You're the darkest burning star

Capitolo dodici - You're the darkest burning star

"Anche se sei cattiva per me sei bella.
Sei la stella più oscura, sei la mia malattia preferita" -Five Finger Death Punch (The Bleeding)

Ho accettato la proposta di Alex riguardo alla festa solo perchè mi faceva tenerezza, quella ragazza mi avrà invitato a milioni di feste da quando ci conosciamo e io, ovviamente, non mi sono mai presentata a nessuna di esse, per il semplice motivo che odio tutte quelle persone con cui andavo al liceo, è vero non li conosco, infondo ho cambiato decine di licei e altre scuole nella mia vita ed era difficile che riuscissi a farmi degli amici, ma conoscendo Alex gli amici che intende lei sono i soliti figli di papà e le classiche oche bionde e rifatte. Inizio a maledirmi per aver accettato, potrei sempre inventarmi di star male...no, verrebbe a cercarmi a casa non credendo alla scusa, maledizione a me e alla mia mente che non ci ragiona prima su queste cose.
Arrivo davanti al portone di casa con in mano due buste con dei vestiti nuovi e una stracolma di cibo, dovevo fare la spesa e me ne sono ricordata al ritorno, poso le borse per terra e inizio a frugare nella mia tracolla per riuscire a trovare le chiavi di casa che, per fortuna, non si sono mosse dalla loro tasca, apro il portone recuperando le borse e iniziando a salire le scale, all'improvviso mi ricordo di questa mattina, mi chiedo se i ragazzi siano più tranquilli o no...
Entro in casa chiudendomi la porta alle spalle e venendo accolta dai ragazzi che mi salutano a gran voce.
"Ehy, stronzo, hai barato!"
"Non ho barato Christ, sei tu ad essere una schiappa in questo gioco"
"Fanculo Shads, non si vince mai con te"
Ridacchio alla vista di Matt e Johnny che litigano per il gioco di Call of Duty, anche se mi sorprendo l'attimo dopo...
"Ragazzi ma...io non avevo la play", ammetto fissando i ragazzi dubbiosa.
"Oh, non preoccuparti, siamo passati da casa nostra e l'abbiamo portata qui, sai, ci siamo affezionati", mi spiega Matt con occhi adoranti alla sua amata play mentre tenta di abbracciare il joy-stick.
"Si Angel, devi sapere che questo armadio a quattro ante è in grado di dormirci insieme, sia mai che se ne separa", ridacchia Zacky prendendolo in giro.
Porto la borsa della spesa in cucina sotto le voci dei ragazzi che hanno ricominciato a giocare urlandosi contro insulti che farebbero sbiancare chiunque, ritiro tutto negli appositi armadietti e qualcosa va a finire nel frigo dopo aver sistemato il tutto prendo le borse con i vestiti e mi avvio in camera mia, mi chiudo la porta alle spalle e quando mi volto verso il centro della stanza sussulto.
"Cazzo James!", urlo al ragazzo che si mette a ridacchiare per poi sedersi a gambe incrociate sul letto visto che prima ci era sdraiato.
"Già di ritorno?", mi chiede facendo finta di nulla.
"Perchè? Sarei dovuta tornare più tardi?", chiedo aggrottando le sopracciglia e posando le borse vicino alla scrivania.
"Curiosità", risponde semplicemente.
"E comunque, ti ho già detto che non ti voglio qui dentro"
"Eppure l'altra sera mi ci hai fatto dormire qui dentro"
"L'altra sera è stato...diverso"
"Hai indugiato"
"Oh non rompere, avanti esci"
"No, rimango qui", ridacchia aggrappandosi al letto come se avesse paura che possa buttarlo giu, come se potessi data la sua forza e la sua altezza, sbuffo per poi avvicinarmi al ragazzo, rimanendo in piedi davanti al letto.
"Perchè devi sempre...", non finisco la frase che il ragazzo mi afferra un polso e mi tira contro di lui stringendomi il busto e appoggiando la testa all'altezza del mio stomaco, mi si mozza il respiro e sbarro gli occhi per la reazione che ha appena avuto James, sento il cuore battere sempre più forte come se volesse uscirmi dal petto sentendo le mani del ragazzo sulla schiena, mentre continua a tenermi stretta a lui come se avesse paura che possa scappare.
"J-James che..."
"Shh", sospira debolmente e mi stringe ancora più forte, "Dimmi che stai bene", mormora contro la stoffa della mia maglietta.
"Certo che sto bene, non dovrei?"
"Intendo, per quello che è successo stamattina"
"Si...si sto bene", porto le braccia intorno al collo del ragazzo, abbassandomi di poco, e gli accarezzo i capelli neri con calma sentendo il suo respiro infrangersi sul mio braccio.
Mai e poi mai, avrei pensato di poter fare una cosa del genere, tanto meno di lasciargliela fare, ammetto che questo contatto mi piace e sono anni che non mi sento più così bene durante un abbraccio, in qualche modo sento di esser legata a questo ragazzo anche a causa di quello che mi ha detto, tutta la storia che mi ha raccontato...secondo me ha tralasciato qualche dettaglio ma non voglio indagarci troppo.
"E' stato strano", rompe il silenzio parlando piano e con la voce quasi roca.
"Che cosa?"
"Ho avuto paura", mi guarda negli occhi mentre pronuncia queste parole, "E non succedeva da anni, Angel, i demoni non la provano"
"E allora, perchè tu...?"
"Non lo so, sento solo che ho davvero avuto paura di perderti...", esita, "...per sempre"
Queste parole sono in grado di lasciarmi con l'amaro in bocca ma decido di non chiedergli altro, mi separo da lui scompigliandogli i capelli e facendolo innervosire, ridacchio per la sua reazione mentre lo vedo risistemarsi i capelli, recupero i vestiti nuovi dalle borse e li ritiro nell'armadio sotto lo sguardo del ragazzo che sento come se mi stesse toccando.
"Brian?", chiedo di punto in bianco
"E' nell'altra stanza", mi risponde freddo, non immaginavo una risposta così schietta e non lo mai sentito parlare così rivolto al suo migliore amico.
"E...sta bene?"
"Ti interessa? Io mi preoccuperei più per me stesso"
"Non fare così, sono sicura che non voleva farlo davvero"
"Lo stai difendendo?"
"Certo che no, semplicemente provavo a mettermi nei suoi panni, anche con tutto l'odio che posso provare nei suoi confronti non credo che sia una persona cattiva", ammetto sentendo il ragazzo sospirare, mi siedo vicino a lui sul letto mettendomici al centro e incrociando anche io le gambe.
"Hai ragione, Brian non è cattivo, ma non provare nemmeno per idea di metterti nei nostri panni, non sai cosa significhi essere come noi, non hai idea di come ci si senta davanti ad una persona terrorizzata e a tutto l'autocontrollo che ci serve per non saltarle addosso. Viviamo qui da troppo tempo, iniziamo a controllarci sempre di meno, ogni giorno che passa rischiamo di impazzire. Non sai cosa voglia dire odiarsi per aver ucciso milioni di persone solo per un bisogno che potrebbe non esistere", parla con sofferenza e posso notarlo dai suoi occhi, le pupille sono dilatate e sono velate di tristezza.
"Quindi, voi...uccidete persone innocienti?", chiedo mantenendo il controllo per non tremare
"Alcune se lo meritano, altre no, ho pianto per loro, chi sono io per togliere la vita alle persone? Per quanto inutile e stupida o anche triste sia la loro esistenza, ho ucciso genitori e figli per anni, ma raramente mi ci vedevo obbligato, sai, per un demone è pericoloso provare emozioni troppo forti, potremmo perdere il controllo senza nemmeno accorgercene, ad esempio per questo problema io e Brian abbiamo smesso di suonare"
"Suonavate? Che cosa?", chiedo sorridendo al ragazzo, colta da un secondo di euforia
"Lui suonava la chitarra, ma sa anche suonare il violino e il pianoforte, io suonavo la batteria, ma so anche suonare la chitarra e il pianoforte oltre a dilettarmi col canto", ridacchia a queste parole mentre un triste sorriso gli compare subito dopo sul viso.
"Anche gli altri suonano, Zacky è il secondo chitarrista del gruppo, Johnny è il bassista e Matt canta, loro non hanno problemi a suonare, non rischiano nulla ma hanno deciso di smettere anche loro, 'Fuori uno, fuori tutti', con queste parole Matt ci ha annunciato che avrebbero smesso, volevano starci vicino sapendo quanto sia importante per noi la musica"
"Molto nobile, questa si che è un'amicizia, vi invidio sai? Io non ho mai avuto, in questa vita, amici così, sono sempre stata per conto mio e non mi preoccupavo del commento che la gente faceva su di me, ricordo quando tra i corridoi di scuola o in casa mi squadravano dalla testa ai piedi per il mio modo di vestirmi o per il mio carattere, sono sempre stata solitaria e cupa eppure non riesco a vederne il lato negativo, le persone dovrebbero essere libere di esprimere se stesse, no?", Jimmy mi guarda con un sorriso per poi annuire convinto.
"Sei sempre stata così, non c'è bisogno che mi spieghi la tua storia, non a me"
"Mi conosci davvero così tanto?"
"Forse anche più di quanto conosca me stesso", ammette abbassando lo sguardo per un secondo mentre io arrossisco violentemente per poi alzarmi dal letto imbarazzata e uscire dalla stanza.
Ma che cazzo ti prende, Angel? Ora tremi davanti a lui?










***















TRE GIORNI DOPO




Sono passati tre giorni dall'ultima conversazione con Rev e ammetto che da quel giorno il nostro rapporto si è calmato anche se sembra che il ragazzo si trattenga di continuo e qualche volta lo trovo a fissarmi per poi far finta di nulla, sinceramente non so nemmeno io cosa pensare, magari questo comportamento lo ha sempre avuto ma io lo noto solo ora.
Tra poche ore ci sarà la festa data da Alex e io sono davvero nel panico più totale, non so cosa mettermi e ho abbandonato ogni vestito sul mio letto mentre dai cassetti dell'armadio fuoriescono anche dei vestiti, i ragazzi non si meravigliano più di nulla dopo che mi hanno visto per tutto il pomeriggio correre su e giu per la casa mentre urlavo frasi come 'Non so cosa mettermi' e 'Basta ci rinuncio e non ci vado', non voglio sembrare troppo elegante eppure Alex mi ha detto di mettere qualcosa che si noti, odio profondamente mostrare il mio corpo alle persone, da sempre, forse a causa di tutto quello che ho subito, non lo so.
"Pronta?", cinque teste spuntano dallo stipite della porta di camera mia, ridacchio vedendo i ragazzi quasi intimoriti ad entrare nella camera per paura che possa urlare contro anche a loro, oltre che a prendermela solo con i miei poveri vestiti.
"Per niente", sbuffo portandomi la mano tra i capelli con nervosismo.
"Ok basta, fate fare a me", è Brian ha parlare, mentre si avvicina a grandi falcate al letto e inizia ad analizzare ogni singolo vestito con quei suoi occhi penetranti.
Già Brian, abbiamo parlato due giorni fa, è stato difficile riuscire a riavvicinarmi a lui perchè aveva paura che potesse farmi ancora del male, ma alla fine siamo riusciti a parlare tranquillamente e lui mi ha spiegato che non era sua intenzione fare quello che stava per fare, semplicemente ha agito d'impulso e d'istinto, o almeno l'istinto di un demone, mi ha giurato sulla vita dei suoi amici e sulla sua che non l'avrebbe mai voluto fare e che non sa perchè abbia avuto quella reazione, parlandone con i ragazzi durante una cena siamo giunti alla conclusione che, con l'avvicinarsi della scadenza che hanno per la punizione, stanno iniziando ad impazzire e quindi fanno sempre più fatica a controllarsi.
"Tieni, provati questo", mi riporta alla realtà avvicinandomi un vestito rosso e dir poco provocante, non ribatto uscendo dalla camera e avviandomi in bagno per metterlo, quando torno in camera noto Jimmy seduto sul letto assieme a Johnny, Zacky appoggiato alla scrivania e Matt seduto sulla sedia mentre Brian è esattamente dov'era prima, mi guardano da testa a piedi per poi fare cenno di no con la testa. Questo vestito rosso acceso comprende una minigonna, forse fin troppo mini, uno scollo abbastanza evidente mentre la schiena è completamente esposta.
"Non esiste"
"Lei così non ci esce", borbotta Jimmy
"Troppo spinto, pensavo meglio", afferma Gates porgendomi un vestito un po' più lungo ma bianco, ripeto lo stesso procedimento e al mio ritorno in camera i tre angeli si aprono in un sorriso. Questo comprende un top, le spalle sono nude mentre le maniche iniziano poco sotto la spalla e arrivano fino al polso, scende morbido davanti fino al ginocchio per poi andare indietro come se fosse uno strascico, alla vita c'è un piccolo nastro color argento chiaro che sul retro si chiude in un fiocchetto.
"Allora?", chiedo ansiosa.
"Stai bene", afferma Matt
"Direi che sembri un angelo a tutti gli effetti ora", ridacchia sincero Zacky
"Anche a me piace, risaltano i capelli", mormora Johnny
"Troppo banale", conclude Synyster questa volta girandosi nuovamente verso il letto e cercando tra i vestiti peggio di me qualche minuto fa.
"Questo no...questo è orribile....no...troppo corto...troppo lungo....che colore orribile, Angel davvero? ...", borbotta continuando a lanciare abiti da una parte all'altra.
"Gates non devi metterlo tu", ridacchia Jimmy prendendolo in giro, lasciandogli un pugno affettivo sul braccio.
"Ecco! Metti questo!", urla felice come un bimbo davanti ad un negozio di giocattoli.
"Questo? Ma. Brian io non lo mai usato", ammetto prendendo tra le mani il vestito.
"Ah, non importa, c'è sempre una prima volta, forza vallo a provare!", mi spinge letteralmente fuori dalla camera.
Quando vi rientro Matt, James, Zacky e Johnny rimangono letteralmente a bocca aperta, mentre Brian sorride soddisfatto, quest'ultimo vestito è nero in pizzo, lo scollo è a cuore e le braccia sono completamente nude, mentre ho deciso di usare dei guanti senza dita che arrivano fino al gomito anch'essi neri con i laccetti sottili come quelli dei corsetti, dietro il vestito ha uno scollo che arriva fino a metà schiena lasciando il tatuaggio delle ali completamente visibile, la gonna arriva fino al ginocchio e scende dietro fino a metà polpaccio, il fatto che sia completamente in pizzo è davvero affascinante e non mi sento in imbarazzo nell'indossarlo. Brian si avvicina a me e porta una mano ai miei capelli sciogliendoli dalla coda che mi ero fatta, li muove un po' dandogli volume e sistemarli sulle spalle, lasciando che ricadano poi sulla schiena apparte qualche ciocca, soddisfatto del proprio lavoro mi sorride sincero e io ricambio il suo sorriso anche se un po' incerta. Porta una mano a circondarmi le spalle per poi mettersi lateralmente a me, mostrandomi agli altri.
"Che ne dite?", chiede sorridente, Jimmy si alza dal letto e subito dopo sorride.
"Sei bellissima"

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