Pioggia

Pioggia – Moshang

Il ghiaccio si scioglieva, i muri della sua corazza si crepavano in suoni di pietra spaccata.
Gocce grandi come globi di acqua si infrangevano al suolo.
Sul tetto di tegole nere della casa ricreativa, la pioggia erodeva le pietre del sentiero proruppendo in una preoccupante melodia di gocce dal ritmo sempre più cadenzato.

Goccia tintinnante, goccia grande crepitante e così via per una lunga notte.
Shang Qinghua si stringeva nel mantello di panno giallo dal bordo di pelliccia bianca, sedeva alla scrivania della propria camera tremando appena.

La candela nel lume ancora emanava luce, cosicché proseguiva a scrivere una nuova storia.

Visto il proprio letto era occupato dal corpo massiccio di Mobei Jun, il suo consorte per il quale lasciava il gelo della pioggia di inverno penetrasse nei muri di bambù della modesta abitazione, Shang Qinghua resisteva e scriveva finché non sentì un mugugno.
«Qinghua, è tardi vieni a letto.»
Il re chiamava, lui ubbidiva.
Shang Qinghua posava il pennello accanto alla pergamena e si avviava docile verso il suo piccolo letto occupato per intero da Mobei Jun, si sfilò il mantello lasciandolo cadere a terra , si sdraiò sul corpo del consorte lasciando li avvolgesse sotto la coperta.
Chiuse gli occhi, addormendosi al battito del cuore del suo DaWang, fuori la pioggia scrosciava ma era fresco temporale estivo.
Al collo di Mobei Jun brillava la goccia bronzea di Tormalite, la pietra donatagli da Shang Qinghua dopo aver superato un periglioso cammino tra impervie tormente di neve e gelidi e alti sentieri pur di giungere alla grotta dove tra alte stalattiti si custodiva il gioiello capace di far sopportare ai demoni di ghiaccio il calore.

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