Save me

Capitolo diciannove - Save me

"L'amore è uno svantaggio pericoloso" -Sherlock

JAMES'S POV

"Non mi trovi più carina?"
Angel non fa altro che fissarmi con quegli occhi troppo scuri e troppo profondi per essere normali, con le pupille dilatate sembrano ancora più profondi, ancora più cupi, si avvicina ancora di un passo annullando praticamente le distanze, mi guarda dal basso e un sorrisetto malato le imperla il viso.
Deglutisco a vuoto cercando di distogliere lo sguardo dal suo ma non ci riesco, mi sento drogato da questi occhi tormentati.
"Perchè non mi rispondi?", mi chiede con voce languida e biascicata.
"Sei ubriaca, Angel, non sai quello che dici", ripeto alla ragazza bloccandole una mano poco prima che si posasse sul mio petto.
"Sono abbastanza sobria da voler una risposta"
Sospiro e senza aggiungere altro cerco di prenderla in braccio ma appena la blocco inizia ad urlare e a dimenarsi, rischiamo di cadere più volte fin quando non riesce a tirarmi uno schiaffo in piena guancia, mi guarda arrabbiata e con il respiro accellerato e continua ad urlarmi parole a caso, tanto che le sue urla attirano anche gli altri.
"Ehy Jimmy, vuoi una mano?", ghigna Brian facendo capolino dalla porta, lo guardo in cagnesco mentre Angel, come lo vede, si zittisce e punta il suo sguardo sulla figura del mio migliore amico.
"Synyster Gates, hai finito di uccidere?", domanda sicura di quello che dice.
"Vuoi essere la prossima?"
"Accomodati, ho sentito dire che hai una certa reputazione con le ragazze, potresti sempre aggiungermi alla lista...", ghigna malefica socchiudendo gli occhi in uno sguardo glaciale, "...oh, dimenticavo, non lo faresti mai. Non con me"
"Cosa te lo fa pensare?", chiede Brian visibilmente confuso dalle sue parole.
"Semplice, io le assomiglio, è per questo che non mi faresti mai del male. Io assomiglio alla tua Evangeline, non è così tesoro?"
In meno di un secondo vedo lo sguardo di Brian cambiare, da divertito e confuso diventa improvvisamente afflitto e quasi colpevole, si piega di poco su se stesso come se fosse stato colpito allo stomaco e mi lancia uno sguardo omicida.
"James, portala via, o la uccido"
"Brian è ubriaca, credi davvero che lo pensi sul serio?"
"Non mi interessa, non la voglio più vedere"
"Syn, avanti vieni via", Matt si avvicina al più giovane e gli prende un braccio tirandolo con poca forza e senza troppe difficoltà, escono dal garage e sicuramente saranno diretti in salotto.
"Zacky, potresti aprire l'acqua della doccia in camera mia?"
"Si amico, ci metto due secondi"
"Grazie, Johnny stai con Matt, se quello impazzisce sarebbe in grado di distruggere tutta Huntington Beach"
"Non preoccuparti, pensa a lei", mi indica la ragazza, ora sdraiata per terra con gli occhi chiusi mentre continua a cantare un motivetto appena inventato.
Sospiro e mi avvicino a lei per prenderla in braccio, questa volta senza troppi giri di parole riesco a farla alzare in piedi fin quando non prende lei l'iniziativa e mi salta in braccio, mi stringe le gambe intorno ai fianchi e le braccia intorno al collo per poi posare la guancia sulla mia spalla, tipica posizione di un bambino.
"Dove andiamo?"
"A farti fare una doccia"
"Maniaco"
"Ti voglio solo aiutare, e poi ti ricordo che fino a dieci minuti fa eri tu che mi volevi nel tuo letto"
"Si...certo...", la voce è sempre più bassa ed è seguita da uno sbadiglio.
"Angel? Non dormire"
"Non sto dormendo, mi sto rilassando", a queste parole segue una stretta più forte delle gambe, con un colpo di reni la posiziono meglio per poi iniziare a salire le scale. Arrivati al corridoio incrocio Zacky mentre sta per scendere e tornare dagli altri, mi ferma giusto per il tempo di lasciare un bacio tra i capelli di Angel e per dirmi di capirla, anche se al momento mi risulta difficile, entriamo nel bagno e la faccio scendere assicurandomi che riesca a mantenere l'equilibrio, dopo esserne sicuro le tolgo la cintura dalla vita e le prendo i lembi della maglietta in modo da toglierla.
"Ma che fai?! Maniaco che non sei altro! Levami le mani di dosso!"
"Sta ferma, cazzo, voglio aiutarti, siamo in pieno inverno e se ti fai la doccia vestita rischi di ammalarti!"
Dopo parecchie altre urlate riesco a farla star ferma, le tolgo la maglia, seguita dagli anfibi e dai pantaloni, la lascio in intimo e la riprendo in braccio per farla sedere dentro la vasca, prendo il manico della doccia da dove esce dell'acqua calda al punto giusto e inizio a passargliela sulla schiena, mi soffermo per un po' sui tatuaggi che le rivestono gentilmente dei punti di pelle, le ali sulla schiena quella sinistra è l'ala di un angelo, piumata, bianca e ben disegnata come se fosse vera, l'ala destra è quella di un demone, sempre piumata ma a differenza dell'altra è nera e sembra bruciata, passo una mano sul contorno del tutuaggio e all'altezza delle scapole riesco a notare due piccoli graffi tendenti al rosso, per un attimo un'idea mi colpisce la mente ma la scaccio quasi subito, porto la mano destra sulla fronte di Angel e le faccio reclinare il capo all'indietro per poi passare l'acqua sui capelli, noto altri tatuaggi, il numero sette in romano dietro l'orecchio sinistro, la piccola frase 'forever' all'altezza del cuore, una rondine irlandese sull'avambraccio destro.
"Jimmy..."
"Mh?"
"S-scusa...non ...non volevo", porta le ginocchia al petto e ci affonda il viso chiudendosi a riccio.
"Non dovevi bere così tanto"
"Tu sei l'ultimo che può farmi la ramanzina sull'argomento"
"Proprio perchè sono il primo a farlo te lo sto dicendo, smettila di affogare i tuoi rimpianti nel fondo di una bottiglia, hai rischiato di morire tre volte in una sola serata", ammetto per sdrammatizzare un po'.
"Come?", mi chiede alzando la testa per guardarmi.
"Hai finito la scorta di Jack Daniel's di Brian, mi hai tirato uno schiaffo e hai parlato a Brian di Evangeline...a proposito, come la conosci?"
"Me ne ha parlato Brian", sospira, "Cazzo, che cosa ho fatto"
"Oramai lo hai fatto, inutile piangerci sopra, perchè hai bevuto così tanto?", deglutisce e abbassa lo sguardo colpevole.
"Ho...ricevuto una lettera", non la interrompo deciso a farla parlare e per mia fortuna dopo poco ricomincia a parlare senza che io le chieda nulla.
"Una lettera dalla mia famiglia...da mia madre, Jimmy mi ha detto che mi troverà, mi sta cercando, lei, papà e Derek, li conosco e non si daranno pace finchè non mi troveranno, ho paura di quello che può succedere e non voglio rivederli...", due lacrime le solcano il viso, "M-mi hanno rinchiuso in un ospedale psichiatrico per tre mesi perchè c-credevano che io fossi pazza...io non lo sono mai stata, mi hanno torturato in quel posto James, mi hanno picchiato, mi drogavano e mi sottoponevano all'elettro-shock, non voglio che riaccada. Ho paura, cazzo, ho un'innata paura!"
Spinto da un senso di protezione mi avvicino in fretta e la abbraccio, si stringe a me come dopo un incubo e inizia a singhiozzare a dirotto, mi si stringe il cuore a vederla così...o almeno metaforicamente. La lascio sfogare fin quando, stremata, non si addormenta addosso a me.

"Non lascierò che ti sfiorino nemmeno con un dito piccola, finchè ci sarò io non ti faranno del male", le sussurro accarezzandole il viso, la copro meglio e mi alzo dal letto per poi uscire dalla camera e raggiungere i ragazzi.
"Dorme?", mi chiede premuroso Zacky.
"Si. Brian..."
"Sto bene, Jimmy"
"Sicuro?"
"Ti ho detto che sto bene", risponde incrinando di poco la voce e mandando giu un grande sorso di birra.
"Lo ha fatto per la lettera", dico ai ragazzi che subito dopo mi guardano con uno sguardo rassicurativo.
"Lo immaginavamo"
"E' più sensibile di quanto credessi, quei mesi l'hanno distrutta e ora ha paura che risucceda"
"Come pensi che..."
Le parole di Johnny vengono fermate dal campanello di casa, guardiamo velocemente l'ora e ci rendiamo conto che sono le undici di sera, chi mai va in giro a quest'ora? In questo quartiere poi.
Matt e io ci alziamo dai divani e il mio amico si avvicina per primo alla porta, appena la apre davanti a noi si presenta una figura.
Una donna, di mezza altezza e sulla cinquantina, i capelli lunghi fino alle spalle sono biondi, sicuramente tinti, il viso spigolso privo di rughe, le labbra contornate da un rossetto rosso sangue, gli occhi verdi freddi e distaccati, un abito semplice di un rosa pallido che arriva al ginocchio e un pellicciotto bianco ricoprono il corpo della donna, le scarpe in tinta col vestito presentano dei tacchi decisamente alti.
"Desidera?", parla Matt che al momento sembra essere l'unico con ancora il cervello attivo.
"E' qui che si trova la signorina Angel Williams?", chiede la donna con voce altezzosa e viscida.
"Chi la cerca?"
"Oh, che domande giovanotto, sono sua madre", sorride perfida e io mi sento montare la rabbia.
"Credo ci sia un'equivoco signora Williams, noi non conosciamo nessuna ragazza che risponda al nome di Angel", tutta questa formalità di Matt a volte mi sorprende.
"Mh, che strano, eppure mi hanno detto che si trovava qui, oh bèh, non mi invitate ad entrare giovanotti? Ho fatto molta strada per venire qui", prova ad entrare e al che non posso far altro che fare un passo avanti affiancando Matt.
"Non credo che ci tenga a vedere tre ragazzi che girano per casa nudi, sa, alla sua età sarebbe sconcertante, mi creda non sa cosa si nasconde dietro questa porta".
James, davvero? Una migliore la potevi anche inventare
"Eppure io vedo solo voi due, e siete perfettamente vestiti", prova ancora la donna cercando in tutti i modi di entrare in casa, fin quando una voce acuta non ci arriva alle spalle.
"Amore! Dove ti sei nascosto, cucciolo!?", io e Matt ci lasciamo uno sguardo preoccupato cercando di non farlo vedere alla signora Williams, subito dopo un braccio mi circonda le spalle, mi volto e vedo Brian, i capelli completamente stravolti con un braccio intorno alle mie spalle e uno intorno a quelle di Matt, fin qui nulla di troppo strano, apparte...
"Per l'amor del cielo che sconceria!", urla la signora piazzandosi una mano davanti agli occhi.
Si, questo idiota è nudo come mamma l'ha fatto e per di più ha un ghigno strafottente in faccia, in altre occasioni potrei prenderlo a mazzate, ma se è qui è perchè mi ha sentito e sicurmente ha capito che serviva un diversivo per far andare via questa donna, non possiamo rischiare che entri in casa e veda Angel, non possiamo proprio.
"Oh, amore chi è questa donna, uffa e noi che vi stavamo aspettando di sopra", continua a parlare con una vocetta irritante da checca isterica e non fa altro che cercare di stare in bella mostra davanti alla donna.
"Cos'è, per caso la signora vuole unirsi a noi?"
"Razza di decerebrato! Come ti permetti!", gira sui tacchi e inizia ad allontanarsi, "Maniaci che non siete altro! E per quelli come voi che la società sta andando in rovina!", continua a borbottare prima di salire in macchina.
Ci chiudiamo la porta di casa alle spalle e subito dopo le risate di Johnny e Zacky inondano il salotto mentre io e Matt ci lanciamo degli sguardi disperati.
"E' stato un gioco da ragazzi", pavoneggia Brian tornando a recuperare la sua birra.
"Gates, non hai davvero l'idea di cosa significhi la parola 'pudore', dio"
"Oh Matt smettila, lo sappiamo che qui il più grande ce l'hai tu, ma non c'è bisogno di farcelo pesare", sghignazza facendo aumetare le risate ai due idioti che stanno addirittura sprofondando nel divano.
"Io ti avverto, avvicinati di nuovo a me mentre sei in questo stato, e ti giuro Brian che ti ritrovi senza palle e con una bacchetta su per il culo", lo minaccio schiaffeggiandolo sulla nuca.
"Mi dovresti solo ringraziare, almeno lo fatta andar via!"
E in effetti ha ragione, lo fisso e dopo due secondi ci uniamo alle risate di Zacky e Johnny.




SPAZIO AUTRICE
Lo so, è cortino, ma ho poco tempo. Lo so, mi ripeto ma è davvero così ..mi farò perdonare lo giuro.
Allora, in questo capitolo si può dire che si finisce con un po' di risate? Si vero??? Mi sembrava brutto fare il terzo capitolo deprimente di prima e sinceramente non sapevo cosa inventarmi come primo incontro tra la madre di Angel e i ragazzi...quindi questo è quello che ne è uscito!
Spero vi sia piaciuto e spero che mi lascierete una recensione (sapete che le adoro)
Se volete contattarmi mi trovate su Facebook come Mara Gates

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