Death calls my name

Capitolo quattro - Death calls my name

"Sono cambiato perchè mi han cambiato,
sappilo, sappiatelo.
Anche il Diavolo prima era un angelo" -Heaven

Non ci voglio credere.
Con tutte le volte che ho cercato di stare fuori dai guai, con tutte le volte che ho sperato di potermi rifare una vita.
Una vita più tranquilla e senza troppi problemi...ora vedo tutto quello per cui ho combattuto sgretolarsi del tutto davanti ai miei occhi, e non posso far altro che rimanere inerme mentre esco dalla mia camera sotto lo sguardo attento di James per andare in salotto.
Le mie spalle sono circondate da un suo braccio, anche solo questo contatto è in grado di farmi tremare e congelare il sangue nelle vene.
Arriviamo in salotto dove vedo quattro ragazzi, gli stessi che vidi quella sera al pub.
"Oh, ma allora non l'hai uccisa", borbotta uno di loro, un ragazzo dai capelli corvini tutti sparati in aria.
"Potevi metterci un po' di più", dice in tono sarcastico il più basso del gruppo.
"Ah, vi lamentate sempre, non rompete i coglioni e presentatevi idioti", risponde a tono James ai due, prontamente uno di loro mi si avvicina, un ragazzo alto quasi quanto James ma decisamente più muscoloso, ha gli occhi verde smeraldo e i capelli castani abbastanza lunghi sono nascosti sotto una bandana nera e un cappellino, mi si avvicina senza smettere di squadrarmi da testa a piedi per poi sorridere mostrando un paio di fossette che tradiscono il suo aspetto cupo.
"M. Shadows. Non avere paura, bimba, non ti faremo nulla", mi dice rassicurante, eppure non riesco in alcun modo a calmarmi, sentendo ancora la mano di James cingermi le spalle.
"A meno che tu non faccia qualcosa di stupido"
"Gates smettila"
"Zitto Vengeance, non dimenticarti di cosa sarei in grado di fare", il ragazzo dai capelli corvini mi si avvicina con sguardo cupo e cattivo, quando è abbastanza vicino posso notare che ha gli occhi color nocciola, decisamente attraenti come i lineamenti del viso, leggermente spigoloso ma molto affascinante, anche lui non è messo male a muscoli e le braccia sono completamente tatuate.
"Synyster Gates, bellezza", si presenta ammiccando e sfoggiando un sorriso malizioso
"Sei davvero una bestia", lo ribecca un ragazzo dagli occhi acqua marina che credo rispondi al nome di Vengeance, per poi avvicinarsi anche lui.
"Zacky Vengeance, non badare troppo a questo tizio", mormora indicando Gates che subito dopo gli da uno schiaffetto sulla nuca.
"Non badare a nessuno dei due, semmai. Johnny Christ, al tuo servizio lady", si avvicina il più basso del gruppo, facendo un leggero inchino e sfoggiando una cresta perfetta.
Ora si che sono confusa.
"Bèh? Non ti presenti?", mi chiede James
"Oh andiamo, Jimmy l'avrai spaventata a morte!"
"Non dire cazzate Matt", borbotta come risposta a Shadows.
Matt? Jimmy? Quali cazzo sono i loro veri nomi?!
"M-mi...mi chiamo...Angel", dico in un sussurro abbassando lo sguardo.
"Allora sai parlare"
"Perchè siete qui?", chiedo continuando a tremare
"Semplice, dobbiamo tenerti d'occhio", mi risponde Zacky
"Perchè?"
"Troppe domande mocciosa"
"Gates smettila che me la spaventi ancora di più", Matt o Shadows quale diavolo sia il suo nome mi si avvicina porgendomi una mano, lo fisso in quelle sue iridi verde smeraldo e sento solo una grande pace e tranquillità, afferro la sua mano con una sicurezza che non mi sarei mai aspettata e mi faccio guidare fino ad una sedia vicino al tavolo della cucina.
"Ascolta, mi dispiace dovertelo dire, ma da oggi saremo letteralmente la tua ombra, abbiamo bisogno del tuo aiuto per una questione abbastanza complicata, sei l'unica persona che può aiutarci e non sai da quanto tempo ti stiamo cercando", mi spiega con calma
"Perchè proprio io?", chiedo impaurita continuando a guardarlo negli occhi
"Sei una persona importante, Angel, che tu lo creda o no", sospira, "Mi spiace ma, per il momento, di più non posso dire", si allontana e io rimango sulla sedia
"Devi giurarci che collaborerai", mi dice James avvicinandosi insieme a Synyster.
"E se...non volessi?"
Parola sbagliata, vedo lo sguardo dei due rabbuiarsi, Gates mi si avvicina recuperando una pistola dalla cintura dei suoi pantaloni e me la punta sulla tempia destra, vedo con chiarezza i suoi occhi cambiare radicalmente colore diventando neri come la pece e serrare la mascella.
"Farai quello che ti diremo, quando te lo diremo e come te lo diremo, o giuro sulla mia fottuta vita che ti ammazzo, tutto chiaro dolcezza?", ringhia con cattiveria mentre mi sento gli occhi inumidirmisi, mi limito ad annuire mentre vedo il ragazzo avvicinarsi ancora di più.
"Gates", lo richiama James, ma lui non lo ascolta, è così vicino che posso sentire il suo respiro addosso, e posso vedere la parte bianca degli occhi contornarsi di nero a partire dall'iride, vedo distintamente delle linee sottilissime di nero ricoprire ed espandersi intorno alla parte bianca dei suoi occhi.
"Gates, andiamo avanti", continua a richiamarlo James, ma lui ancora non si muove, apre di poco la bocca e sento che ha il respiro leggermente affannato come se avesse appena corso, mentre sembra quasi che abbia iniziato a tremare.
"Brian! Cristo smettila!", urla questa volta Sullivan e Synyster, o Brian, si blocca, gli occhi tornano del loro colore nocciola all'improvviso e il suo respiro torna normale, si allontana di scatto da me, sorpassando i suoi amici e uscendo di casa sbattendo la porta alle sue spalle.
Rimango immobile e impaurita da quello che ho appena visto.
E' successo davvero?
"Merda", sento sussurrare da Johnny
"Andiamo, meglio tenerlo sotto controllo", borbotta anche Zacky per poi uscire con Johnny e Matt.
James è l'ultimo a rimanere in casa, mi guarda con un'espressione indecifrabile e poco prima di uscire dalla porta si gira verso di me.
"Dimenticati quello che hai appena visto, ci vedremo domani, molto probabilmente", ed esce di casa lasciandomi immersa in milioni di pensieri e domande.
E' normale quello che è appena successo?
Chi sono davvero quelle persone?
Perchè hanno bisogno di me?





JAMES'S POV

Entriamo nella villa in cui abitiamo io e i ragazzi da ormai anni, uno più incazzato dell'altro, Johnny è l'ultimo ad entrare e si chiude con forza la porta alle spalle, ci raduniamo in salotto iniziando a sbraitarci contro, anche se alla fine siamo sempre e solo io e Brian a urlarci contro, siamo migliori amici, lo reputo mio fratello, ma ultimamente litighiamo spesso, quelli che iniziano già a calmarsi invece sono Matt, Zacky e Johnny essendo creature diverse da noi regolano meglio la loro rabbia.
"Stavi per mandare a puttane tutto, Brian cazzo! Devi regolarti!", sbotto contro il mio migliore amico
"L'hai sentita anche tu Jimmy! Cazzo era terrorizzata! Sono secoli che mi regolo!"
"Devi continuare a farlo! Lei non fa la differenza, una mossa falsa e siamo fottuti, ora che l'abbiamo trovata dobbiamo stare attenti"
"Non dirmi quello che devo fare Sullivan! Sei come me, lo sai benissimo che puoi crollare anche tu da un momento all'altro!", spingo Gates alla parete e lo prendo per il colletto della maglia avvicinando pericolosamente il viso al suo mentre con la coda dell'occhio noto gli altri irrigidirsi stando pronti a tutto.
"Non rivolgerti, mai più, così a me Brian. Sai che sono più forte di te, mi basta poco per toglierti i viveri", sussurro con cattiveria al più giovane.
"E tu sai che sono l'unico che può tenerti testa, se voglio. Cazzo non hai idea di quanto avrei voluto...", gli sbatto la testa contro il muro sentendo i miei stessi occhi cambiare.
"Devi smetterla di lasciarti andare così! Non possiamo permetterci una cosa del genere lo capisci!?", vedo i suoi occhi diventare neri, chiaro segno che anche lui si sta incazzando.
"Lasciami"
"Solo se mi prometti che ti darai una regolata"
"Ti ho detto di lasciarmi James!", mi urla contro spintonandomi, faccio due passi indietro per non perdere l'equilibrio mentre sento un calore ben conosciuto all'altezza delle scapole.
Vedo Brian allontanarsi verso la porta per cercare di uscire ma viene prontamente fermato da Matt.
"Spostati!"
"Non puoi uscire, non ora Syn, non è sicuro"
Cercando di fare il minor rumore possibile mi avvicino a Brian prendendolo per le spalle e bloccandogli le braccia dietro la schiena, lo sento ringhiare e iniziare a dimenarsi per potersi liberare, aumento la presa sulle sue braccia lasciandogli dei segni violacei e facendolo gemere per il fastidio, perchè so che questo per lui non è dolore.
"Jimmy, cristo santo, lasciami!"
"Devi calmarti Brian"
"Vaffanculo!", urla per poi continuare ad agitarsi come se fosse indemoniato.
Matt gli avvicina una mano poggiandola sulla sua fronte con qualche difficoltà, Brian si blocca, socchiude gli occhi e china la testa in avanti cadendo in ginocchio subito dopo.
Passo un braccio intorno al suo busto per sorreggerlo e voltandolo me lo carico su una spalla, senza dire nulla ai ragazzi che ora si sono tranquillizzati, lo porto in camera sua, lo poggio sul letto gli scompiglio leggermente i capelli e torno in sala dagli altri, che ora sono seduti sui divani
"Che serata emozionante", ironizza Johnny
"Jimmy, devi aiutarlo, non può continuare così", mi dice Matt comprensivo.
"Lo so Matt, sta peggiorando ogni giorno di più, da un lato lo capisco, so quello che prova, ma vorrei che riuscisse a regolarsi come me. Sapete che per noi è più difficile"
"Lo sappiamo amico, e ancora mi domando come facciate a mantenere il controllo ogni giorno, oh..almeno per te è così", mi dice Zacky.
"Brian sa quello che deve fare, è solo troppo stanco per tutto questo", sospiro, "Non so per quanto ancora reggerà, l'ultima volta che si è lasciato andare ha ucciso cento persone...alla metropolitana di Londra...", dico cupo
"Come dimenticare...", sospira Matt.
Nessuno di noi aggiunse più una sola parola, consapevoli di tutto, non c'era bisogno di aggiungere altro.
Dopo qualche minuto ognuno si chiuse nella propria stanza, mi tolsi la maglia e mi abbandonai a letto dopo essermi messo un pantalone più comodo.
La verità? Nessuno di noi è umano.
Non dovrebbe essere il problema maggiore, ma potrebbe diventarlo se qualcuno all'infuori di noi dovesse venirlo a sapere.
Chiudo gli occhi e prima di addormentarmi ripenso a quella ragazza, Angel, non ha idea di cosa l'aspetta.

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