'italiano e coordinatore diclasse, credo che tutti rimasero sorpresi dal fatto che ilcoordinatore fosse qualcuno di così giovane, a colpo d'occhio nondoveva avere nemmeno trent'anni.

Lagiornata passò incredibilmente tranquilla, nonostante sentissi glisguardi di sfida di Hope su di me, mentre Summer mi guardava come adire "Ti prego non farci caso", mentre pendeva dalle labbra dellasua cosìdetta "amica". A quei tempi non comprendevo ancora ilmotivo per cui seguisse sempre come un cagnolino Hope.

Ilprof d'italiano era quello che mi aveva dato l'impressione migliorefra tutti, mentre gli altri erano tutti più o meno pazzoidi, poiquello di religione era addirittura lo stereotipo del bigottoperfetto. Con quei suoi "Non sono razzista ma... non sono omofoboma..." ecc...

Ilbello era che molti alunni gli davano corda!

Sospiraiaccasciandomi sul banco, arrendendomi all'ennesimo anno scolasticosenza amici, ormai ne avevo fatto la collezione tanto.

Sentirel'ultima campanella fù una liberazione, mi alzai dal banco e cercaidi uscire dalla classe più veloce che potevo, ma non potevo esserepiù veloce di una marea di studenti imbizzarriti.

Efù proprio nel momento in cui tutte le uscite erano occupate che lamia nuova conoscenza venne a parlarmi di nuovo.

-Quindisei qui nemesi...- Disse, con tanto di suspance a fine frase.

-EccoHope, vorrei tornare a casa ora, se non mi sbrigo perderò l'autobusquindi...-

-Puoianche risparmiare il fiato Nemesi, il tuo palese tentativo diprendere tempo è stato ovviamente percepito dalla mia intelligenzasuperiore, non ti lascerò andare fin quando non debellerò la tuainfluenza negativa!-

Incominciaia diventare nervosa, non potevo certo tornare in ritardo per colpa diuna fanatica di mmorpg, ma non volevo nemmeno aggravare la suaantipatia verso di me, era troppo chiedere una vita scolasticatranquilla?

-Cheinfluenza negativa può avere una ragazza che vuole tornare a casa?-Domandai frustrata, guardandole entrambe, cercando di sfoggiare unaperfetta espressione carina e coccolosa.

-Kawaii...-Pronunciò Summer sottovoce.

-Comescusa?- Chiese Hope scandalizzata alla sua amica d'infanzia.

-Ehm...volevo dire... Arg! Il suo malefico incantesimo sta prendendopossesso della mia mente! Non so per quanto riuscirò a rimanerelucida! Ti prego salvami Hope!- Esclamò iper drammatica Summer.

-Ohno! Che infima creatura che sei Nemesi! Prima attaccare i mieialleati per distrarmi, ma con me non funziona! Aaaaah!- Gridò,inciampando e cadendo a causa dei lacci delle sue scarpe.

-Maledettasbadataggine!- Imprecò.

Approfittaidel momento in cui era a terra per fuggire, correndo più veloce chepotevo verso la fermata, non mi avrebbe mai trovata in mezzo a tuttigli studenti che aspettavano il bus.

Cercaidi riprendere fiato, mentre ringraziavo il cielo per essere riuscitaad arrivare in tempo, sarei tornata a casa in orario, almeno per quelgiorno.

Ilviaggio di ritorno fù identico a quello di andata, con l'unicadifferenza che questa volta ero psicologicamente esausta per viadella mia avventura scolastica.

Nonpotevo iniziare meglio proprio.

Apriila porta con la mia copia delle chiavi, Giovi era al lavoro, quindinon rischiavo un abbraccio soffocante di congratulazioni per il primogiorno di sfiga scolastica.

Entrandonotai Rose che dormiva placidamente sul divano, con un piattinosporco di briciole e confettura appoggiato sul tavolino davanti alei.

Sentìil cuore salirmi in gola, capendo che il toast che avevo lasciato daparte l'aveva effettivamente mangiato.

Erotalmente emozionata che mi scordai di richiudere la porta, a quellopensò Rolando, devo confessare che ero troppo impegnata a fare lastalker ed ammirare Rose mentre dormiva per accorgermi di lui.

Chiusela porta stando ben attento a non fare troppo rumore.

-Vedi,diventa una belva se qualcuno la sveglia- Mi sussurrò indicando labella addormentata.

-Perconquistarla continua con la strategia del cibo, diventa molto piùragionevole con qualcosa tra i denti- Dopo avermi sussurrato quelpiccolo consiglio si diresse in camera sua, lasciando me nel piùcompleto imbarazzo.

Nonsolo la ragazza che era entrata a forza nei miei pensieri si eraaccorta dei miei sentimenti, ma anche il coinquilino gay con cuiavevo parlato due volte da quando mi ero trasferita.

Lasituazione non poteva essere più imbarazzante di così.

Peròdentro di me sapevo già che avrei seguito la strategia del cibo.



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