I kill myself, again
Capitolo ventitre - I kill myself, again
"Non c'è nulla di male nella paura,
dimostra che sei un uomo" -Lou Reed
BRIAN'S POV
Maledetto il giorno in cui decisi di affidare la mia fiducia e la mia stima in lui.
Maledetto il giorno in cui credetti davvero che qualcosa di buono questa vita la poteva davvero avere.
Maledetti i suoi occhi in grado di capirmi anche senza parole.
Maledetti i suoi modi di fare.
Maledetto lui.
Cazzo James, dimmi chi me l'ha fatto fare di fidarmi di una persona come te, anzi no, non dirmelo, finirei solo per odiare l'ennesima persona.
Perchè? Perchè mi hai fatto questo?
Mi avevi promesso che per te non ci sarebbe mai stato spazio per l'amore, mi avevi detto che a te importava solo dei tuoi migliori amici, mi avevi detto che ti importava solo di me, di noi. Siamo sempre stati insieme, abbiamo condiviso tutto, ci siamo sempre stati l'uno per l'altro, dimmi ora, dove sei?
Dove sei ora che ho bisogno di te?
Continuo a volare senza una meta, continuo a sfidare il vento e la pioggia, sono fradicio ma poco mi importa, non mi interessa. Anche se mi colpisse un fulmine in questo preciso istante, giuro che lo accetterei, tutto sarebbe migliore di quello che sto provando in questo momento.
Non ci è mai capitato di litigare, non così, non per queste cose banali come i sentimenti. Già i sentimenti, qui loro sono i veri problemi.
Io ci ho provato, giuro di averlo fatto, non riesco a cambiare, nemmeno mettendoci tutto me stesso.
Un mal di testa improvviso mi colpisce costringendomi a chiudere gli occhi per la frazione di un secondo, cazzo ci mancava solo questa.
Decido di perdere quota e dopo pochi secondi mi ritrovo su di una strada deserta, qui la pioggia cade con meno impeto e i tuoni sono quasi inesistenti, mi piego leggermente su me stesso e ripiego le ali, un enorme fitta di dolore mi attanaglia la schiena e un bruciore ben presto mi invade, lo sforzo che faccio per spiegarle e per nasconderle è ogni giorno più forte, è uno di quei dolori che ti logorano dentro, ti distruggono fino a lasciarti agonizzante a terra mentre annaspi in cerca di aiuto.
Mi faccio forza da solo, come sempre, torno diritto e tirando un sospiro inizio a camminare, barcollo leggermente ma riesco a reggermi sulle gambe, metto le mani nelle tasche dei jeans e mi stringo nelle spalle per il freddo, non è stata una grande mossa uscire senza nemmeno una giacca ma chi poteva prevedere una cosa del genere? Gli eventi sono precipitati in un battito di ciglia, e per cosa? Per l'amore che Jimmy nutre in una ragazza che nemmeno sa chi è.
L'amore, non posso negarmi una smorfia di disgusto al solo pensiero. Perchè le persone sono davvero così tanto attratte da questo sentimento? E' distruttivo, spesso non è ricambiato, eppure gli uomini lo desiderano e quando una storia finisce male ci stanno di merda iniziando a darsi colpe che spesso non hanno ...
L'amore si prende tutto di te, e ti lascia senza nulla, se non con un vuoto incolmabile nel petto. Forse è stato il mio più grande sbaglio, amare, amare una persona con tutto me stesso, perchè lei, cazzo, si che lo amata. Amavo ogni sua singola cosa, ogni singolo dettaglio e difetto, lei conosceva la mia storia, avevo deciso di raccontarle la verità perchè mi sembrava la cosa più giusta da fare.
"Questo sono io, un demone che potrebbe ucciderti da un momento all'altro, è tutta la vita che uccido e passerò tutta la vita a correre il rischio di farlo ancora, sono una bomba ad orologeria. Dovresti aver paura di uno come me"
"Non m'importa, Brian io so che in te c'è del buono, in fondo al cuore sai quello che sei veramente. Non ti lascierò solo perchè tu sei un demone, non ho intenzione di farlo, nè ora nè mai. Ti amo, e voglio rimanere con te fino alla fine dei miei giorni"
Un brivido mi corre lungo la schiena a ripensare alle sue parole, parole sincere, parole che solo una persona innamorata può riservarti, era mia, era l'unica ad aver smosso il mio cuore...peccato che non sia durata.
Perchè si sa, in questa vita le cose belle non sono destinate a durare.
Nonostante questo sono felice che non sia morta per mano mia.
Delle luci illuminano all'improvviso il mio cammino e mi ritrovo ad una stazione di servizio, non mi voglio fermare ma inizio ad avere fame e se non mangio qualcosa subito rischio di uccidere qualcuno. Entro nel piccolo e modesto negozio e mi dirigo subito verso il reparto che mi interessa, ma nulla, non trovo nulla che possa farmi passare la fame, possibile che sia tanto difficile mettere in vendita della carne? Quanto ci vuole, basta un fornitore, un frigo, e qui ne hanno parecchi, e tutto va bene...
Mi porto una mano tra i capelli con nervosismo e mi impongo di star calmo e non perdere la calma, magari riesco a trovare qualcos'altro...
"Ehy amico, non ti senti bene?"
Mi volto di scatto e davanti a me trovo un ragazzo più o meno della mia età che sfodera un sorriso che non gli si addice, non rispondo e torno a guardare i frigoriferi davanti a me fingendo interesse.
"Sei pallido, sicuro di non volere una mano?"
Continua a chiedermi, quasi quasi lo chiudo nel bagno del locale e lo uccido.
L'idea mi alletta, sarebbe una preda facile e se si trova qui a quest'ora della notte di sicuro non ha nessuno a casa ad aspettarlo, inoltre non ha nessuna targhetta che mi indichi che sia il proprietario del posto.
"Sai, forse potresti davvero aiutarmi", faccio un mezzo sorriso e mi avvicino al tizio, gli lascio una pacca sulla spalla e lo vedo annuire sorridendo.
"Vieni con me", dico ancora e senza troppe domande mi segue fuori dal negozio, lo guido fino ai bagni di servizio ed entro per metà in quello maschile, noto che ha smesso di seguirmi così mi volto con un sorriso ironico.
"Tranquillo non voglio violentarti, però credo di aver lasciato qui dentro il portafoglio, credo mi sia caduto, mi hai chiesto se mi serviva aiuto, no?"
"Oh, ok, allora ti do una mano a cercarlo"
Povero illuso.
Entriamo nel bagno e velocemente mi chiudo la porta alle spalle, faccio scattare la serratura e mi volto verso il ragazzo con un ghigno stampato in faccia, sentendo la porta sbattere si volta di scatto e mi guarda con gli occhi leggermente sbarrati, mi avvicino con cattiveria e velocità riuscendo in poco a spingerlo contro il muro facendogli sbattere la testa.
"Ehy ma che cazzo fai?", mi urla quasi contro
"Non preoccuparti, è la prassi, ma ti facevo più sveglio", senza aggiungere altro mi avvicino al collo della mia vittima mentre con la mano destra gli graffio parte del petto iniziando a vedere del sangue colare dai graffi.
All'improvviso mi blocco e mi allontano.
Come se avessi preso la scossa.
Guardo il viso dello sconosciuto che non è più quello di prima.
Una sensazione di panico mi attanaglia, sento lo stomaco contorcersi.
"James!", urlo al ragazzo che ora cade per terra con gli occhi sbarrati, bianco come un cadavere e con un rivolo di sangue che gli esce dalla bocca.
Mi avvicino e gli afferro il colletto della maglia iniziando a sudare freddo.
"No, no, no! Cazzo, James, svegliati! Cazzo riprenditi!", lo schiaffeggio per un po' ma nulla.
Ho ucciso il mio migliore amico.
L'ho fatto davvero?
Mi allontano barcollando senza togliere gli occhi di dosso al corpo inerme di mio fratello.
No, non posso averlo fatto per davvero.
Inizio a tremare come un pazzo e non riesco a controllarmi.
Mi volto sentendo una presenza alle mie spalle e dietro di me vedo i ragazzi, guardano il corpo di Jimmy immobili, spaesati e con uno sguardo vuoto da far paura, mi avvicino a Matt nel panico più totale.
"Matt! Cazzo non volevo farlo! Non sapevo che fosse lui, cazzo aiutalo! Ti prego aiutalo!".
Nulla, non mi degna di un misero sguardo.
Decido di avvicinarmi a Zacky e mi metto davanti a lui.
"Vi prego dovete aiutarlo! E' anche vostro amico cazzo, non lasciatelo morire per un mio errore! Zacky! Maledizione mi senti?!", poggio la mano destra sul petto del mio amico tentando di smuoverlo ma come tocco la stoffa della maglia questa si impregna di sangue, sbarro gli occhi e tremo più di prima, porto di nuovo gli occhi in quelli di Zacky e li vedo bianchi, completamente bianchi.
Caccio un urlo di terrore e mi allontano, poso lo sguardo anche negli occhi di Matt e Johnny e li vedo bianchi anch'essi.
No, non può essere vero, che cosa sta succedendo?
Più terrorizzato che mai indietreggio per qualche passo fin quando non sento la schiena sbattere contro qualcosa.
Non sono contro il muro.
Rabbrividisco e mi giro di scatto, davanti a me gli occhi completamente bianchi e socchiusi del mio migliore amico.
Mi afferra fulmineo il polso impedendomi di scappare, cerco di divincolarmi il più che posso, porto la mano libera sulla sua, stretta sul mio polso, tento di fargli lasciare la presa ma senza successo.
"James! Cazzo sono io! Lasciami andare!"
La presa sul polso aumenta e intravedo un segno violaceo su esso, senza preavviso James mi sbatte contro la parete, dove poco prima io avevo spinto lui stesso, la forza che ha usato è stata in grado di rompere alcune mattonelle grigie e sporche al contatto con il mio corpo, mi si mozza il respiro e cado per terra, ho il tempo di alzare lo sguardo, uno sguardo di puro terrore, è la prima volta che lo provo dopo anni, sento il cuore perdere un battito, o forse di più, quando vedo James tirare fuori una pistola dalla tasca posteriore dei jeans, prontamente Matt, Zacky e Johnny lo affiancano, sorridono sadici, un sorriso che non si addice a nessuno di loro.
Mi siedo per terra portando le gambe davanti a me, spingendomi ancora di più contro la parete, come se mi aspettassi di poter diventare una cosa sola con essa, mi sembro un bambino terrorizzato dai bulletti della scuola ma dannazione ho una fottuta paura.
"Ragazzi, se questo è uno scherzo è davvero di pessimo gusto", provo ancora aggrappandomi nell'unica speranza che mi rimane.
James toglie la sicura alla pistola e me la punta contro.
Sbianco e tremo più di prima.
Sto davvero per morire?
E' davvero questa la mia fine?
Chiudo gli occhi e volto il viso, il colpo parte.
Ma il proiettile non arriva.
Una risata malevola e agghiacciante riempie il silenzio.
Apro di scatto gli occhi e davanti a me non ci sono più i miei migliori amici, bensì una figura alta e incappucciata.
Intravedo le mani bianche come quelle di un cadavere che si alzano per poter togliere il cappuccio e mi ritrovo davanti la persona che mai, e poi mai, mi sarei aspettato di vedere.
"Ciao Brian, ora puoi smettere di piangerti addosso. Vedo che non sei cambiato di una virgola in questi anni"
"Tu...come...perchè sei qui?"
"Non sei felice di vedermi? E pensare che io non vedevo l'ora"
"No...non può essere vero...tu non puoi..."
"Camminare liberamente sulla terra? Eppure lo sto facendo, sono qui per conto di una tua cara amica, Angel, ti dice niente?"
"Angel...lei, tu... che cazzo le hai fatto bastardo?!"
"Quanto ti agiti, ma non preoccuparti, sta bene per ora, sai che non mi piace sporcarmi le mani. E tu caschi nel momento migliore. Direi che quella litigata con James ti ha davvero scosso"
"Come fai a saperlo?"
"Dimentichi che io so sempre tutto? Non temere, presto non sentirai più nulla"
Si avvicina piano studiando ogni passo e ogni espressione che mi sfugge.
"E' qui che vorresti uccidermi?"
"Vedo che non perdi l'ironia nemmeno in queste occasioni, eppure no, se dovessi ucciderti sta pur certo che farò in modo di farlo davanti ai tuoi migliori amici, in un modo lento e doloroso, tanto per divertimento, mi conosci", fa una risatina nervosa prima di continuare.
"No, non ti ucciderò ora, mi serve il tuo aiuto per rendere la vita della tua cara amica e dei tuoi cari amici impossibile", un altro passo.
"A che scopo ti dovrei aiutare? Sai che non lo farò!"
"Ne sei davvero sicuro, Brian?", sussurra diabolico arrivando davanti a me, si piega sulle ginocchia in modo da mettersi alla mia altezza.
Gli occhi blu, quasi tendenti al grigio, sono cupi e freddi.
"Non avrai mai il mio aiuto, io non tradirò mai i miei migliori amici", ribatto sicuro di me stesso.
"Questo ti fa onore, devo ammetterlo, ma non ti spaventa il dolore? Ti torturerò così tanto che sarai tu stesso a implorarmi di ucciderti", ghigna sadico.
"Non m'importa, preferisco soffrire io stesso invece che far soffrire loro"
"Sei sicuro delle tue parole?", alza un sopracciglio e senza darmi la possibilità di rispondere posa il palmo della mano sulla mia fronte.
Ed è un attimo.
Un dolore mi pervade, parte dalla testa e si espande per tutto il corpo facendomi urlare e dimenare, è come esser bruciati vivi, non riesco a scostarmi dal contatto e sento i miei stessi occhi cambiare per metà.
Poi tutto finisce.
Mi ritrovo ansimante e in preda a tremiti ancora contro la parete, sento la testa pesante e di conseguenza la chino in avanti, il mostro che mi ritrovo davanti non si ferma, ben presto mi solleva il viso prendendomi il mento tra l'indice e il pollice, sul suo volto è dipinta un'espressione di pura soddisfazione.
"Avanti Brian, mostrati per quello che sei realmente, arrenditi a me"
"Non mi sono mai arreso a nessuno, di sicuro il Diavolo non farà la differenza"
"Vuoi resistermi?"
"Si"
"Mh, peccato, ammetto che mi piacevi, tu non sei come gli altri, hai un potenziale di malvagità che nemmeno ti immagini, hai solo bisogno di un piccolo aiuto per tirarla fuori. Ma non preoccuparti, ti aiuterò volentieri"
Questa volta la mano si posa sul petto, all'altezza del cuore.
E il bruciore parte proprio da lì, è una scossa elettrica senza fine, è come se mi stessero squartando vivo.
Pochi secondi e mi ritrovo senza fiato, annaspo in cerca d'aria ma non la trovo, sento le ali premere per uscire, per aprirsi, sento i miei occhi mutare, sento la gola bruciare a causa delle urla.
"Forza Brian, ci sei quasi"
La voce di Lucifero mi arriva lontana, ma la sento, sento quella gioia malsana e perversa in quella voce, sento una nota di fierezza in quello che sta facendo.
Il mio ultimo pensiero va ai ragazzi, a Jimmy, ripenso a quante volte oggi lo abbia maledetto...e me ne pento.
Spero solo una cosa.
Se tutto questo dovrà finire con la mia morte, spero sia proprio lui ad uccidermi, voglio morire per mano del mio migliore amico, non per una mano estranea che mi ha appena reso la creatura più malvagia del mondo.
"Ed eccoti qui, questo sei tu Brian"
ANGEL'S POV
Rinchiusa in questa casa mi sento del tutto inutile ed esposta, ho provato a fuggire ma non riesco ad aprire nessuna delle porte, nessuna delle finestre, niente di niente.
Mi sento un topo in gabbia e non faccio altro che preoccuparmi per i ragazzi, il pensiero più grande e doloroso va a Brian, se quello che Derek ha detto è vero, allora in questo momento è in pericolo, spero solo che i ragazzi lo trovino prima di lui, se è vero che hanno litigato, ho una tremenda sensazione e quasi mi sento soffocare da questo tormento che mi attanaglia.
La porta di casa si spalanca di colpo facendomi sobbalzare sul divano, mi volto e davanti a me appaiono due figure, entrano in casa con passo sicuro è il primo è proprio Derek, dopo di lui, Brian.
Senza pensare mi alzo dal divano e corro incontro al ragazzo, felice di vedere un volto amico, lo abbraccio di slancio incrociando le braccia intorno al suo collo e affondando il viso nel suo petto muscoloso.
"Brian! Dio, stai bene?", non mi arriva nessuna risposta e questo non può farmi che preoccupare ancora di più. Osservo meglio il petto del ragazzo e noto che vicino al mio viso, all'altezza del cuore del ragazzo, si trova una macchia di sangue enorme che continua fino agli addominali, porto subito la mano sopra la stoffa e tremo.
"Brian ma stai sanguinando, che ti ha fatto quel bastardo?!"
Alzo gli occhi per incrociare quelli del ragazzo e in questo momento desidererei di non averlo mai fatto.
I suoi occhi sono completamente neri, neri, vuoti e freddi come non mai.
"B-Brian.."
La risata di Derek mi arriva alle orecchie più fredda che mai, porto una mano sul viso di Brian cercando di farlo tornare in se ma nulla, sembra privo di ogni emozione e sensazione.
"Non puoi far più nulla per lui mocciosa, ormai è in mio completo potere", continua a ridere Derek, mi volto verso di lui più spaventata che mai.
"Chi sei tu, per davvero?"
"Non ci sei ancora arrivata, ragazzina? Secondo te da chi volevano proteggerti i tuoi cari amici? Derek non è mai esistito, io ti osservavo da anni, per questo i tuoi genitori mi conobbero, provai ad avvicinarmi a te ma quando ero ad un passo dal raggiungere il mio scopo ti hanno rinchiusa in quell'ospedale, ho aspettato, anni. E poi sono arrivati loro.", indica Brian dietro di me, "Arrivaci ragazzina"
"Tu sei Lucifero", mormoro pregando che tutto questo sia solo un incubo, un incubo dal quale mi sveglierò presto.
"Indovinato ragazzina", ghigna, "E ora non mi resta che giocare le mie ultime carte per attirare anche gli altri quattro qui, e poi sarà la fine per voi, questa volta per sempre"
"No!"
Due braccia mi stringono il busto così forte da farmi perdere il respiro, mi volto giusto per vedere Brian, mi tiene stretta e mi risulta impossibile muovermi.
"Portala di sotto, fa in modo che ci rimanga"
"No! No! Brian ti prego non lo ascoltare!"
"Fossi in te starei attento ragazzina, è un demone a tutti gli effetti ora, io ci penserei due volte prima di provocarlo"
Queste ultime parole mi fanno rabbrividire ancora di più, Brian mi porta di peso fino alle scale che scendono probabilmente alla cantina, cerco di fare resistenza ma mi risulta impossibile, arriviamo alla fine di un breve corridoio e davanti a noi si apre una porta in legno, l'interno è accogliente anche se si tratta della cantina della casa, Brian mi spinge dentro rischiando di farmi cadere a terra, lo raggiungo posandogli le mani sul petto in un'ultima vaga speranza di farlo ragionare e tornare in se.
"Brian, questo non sei tu! Ti prego torna indietro! Non diventare quello che non sei!"
Il ragazzo mi prende i polsi alza lo sguardo vuoto e tetro sul mio, e rabbrividisco vedendo una lacrima di sangue scendere lenta e indisturbata dal suo occhio sinistro.
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